Alberico Gentili: differenze tra le versioni

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Alberico Gentili nacque nel [[1552]] a [[San Ginesio]] in [[provincia di Macerata]]. Primogenito di [[Matteo Gentili (medico)|Matteo Gentili]], medico ad [[Ascoli Piceno|Ascoli]] e di Lucrezia Petrelli, entrambi di famiglia nobile, dopo aver studiato [[letteratura]] e [[medicina]] con il padre, a 19 anni intraprese gli studi presso l'[[università di Perugia]], laureandosi in [[giurisprudenza]] il 23 settembre [[1570]].<ref name=":1">{{cita|N. Mancini, 1937}}</ref> Dopo la laurea tornò nel [[1572]] a San Ginesio, poi si trasferì ad Ascoli Piceno essendo stato eletto [[podestà (medioevo)|podestà]] e nel [[1575]] ritornò nella sua città natale come avvocato del Comune. Durante questo lavoro rielaborò un nuovo [[statuto comunale]], che venne approvato dal Consiglio il 22 settembre [[1577]].<ref>{{Cita libro|autore=Ermelinda Gazzera|titolo=Santo Ginesio et lo suo antiquo archivio, sec. XII-sec. XVIII|editore=Stab. tipografico "Francesco Filelfo"|città=Tolentino|anno=1915|cid=Gazzera, 1915}}</ref>
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Nel [[1579]] il padre Matteo, temendo di essere accusato di [[eresia]], decise di abbandonare San Ginesio in seguito alla cattura e alla condanna di alcuni membri della [[Confraternita dei Santissimi Tommaso e Barbara]] da parte dell'[[Inquisizione]],<ref name=":1" /> [[Confraternita (Chiesa cattolica)|confraternita]] che stanzia a nell'[[Chiesa dei Santissimi Tommaso e Barnaba|omonima chiesa]] dove Matteo e Alberico erano soliti tenere dei [[Comizio|comizi]], lasciò l'[[Italia]] per dirigersi nella [[Germania]] protestante con Alberico, il primo dei suoi otto figli. I due si stabilirono dapprima a [[Lubiana]], e più tardi furono raggiunti da un altro figlio più giovane, [[Scipione Gentili|Scipione]].
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Durante la sua vita divenne una figura di importante influenza per il figlio [[Roberto Gentili]] avuto con la moglie [[ugonotti|ugonotta]] Hester de Peigne.<ref>{{cita libro|titolo=Gli Incogniti e l’Europa|autore=Davide Conrieri|editore=EMIL|anno=2018|isbn=8866802824}}</ref><ref>{{cita libro|titolo=[[Dictionary of National Biography|Oxford Dictionary of National Biography]]|anno=1885-1900|editore=Oxford University press|città=Oxford}}</ref> Morì nel [[1608]] a Londra e la sua tomba fu trasferita nella seconda metà del [[XIX secolo]] all'interno della St Helen's Church a Bishopsgate, mentre la sua casa è ancora oggi visibile nel paese di San Ginesio.


==Opere e risultati==
==Opere e risultati==

Versione delle 02:06, 29 nov 2021

Alberico Gentili

Regius Professor of Civil Law
Durata mandato1587 –
1608
MonarcaElisabetta I
PredecessoreWilliam Mowse
SuccessoreJohn Budden

Alberico Gentili, in lingua latina: Albericus Gentilis (San Ginesio, 14 gennaio 1552Londra, 19 giugno 1608), è stato un giurista italiano emigrato in Inghilterra. Tuttora è l'unico italiano ad aver ricoperto il titolo di Regius professor di diritto civile[1] all'Università di Oxford per 21 anni[2]

«Non più armi, non più guerra. Amore e pace all'umanità.[3]»

Si affermò nell'Inghilterra elisabettiana come uno stimato giurista e figura di rilievo, ma anche controversa, del pensiero giuridico europeo.[4] Fu considerato come uno dei "padri della giurisprudenza internazionale" e il primo scrittore del diritto pubblico. Scrisse numerosi libri, che contengono importanti contributi alle dottrine giuridiche e comprendono anche teorie teologiche e letterarie[5].

