Crociate del Nord: differenze tra le versioni

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I [[cavalieri portaspada]], divenuti dal [[1237]] membri dell'[[Ordine di Livonia]], confluirono in parte nell'[[Ordine Teutonico]], dopo aver contribuito a cristianizzare le terre dell'attuale [[Regioni della Lituania|Lituania meridionale]].
I [[cavalieri portaspada]], divenuti dal [[1237]] membri dell'[[Ordine di Livonia]], confluirono in parte nell'[[Ordine Teutonico]], dopo aver contribuito a cristianizzare le terre dell'attuale [[Regioni della Lituania|Lituania meridionale]].

Oggi il Granducato di Pomerania e Livonia, ed i suoi legittimi pretendenti al trono Principe Ludwig Falkenstein, Principe Luca Tedeschi e Principe Micheal, sono detentori per diritto internazionale della [[fons honorum]] del Cavalierato Templare (Portaspada) di Livonia<ref>[http://www.prince-michael.com/about-the-prince.html ''Prince Michael'']</ref>.


=== Campagne contro Letgalli e Selonici (1208–1224) ===
=== Campagne contro Letgalli e Selonici (1208–1224) ===

Versione delle 08:40, 18 apr 2021

Le crociate del Nord[1] o crociate Baltiche[2] furono le crociate organizzate tra la fine del XII e l'inizio del XIII secolo contro i popoli baltici e finnici che abitavano alcuni dei territori affacciati sul mar baltico. Diversamente a quanto avvenuto in quelle di Terra Santa, queste crociate si proposero fin da subito l'obiettivo della conversione dei conquistati, che vennero battezzati successivamente alla sconfitta militare dei loro eserciti da parte di crociati principalmente tedeschi, danesi e svedesi.

Con l'espansione del dominio crociato ad est si vennero a creare, già a partire dal 1200, tensioni con i principati russi. Nel 1238 papa Gregorio IX indisse una crociata contro le Repubbliche di Pskov e Novgorod incaricando l'Ordine teutonico di attaccare i due territori[3][4]. L'azione militare ebbe però esito con la sconfitta dei Teutonici ad opera di Aleksandr Nevskij il 5 aprile 1242 ("Battaglia del lago ghiacciato").

Premesse

I territori interessati dalle crociate del nord avevano già conosciuto attacchi da parte delle dinastie imperiali: carolingi, ottoniani e salii avevano infatti soggiogato danesi e slavi. Sul finire dell'undicesimo secolo l'opzione militare riprese vigore: nel 1108 dalla diocesi di Magdeburgo partì un appello incitante a conquistare i territori dei Venedi. Fra il 1100 e il 1124 il duca sassone Lothar compì diverse incursioni nei loro territori; ma è solo a partire dal 1140 che si ebbero le prime conquiste territoriali in Wagria, dal cui territorio vennero cacciati i precedenti occupanti polabi. Enrico di Badewide e Adolfo II di Schaumburg conquistarono poi diverse fortificazioni e le città di Lubecca e Ratzeburg; a Oldenburg e poi a Lubecca nasceranno i primi arcivescovati.

Crociata dei Venedi

Lo stesso argomento in dettaglio: Crociata dei Venedi.

Nel 1147 papa Eugenio III emanando la bolla Divina dispensatione, autorizzò la guerra santa nei confronti dei popoli slavi che abitavano la parte nord ed est della Germania, equiparandola nei meriti e nei benifici a quella che nello stesso periodo si combatteva in terra santa contro i musulmani. La crociata non otterrà però risultati sostanziali dal punto di vista del clero: se nelle intenzioni di Bernardo di Chiaravalle i pagani slavi si sarebbero dovuti combattere “fino al momento in cui, con l'aiuto di Dio, essi devono essere o convertiti o cancellati”, in realtà non si ottennero che poche conversioni - comprese quelle del principe obodrita Niklot e dei suoi soldati - che secondo il cronista sassone Helmold furono anche fasulle e la distruzione di qualche tempio pagano. I Sassoni invece consolidarono le loro posizioni in Wagria e Polabia, oltre a costringere Niklot a diventare loro alleato e tributario. I danesi, pur partecipando dal primo momento, furono presto costretti a tornare in patria per proseguire la guerra civile fra i due pretendenti al trono Canuto V e Sweyn III senza aver conseguito risultati rilevanti.[4]

Crociata prussiana

Lo stesso argomento in dettaglio: Crociata prussiana.

Crociata livoniana

Lo stesso argomento in dettaglio: Crociata livoniana.

