Paolo Carosi: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m refuso
EnzoBot (discussione | contributi)
m →‎Allenatore: |date ----> |data
Riga 68: Riga 68:
{{dx|[[File:Paolo Carosi 2.jpg|thumb|"Il Barone" in veste di tecnico della Lazio.]]}}
{{dx|[[File:Paolo Carosi 2.jpg|thumb|"Il Barone" in veste di tecnico della Lazio.]]}}


Appesi gli scarpini al chiodo, Carosi tornò alla Lazio per muovere i primi passi da allenatore. Per cinque anni guidò la formazione [[Campionato Primavera|Primavera]], portandola alla vittoria del [[Campionato Primavera 1975-1976|campionato 1975-1976]].<ref name=AB>{{collegamento interrotto|1=[http://www.fiorentinamania.it/ciao-paolo.html Si è spento Paolo Carosi] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> In quella squadra maturarono elementi come [[Bruno Giordano (calciatore)|Bruno Giordano]], [[Lionello Manfredonia]], [[Andrea Agostinelli]], [[Stefano Di Chiara]], [[Maurizio Montesi]] e [[Massimo De Stefanis]].<ref name=AB/> Dopo aver partecipato e superato a pieni voti il "Supercorso" di [[Coverciano]],<ref name=AB/> Paolo Carosi lasciò il mondo dei giovani per intraprendere la strada di tecnico dei "professionisti". Dopo le prime esperienze all'{{Calcio Avellino|N}}<ref>[http://www.belsitohotelduetorri.it/index.php?act=avellino_calcio Avellino calcio]</ref> (squadra che portò in [[Serie A]]),<ref>[http://www.atripaldanews.it/2010/03/15/addio-a-paolo-carosi-allenatore-dellavellino-in-serie-a/ Addio a Paolo Carosi, allenatore dell'Avellino in Serie A]</ref> passò alla {{Calcio Fiorentina|N}}<ref>[http://www.antognoni.com/biografia/paura.htm Il campionato della paura]</ref>, con cui arrivò al sesto posto in classifica nel campionato 1979-1980; l'anno successivo fu però esonerato, nel mese di gennaio del 1981, per pressioni degli ultras<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0018/articleid,1046_01_1981_0022_0020_14812503/ La Stampa, 27 gennaio 1981, pagina 18] archiviolastampa.it</ref> dovute alla momentanea classifica deludente<ref>[http://www.rsssf.com/tablesi/ital81.html Italy 1981-1982] rsssf.com</ref>. Fu quindi al [[Calcio Cagliari|Cagliari]]<ref>[http://www.archiviorossoblu.it/allenatori/paolo-carosi-23.html Allenatore - Paolo Carosi]</ref>, al {{Calcio Bologna|N}}<ref>[http://www.federossoblu.com/it/index.php?option=com_content&view=article&id=287:gli-allenatori&catid=56:allenatori&Itemid=114 Gli Allenatori]</ref> per fare poi ritorno nella Capitale, nella sua "amata" Lazio.<ref>[http://www.ultraslazio.it/allenatori.htm Gli allenatori della Lazio] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20021219051654/http://www.ultraslazio.it/allenatori.htm |data=19 dicembre 2002 }}</ref>
Appesi gli scarpini al chiodo, Carosi tornò alla Lazio per muovere i primi passi da allenatore. Per cinque anni guidò la formazione [[Campionato Primavera|Primavera]], portandola alla vittoria del [[Campionato Primavera 1975-1976|campionato 1975-1976]].<ref name=AB>{{collegamento interrotto|1=[http://www.fiorentinamania.it/ciao-paolo.html Si è spento Paolo Carosi] |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> In quella squadra maturarono elementi come [[Bruno Giordano (calciatore)|Bruno Giordano]], [[Lionello Manfredonia]], [[Andrea Agostinelli]], [[Stefano Di Chiara]], [[Maurizio Montesi]] e [[Massimo De Stefanis]].<ref name=AB/> Dopo aver partecipato e superato a pieni voti il "Supercorso" di [[Coverciano]],<ref name=AB/> Paolo Carosi lasciò il mondo dei giovani per intraprendere la strada di tecnico dei "professionisti". Dopo le prime esperienze all'{{Calcio Avellino|N}}<ref>[http://www.belsitohotelduetorri.it/index.php?act=avellino_calcio Avellino calcio]</ref> (squadra che portò in [[Serie A]]),<ref>[http://www.atripaldanews.it/2010/03/15/addio-a-paolo-carosi-allenatore-dellavellino-in-serie-a/ Addio a Paolo Carosi, allenatore dell'Avellino in Serie A]</ref> passò alla {{Calcio Fiorentina|N}}<ref>[http://www.antognoni.com/biografia/paura.htm Il campionato della paura]</ref>, con cui arrivò al sesto posto in classifica nel campionato 1979-1980; l'anno successivo fu però esonerato, nel mese di gennaio del 1981, per pressioni degli ultras<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0018/articleid,1046_01_1981_0022_0020_14812503/ La Stampa, 27 gennaio 1981, pagina 18] archiviolastampa.it</ref> dovute alla momentanea classifica deludente<ref>[http://www.rsssf.com/tablesi/ital81.html Italy 1981-1982] rsssf.com</ref>. Fu quindi al [[Calcio Cagliari|Cagliari]]<ref>[http://www.archiviorossoblu.it/allenatori/paolo-carosi-23.html Allenatore - Paolo Carosi]</ref>, al {{Calcio Bologna|N}}<ref>[http://www.federossoblu.com/it/index.php?option=com_content&view=article&id=287:gli-allenatori&catid=56:allenatori&Itemid=114 Gli Allenatori]</ref> per fare poi ritorno nella Capitale, nella sua "amata" Lazio.<ref>[http://www.ultraslazio.it/allenatori.htm Gli allenatori della Lazio] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20021219051654/http://www.ultraslazio.it/allenatori.htm |data=19 dicembre 2002 }}</ref>


