Remo Chiti: differenze tra le versioni

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</ref> apparve inoltre come attore nelle "sintesi teatrali" messe in scena nelle numerose e clamorose "serate" futuriste.
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Nel 1916 il gruppo composto da Chiti, Corra, [[Arnaldo Ginna]], Carli, Settimelli e [[Maria Ginanni]], fondò in antitesi con il periodico ''[[Lacerba]]'' il quindicinale ''[[L'Italia futurista]]'', rivista vicina al "secondo futurismo fiorentino" che nutriva un marcato interesse per i fenomeni dell'occulto, dell'onirico e del medianico.
Nel 1916 il gruppo composto da Chiti, Corra, [[Arnaldo Ginna]], Carli, Settimelli e [[Maria Ginanni]], fondò in antitesi con il periodico ''[[Lacerba]]'' il quindicinale ''[[L'Italia futurista]]'', rivista vicina al "secondo futurismo fiorentino" che nutriva un marcato interesse per i fenomeni dell'occulto, dell'onirico e del medianico. Lo stesso gruppo del ''L'Italia futurista'' girò nel 1916 il film ''[[Vita futurista]]'' a cui partecipò lo stesso Chiti. Nel settembre 1916 Chiti pubblicò a Milano il ''Manifesto della cinematografia futurista'' che condensava a livello teorico quanto espresso nel film.


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Remo Chiti (Staggia Senese, 26 novembre 1891Roma, 23 gennaio 1971) è stato uno scrittore, drammaturgo e poeta italiano particolarmente attivo all'interno del movimento artistico e culturale del Futurismo e in particolare del teatro futurista sintetico.

Biografia

Trasferitosi in giovane età a Firenze per motivi di studio entrò in contatto con l'ambiente delle riviste fiorentine nel quale collaborò con Emilio Settimelli e Mario Carli al periodico di critica diretto da Virgilio Scattolini La difesa dell'arte e a Il Centauro fondato nel 1912 da Carli e Settimelli.[1]

Chiti occupò un posto di rilievo (insieme ad altri fra i quali Balilla Pratella, Paolo Buzzi) nelle attività di rinnovamento del teatro componendo quelle brevi sintesi teatrali (Parole, Parossismo, Costruzioni)[2] che Marinetti aveva teorizzato con Corra e Settimelli nel Manifesto del Teatro futurista sintetico del 1915.

Il Chiti sintetizzò l'esperienza del teatro futurista nel breve opuscolo I creatori dei teatro sintetico futurista (Firenze 1915), dove riconobbe a Corra e Settimelli nel 1913 «i primi tentativi di un teatro nuovo e definendo i fini concreti che il teatro "sintetico" si proponeva».[3] Del 1915 è un "dramma d'incubo telepatico" dal titolo Giallo e nero con chiara allusione ai colori asburgici e fortemene anti-austriaco;[4] apparve inoltre come attore nelle "sintesi teatrali" messe in scena nelle numerose e clamorose "serate" futuriste.

Nel 1916 il gruppo composto da Chiti, Corra, Arnaldo Ginna, Carli, Settimelli e Maria Ginanni, fondò in antitesi con il periodico Lacerba il quindicinale L'Italia futurista, rivista vicina al "secondo futurismo fiorentino" che nutriva un marcato interesse per i fenomeni dell'occulto, dell'onirico e del medianico. Lo stesso gruppo del L'Italia futurista girò nel 1916 il film Vita futurista a cui partecipò lo stesso Chiti. Nel settembre 1916 Chiti pubblicò a Milano il Manifesto della cinematografia futurista che condensava a livello teorico quanto espresso nel film.

Note

  1. ^ Vigilante
  2. ^ Marinetti; Settimelli; Bruno Corra, Il Teatro futurista sintetico creato da Marinetti, Settimelli, Bruno Corra: sintesi teatrali di Marinetti, Settimelli, Bruno Corra [et al.], in Biblioteca teatrale, Piacenza, Ghelfi Costantino, 1921, pp. 50, 52-53.
  3. ^ Vigilante
  4. ^ Marinetti, Pirandello e il teatro futurista, su MICRO, M.I.C.RO. Movimento Internazionale Culturale Roma.

Collegamenti esterni