Biografia

Casa dei Gentili

Alberico Gentili nacque nel 1552 a San Ginesio in provincia di Macerata. Primogenito di Matteo Gentili, medico ad Ascoli e di Lucrezia Petrelli, entrambi di famiglia nobile, dopo aver studiato letteratura e medicina con il padre, a 19 anni intraprese gli studi presso l'università di Perugia, laureandosi in giurisprudenza il 23 settembre 1570.[6] Dopo la laurea tornò nel 1572 a San Ginesio, poi si trasferì ad Ascoli Piceno essendo stato eletto podestà e nel 1575 ritornò nella sua città natale come avvocato del Comune. Durante questo lavoro rielaborò un nuovo statuto comunale, che venne approvato dal Consiglio il 22 settembre 1577.[7]

Nel 1579 il padre Matteo, temendo di essere accusato di eresia, decise di abbandonare San Ginesio in seguito alla cattura e alla condanna di alcuni membri della Confraternita dei Santissimi Tommaso e Barbara da parte dell'Inquisizione,[6] confraternita che stanzia a nell'omonima chiesa dove Matteo e Alberico erano soliti tenere dei comizi, lasciò l'Italia per dirigersi nella Germania protestante con Alberico, il primo dei suoi otto figli. I due si stabilirono dapprima a Lubiana, e più tardi furono raggiunti da un altro figlio più giovane, Scipione. I due fratelli si separarono dal padre e si recarono a Tubinga, una città universitaria: Scipione rimase lì, mentre Alberico, dopo un soggiorno ad Heidelberg e uno a Neustadt, a metà del 1580 giunse a Londra come esule.

In Inghilterra ebbe un importante ruolo sia come teorico del diritto che come consulente della corona. Infatti fu nominato Regius Professor of Civil Law all'Università di Oxford nel 1587, mantenendo il titolo fino alla sua morte,[2] e dal 1605 fu anche avvocato dell'Ambasciata di Spagna presso la Corte dell'Ammiragliato, occupandosi soprattutto del contenzioso tra i due Stati relativo a casi di pirateria[4]. Quest'ultimo titolo gli venne concesso da Filippo II durante il servizio di consulente di Elisabetta I, visto che salvò la vita a Diego Hurtado de Mendoza y Pacheco, accusato di congiurare contro la monarca.[8]

Durante la sua vita divenne una figura di importante influenza per il figlio Roberto Gentili avuto con la moglie ugonotta Hester de Peigne.[9][10] Morì nel 1608 a Londra e la sua tomba fu trasferita nella seconda metà del XIX secolo all'interno della St Helen's Church a Bishopsgate, mentre la sua casa è ancora oggi visibile nel paese di San Ginesio.

Opere e risultati

In titulum Digestorum De verborum significatione commentarius, 1614

La produzione di Gentili comprende 24 opere pubblicate e vari inediti. Le principali sono:

  • De Legationibus libri tres, 1585.
  • Commentationes de iure belli, 1588-89.
  • De iure belli libri tres, 1598.
  • De armis romanis libri duo, 1599.
  • Advocatio Hispanica (postumo), 1613.
  • (LA) In titulum Digestorum De verborum significatione commentarius, Hanau, Andreas Wechel, Erben & Johann Aubry, Erben, 1614.
  • Opere manoscritte: Le due opere integrali conosciute, conservate presso la Bodleian Library di Oxford, sono state criticamente edite da Giovanni Minnucci:
    • Ad titulum Codicis Ad legem Juliam de adulteriis Commentarius (edita da G. Minnucci, Alberico Gentili tra mos italicus e mos gallicus. L'inedito Commentario Ad legem Juliam de adulteriis, Bologna 2002)
    • Giovanni Minnucci (a cura di), De papatu Romano Antichristo Recognovit e codice autographo bodleiano D'Orville 607, Studi e Testi, n. 17, Milano, Archivio per la Storia del diritto medioevale e moderno, 2018, p. CLXII+352.

Queste opere (delle quali il De iure belli è considerata la più importante) hanno dato un importante contributo alla nascita del moderno diritto internazionale come disciplina giuridica autonoma. Gentili non costruisce una sistematica teoria deduttiva, ma procede in modo induttivo[11] esaminando varie questioni rilevanti, come il diritto diplomatico e il diritto di guerra, sulla base della cultura politica umanistica, del diritto romano e della prassi seguita dagli stati dell'epoca. Alberico Gentili riuscì anche ad immettere elementi del diritto romano nella tradizione giuridica inglese. inoltre egli amava leggere le opere di Machiavelli, fra cui soprattutto "il Principe", criticava fortemente il Papato e la sua corruzione e credeva che la famiglia dei Borgia fosse la più adatta a governare l'Italia in modo da contrastare le potenti monarchie europee che in quell'epoca andavano rafforzandosi.

In San Ginesio opera il Centro internazionale di Studi gentiliani.