[[Giorgio Chinaglia]], allora presidente dei capitolini, lo chiamò alla guida di una squadra sull'orlo della [[Serie B]] alla 13ª giornata del [[Serie A 1983-1984|campionato 1983-1984]]; grazie ad un ottimo girone di ritorno, Carosi riuscì a centrare la salvezza.<ref name=AD>{{collegamento interrotto|1=[http://www.avellinofans.it/archivio-notizie/news/3723-addio-a-palolo-carosi-luomo-che-porto-i-lupi-in-serie-a.html Addio a Paolo Carosi, l'uomo che portò i Lupi in Serie A] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> L'ovvia conferma al timone del vascello laziale si tramutò nel giro di un paio di mesi in un successivo esonero.<ref name=AD/> Eliminata dalla [[Coppa Italia]] e con un inizio di campionato con due sconfitte contro Fiorentina e Udinese, Chinaglia decise di dare il benservito al tecnico tiburtino, sostituendolo con [[Juan Carlos Lorenzo]] prima e con il duo [[Giancarlo Oddi|Oddi]]-[[Roberto Lovati|Lovati]] poi. La scelta non si rivelò buona e la squadra concluse il campionato con 15 punti retrocedendo in Serie B. Sedette per 25 volte (20 in campionato e 5 in Coppa Italia) sulla panchina dei biancocelesti.
[[Giorgio Chinaglia]], allora presidente dei capitolini, lo chiamò alla guida di una squadra sull'orlo della [[Serie B]] alla 13ª giornata del [[Serie A 1983-1984|campionato 1983-1984]]; grazie ad un ottimo girone di ritorno, Carosi riuscì a centrare la salvezza.<ref name=AD>{{collegamento interrotto|1=[http://www.avellinofans.it/archivio-notizie/news/3723-addio-a-palolo-carosi-luomo-che-porto-i-lupi-in-serie-a.html Addio a Paolo Carosi, l'uomo che portò i Lupi in Serie A] |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> L'ovvia conferma al timone del vascello laziale si tramutò nel giro di un paio di mesi in un successivo esonero.<ref name=AD/> Eliminata dalla [[Coppa Italia]] e con un inizio di campionato con due sconfitte contro Fiorentina e Udinese, Chinaglia decise di dare il benservito al tecnico tiburtino, sostituendolo con [[Juan Carlos Lorenzo]] prima e con il duo [[Giancarlo Oddi|Oddi]]-[[Roberto Lovati|Lovati]] poi. La scelta non si rivelò buona e la squadra concluse il campionato con 15 punti retrocedendo in Serie B. Sedette per 25 volte (20 in campionato e 5 in Coppa Italia) sulla panchina dei biancocelesti.


L'anno successivo, subentra all'esonerato Alfredo Magni come allenatore del {{Calcio Monza|N}},<ref>[http://www.tuttomercatoweb.com/cagliari/?action=read&idnotizia=5545 È morto Paolo Carosi, allenatore di Cagliari e Lazio] Tuttomercatoweb.com</ref> terminando il campionato all'ultimo posto. Ciononostante guidò i brianzoli alla conquista dell'[[Olimpico]] e facendo sprofondare la Lazio ad un passo dalla [[Serie C]].
L'anno successivo, subentra all'esonerato Alfredo Magni come allenatore del {{Calcio Monza|N}},<ref>[http://www.tuttomercatoweb.com/cagliari/?action=read&idnotizia=5545 È morto Paolo Carosi, allenatore di Cagliari e Lazio] Tuttomercatoweb.com</ref> terminando il campionato all'ultimo posto. Ciononostante guidò i brianzoli alla conquista dell'[[Olimpico]] e facendo sprofondare la Lazio ad un passo dalla [[Serie C]].

Versione delle 18:25, 22 dic 2020

«Un grande uomo, un allenatore come pochi. Con lui mi sono trovato benissimo»

Paolo Carosi
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Calcio
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Termine carriera giocatore - 1970
Carriera
Giovanili
19??-1957Tivoli
Squadre di club1
1957-1958Tivoli? (?)
1958-1962Lazio61 (1)
1962-1963Udinese29 (0)
1963-1968Lazio113 (1)
1968-1969Catania9 (0)
1969-1970L'Aquila? (?)
Carriera da allenatore
1971-1972LazioJuniores reg.
1972-1977LazioPrimavera
1977-1978Avellino
1978-1981Fiorentina
1981-1982Cagliari
1982-1983Bologna
1983-1984Lazio
1986Monza
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
Statistiche aggiornate al 29 gennaio 2016

Paolo Carosi (Tivoli, 8 aprile 1938Roma, 15 marzo 2010) è stato un allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo centrocampista.

