Ponte romano: differenze tra le versioni

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==Voci correlate==
==Voci correlate==
* [[Lista di ponti romani]]
* [[Lista di ponti romani]]

== Collegamenti esterni ==

* [https://web.archive.org/web/20080528061612/http://traianus.rediris.es/ Traianus], Investigazioni tecniche sui lavori Romani
* [https://web.archive.org/web/20120616060124/http://www.romanaqueducts.info/ 600 Acquedotti romani], acquedotti romani descritti in dettaglio
* [http://www.antikefan.de/themen/strassen/portugal/uebersicht.html Ponti romani nel Portogallo]
* [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Gazetteer/Periods/Roman/Topics/Engineering/bridges/home.html Lacus Curtius]
* {{cita web|http://www.iath.virginia.edu/rome/Journal2TaylorNew.pdf|Antichi ponti romani sul Tevere e il progresso romano}}
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[[Categoria:Ponti romani]]
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Versione delle 19:17, 10 giu 2021

I ponti di epoca romana romani furono tra i primi grandi e duraturi ponti mai costruiti. La tecnica costruttiva non fu unica, ma frutto di una evoluzione durata centinaia di anni:[1] furono realizzati in pietra e utilizzavano l'arco portante come struttura di base, evoluzione rispetto ai Greci che non lo utilizzavano in maniera diffusa.[1]

La maggior parte dei ponti si elevavano per oltre 60 piedi sopra il livello dell'acqua.

Costruito nel 142 a.C., il Pons Aemilius è il più antico ponte in pietra romano costruito a Roma.

Il ponte romano più esteso fu quello di Traiano, costruito sopra il basso corso del Danubio, realizzato da Apollodoro di Damasco, rimanendo per oltre un millennio il ponte più lungo mai costruito, sia in lunghezza che in larghezza.

Secondo una lista stilata nel 1995 da Vittorio Galliazzo i ponti romani conosciuti sono circa 900 nelle provincie dell'Impero, e molte di queste strutture sono ancora integre e in uso. I ponti romani erano realizzati con materiali non deperibili, come la pietra, invece del calcestruzzo, e non avevano metallo nelle strutture portanti, al contrario del cemento armato: la carbonatazione del cemento, una reazione chimica provocata dal contatto con l'anidride carbonica, provoca fessurazioni nella struttura nelle quali può penetrare l'acqua, facendo perdere le proprietà elastiche.[2]

I Romani resero sacra la ars pontificia, tanto che il più alto grado sacerdotale era quello del Pontifex maximus, magistrato che si occupava della costruzione dei ponti.[2]

Il procedimento costruttivo prevedeva la deviazione del corso d'acqua tramite palizzate e dighe, seguito dallo scavo per raggiungere la roccia su cui fondare i piloni. Si alzava una struttura lignea semicircolare su cui appoggiare i conci. Si utilizzavano delle gru per posizionare le pietre sulla centina di legno, unite dalla cosiddetta chiave di volta. Le pietre potevano essere unite della malta.[2]

Note

  1. ^ a b Ponti romani meglio dei nostri? Più che la tecnica poté la manutenzione, su Il Sole 24 ORE. URL consultato il 10 giugno 2021.
  2. ^ a b c L’insegnamento utile dei Romani riguardo i ponti, su lastampa.it, 20 agosto 2018. URL consultato il 10 giugno 2021.

Voci correlate

Collegamenti esterni