Mario Draghi: differenze tra le versioni
→Goldman Sachs: rimuovo affermazione pseudo scandalistica e tendenziosa, giacché non era illegale. I conti con le date sono alla portata ti tutti |
→Carriera: ripristino l’immotivata rimozione del chiarimento |
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Dal [[1991]] al [[2001]] è Direttore Generale del [[Ministero del tesoro]], dove viene chiamato da [[Guido Carli]], ministro del tesoro del [[Governo Andreotti VII]], su suggerimento di [[Carlo Azeglio Ciampi]], all'epoca governatore della Banca d'Italia. È stato confermato da tutti i governi successivi: [[Governo Amato I|Amato I]], [[Governo Ciampi|Ciampi]], [[Governo Berlusconi I|Berlusconi I]], [[Governo Dini|Dini]], [[Governo Prodi I|Prodi I]], [[Governo D'Alema I|D'Alema I]] e [[Governo D'Alema II|II]], [[Governo Amato II|Amato II]] e [[Governo Berlusconi II|Berlusconi II]]. In questi anni è stato l'artefice delle [[Privatizzazioni in Italia|privatizzazioni]] delle società partecipate in varia misura dallo Stato italiano. Oltre alle privatizzazioni Draghi si occupò della [[liquidazione coatta amministrativa]] dell’[[Ente partecipazioni e finanziamento industrie manifatturiere|EFIM]] e delle sue controllate, ente che aveva raggiunto un livello di indebitamento e di crisi insostenibili. |
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Nel [[1992]], a due anni dall’avvio della [[Privatizzazioni in Italia|stagione delle privatizzazioni]], Draghi tenne un discorso<ref> https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/01/22/britannia-la-vera-storia/5681308/ </ref> che la illustrava a numerosi rappresentanti della comunità finanziaria internazionale radunati radunati per un evento privato a bordo del [[panfilo]] [[HMY Britannia (1953)|HMY Britannia]] della [[regina d'Inghilterra]] [[Elisabetta II]]. Questo episodio produsse polemiche e interrogazioni parlamentari, da parte di chi lo riteneva inopportuno.<ref> https://www.investireoggi.it/economia/draghi-e-il-caso-britannia-facciamo-chiarezza-sul-piu-grande-pregiudizio-contro-il-premier-incaricato/ </ref> Con riferimento a questo episodio, nel [[2008]], il Presidente emerito della Repubblica italiana, [[Francesco Cossiga]] si disse contrario all'ipotesi di vederlo sostituire [[Romano Prodi]] a Palazzo Chigi, apostrofandolo "vile affarista" proprio in relazione alla stagione delle privatizzazioni <ref> https://www.ilriformista.it/e-un-vile-affarista-svenderebbe-litalia-cosa-pensava-cossiga-di-draghi-193281/ </ref> |
Nel [[1992]], a due anni dall’avvio della [[Privatizzazioni in Italia|stagione delle privatizzazioni]], Draghi tenne un discorso<ref> https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/01/22/britannia-la-vera-storia/5681308/ </ref> che la illustrava a numerosi rappresentanti della comunità finanziaria internazionale radunati radunati per un evento privato a bordo del [[panfilo]] [[HMY Britannia (1953)|HMY Britannia]] della [[regina d'Inghilterra]] [[Elisabetta II]]. Questo episodio produsse polemiche e interrogazioni parlamentari, da parte di chi lo riteneva inopportuno.<ref> https://www.investireoggi.it/economia/draghi-e-il-caso-britannia-facciamo-chiarezza-sul-piu-grande-pregiudizio-contro-il-premier-incaricato/ </ref> Con riferimento a questo episodio, nel [[2008]], il Presidente emerito della Repubblica italiana, [[Francesco Cossiga]] si disse contrario all'ipotesi di vederlo sostituire [[Romano Prodi]] a Palazzo Chigi, apostrofandolo "vile affarista" proprio in relazione alla stagione delle privatizzazioni <ref> https://www.ilriformista.it/e-un-vile-affarista-svenderebbe-litalia-cosa-pensava-cossiga-di-draghi-193281/ </ref> L’incomprensione tra i due, legati da stima reciproca, fu subito chiarita.<ref> https://www.ilriformista.it/e-un-vile-affarista-svenderebbe-litalia-cosa-pensava-cossiga-di-draghi-193281/ </ref> |