Fortuna

Le opere di Gentili ebbero una notevole influenza sui pensatori successivi del XVII secolo e in particolare su Ugo Grozio e sul suo De iure belli ac pacis, ma finirono con l'essere poi in larga misura dimenticate. La riscoperta e la rivalutazione avvennero alla fine del XIX secolo, soprattutto grazie ai lavori di Sir Thomas E. Holland, professore a Oxford.

Nel 1875 il Consiglio Accademico dell'università di Macerata, per impulso di Pietro Sbarbaro, deliberò la costituzione del Comitato internazionale per il monumento al Gentili: questa idea venne accolta benevolmente in tutto il continente europeo. Otto von Bismarck fu uno dei leader europei ad aderire, insieme al professore dell'università Ludwig Maximilian di Monaco Franz von de Holzendorff.[8] Édouard René de Laboulaye, scettico nei confronti della scelta di Bismarck che reputava insincera, in una lettera a Sbarbaro scrive:

(FR)

«Si Gentili pouvait sortir de sa tombe, ne serait-il pas fier de penser qu'on se souvient encore de ce qu'il a tenté pour moraliser la guerre? Et avons-nous jamais eu plus gran besoin de revenir sur ce terrible sujet qu'aujord'hui, où toute une école fait de la victorie et du succès le soumis du droit? Démenti odieux jeté à la conscience du genere humain, qui tôt où tard, l'historie le prouve, sait se venger de la violence qu'on lui a fait!»

(IT)

«Se Gentili potesse emergere dalla sua tomba, non sarebbe orgoglioso di pensare che ricordiamo ancora ciò che ha cercato di moralizzare la guerra? E abbiamo mai avuto più bisogno di tornare su questo terribile argomento di oggi, dove un'intera scuola fa della vittoria e del successo l'oggetto della legge? Negazione odiosa lanciata alla coscienza del genere umano, che prima o poi, la storia dimostra, sa vendicarsi della violenza che le è stata fatta!»

Nel XX secolo sono poi apparsi in Europa e negli Stati Uniti importanti studi e riedizioni e traduzioni delle sue opere.

Statua di Alberico Gentili

Statua di Alberico Gentili

La statua di Alberico Gentili è una statua realizzato da Giuseppe Guastalla nel 1905 in vista del terzo centenario della morte. La statua ha avuto un ruolo simbolico durante la campagna d'Italia, precisamente durante la liberazione di San Ginesio da parte degli Alleati. La targa aggiunta nel 2009 cita brevemente la storia:

(EN)

«Alberico Gentili, who died in London in 1608, was the first to advocate humane treatment for Prisoners of War. After the Italian Armistice in September 1943, thousands of P.O.W.s escaped from their prison camps. The country people in and around San Ginesio and all over German-occupied Italy gave them food and shelter, in spite of the danger in so doing.

Their bravery, compassion and self-sacrifice will never be forgotten by the Allied Prisoners of War, nor by their descendants.

Monte San Martino Trust - London. 2009»

(IT)

«Alberico Gentili, morto a Londra nel 1608, fu il primo a sostenere un trattamento umano per i prigionieri di guerra. Dopo l'armistizio italiano nel settembre 1943, migliaia di P.D.G. fuggirono dai loro campi di prigionia. I popoli di campagna di San Ginesio e di tutta l'Italia occupata dai tedeschi diedero loro cibo e riparo, nonostante il pericolo che stavano correndo.

Il loro coraggio, compassione e sacrificio di sé non saranno mai dimenticati dai Prigionieri di Guerra Alleati, né dai loro discendenti.

Monte San Martino Trust - Londra. 2009»

Note

  1. ^ Ulmen e Carl Schmitt, The Nomos of the Earth in the International Law of Jus Publicum Europaeum, Londra, Telos Press, 2006, ISBN 978-0230219229.
  2. ^ a b Vaughan e Ken MacMillan, The Atlantic Imperial Constitution: Center and Periphery in the English Atlantic World, Londra, Palgrave Macmillan, 2011, ISBN 978-0230111745.
  3. ^ Ermelinda Gazzera, Santo Ginesio et lo suo antiquo archivio, sec. XII-sec. XVIII, Tolentino, Stab. tipografico "Francesco Filelfo", 1915.
  4. ^ a b A.De Benedictis Dizionario Biografico degli Italiani. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "DBI" è stato definito più volte con contenuti diversi
  5. ^ D. Panizza.
  6. ^ a b N. Mancini, 1937
  7. ^ Ermelinda Gazzera, Santo Ginesio et lo suo antiquo archivio, sec. XII-sec. XVIII, Tolentino, Stab. tipografico "Francesco Filelfo", 1915.
  8. ^ a b c Alceo Speranza, Ricordando Alberico Gentili nelle stragi della guerra odierna, in Nuova Antologia, Roma, Armani & Stein, 1915.
  9. ^ Davide Conrieri, Gli Incogniti e l’Europa, EMIL, 2018, ISBN 8866802824.
  10. ^ Oxford Dictionary of National Biography, Oxford, Oxford University press, 1885-1900.
  11. ^ A. A. Cassi Enciclopedia Italiana.

