Organo della cattedrale di San Michele Arcangelo ad Albenga: differenze tra le versioni

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== Caratteristiche tecniche ==
== Caratteristiche tecniche ==
L'organo si trova in controfacciata, sopra una cantoria lignea decorata da motivi ornamentali dipinti che, nella parte centrale, presentano l'iscrizione <small>LAUDATE DOMINUM IN CHORDIS ET ORGANO</small>. Il prospetto, racchiuso in una cassa seicentesca intagliata e dipinta, decorata con elementi di transizione fra il gusto [[Arte del Rinascimento|tardo-rinascimentale]] e quello [[Arte barocca|barocco]], è composto da canne di [[Principale (registro d'organo)|principale]] disposte simmetricamente a cuspide, all'interno di tre campi divisi da [[Cariatide|cariatidi]], secondo lo schema 5-5-5. La metà superiore del primo e del terzo campo è costituita da organetti morti.
L'organo si trova in controfacciata, sopra una cantoria lignea decorata da motivi ornamentali dipinti che, nella parte centrale, presentano l'iscrizione <small>LAUDATE DOMINUM IN CHORDIS ET ORGANO</small>. Il prospetto, racchiuso in una cassa seicentesca intagliata e dipinta, decorata con elementi di transizione fra il gusto [[Arte del Rinascimento|tardo-rinascimentale]] e quello [[Arte barocca|barocco]], è composto da canne di [[Principale (registro d'organo)|principale]] disposte simmetricamente a cuspide, all'interno di tre campi divisi da [[Cariatide|cariatidi]], secondo lo schema 9-9-9. La metà superiore del primo e del terzo campo è costituita da organetti morti.


Due grandi colonne, ai lati, sostengono il [[frontone]] [[Modanatura|modanato]] spezzato, al centro del quale è presente una statua dell'[[arcangelo Michele]], copia della statua sulla sommità di [[Castel Sant'Angelo]], cui la cattedrale è dedicata, nell'atto di rinfoderare la spada. La [[consolle (organo)|consolle]] è a finestra e dispone di un manuale da 58 note (Do<sup>1</sup> - La<sup>5</sup>) con tasti diatonici in [[ebano]] e cromatici placcati in [[avorio]], prima ottava cromatica e [[pedaliera]] a leggio, in [[Juglans|noce]], da 17 note (Do<sup>1</sup> - Mi<sup>2</sup>).<ref name=radice1011>{{cita|Radice|pp. 10-11.}}</ref>
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L'organo.
La scala di accesso, a gradini sfalsati, alla cantoria dell'organo.

Con organo della cattedrale di San Michele Arcangelo ci si riferisce a un organo a canne monumentale presente nell'omonima cattedrale ad Albenga.

Storia

Le prime notizie circa la presenza di un organo all'interno della cattedrale di Albenga risalgono al medioevo e si riferiscono alla distruzione di un piccolo strumento, avvenuta nel 1412. Giovanni Torriano da Venezia, nel 1488, realizzò un nuovo organo. Il suo strumento, subendo diversi lavori di manutenzione, sopravvisse fino all'inizio del XVII secolo, quando il capitolo della cattedrale lo sostituì con un nuovo organo. Sempre all'inizio del Seicento fu anche realizzata l'imponente cassa lignea, tuttora esistente.[1] Fra il 1700 e il 1703 lo strumento venne rivisto da Gerolamo Moretti.

L'organo attuale, presente sulla cantoria in controfacciata, venne realizzato fra il 1838 e il 1840 dalla ditta Fratelli Serassi, la quale rimosse lo strumento seicentesco ma riutilizzò la cassa. Si trattava, al momento della sua ultimazione, di un organo dotato di un solo manuale, registri spezzati fra bassi e soprani e pedaliera non indipendente da 17 tasti. Nel 1903 l'organaro Giovanni Battista Dessiglioli eseguì un pesante rifacimento: aggiunse un secondo manuale per un nuovo corpo d'organo, racchiuso all'interno di una cassa espressiva munita di persiane apribili azionate da un comando sulla consolle, rifece somieri, manticeria e trasmissione, montò una pedaliera da 30 tasti, rese interi i registri spezzati e ne sostituì altri.[2]

Al termine dell'intervento di Dessiglioli l'organo disponeva di 23 registri interi ripartiti su due manuali, 920 canne, pedaliera da 30 note, cinque pedalini di combinazione e un pedale per l'apertura o la chiusura delle persiane dell'organo espressivo.[2] Dopo i lavori di restauro della cattedrale, avvenuti fra il 1965 e il 1967, il capitolo decise di far restaurare anche l'organo, che soffriva di numerosi problemi e che da anni aveva smesso di suonare.[3] I lavori vennero affidati alla ditta Mascioni, supervisionata dal maestro Giorgio Questa, nel 1976.[4]

Mascioni, in sostanza, ripristinò l'impostazione originaria di Serassi: ricostruì 530 canne, realizzò una nuova catenacciatura, montò un nuovo mantice e un nuovo elettroventilatore, eliminò il secondo manuale di Dessiglioli e ricostruì quello originario, ripristinò la pedaliera corta, i pedaletti per la combinazione libera, l'unione del manuale al pedale e il rollante, ricostruì il ripieno e reinstallò le manette a scorrimento laterale per l'inserimento dei registri.[5]