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Dalla campagna di privatizzazione di società come [[IRI]], [[Telecom]], [[Eni]], [[Enel]], [[Comit]], [[Credit]] e varie altre, lo Stato italiano ricavò all'incirca 182.000 miliardi di [[lira italiana|lire]]. Secondo alcune stime, il rapporto [[debito pubblico]] italiano sul [[Prodotto interno lordo|Pil]] scese dal 125 per cento del [[1991]] al 115 del [[2001]]. |
Dalla campagna di privatizzazione di società come [[IRI]], [[Telecom]], [[Eni]], [[Enel]], [[Comit]], [[Credit]] e varie altre, lo Stato italiano ricavò all'incirca 182.000 miliardi di [[lira italiana|lire]]. Secondo alcune stime, il rapporto [[debito pubblico]] italiano sul [[Prodotto interno lordo|Pil]] scese dal 125 per cento del [[1991]] al 115 del [[2001]]. |
Versione delle 12:52, 1 mar 2021
Mario Draghi | |
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Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana | |
In carica | |
Inizio mandato | 13 febbraio 2021 |
Capo di Stato | Sergio Mattarella |
Predecessore | Giuseppe Conte |
Sito istituzionale | |
3º Presidente della Banca centrale europea | |
Durata mandato | 1º novembre 2011 – 31 ottobre 2019 |
Predecessore | Jean-Claude Trichet |
Successore | Christine Lagarde |
Governatore della Banca d'Italia | |
Durata mandato | 16 gennaio 2006 – 31 ottobre 2011 |
Predecessore | Antonio Fazio |
Successore | Ignazio Visco |
Direttore generale del tesoro | |
Durata mandato | 12 aprile 1991 – 23 novembre 2001 |
Predecessore | Mario Sarcinelli |
Successore | Domenico Siniscalco |
Presidente del Forum per la stabilità finanziaria | |
Durata mandato | aprile 2006 – 2 aprile 2009 |
Predecessore | Roger W. Ferguson Jr. |
Successore | Organismo destituito |
Presidente del Consiglio per la stabilità finanziaria | |
Durata mandato | 2 aprile 2009 – 4 novembre 2011 |
Predecessore | Organismo istituito |
Successore | Mark Carney |
Dati generali | |
Partito politico | Indipendente |
Titolo di studio | Laurea in economia Dottorato di ricerca in economia Licenza Superiore - Maturità Classica |
Università | Università degli Studi di Roma "La Sapienza" Massachusetts Institute of Technology |
Firma |
Mario Draghi (Roma, 3 settembre 1947) è un economista, accademico, banchiere, dirigente pubblico e politico italiano, Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana dal 13 febbraio 2021.
Formatosi all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" e specializzatosi al Massachusetts Institute of Technology, già professore universitario, durante gli anni novanta è direttore generale del Ministero del tesoro. Dopo un breve passaggio in Goldman Sachs, nel 2005 viene nominato Governatore della Banca d'Italia, prendendo il posto di Antonio Fazio, divenendo così membro del Forum per la stabilità finanziaria (Consiglio per la stabilità finanziaria dal 2009) e del Consiglio Direttivo e del Consiglio Generale della Banca centrale europea nonché membro del Consiglio di amministrazione della Banca dei regolamenti internazionali. Ha ricoperto inoltre l'incarico di Presidente del Forum per la stabilità finanziaria (poi Consiglio per la stabilità finanziaria). È stato Direttore esecutivo per l'Italia della Banca Mondiale e nella Banca Asiatica di Sviluppo. È membro del Gruppo dei Trenta.[1]
Dal 2011 al 2019 ha ricoperto la carica di Presidente della Banca centrale europea durante la crisi del debito sovrano europeo, ambito in cui è diventata nota la sua frase del 2012 Whatever it takes (inglese per «Costi quel che costi»), per indicare che la BCE sarebbe stata pronta a fare tutto il necessario a preservare l'euro.
