Utente:Marco Ciaramella/Sandbox/Leggi fascistissime: differenze tra le versioni

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*[[Storia dell'Italia fascista]]
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Versione delle 10:06, 22 gen 2021

Le Leggi fascistissime furono una serie di provvedimenti legislativi emessi tra la fine del 1925 e il 1926.

Premessa e contesto storico

In vista delle elezioni politiche italiane del 1924, Mussolini fece approvare una nuova legge elettorale (legge Acerbo) che avrebbe dato i due terzi dei seggi alla lista che avesse ottenuto la maggioranza con almeno il 25% dei voti. La campagna elettorale si tenne in un clima di tensione senza precedenti con intimidazioni e pestaggi. La Lista Nazionale guidata da Mussolini ottenne la maggioranza assoluta, con il 64,9% dei voti.

Alfredo Rocco

Il 30 maggio 1924, il deputato socialista Giacomo Matteotti prese la parola alla Camera contestando i risultati delle elezioni.[1] Il 10 giugno 1924 Matteotti venne rapito e ucciso dagli squadristi. L'opposizione rispose a questo avvenimento ritirandosi sull'Aventino (Secessione aventiniana), ma la posizione di Mussolini tenne fino a quando il 16 agosto il corpo decomposto di Matteotti fu ritrovato nei pressi di Roma.

Il 3 gennaio 1925, alla Camera, Mussolini recitò il famoso discorso in cui si assunse ogni responsabilità per i fatti avvenuti, che preludeva all'avvento della dittatura.[2][3]

L'emanazione delle leggi "fascistissime"

Nel biennio 1925-1926, vennero emanati una serie di provvedimenti liberticidi: vennero infatti sciolti tutti i partiti e le associazioni sindacali non fasciste, venne soppressa ogni libertà di stampa, di riunione o di parola, venne ripristinata la pena di morte e il 1º febbraio 1927 fu istituito il Tribunale speciale con amplissimi poteri, in grado di mandare al confino con un semplice provvedimento amministrativo le persone sgradite al regime.

Legge 24 dicembre 1925, n. 2263

Cambiò le caratteristiche dello stato liberale:

  • Benito Mussolini cessò di essere presidente del Consiglio, cioè primus inter pares tra i ministri e diventò primo ministro segretario di Stato, nominato dal re e responsabile di fronte a lui e non più al Parlamento;
  • i vari ministri furono nominati dal re su proposta del primo ministro e responsabili sia di fronte al re sia di fronte al primo ministro. Inoltre la legge stabilì che nessun progetto potrà essere discusso dal Parlamento senza l'approvazione del primo ministro.

Il 4 febbraio 1926, i sindaci elettivi vennero sostituiti da podestà nominati con regio decreto, mentre gli organi elettivi quali consigli e giunte vennero sostituiti da consulte comunali di nomina prefettizia.

Legge 25 novembre 1926, n. 2008 (Provvedimenti per la difesa dello Stato)

  • Vietò il ricostituirsi di organizzazioni o partiti disciolti per ragioni di ordine pubblico, anche all'estero.
  • Vietò la propaganda contraria al prestigio nazionale
  • Istituì il Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato, con lo scopo di reprimere l’opposizione contro lo stato fascista, ovvero tutti i fenomeni antifascisti.
  • Tra le pene previste per gli oppositori dello Stato, questa legge ammetteva la pena di morte[4], reintroducendola così nell'ordinamento italiano dopo la sua abolizione del 1889.

Il 16 marzo 1928, la Camera dei deputati venne chiamata a votare il criterio per il rinnovo della rappresentanza nazionale. Il criterio previde una lista unica di 400 candidati scelti dal Gran Consiglio del Fascismo su proposta dalle organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro nonché da altre associazioni riconosciute. Gli elettori approveranno o meno tale lista. La riforma passò, quasi senza discussioni, con 216 sì e 15 no. Giolitti fu uno dei pochi a protestare, ma venne messo subito a tacere da Mussolini con la frase: «Verremo da lei a imparare come si fanno le elezioni». Al Senato del Regno le proteste furono leggermente più animate, ma la legge passò con 161 favorevoli e 46 contrari. L'8 dicembre si chiuse così la 28ª legislatura.

Il 24 marzo 1929, il popolo italiano venne chiamato a votare la lista di deputati proposta dal Gran Consiglio del Fascismo: otto milioni e mezzo voterà sì, soltanto 136.000 voterà no, la percentuale dei votanti è dell'89,6%.

Note

  1. ^ Testo del discorso su Wikisource
  2. ^

    «Dichiaro qui, al cospetto di questa Assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il fascismo è stato un'associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere! Se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l'ho creato con una propaganda che va dall'intervento ad oggi.»

  3. ^ Testo del discorso su Wikisource
  4. ^ Camera dei Deputati, "La legislazione fascista 1922-1928." Roma, Tipografia della Camera dei Deputati (1929).

Bibliografia

  • Leonardo Pompeo D'Alessandro, Giustizia fascista. Storia del Tribunale speciale (1926-1943), Bologna, Il Mulino, 2020, ISBN 8815287698.

Voci correlate