Durante il restauro si appurò che il progetto presentato da Serassi il 15 dicembre 1838 differiva dallo strumento effettivamente realizzato in quanto, forse per mancanza di fondi, alcuni registri non erano poi stati costruiti.[6] Le misure per la ricostruzione delle parti mancanti, delle canne rovinate, dei somieri e della consolle vennero rilevate da organi Serassi dello stesso periodo.[7]

I lavori di restauro si conclusero nella primavera del 1977 e il concerto inaugurale, tenuto da Giorgio Questa, si tenne il 18 giugno dello stesso anno.[8] Nel 1997 la stessa Mascioni eseguì un nuovo intervento di accordatura e di pulitura generale. Lo strumento è inserito all'interno di diversi festival organistici internazionali, che, specialmente durante la stagione estiva, vi tengono alcuni concerti.[9]

Caratteristiche tecniche

L'organo si trova in controfacciata, sopra una cantoria lignea decorata da motivi ornamentali dipinti che, nella parte centrale, presentano l'iscrizione LAUDATE DOMINUM IN CHORDIS ET ORGANO. Il prospetto, racchiuso in una cassa seicentesca intagliata e dipinta, decorata con elementi di transizione fra il gusto tardo-rinascimentale e quello barocco, è composto da canne di principale disposte simmetricamente a cuspide, all'interno di tre campi divisi da cariatidi, secondo lo schema 9-9-9. La metà superiore del primo e del terzo campo è costituita da organetti morti.

Due grandi colonne, ai lati, sostengono il frontone modanato spezzato, al centro del quale è presente una statua dell'arcangelo Michele, copia della statua sulla sommità di Castel Sant'Angelo, cui la cattedrale è dedicata, nell'atto di rinfoderare la spada. La consolle è a finestra e dispone di un manuale da 58 note (Do1 - La5) con tasti diatonici in ebano e cromatici placcati in avorio, prima ottava cromatica e pedaliera a leggio, in noce, da 17 note (Do1 - Mi2).[10]

I registri, quasi tutti spezzati fra bassi e soprani, sono azionabili da manette a incastro a scorrimento laterale, poste su due colonne alla destra del manuale. La divisione fra bassi e soprani si trova fra i tasti Si2 e Do3. Il ripieno è a file separate. Il tiratutti, come consuetudine negli strumenti della famiglia Serassi, è costituito da un pedalone alla destra della pedaliera. La trasmissione è interamente meccanica e l'aria è fornita da un mantice a cuneo, esterno, e da uno a lanterna, incorporato nella cassa. Le canne sono 1.450 e la pressione del vento è di 45 mm in colonna d'acqua.[7]

La disposizione fonica è la seguente:[10]

Colonna di sinistra
Corni di tuba dolce soprani[N 1] 16'
Cornetto I soprani[N 1] VIII e XII
Cornetto II soprani[N 1] XV e XVII
Fagotto bassi 8'
Tromba soprani 8'
Clarone bassi 4'
Corno inglese soprani 16'
Viola bassi[N 1] 4'
Fluta soprani 8'
Flutina alemanna bassi[N 1] 2'
Flauto a camino soprani[N 1] 8'
Flauto in VIII 4'
Flauto in XII[N 1][N 2] 2' 2/3
Flagioletto bassi 1/2
Ottavino soprani 2'
Voce umana soprani 8'
Terza mano
Colonna di destra
Principale bassi 16'
Principale soprani 16'
Principale bassi 8'
Principale soprani 8'
Principale II bassi 8'
Principale II soprani 8'
Ottava bassi 4'
Ottava soprani 4'
Ottava II[N 1][N 2] 4'
Duodecima[N 1][N 3] 2' 2/3
Quintadecima 2'
Decimanona 1' 1/3
Vigesimaseconda 1'
Vigesimasesta e nona 2/3 e 1/2
Trigesimaterza e sesta 1/3 e 1/4
Quadragesima e quadragesimaterza[N 1] 1/6 e 1/8
Contrabbassi con rinforzi[N 4] 16'
Tromboni[N 1][N 4] 12'
Pedaletti
Distacco tasto-pedale
Combinazione preparabile alla lombarda
Tiratutti
Rollante

Note

Note al testo
  1. ^ a b c d e f g h i j k Registro ricostruito da Mascioni.
  2. ^ a b Dal Do2.
  3. ^ Dal Do3.
  4. ^ a b Al pedale.
Fonti
  1. ^ Radice, p. 6.
  2. ^ a b Polleri, pp. 17-18.
  3. ^ Radice, p. 3.
  4. ^ Radice, p. 10.
  5. ^ Radice, p. 14.
  6. ^ Radice, p. 12.
  7. ^ a b Neill, pp. 12-15.
  8. ^ Radice, p. 19.
  9. ^ Touring Club, p. 411.
  10. ^ a b Radice, pp. 10-11.

Bibliografia

  • Edward Neill, L'organo Serassi di Albenga: un coro di più di mille voci, in La Casana, vol. 4, Genova, Cassa Risparmio Genova e Imperia, 1977, ISSN 0008-719X (WC · ACNP).
  • Giovanni Battista Polleri, Per la solenne benedizione del nuovo organo, Albenga, 1903, ISBN non esistente.
  • Pier Mario Radice, Il Grand'Organo Serassi della Cattedrale di Albenga, Oneglia, Tipolitografia Dominici, 1977, ISBN non esistente.
  • Touring Club Italiano, Guida d'Italia del Touring Club Italiano - Liguria, Milano, Touring Editore, 1982, ISBN 9788836500093.

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