Il 3 febbraio 2021 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli conferisce l'incarico, accettato con riserva, di formare un governo tecnico-istituzionale in seguito alle dimissioni del Governo Conte II.[2][3] Il 13 febbraio 2021 giura con i suoi ministri, diventando ufficialmente Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana.
Biografia
Studi e carriera accademica
Mario Draghi nasce a Roma nel 1947. Il padre Carlo, padovano, entra in Banca d'Italia nel 1922 per poi passare prima all'IRI di Donato Menichella e infine alla Banca Nazionale del Lavoro. La madre, Gilda Mancini, è farmacista originaria di Monteverde (AV). Mario è il primo di tre fratelli: Andreina è storica dell'arte e Marcello imprenditore. All'età di 15 anni Draghi perde il padre, classe 1895, e all'età di 19 anni rimane orfano anche della madre[4]. A prendersi cura di lui e dei fratelli sarà una sorella del padre. La sorella Andreina studierà al Liceo Tasso di Roma mentre Mario e il fratello minore frequenteranno il liceo classico dell'Istituto Massimiliano Massimo di Roma retto dai gesuiti.[5] Mario ha per compagni di classe Luigi Abete, Gianni De Gennaro,[6] Luca Cordero di Montezemolo e Giancarlo Magalli.[7]
Si laurea in economia nel 1970 presso l'Università Sapienza di Roma con relatore Federico Caffè con una tesi su Integrazione economica e variazione dei tassi di cambio[8] molto critica sul piano di Pierre Werner,[9] in cui sosteneva che, all'epoca (1970), non sussistessero le condizioni per un progetto di una moneta unica europea.[10][11] Nel 1971 entra al Massachusetts Institute of Technology su segnalazione di Franco Modigliani e ha come professore, fra gli altri, Stanley Fischer, futuro governatore della Bank of Israel.[12] Nel 1977 consegue il PhD con la tesi intitolata Essays on Economic Theory and Applications[13] sotto la supervisione dello stesso Modigliani e di Robert Solow.
Dal 1975 al 1978 è professore incaricato prima di Politica economica e finanziaria all’università di Trento, poi di Macroeconomia a Padova ed Economia matematica alla Ca' Foscari di Venezia,[14][15] quindi di Economia e Politica monetaria e di Economia internazionale alla Facoltà di Scienze Politiche Cesare Alfieri dell'Università di Firenze ove, dal 1981 al 1991, è professore ordinario di Economia e politica monetaria.[14][15][16] Mario Draghi è membro dal 1998 del Board of Trustees dell'Institute for Advanced Study (Università di Princeton) e, dal 2003, della Brookings Institution. È stato visiting fellow all'Institute of Politics della John F. Kennedy School of Government (Università di Harvard) nel 2001.
Nel 2019 viene insignito della laurea honoris causa in Economia da parte dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.[17]
Carriera
Direttore generale del Ministero del tesoro
Nel 1982 diviene consigliere di Giovanni Goria[18], ministro del tesoro nel Governo Fanfani V, su suggerimento di Beniamino Andreatta. Tra il 1984 e il 1990 è Direttore Esecutivo della Banca Mondiale.
Dal 1991 al 2001 è Direttore Generale del Ministero del tesoro, dove viene chiamato da Guido Carli, ministro del tesoro del Governo Andreotti VII, su suggerimento di Carlo Azeglio Ciampi, all'epoca governatore della Banca d'Italia. È stato confermato da tutti i governi successivi: Amato I, Ciampi, Berlusconi I, Dini, Prodi I, D'Alema I e II, Amato II e Berlusconi II. In questi anni è stato l'artefice delle privatizzazioni delle società partecipate in varia misura dallo Stato italiano. Oltre alle privatizzazioni Draghi si occupò della liquidazione coatta amministrativa dell’EFIM e delle sue controllate, ente che aveva raggiunto un livello di indebitamento e di crisi insostenibili.