Bibliografia

  • G. Van Der Molen, Alberico Gentili and the Development of International Law, Leiden 1968 (1 ed. 1937).
  • G. Astuti, Mos italicus e mos gallicus nei Dialoghi "De iuris interpretibus" di Alberico Gentili, Bologna 1937
  • Diego Panizza, Alberico Gentili, giurista ideologo nell'Inghilterra Elisabettiana, Padova, La Garangola, 1981, OCLC 9874796.
  • Angela De Benedictis, Alberico Gentili, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 53, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2000.
  • «Statutorum volumen» della comunità di San Ginesio. La presenza di Alberico Gentili dalla redazione manoscritta alla stampa, a cura di A. Maiarelli e S. Merli, San Ginesio, Centro Internazionale di Studi Gentiliani, 2008.
  • Giovanni Minnucci, Alberico Gentili tra mos italicus e mos gallicus. L'inedito Commentario ad legem juliam de adulteriis, Monduzzi editore, Bologna 2002
  • Alberico Gentili (San Ginesio 1552 - Londra 1608). Atti dei Convegni nel quarto centenario della morte; Milano 2010
  • Giovanni Minnucci, Alberico Gentili iuris interpres della prima Età Moderna, Monduzzi editore, Bologna 2011
  • A. Gentili, Il diritto di guerra (De iure belli libri III), Introduzione di D. Quaglioni; Traduzione di P. Nencini; Apparato critico a cura di G. Marchetto e C. Zendri, Milano 2008
  • Giorgio Badiali, Il diritto di pace di Alberico Gentili, collana Diritto, il Sirente, Fagnano Alto, 2010, pp. 256 pp., ISBN 978-88-87847-25-3.
  • Giovanni Minnucci, Gentili, Alberico, in Dizionario Biografico dei Giuristi Italiani (XII-XX secolo), diretto da I. Birocchi, E. Cortese, A. Mattone, M.N. Miletti, I, Bologna 2013, pp. 967–969.
  • G. Minnucci-D. Quaglioni, Per l'edizione critica del De papatu Romano Antichristo di Alberico Gentili (1580/1585-1591), in Atti del Convegno, XVI Giornata Gentiliana, San Ginesio, 24-25 settembre 2010, Milano 2014, pp. 331–345.
  • Giovanni Minnucci, Jean Hotman, Alberico Gentili, e i circoli umanistici inglesi alla fine del XVI secolo, in Studi di Storia del diritto medioevale e moderno, 3, a cura di F. Liotta, Monduzzi editoriale, Milano 2014, pp. 203–262.
  • Aldo Andrea Cassi, Alle origini del diritto internazionale: Alberico Gentili, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Diritto, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2012.
  • Giovanni Minnucci, "Silete theologi in munere alieno". Alberico Gentili tra diritto, teologia e religione, Milano 2016.
  • Giovanni Minnucci, Le probabili ragioni della mancata pubblicazione del "De papatu Romano Antichristo" di Alberico Gentili, in "Interpretatio Prudentium", I/2 /2016, pp. 119–168
  • Alberici Gentilis De papatu Romano Antichristo Recognovit e codice autographo bodleiano D'Orville 607, Giovanni Minnucci (Archivio per la Storia del diritto medioevale e moderno; Studi e Testi 17), Milano 2018, pp, CLXII+352
  • Nada Peretti e Giacomo Ferroni, Per Alberico Gentili nel III centenario della sua morte, Roma, Bernardo Lux, 1908.
  • S. Colavecchia, Alberico Gentili e l'Europa. Storia ed eredità di un esule italiano nella prima età moderna, Centro Internazionale di Studi Gentiliani, Edizioni Università di Macerata, Macerata, 2018.
  • Norberto Mancini, Un genio della stirpe: Alberico Gentili da Sanginesio, Civitanova Marche, Tipografia Ciarrocchi, 1937.

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