Chiesa di San Cipriano (Venezia, Malamocco): differenze tra le versioni
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La piccola '''chiesa di San Cipriano''' a [[Malamocco]] fu il primo insediamento benedettino di quella che sarebbe poi divenuta un'abbazia benedettina. Del sito, abbandonato nel 1111 per trasferirsi nel ricostituito complesso di [[Chiesa di San Cipriano (Venezia, Murano)|San Cipriano]] a [[Murano]], non rimane oggi più traccia. |
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La chiesa fu fondata dal doge [[Giovanni II Partecipazio]] nell'881 In una località chiamata «la Vigna» nei pressi dell'abitato antico di [[Malamocco]], luogo oggi difficilmente identificabile<ref>{{Cita|Corner 1758|p. 630.}}</ref><ref>{{Cita|Gaggiato 2019|p. 477.}}</ref>. Nel 1098 la chiesa, dipendente dalla [[Basilica di San Marco|cappella dogale]], fu donata dal doge [[Vitale I Michiel]] all'[[Abbazia di San Benedetto in Polirone]] affinché vi si affiancasse un convento. Negli anni immediatamente successivi la nuova istituzione fu arricchita dalle donazioni di terreni a Conche, vicino a [[Chioggia]], e a [[Carpenedo]]. Nel 1106 un forte [[terremoto]] seguito da un [[maremoto]] mise a repentaglio il nucleo di Malamocco<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.venezia.it/it/content/terremoti-venezia|titolo=Terremoti a Venezia|sito=Città di Venezia|accesso=7 aprile 2021}}</ref> rendendo il sito conventuale inabitabile. A seguito di queste vicissitudini Il doge [[Ordelaffo Falier|Ordelaf Falier]], in accordo con il [[Patriarcato di Grado|patriarca gradense]] Giovanni Gradenigo, concesse lo spostamento dell'abbazia in un altro luogo del dogado. Venne prescelto un appezzamento di Murano donato nel 1109 da un certo Pietro Gradenigo. Già nel 1111 i monaci poterono entrare nelle nuove costruzioni abbandonando il sito originario al suo destino<ref>{{Cita|Mazzucco 1983|p. 57.}}</ref>. |
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== Note == |
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Versione delle 18:32, 21 gen 2022
Abbazia di San Cipriano | |
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Stato | Italia |
Regione | Veneto |
Località | Malamocco (Venezia) |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | Santi Cipriano e Cornelio |
Ordine | Ordine di San Benedetto |
Diocesi | Patriarcato di Grado |
Consacrazione | 881 |
Sconsacrazione | 1111 |
Fondatore | Giovanni II Partecipazio |
Demolizione | post 1111 |
La piccola chiesa di San Cipriano a Malamocco fu il primo insediamento benedettino di quella che sarebbe poi divenuta un'abbazia benedettina. Del sito, abbandonato nel 1111 per trasferirsi nel ricostituito complesso di San Cipriano a Murano, non rimane oggi più traccia.
Storia
La chiesa fu fondata dal doge Giovanni II Partecipazio nell'881 In una località chiamata «la Vigna» nei pressi dell'abitato antico di Malamocco, luogo oggi difficilmente identificabile[1][2]. Nel 1098 la chiesa, dipendente dalla cappella dogale, fu donata dal doge Vitale I Michiel all'Abbazia di San Benedetto in Polirone affinché vi si affiancasse un convento. Negli anni immediatamente successivi la nuova istituzione fu arricchita dalle donazioni di terreni a Conche, vicino a Chioggia, e a Carpenedo. Nel 1106 un forte terremoto seguito da un maremoto mise a repentaglio il nucleo di Malamocco[3] rendendo il sito conventuale inabitabile. A seguito di queste vicissitudini Il doge Ordelaf Falier, in accordo con il patriarca gradense Giovanni Gradenigo, concesse lo spostamento dell'abbazia in un altro luogo del dogado. Venne prescelto un appezzamento di Murano donato nel 1109 da un certo Pietro Gradenigo. Già nel 1111 i monaci poterono entrare nelle nuove costruzioni abbandonando il sito originario al suo destino[4].
Note
- ^ Corner 1758, p. 630.
- ^ Gaggiato 2019, p. 477.
- ^ Terremoti a Venezia, su Città di Venezia. URL consultato il 7 aprile 2021.
- ^ Mazzucco 1983, p. 57.
Bibliografia
- Alessandro Gaggiato, Le chiese distrutte a Venezia e nelle isole della Laguna scomparsa, Venezia, Supernova, 2019.
- Gabriele Mazzucco (a cura di), Monasteri benedettini nella laguna veneziana, Venezia, Arsenale, 1983.
- Alvise Zorzi, Venezia scomparsa, 2ª ed., Milano, Electa, 1984 [1972].
- Flaminio Corner, Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello …, Padova, Giovanni Manfrè, 1758.