Nel 1992, a due anni dall’avvio della stagione delle privatizzazioni, Draghi tenne un discorso[19] che la illustrava a numerosi rappresentanti della comunità finanziaria internazionale radunati radunati per un evento privato a bordo del panfilo HMY Britannia della regina d'Inghilterra Elisabetta II. Questo episodio produsse polemiche e interrogazioni parlamentari, da parte di chi lo riteneva inopportuno.[20] Con riferimento a questo episodio, nel 2008, il Presidente emerito della Repubblica italiana, Francesco Cossiga si disse contrario all'ipotesi di vederlo sostituire Romano Prodi a Palazzo Chigi, apostrofandolo "vile affarista" proprio in relazione alla stagione delle privatizzazioni [21] L’incomprensione tra i due, legati da stima reciproca, fu subito chiarita.[22]
Dalla campagna di privatizzazione di società come IRI, Telecom, Eni, Enel, Comit, Credit e varie altre, lo Stato italiano ricavò all'incirca 182.000 miliardi di lire. Secondo alcune stime, il rapporto debito pubblico italiano sul Pil scese dal 125 per cento del 1991 al 115 del 2001.
Draghi fu inoltre la guida della commissione governativa che scrisse la nuova normativa in materia di mercati e finanza, il Testo Unico della Finanza (TUF - Decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58), che per questa ragione viene comunemente chiamata Legge Draghi.
Nel 1991 presiede il comitato di gestione della SACE, avviandone la riforma dell'ente e gestendone la transizione da un passato che nella stagione di mani pulite ha visto indagini e arresti relativi a 'finanziamenti facili'.[23] Draghi torna a presiedere la SACE tra il 1998 e il 2001, nella fase della sua trasformazione in ente pubblico economico, preparandone la successiva trasformazione in società per azioni.[24]
Goldman Sachs
Il 28 gennaio 2002 Draghi viene nominato Vice Chairman e Managing Director di Goldman Sachs per guidare le strategie europee dell'istituto dalla sede di Londra e, dal 2004 al 2005, è membro del Comitato esecutivo del gruppo Goldman Sachs.[25]
Più tardi, quando il nome di Draghi incomincia a circolare per la carica di Presidente della BCE, la sua candidatura verrà messa in discussione a causa del periodo trascorso in Goldman Sachs. In particolare, a Draghi viene rimproverato il coinvolgimento nella vendita di derivati alla Grecia che le permetteranno attraverso l'uso di derivati finanziari ed artifici contabili di entrare nell'Euro. Tuttavia questa vicenda venne conclusa nel 2001 quando Draghi non era ancora entrato nella banca d'affari statunitense. Lo stesso Draghi dichiarerà che non era al corrente di quella vicenda e che comunque quel tipo di accordo non rientrava nelle sue responsabilità.[26]
Governatore della Banca d'Italia
Il 29 dicembre 2005 il consiglio dei ministri lo nomina nono governatore della Banca d'Italia[27]. Draghi viene chiamato a sostituire Antonio Fazio, costretto alle dimissioni in seguito allo scandalo di Bancopoli, e si insedia il 16 gennaio 2006[28]. A causa di questa vicenda l'incarico di governatore ha un mandato a termine, di sei anni, rinnovabile una sola volta. Dopo la nomina a governatore della Banca d'Italia vendette le sue azioni Goldman Sachs e affidò il ricavato a un blind trust, un fondo di cui non controlla la gestione[29][30]. Ha fatto confluire gli immobili di proprietà della famiglia nella società senza fini di lucro Serena: atto costitutivo del 17 novembre 2007, ne è socio amministratore con la moglie, le quote sono equamente suddivise, ma in nuda proprietà, tra i due figli.[31]
