Annibale Caccavello: differenze tra le versioni

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Secondo [[Benedetto Croce]], la sua bravura lo rese più noto e apprezzato rispetto ai due colleghi <ref>[[Benedetto Croce|B. Croce]], ''Curiosità storiche'', Ricciardi, Napoli 1921, p. 83.</ref>. Vero è comunque che, alla morte del maestro, il sodalizio tra Caccavello e d'Auria si configurò come un vero e proprio «predominio nel panorama scultureo napoletano» del [[XVI secolo]] <ref>F. Abbate, ''Storia dell'arte nell'Italia meridionale'', Donzelli, Roma 2002, pp. 253-254.</ref>. Un brillante esito della loro sinergia, come segnalò [[Salvatore Di Giacomo]], si può riscontrare nel complesso scultoreo rappresentato dalla [[Fontana dei 4 del Molo]], per il quale la coppia realizzò le «statue gigantesche» dedicate ai fiumi [[Tigri]], [[Eufrate]], [[Gange]] e [[Nilo]] <ref>[[Salvatore Di Giacomo|S. Di Giacomo]], ''Napoli'', Istituto italiano di Arti Grafiche, Bergamo 1917, p. 137.</ref>.
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Caccavello, che ebbe a sua volta molti discepoli, realizzò altre notevoli sculture e opere architettoniche, quali i sepolcri di [[Odet de Foix|Odet Foix de Lautrec]] e di Pedro Navarro presenti nella [[Chiesa di Santa Maria la Nova]], la tomba di Porzia Capece Rota nella Basilica di [[Chiesa di San Domenico Maggiore (Napoli)|San Domenico Maggiore]], l'altare celebrativo (con la statua della Madonna delle Grazie) del vescovo Luca Ranaldi conservato al [[Museo Campano]] di [[Capua]], e l'urna di Fabrizio Brancaccio nella [[Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Caponapoli]], definita da [[Camillo Minieri Riccio]] un «capolavoro» <ref>[[Camillo Minieri Riccio|C. Minieri Riccio]], ''Memorie storiche degli scrittori nati nel Regno di Napoli'', Tip. dell'Aquila, Napoli 1844, p. 68.</ref>.
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==Note==
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Versione delle 13:32, 9 mar 2008

Annibale Caccavello (Napoli, 1515Napoli, 1570) è stato uno scultore e architetto italiano.


Cenni biografici

Scultura in S.Giovanni a Carbonara

Di famiglia originaria di Massa Lubrense che lavorava il marmo, fin da piccolo si appassionò alla scultura [1]. Per questo motivo, il padre lo inviò da Giovanni da Nola, di cui ben presto divenne discepolo, assieme a Giovan Domenico d'Auria. Questo trio ebbe subito modo di farsi notare per la realizzazione del complesso funerario della celebre cappella Caracciolo di Vico nella Chiesa di San Giovanni a Carbonara. In particolare, Annibale realizzò per la predetta famiglia gentilizia le statue di S. Andrea apostolo, di S. Giovanni Battista e di S. Agostino.

Secondo Benedetto Croce, la sua bravura lo rese più noto e apprezzato rispetto ai due colleghi [2]. Vero è comunque che, alla morte del maestro, il sodalizio tra Caccavello e d'Auria si configurò come un vero e proprio «predominio nel panorama scultureo napoletano» del XVI secolo [3]. Un brillante esito della loro sinergia, come segnalò Salvatore Di Giacomo, si può riscontrare nel complesso scultoreo rappresentato dalla Fontana dei 4 del Molo, per il quale la coppia realizzò le «statue gigantesche» dedicate ai fiumi Tigri, Eufrate, Gange e Nilo [4].

Caccavello, che ebbe a sua volta molti discepoli, realizzò altre notevoli sculture e opere architettoniche, quali i sepolcri di Odet Foix de Lautrec e di Pedro Navarro presenti nella Chiesa di Santa Maria la Nova, la tomba di Porzia Capece Rota nella Basilica di San Domenico Maggiore, l'altare celebrativo (con la statua della Madonna delle Grazie) del vescovo Luca Rainaldi conservato al Museo Campano di Capua, e l'urna di Fabrizio Brancaccio nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Caponapoli, definita da Camillo Minieri Riccio un «capolavoro» [5].

Note

  1. ^ B. De Dominici, Vite dei pittori scultori ed architetti napoletani, tomo II, Tip. Trani, Napoli 1843, p. 223.
  2. ^ B. Croce, Curiosità storiche, Ricciardi, Napoli 1921, p. 83.
  3. ^ F. Abbate, Storia dell'arte nell'Italia meridionale, Donzelli, Roma 2002, pp. 253-254.
  4. ^ S. Di Giacomo, Napoli, Istituto italiano di Arti Grafiche, Bergamo 1917, p. 137.
  5. ^ C. Minieri Riccio, Memorie storiche degli scrittori nati nel Regno di Napoli, Tip. dell'Aquila, Napoli 1844, p. 68.

Bibliografia