Heruli: differenze tra le versioni
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Nel [[365]], quando l'imperatore [[Valentiniano I]] (364-375) dovette affrontare l'invasione dei Germani, accadde che quelle popolazioni riuscirono a sottrarre il vessillo ai ''[[Batavi (legione romana)|Batavi]]'' e agli ''Heruli'', che vennero fatti oggetto di scherno dagli incursori.<ref>Ammiano Marcellino, xxvii.1.5.</ref> |
Nel [[365]], quando l'imperatore [[Valentiniano I]] (364-375) dovette affrontare l'invasione dei Germani, accadde che quelle popolazioni riuscirono a sottrarre il vessillo ai ''[[Batavi (legione romana)|Batavi]]'' e agli ''Heruli'', che vennero fatti oggetto di scherno dagli incursori.<ref>Ammiano Marcellino, xxvii.1.5.</ref> |
Versione delle 01:31, 17 mag 2008
Gli Heruli furono una unità militare in seno all'esercito romano, attiva tra il IV e il V secolo, durante il tardo impero. Il loro nome derivò dalla popolazione degli Eruli, chiamati appunto Heruli in latino.
Storia
Vengono nominati dalle fonti assieme ai Batavi, ed è probabile che le due unità combattessero assieme. Nel 360, prima che Giuliano riceva l'ordine dell'imperatore Costanzo II di inviargli la maggior parte delle sue truppe, gli Heruli, assieme ai Batavi e a due numeri Moesiacorum, formarono una forza sotto il comando del magister militum di Giuliano, Lupicino, che si diresse in Britannia, probabilmente per sedare una rivolta. Non è noto quando, ma gli Heruli e i Batavi ritornarono sul continente.
Nel 365, quando l'imperatore Valentiniano I (364-375) dovette affrontare l'invasione dei Germani, accadde che quelle popolazioni riuscirono a sottrarre il vessillo ai Batavi e agli Heruli, che vennero fatti oggetto di scherno dagli incursori.[1]
In occasione della rivolta britannica contro Valentiniano I sedata nel 367-369 dal comes Teodosio e nota come Grande Cospirazione, le due unità vennero inviate nuovamente in Britannia assieme agli Iovii e ai Victores.[2]
La Notitia dignitatum, un documento redatto negli anni 400-420, riporta gli Heruli seniores come una unità di auxilia palatina sotto il comando del magister peditum per l'Italia.[3]
Note
- ^ Ammiano Marcellino, xxvii.1.5.
- ^ Esmonde Cleary, A. Simon, The Ending of Roman Britain, Routledge, 2000, ISBN 0415238986, pp. 44-45.
- ^ Notitia dignitatum, par. occ., V.
Bibliografia
Fonti primarie
- Ammiano Marcellino, Res Gestae Libri XXXI
- Notitia Dignitatum
Fonti secondarie
- Simon MacDowall, Late Roman Infantryman 236-565 Ad, Osprey Publishing, 1994, ISBN 1-85532-419-9.