Rinunciò all'assenso preventivo e vincolante della Banca d'Italia per le acquisizioni bancarie, e rese possibili fusioni bancarie di rilievo storico. Draghi rende subito chiaro la discontinuità con il predecessore Fazio. In un discorso del 2006 dichiara che non sarebbe mai intervenuto per influenzare operazioni di mercato, neanche laddove la legge gliene conferisse facoltà. Contestualmente invita il sistema bancario italiano a fusioni e aggregazioni per evitare, date le piccole dimensioni, di venire acquisite da istituti di credito stranieri. Contemporaneamente si batte per la revisione delle regole sui rapporti tra banche e imprese in due direzioni: l'innalzamento dei limiti alle partecipazioni che le banche possono detenere in gruppi industriali e alle partecipazioni nelle banche da parte di soggetti non finanziari. Nei diciassette mesi successivi hanno luogo fusioni eccellenti: UniCredit con Capitalia, Intesa con Sanpaolo IMI, Banca Popolare di Verona e Novara con il gruppo Banca Popolare di Lodi, Banche Popolari Unite con Banca Lombarda.[32][33]
Sul fronte interno fu alle prese con un difficile piano di riassetto della Banca d'Italia.[34][35]
Le sue annuali Considerazioni finali esortavano a: riduzione delle tasse, riduzione del debito pubblico, taglio delle spese correnti, aumento degli investimenti, riforma della previdenza (2007)[36]; freno all'inflazione, riforma del mercato del lavoro, riforma del risparmio gestito, abolizione del massimo scoperto (2008)[37]; sostegno ai redditi e agli ammortizzatori sociali, innalzamento dell'età pensionabile, sostegno alle imprese da parte delle banche (2009)[38]. Forte richiamo al dovere di modernizzare la scuola, contenuto specialmente nelle 23 considerazioni del 2007[36]. Nel discorso del 2008 ha messo in evidenza lo scarto di produttività tra il Mezzogiorno e il Nord Italia. Non risparmiò critiche alla manovra finanziaria presentata dal governo Berlusconi nel 2008, entrando così in polemica con il ministro Tremonti.[37]
Consiglio per la stabilità finanziaria
È stato Presidente del Forum per la stabilità finanziaria (divenuto nel 2009 Consiglio per la stabilità finanziaria) dall'aprile del 2006 al 2011, succedendo allo statunitense Roger W. Ferguson, Vice Chairman of the Board of Governors of the Federal Reserve System.[39]
Come presidente del Forum per la stabilità finanziaria preparò un rapporto sulle cause delle turbolenze che hanno investito i mercati mondiali in seguito alla crisi dei subprime statunitensi, indicando anche i rimedi. Nell'aprile 2008 presentò al G7 a Washington il suo piano per migliorare la trasparenza dei mercati finanziari mondiali.[40]
Presidente della Banca centrale europea
Il 16 maggio 2011, l'Eurogruppo ha ufficializzato la sua candidatura alla presidenza della Banca centrale europea.[41] Il vertice di Bruxelles del 16 maggio ha trovato l'accordo fra i ministri della zona euro sulla candidatura di Draghi alla presidenza della Banca centrale europea, però la nomina definitiva è avvenuta solo dopo la decisione dei leader al vertice Ue del 24 giugno.[42] In questa data Mario Draghi è stato scelto come successivo Governatore della Banca centrale europea,[43] entrando in carica il successivo 1º novembre. Al suo posto quale Governatore della Banca d'Italia, dopo una complessa scelta da parte del Governo Berlusconi IV, è stato nominato Ignazio Visco il 20 ottobre 2011.[44]
A un mese dal suo insediamento, nell'intervento davanti all'Europarlamento ha chiesto ai Paesi dell'UE di recuperare in affidabilità, dichiarando che serve un segnale forte per i mercati, anche "un cambiamento dei trattati non va escluso" per andare verso una politica di bilancio omogenea.[45]
Il 5 agosto 2011, poco prima del suo insediamento, ha scritto, insieme col presidente uscente della BCE, Jean Claude Trichet, una lettera al governo italiano per sollecitare una serie di misure economiche, che l'Italia avrebbe dovuto al più presto attuare.
