Wireless Application Protocol: differenze tra le versioni

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Il '''Wireless Application Protocol''' o in [[sigla]] '''WAP '''è un [[protocollo (informatica)|protocollo]] di [[connessione (informatica)|connessione]] ad [[internet]] per [[telefono cellulare|telefoni cellulari]] inventato da [[Alain Rossmann]].
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Versione delle 17:16, 24 giu 2021

Il Wireless Application Protocol o in sigla WAP è un protocollo di connessione ad internet per telefoni cellulari inventato da Alain Rossmann.

Breve storia

Nel dicembre 1994 Alain Rossmann fonda nella Silicon Valley la sua quarta azienda startup, Unwired Planet successivamente nota come Phone.com, che creò il software ed il browser internet per i telefoni cellulari.

Nel 1999 l'italiana Omnitel è il primo gestore a fornire contenuti in formato WAP, seguita da un buon numero di gestori europei. Nel febbraio del 1999 venne annunciata l'uscita del primo telefono cellulare con browser WAP, il Nokia 7110[1] e nel 2000 si assistette ad un notevole boom di vendite di cellulari con lo stesso protocollo.

Dopo il 2000 si succedono diverse versioni (la maggior parte di esse sono incompatibili fra di loro) in tempi molto ravvicinati: dal WAP 1.0 dopo pochi mesi si passa alla versione 1.1 e poi ancora alla 1.2.1. Tariffe troppo alte ed in più calcolate sul tempo di collegamento, difficoltà di utilizzo, i bug dei cellulari ecc. fanno assistere al naufragio del WAP. La svolta avviene con l'uscita della versione 2.0: viene abbandonato il linguaggio WML per puntare sull'XHTML. Questo risultato viene conseguito grazie alla costituzione dell'Open Mobile Alliance, che riunisce circa 200 produttori di cellulari: il WAP Europeo si avvicina quindi all'i-mode Giapponese.

Note

  1. ^ (EN) Nokia unveils the world's first media phone for Internet access, su press.nokia.com (archiviato dall'url originale il 27 agosto 2001).

Bibliografia

  • Esplode il WAP (JPG), in MCmicrocomputer, n. 204, Roma, Pluricom, marzo 2000, pp. 36-38, ISSN 1123-2714 (WC · ACNP).
  • Salvatore Romagnolo, Chiara Sottocorona, I protagonisti della rivoluzione digitale, Muzzio, 2003

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