Regola di contrasto dei colori: differenze tra le versioni
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Questi blasoni irregolari sono blasonati «a inchiesta» perché invitano a ricercare la ragione di questo strappo alle regole, ragione in genere gloriosa o perfino mitica (e dunque non verificabile). |
Questi blasoni irregolari sono blasonati «a inchiesta» perché invitano a ricercare la ragione di questo strappo alle regole, ragione in genere gloriosa o perfino mitica (e dunque non verificabile). |
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Versione delle 20:48, 2 lug 2008
In araldica, la suddivisione dei colori in tre gruppi non è solo formale, ma è giustificata dalla preoccupazione « tecnica » di leggibilità, espressa dalla regola detta «di contrasto dei colori», che si esprime come:
- «mai metallo su metallo, né smalto su smalto».
Se si considera la caratteristica dei metalli di avere colori chiari, pallidi e quella degli smalti di avere colori decisi, profondi e intensi, la legge potrebbe essere formulata così:
- «mai colore tenue su tenue, né colore intenso su intenso», il che definisce con tutta evidenza l'obbligo di contrasto che permetta una buona visibilità.
- Nota 1. Le pellicce, composte da uno smalto e da un metallo sfuggono naturalmente a tale regola. Infatti esse possono essere poste indifferentemente sopra o sotto un metallo, uno smalto o anche un'altra pelliccia.
- Nota 2. La regola utilizza «su» e non «a fianco» e dunque riguarda i carichi (che vengono posti sul campo o su un altro carico) e non le partizioni, che dividono un campo o un carico in zone adiacenti ma considerate allo stesso livello.
Alcuni autori hanno voluto estendere la regola anche alle partizioni ma, per alcune, è impossibile rispettarla, e la concreata realtà dei blasoni mostra che tale estensione non può costituire se non una linea di tendenza. Una tale tendenza è forte nel caso delle ripartizioni.
Eccezioni
(Per semplificare, gli esempi seguenti non contengono delle pellicce, che sfuggono alla regola)
1. Eccezioni dovute alla composizione.
- Un carico è partizionato da almeno uno smalto ed un metallo, ed è posto su un campo pieno. (fig. 1)
- Un carico attraversante su una partizione composta da almeno un metallo ed uno smalto. Es. : il blasone del Poitou-Charente, troncato d'argento e di nero, al leone di rosso armato e lampassato d'azzurro attraversante sul tutto (nella punta il rosso è sul nero, inevitabilmente. Fig. 2).
- Una figura presenta dettagli di colore opposto al colore generale. Es. : il blason corso d'argento alla testa di moro di nero, animata e attorcigliata d'argento (fig. 3)
1. ESEMPIO DA INSERIRE... 2.Poitou-Charentes 3. Corse
2. Eccezioni legate alla storia.
- È il caso principalmente degli aumenti, in cui la pezza (più raramente la figura) accordata dal signore al suo vassallo, ha una possibilità su due di contravvenire alla regola e il blasone può apparire scorretto. Per mostrare chiaramente che è stata riconosciuta una eccezione, la blasonatura utilizza il termine di «cucito» che ha lo scopo di far pensare che non si è «posto su» ma posizionato mediante una «cucitura» allo stesso livello, come una partizione – il che lo rende conforme alla regola (questo «trucco» è utilizzato solo nella zona anglo-normanna.) Es. : il blasone di Lione: di rosso a un leone d'oro ed al capo cucito di Francia.
- Le brisure possono talvolta agire come nel caso precedente. Es. : il blasone d'Artois: d'azzurro seminato di gigli d'oro e brisato in capo da un lambello di rosso di tre pendenti caricati ciascuno da tre piccoli castelli pure d'oro ordinati in palo.
- Certi blasoni «scorretti» lo sarebbero solo perché concepiti prima che la regola sul contrasto dei colori fosse stata ben definita. È la scusa talvolta addotta per il blasone di Gerusalemme. (Scusa poco credibile, in quanto l blasone originale del reame di Gerusalemme, che aveva un campo di rosso, era del tutto corretto).
3. Eccezioni che sono di fatto delle trasgressioni.
- Queste trasgressioni sono spesso spiegate dall'arroganza del possessore, che lo pretendeva per il suo carattere «al di sopra delle leggi».
- L'esempio più celebre è il blasone di Gerusalemme (metallo su metallo) recuperato da Goffredo di Buglione difensore del Santo Sepolcro che blasonava dopo la Crociata : d'argento alla croce potenziata d'oro accantonata da quattro crocette dello stesso (fig 1). Questa trasgressione è spiegata diversamente da altri autori.
- Un altro esempio (inverso: smalto su smalto) è il blasone del regno albanese (prima del 1913) in cui l'aquila bicefala di nero è posta su un campo di rosso (fig 2).
1: Gerusalemme / G. di Buglione 2: Regno albanese
Questi blasoni irregolari sono blasonati «a inchiesta» perché invitano a ricercare la ragione di questo strappo alle regole, ragione in genere gloriosa o perfino mitica (e dunque non verificabile).