Il 26 luglio 2012, in un intervento a Londra, annuncia che la Banca centrale europea farà tutto il possibile (Whatever it takes) per salvare l'Euro.[46]
Il 31 dicembre 2012 è stato nominato uomo dell'anno dai quotidiani inglesi Financial Times e The Times, per aver ben gestito la crisi del debito sovrano europeo in un momento molto delicato come l'estate di quell'anno quando la crisi finanziaria stava per contagiare grandi economie, come la spagnola e l'italiana.[47] Nel 2015 ha dichiarato che le proprie idee politiche rientrano nel socialismo liberale, quindi non collocabili in raggruppamenti estremi.[48]
Il 22 gennaio 2015 il presidente Mario Draghi lancia l'atteso Quantitative easing, con cui la Banca centrale europea acquista titoli di stato dei paesi dell'Eurozona per 60 miliardi di euro fino al settembre 2016.[49]
Nel 2018, secondo la rivista Forbes, è considerato il 18° uomo più potente del mondo. Il 31 ottobre 2019, con il tradizionale rito di passaggio di consegne alla sua succeditrice Christine Lagarde, termina ufficialmente il suo mandato di presidente della BCE.
Il 10 luglio 2020 è stato nominato da papa Francesco membro ordinario della Pontificia accademia delle scienze sociali.[50]
Presidente del Consiglio dei ministri
In seguito alla crisi di governo innescata il 13 gennaio 2021 con le dimissioni dei ministri di Italia Viva, il 3 febbraio 2021 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella conferisce a Draghi l'incarico di formare un nuovo governo, che egli accetta con riserva. Il 12 febbraio alle 19.00 il Presidente del Consiglio incaricato si reca al Quirinale e scioglie la riserva, comunicando al Presidente della Repubblica la lista dei ministri. Il 13 febbraio 2021 alle 12.00 Mario Draghi giura al Quirinale con il suo nuovo governo tecnico-politico, il 67esimo della Repubblica.[51]
Vita privata
Cattolico, Draghi è sposato dal 1973 con Maria Serenella Cappello, esperta di letteratura inglese. Con lei abita dal 2009 a Città della Pieve. Ha due figli: Federica, dirigente di una multinazionale delle biotecnologie, e Giacomo, trader che ha lavorato fino al 2017 in Morgan Stanley e successivamente nel fondo speculativo LMR Partners.[52]
Lauree honoris causa
— Fondazione CUOA
— 18 giugno 2010
— LUISS Guido Carli
— 6 maggio 2013
— Università degli Studi di Bologna
— 22 febbraio 2019
— Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
— 11 ottobre 2019
Onorificenze
Onorificenze italiane
Onorificenze straniere
Note
- ^ (EN) Group of Thirty - Mario Draghi, su group30.org. URL consultato il 5 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2014).
- ^ Il Fatto Quotidiano - Mattarella convoca Draghi, su ilfattoquotidiano.it. URL consultato il 2 febbraio 2021.
- ^ Mario Draghi ha accettato l’incarico, in Il Post, 3 febbraio 2021. URL consultato il 3 febbraio 2021.
- ^ Straight Talk with Hank Paulson: Mario Draghi, Straight Talk with Hank Paulson: Mario Draghi
- ^ Ivana Picariello, «Mi chiamo Mario Draghi e mia madre era di Monteverde», in Corriere dell'Irpinia, 16 gennaio 2006. URL consultato il 4 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2014).
- ^ Ecco Mario Draghi al liceo, riuscite a riconoscerlo? La foto di classe (con altri compagni famosi), su iltempo.it, 3 febbraio 2021.
- ^ I compagni di classe, da Montezemolo a Magalli: «Snider il più bravo, ma Mario ci faceva copiare», corriere.it, 30 dicembre 2005. URL consultato il 26 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2015).
- ^ Laurea a Mario Draghi in Scienze Statistiche - Università di Padova (PDF), su unipd.it, 18 dicembre 2009. URL consultato il 28 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2014).