Sul finire del XII secolo questa regione era ancora completamente pagana. I primi pontefici ad interessarsi alla conversione delle popolazioni baltiche furono Celestino III (1191-1198) e il suo successore Innocenzo III (1198-1216). Il primo vescovo della Livonia Meinardo proveniva dalla Germania settentrionale, terra allora di monasteri di frontiera, famosi per l'arte della memoria. Nel 1186 Meinardo giunse a Ikšķile (Üxküll) e costruì la prima chiesa con una fortificazione, entrambe in pietra. I Livoni tentarono di distruggere quest'ultima servendosi di corde, ma si accorsero presto che era troppo solida. Nel 1201 la diocesi venne trasferita nella vicina Riga, città di nuova fondazione. Il vescovo Bertoldo di Hannover venne ucciso e fatto a pezzi dalla popolazione locale, che non accettava di essere convertita alla religione di provenienza straniera.[5]

"La Mappa dei Cavalieri": Livoniae Nova Descriptio, XV secolo

Nel 1202 Alberto di Buxthoeven, nominato primo vescovo di Livonia da papa Innocenzo III, fondò l'Ordine cavalleresco dei Portaspada (Fratres Militiae Christi) al fine di cristianizzare la regione. La Livonia non voleva rinunciare alla propria religione pagana. La situazione degenerò quando i missionari cristiani inviati nella regione furono massacrati. Papa Innocenzo III decise allora di proclamare una crociata ed incaricò l'Ordine dei Portaspada di conquistare e pacificare la regione. Nel 1206 Vinne de Rorbach, primo Gran Maestro dell'Ordine, vinse la battaglia di Riga e convertì forzatamente le popolazioni al Cristianesimo assumendo il titolo di principe di Livonia (Fürst von Livland). Il successivo ingresso nel Sacro Romano Impero (1225) sancì l'entrata del paese baltico sotto la sfera d'influenza tedesca.

I cavalieri portaspada, divenuti dal 1237 membri dell'Ordine di Livonia, confluirono in parte nell'Ordine Teutonico, dopo aver contribuito a cristianizzare le terre dell'attuale Lituania meridionale.

Campagne contro Letgalli e Selonici (1208–1224)

Dopo aver soggiogato i livoniani i crociati posero la loro attenzione sui principati letgalli a est, lungo i fiumi Daugava e Gauja. Il principato di Talava sarà l'unica tribù baltica che, firmando un'alleanza nel 1208 e successivamente convertendosi dal cristianesimo ortodosso al cattolicesimo, si soggiogherà in maniera pacifica al dominio crociato: il regnante dei Talava, Tālivaldis (Talibaldus de Tolowa), diventerà il più fedele alleato dei crociati tedeschi contro gli estoni, e morirà come martire cattolico nel 1215. La data d'inizio della guerra è fissata nel 1208 con l'occupazione del principato ortodosso di Koknese e il forte seloniano di Sēlpils. Il principato ortodosso di Jersika cadde nel 1209, accusato dai crociati di essere alleato dei pagani lituani. Sconfitto, il re di Jersika diventerà vassallo del vescovo di Livonia, mentre il feudo di Sēlpils passerà all'Ordine Livoniano. Nel 1224, con la divisione di Talava e Adzele fra il vescovo di Riga e l'ordine dei cavalieri portaspada, la Letgallia divenne definitivamente dominio degli imperatori tedeschi. Nel 1239, l'ex principato di Jersika venne invece diviso fra il vescovo di Rīga e l'Ordine Livoniano.

Crociata lituana

Lo stesso argomento in dettaglio: Crociata lituana.

Note

  1. ^ Erik Christiansen, The Northern Crusades, London, Penguin Books, 1997, p. 287, ISBN 0-14-026653-4.
  2. ^ Zsolt Hunyadi e József Laszlovszky, The Crusades and the Military Orders: Expanding the Frontiers of Medieval Latin Christianity, Budapest, Central European University Press, 2001, p. 606, ISBN 963-9241-42-3.
  3. ^ Alan V. Murray, The Clash of Cultures on the Medieval Baltic Frontier.
  4. ^ a b Eric Christiansen, The Northern Crusades, Penguin Books, New York, 1997.
  5. ^ William Urban, Livonian Crusade, University Press of America, 1981, ISBN 0-8191-1683-1.

Bibliografia

  • Piero Bugiani (a cura di), Chronicon Livoniae. Books & Company, Livorno, 2005, pp. 448
  • Eric Christiansen, The Northern Crusades. Penguin Books, New York, 1997

Voci correlate

Collegamenti esterni

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