Puck (Sogno di una notte di mezza estate): differenze tra le versioni

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Versione delle 15:53, 8 ago 2008

Oberon, Titania e Puck in un dipinto di William Blake (particolare)

Puck, o Robin Goodfellow, è un personaggio dell'opera Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare, ispirato alla omonima figura della mitologia britannica.

All'inizio anche Shakespeare - probabilmente per rendere subito riconoscibile al pubblico il personaggio e le sue caratteristiche - ritrae Puck come la tradizione lo vuole. Ecco come una Fata si rivolge a lui, presentandocelo, nei primi versi del secondo atto:

«Tu, se dalle maniere e dal sembiante
io non m’inganno, sei quel discolaccio,
quel folletto bugiardo e malizioso
che tutti chiamano Robin Bravomo.
Non sei tu quel bizzoso spiritello
che al villaggio spaventa le ragazze,
che fa cagliare il latte dentro i secchi,
che armeggia tra le pale del mulino,
e si rende molesto alle massaie
vanificando la loro fatica
a sbattere la crema nella zangola?
Ed altre volte a far schiumar la birra,
o a far smarrire il cammino ai viandanti
di notte, e ridere del loro disagio?
E t’adoperi, invece, premuroso,
ad aiutare nel loro lavoro,
ed a portar fortuna
a quelli che ti chiaman vezzeggiandoti, “mio caro diavoletto” e “dolce Puck”?»

La fantasia shakespeariana, però, trasforma presto Puck nel folletto che è ai servizi di Oberon, re delle fate e marito di Titania.
Il Puck di Shakespeare diventa per certi versi il vero personaggio principale. Per errore o per capacità fa nascere l'azione, la segue per tutto il suo percorso, ne determina il lieto finale. Le caratteristiche del Puck della tradizione nordica: lo scherzo, il dispetto, vengono usate per simboleggiare la mutevolezza dell'amore.

«Mi metterò dietro alle vostre poste
e v’indurrò per volte e giravolte,
per fossi, rovi, sassi, macchie e fratte.
Ora sarò un segugio, ora un cavallo,
ora un maiale, ora un orso che balla,
ora v’apparirò fatua fiammella,
or m’udrete latrare oppur nitrire
ad ogni svolta, e ruggire e grugnire
come un cane, un cavallo, un porcospino,
un orso, una fiammata, a voi vicino.»

Puck è l'amore che nasconde prima e svela poi le reali sembianze fisiche e morali di chi finisce sotto le sue attenzioni. Infatti nell'opera shakespeariana Oberon, re degli abitanti della foresta dove i quattro amanti protagonisti si inoltrano, ordina a Puck di procurargli un fiore magico (una viola del pensiero) da cui estrarre un'essenza che, fatta cadere sulle palpebre di un dormiente, lo farà innamorare della prima persona che vedrà dopo il risveglio. Così Lisandro e non Demetrio si innamorerà di Elena, in questo modo Titania si innamorerà di Bottom, il capocomico degli attori dilettanti già trasformato (da Puck) in asino. Questa cecità dell'amore creerà una serie di situazioni intricate che si scioglieranno solo in conclusione della vicenda, quando, ancora per ordine di Oberon, Puck metterà fine alla sua stessa opera eliminando i sortilegi. Sarà quindi ancora l'amore che riuscirà a dipanare i grovigli, sentimentali e non, da lui stesso creati.
É a Puck, infine, che Shakespeare assegna il compito di chiudere l'opera con la classica richiesta degli attori al loro pubblico:

«Se noi ombre vi siamo dispiaciuti,
immaginate come se veduti
ci aveste in sogno, e come una visione
di fantasia la nostra apparizione.»

Think but this and all is mended.
That you have but slumbered here,

While these visions did appear.)