- ^ The economic policy of Federico Caffè in our times., su ecb.europa.eu. URL consultato il 22 aprile 2016.
- ^ Federico Carli (a cura di), La figura e l'opera di Guido Carli, vol. 6, Torino, Bollati Boringhieri, 2014, ISBN 978-88-339-2165-5. URL consultato il 25 giugno 2015.«Governatore, qual è il suo ricordo dei rapporti tra Guido Carli e Federico Caffè? Il primo ricordo che ho è legato alla mia tesi di laurea con Caffè. Mi laureai nel febbraio 1970 con una tesi sul Piano Werner. Il succo della tesi era questo: il Piano Werner è stato un fallimento perché le politiche economiche e le situazioni istituzionali dei vari paesi dell'Unione sono ancora troppo diverse per poter avere dei cambi fissi; in sostanza è troppo presto per pensare a una moneta unica. Anche Carli la pensava così. Io lo seppi proprio da Caffè, il quale, durante la seduta di laurea, fece riferimento all'idea del governatore della Banca d'Italia che “guarda caso, coincide con la sua”: fu un semplice complimento alla fine della tesi, ma indicava molto chiaramente il rapporto che c'era fra i due. Sicuramente era quello che pensava Caffè dell'Unione monetaria europea.»
- ^ Tino Oldani, Svolta keynesiana per Draghi?, in Formiche, 4 ottobre 2014. URL consultato il 25 giugno 2015.
- ^ (EN) Peter Coy, How Stanley Fischer Became a Central-Banking Legend, in Bloomberg News, New York, 11 dicembre 2013.
- ^ (EN) Mario Draghi, Essays on Economic Theory and Applications, su mit.edu, Massachusetts Institute of Technology, novembre 1976. URL consultato il 5 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2013).
- ^ a b (IT) Giampiero Cama, La Banca d'Italia, Bologna, il Mulino, 2010, p. 109.
- ^ a b (IT) Stefania Tamburello, Mario Draghi, il Governatore, Milano, Rizzoli Etas, 2013 [2011], p. 31, ISBN 978-88-586-5096-7.
- ^ (IT) Maurizio Bologni, Il ritorno del prof alla Cesare Alfieri, in la Repubblica, Roma, Gruppo Editoriale L'Espresso, 12 ottobre 2006.«Per un'ora, ieri mattina, il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi è tornato professore alla facoltà di Scienze politiche Cesare Alfieri di Firenze, dove aveva insegnato per dieci anni fino al 1991.»
- ^ Laurea honoris causa per Mario Draghi, su Cattolica News, 2 ottobre 2019. URL consultato il 3 marzo 2021.
- ^ Stefano Cingolani, L'anno di Mario Draghi, in Il Foglio, 10 dicembre 2018.
- ^ https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/01/22/britannia-la-vera-storia/5681308/
- ^ https://www.investireoggi.it/economia/draghi-e-il-caso-britannia-facciamo-chiarezza-sul-piu-grande-pregiudizio-contro-il-premier-incaricato/
- ^ https://www.ilriformista.it/e-un-vile-affarista-svenderebbe-litalia-cosa-pensava-cossiga-di-draghi-193281/
- ^ https://www.ilriformista.it/e-un-vile-affarista-svenderebbe-litalia-cosa-pensava-cossiga-di-draghi-193281/
- ^ Adriano Bonafede, SACE, la coperta bucata, su ricerca.repubblica.it, 5 marzo 1993.
- ^ Draghi alla Sace ma senza lasciare il Tesoro
- ^ (EN) Press Releases - Professor Mario Draghi Joins Goldman Sachs, su www.goldmansachs.com, Goldman Sachs, 28 gennaio 2002. URL consultato il 27 gennaio 2015.
- ^ (EN) Liz Alderman e Jack Ewing, Hoping to Lead Bank, Italian Faces Hurdles, in The New York Times, New York, 24 febbraio 2011, p. B1. URL consultato il 4 settembre 2014.
- ^ Mario Draghi, su www.bancaditalia.it, Banca d'Italia. URL consultato il 24 gennaio 2015.
