Libro Primo della Metafisica: differenze tra le versioni

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A (alpha maior) è il libro che apre la "Metafisica", in esso tuttavia non sono introdotti i contorni essenziali di questa scienza onnicomprensiva, infatti Aristotele è provvisto di una certa cautela nell' elencare i requisiti che essa deve avere. Innanzitutto egli parla di <<''sóphia''>> e <<''prote philosophia''>> ma va chiarito in che senso, ossia questi termini possono indicare sia la nuova scienza come ''sapienza'' e ''filosofia prima'', cioè filosofia basilare per le altre scienze; sia la sapienza e la filosofia prima intesa come filosofia dei predecessori e cioè antica sagezza dei filosofi precedenti. Ipotesi quest' ultima che è ben più ragionevole secondo la maggioranza degli studiosi moderni, poichè Aristotele mai come in questo libro fa una riferimento agli ''endoxa'' (letteralmente ''esempi''), cioè va ad indagare cosa hanno detto le dottrine filosofiche prima di lui a proposito di una probabile scienza delle cause prime seguendo le teorie che vanno da Talete al maestro Platone passando dai Pitagorici e dagli Eleati.
A (alpha maior) è il libro che apre la "Metafisica", in esso tuttavia non sono introdotti i contorni essenziali di questa scienza onnicomprensiva, infatti Aristotele è provvisto di una certa cautela nell' elencare i requisiti che essa deve avere. Innanzitutto egli parla di <<''sóphia''>> e <<''prote philosophia''>> ma va chiarito in che senso, ossia questi termini possono indicare sia la nuova scienza come ''sapienza'' e ''filosofia prima'', cioè filosofia basilare per le altre scienze; sia la sapienza e la filosofia prima intesa come filosofia dei predecessori e cioè antica sagezza dei filosofi precedenti. Ipotesi quest' ultima che è ben più ragionevole secondo la maggioranza degli studiosi moderni, poichè Aristotele mai come in questo libro fa una riferimento agli ''endoxa'' (letteralmente ''esempi''), cioè va ad indagare cosa hanno detto le dottrine filosofiche prima di lui a proposito di una probabile scienza delle cause prime seguendo le teorie che vanno da Talete al maestro Platone passando dai Pitagorici e dagli Eleati.
Alcuni poi rintracciano un Aristotele ancora "immaturo" dato che, se da un lato ha come intento di staccarsi dallo studio della fisica secondo l' impostazione accademica, dall' altro usa termini è formule ancora molto legati alla scuola platonica. Un segnale chiave di questa congettura è quello dell' uso della prima persona plurale, che secondo avalli di recenti studi è un tratto peculiare dell' Accademia, in cui nelle lezioni al soggetto "io" si sostituiva per convenzione il "noi".
Alcuni poi rintracciano un Aristotele ancora "immaturo" dato che, se da un lato ha come intento di staccarsi dallo studio della fisica secondo l' impostazione accademica, dall' altro usa termini è formule ancora molto legati alla scuola platonica. Un segnale chiave di questa congettura è quello dell' uso della prima persona plurale, che secondo avalli di recenti studi è un tratto peculiare dell' Accademia, in cui nelle lezioni al soggetto "io" si sostituiva per convenzione il "noi".

Versione delle 23:11, 21 lug 2008

A (alpha maior) è il libro che apre la "Metafisica", in esso tuttavia non sono introdotti i contorni essenziali di questa scienza onnicomprensiva, infatti Aristotele è provvisto di una certa cautela nell' elencare i requisiti che essa deve avere. Innanzitutto egli parla di <<sóphia>> e <<prote philosophia>> ma va chiarito in che senso, ossia questi termini possono indicare sia la nuova scienza come sapienza e filosofia prima, cioè filosofia basilare per le altre scienze; sia la sapienza e la filosofia prima intesa come filosofia dei predecessori e cioè antica sagezza dei filosofi precedenti. Ipotesi quest' ultima che è ben più ragionevole secondo la maggioranza degli studiosi moderni, poichè Aristotele mai come in questo libro fa una riferimento agli endoxa (letteralmente esempi), cioè va ad indagare cosa hanno detto le dottrine filosofiche prima di lui a proposito di una probabile scienza delle cause prime seguendo le teorie che vanno da Talete al maestro Platone passando dai Pitagorici e dagli Eleati. Alcuni poi rintracciano un Aristotele ancora "immaturo" dato che, se da un lato ha come intento di staccarsi dallo studio della fisica secondo l' impostazione accademica, dall' altro usa termini è formule ancora molto legati alla scuola platonica. Un segnale chiave di questa congettura è quello dell' uso della prima persona plurale, che secondo avalli di recenti studi è un tratto peculiare dell' Accademia, in cui nelle lezioni al soggetto "io" si sostituiva per convenzione il "noi". Inoltre che il libro sia molto antico è dimostrato anche dalle numerose affinità con il "Protreptico", neanche qui poi è ben definita la scissione fra scienze teoretiche, pratiche e poietiche. Il passo in avanti comunque rintracciato in questo scritto è la descrizione dei tratti caratteristici della scienza ricercata, ossia scienza che deve avere come oggetto elementi divini e che deve essere universalissima in modo che conoscendo questa posso conoscere di rimando tutto ciò che da essa deriva.