- ^ Gazzetta del Mezzogiorno
- ^ Stefania Tamburello, «Blind trust» contro il conflitto d'interessi, in Corriere della Sera, 19 gennaio 2006. URL consultato il 27 gennaio 2015.
- ^ Draghi cede i titoli Goldman Sachs e costituisce un blind trust, in La Repubblica, 18 gennaio 2006. URL consultato il 27 gennaio 2015.
- ^ Stefano Sansonetti, Draghi si fa il buen retiro in Umbria, in Italia Oggi, 2 aprile 2010, p. 7. URL consultato il 27 gennaio 2015.
- ^ Rossella Bocciarelli, Banca d'Italia,un anno fa la svolta con la nomina di Mario Draghi, in Il Sole 24 ORE, 27 dicembre 2006. URL consultato il 12 febbraio 2015.
- ^ Alessandro Graziani, Il big bang che portò alle grandi fusioni, in Il Sole 24 ORE, 29 maggio 2011. URL consultato il 12 febbraio 2015.
- ^ Stefania Tamburello, Bankitalia, il riassetto di Draghi, in Corriere della Sera, 20 maggio 2008, p. 33. URL consultato il 25 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2015).
- ^ Bankitalia: piano riassetto; filiali da chiudere scendono a 33, in Milano Finanza, 11 settembre 2007. URL consultato il 25 gennaio 2015.
- ^ a b Mario Draghi, Considerazioni finali. Assemblea Ordinaria dei Partecipanti. Roma, 31 maggio 2007 anno 2006 - centotredicesimo esercizio (PDF), su www.bancaditalia.it, Banca d'Italia, 31 maggio 2007. URL consultato il 25 gennaio 2015.
- ^ a b Mario Draghi, Considerazioni finali. Assemblea Ordinaria dei Partecipanti. Roma, 31 maggio 2008. Anno 2007 - centoquattordicesimo esercizio (PDF), su www.bancaditalia.it, Banca d'Italia. URL consultato il 25 gennaio 2015.
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Voci correlate
- Governo Draghi
- Banca centrale europea
- Banca d'Italia
- Governatore della Banca d'Italia
- Goldman Sachs
- Legge Draghi
- Banca Mondiale
Altri progetti
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- Wikiquote contiene citazioni di o su Mario Draghi
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Mario Draghi
- Wikinotizie contiene l'articolo Mario Draghi è il nuovo Governatore della Banca d'Italia, 29 dicembre 2005
- Wikinotizie contiene l'articolo Economia: il governatore di Bankitalia Draghi vende i propri titoli Goldman Sachs, 18 gennaio 2006
- Wikinotizie contiene l'articolo Il Governatore Draghi: «La crisi c'è ancora», 12 aprile 2008
Collegamenti esterni
- Draghi, Mario, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Stefania Schipani, DRAGHI, Mario, in Enciclopedia Italiana, IX Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2015.
- Draghi, Màrio, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Mario Draghi, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Mario Draghi, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.
- (EN) Mario Draghi, su Mathematics Genealogy Project, North Dakota State University.
- (EN) Opere di Mario Draghi, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Mario Draghi, su Goodreads.
- Registrazioni di Mario Draghi, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- (NL) Mario Draghi, su parlement.com, Parlement & Politiek.
- (EN) Mario Draghi, su IMDb, IMDb.com.
- Mario Draghi profilo sul sito della Banca d'Italia. URL visitato il 21 dicembre 2012.
- (EN) Mario Draghi Vice Chairman and Managing Director Goldman Sachs Profilo sul sito dell'European Corporate Governance Institute.
Template:Presidenti del Consiglio
Controllo di autorità | VIAF (EN) 4991994 · ISNI (EN) 0000 0000 8352 3050 · SBN MILV035857 · LCCN (EN) n79048482 · GND (DE) 128635509 · BNF (FR) cb12279130m (data) · J9U (EN, HE) 987007436342705171 · CONOR.SI (SL) 119984227 · WorldCat Identities (EN) lccn-n79048482 |
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