Era soprannominato Il Barone.[2]

È scomparso nel 2010 all'età di 71 anni.[2] La S.S. Lazio lo ha voluto ricordare tramite il suo sito web ufficiale con una lettera.[3]

Carriera

Giocatore

Carosi, ultimo a destra, con i compagni Castelletti e Zanetti.

Iniziò nelle giovanili del Tivoli e approdò alla Lazio nel 1958 appena ventenne. Il suo esordio avviene il 6 gennaio 1959 nel match di Coppa Italia contro il Varese(3-0 per i biancocelesti). Il suo esordio in Serie A, invece, avvenne il 19 aprile 1959 nella partita interna contro l'Alessandria (2-0 per i grigi). Due stagioni in qualità di riserva, quindi l'inserimento stabile in prima squadra proprio in coincidenza con l'anno della prima retrocessione dei biancocelesti nel campionato cadetto.

Il 3 marzo 1968 giocò l'ultima partita con la maglia della Lazio nella ventiseiesima giornata di Serie B contro il Catania (0-0). Con i capitolini conta 197 presenze complessive (176 in campionato, 19 in Coppa Italia e 2 in Coppa delle Alpi) e 3 gol (tutti in campionato). Nel novembre del 1962 si trasferisce all'Udinese e al termine del campionato fece ritorno alla Lazio, dove rimase fino al termine della stagione 1967-1968 quando passò al Catania.

Un singolare aneddoto della storia di Paolo Carosi è riferito alla 4ª giornata del campionato 1966-1967. Si giocava a San Siro, Milan-Lazio e l'arbitro Angonese, con i rossoneri in vantaggio per 2-1, fischiò la fine dell'incontro con due minuti di anticipo. L'allenatore biancoceleste Mannocci ed alcuni giocatori si resero conto della svista arbitrale e protestarono vibratamente mentre altri, tra cui il Barone Carosi rientrarono mestamente negli spogliatoi. Angonese, accortosi dell'errore, richiamò in campo le due squadre. Carosi, che era già sotto la doccia, si rivestì in fretta e tornò in campo, sollecitato dalle preghiere di compagni ed avversari. Non si riallacciò neanche gli scarpini e non tornò nella sua posizione abituale (tanto mancavano la miseria di due minuti), stazionando a metà campo. Ricevette un pallone innocuo e, vedendo il compagno di squadra Bagatti libero, glielo porse di precisione, mandandolo in rete per il gol del definitivo 2-2.

Allenatore

"Il Barone" in veste di tecnico della Lazio.

Appesi gli scarpini al chiodo, Carosi tornò alla Lazio per muovere i primi passi da allenatore. Per cinque anni guidò la formazione Primavera, portandola alla vittoria del campionato 1975-1976.[4] In quella squadra maturarono elementi come Bruno Giordano, Lionello Manfredonia, Andrea Agostinelli, Stefano Di Chiara, Maurizio Montesi e Massimo De Stefanis.[4] Dopo aver partecipato e superato a pieni voti il "Supercorso" di Coverciano,[4] Paolo Carosi lasciò il mondo dei giovani per intraprendere la strada di tecnico dei "professionisti". Dopo le prime esperienze all'Avellino[5] (squadra che portò in Serie A),[6] passò alla Fiorentina[7], con cui arrivò al sesto posto in classifica nel campionato 1979-1980; l'anno successivo fu però esonerato, nel mese di gennaio del 1981, per pressioni degli ultras[8] dovute alla momentanea classifica deludente[9]. Fu quindi al Cagliari[10], al Bologna[11] per fare poi ritorno nella Capitale, nella sua "amata" Lazio.[12]

Giorgio Chinaglia, allora presidente dei capitolini, lo chiamò alla guida di una squadra sull'orlo della Serie B alla 13ª giornata del campionato 1983-1984; grazie ad un ottimo girone di ritorno, Carosi riuscì a centrare la salvezza.[13] L'ovvia conferma al timone del vascello laziale si tramutò nel giro di un paio di mesi in un successivo esonero.[13] Eliminata dalla Coppa Italia e con un inizio di campionato con due sconfitte contro Fiorentina e Udinese, Chinaglia decise di dare il benservito al tecnico tiburtino, sostituendolo con Juan Carlos Lorenzo prima e con il duo Oddi-Lovati poi. La scelta non si rivelò buona e la squadra concluse il campionato con 15 punti retrocedendo in Serie B. Sedette per 25 volte (20 in campionato e 5 in Coppa Italia) sulla panchina dei biancocelesti.

L'anno successivo, subentra all'esonerato Alfredo Magni come allenatore del Monza,[14] terminando il campionato all'ultimo posto. Ciononostante guidò i brianzoli alla conquista dell'Olimpico e facendo sprofondare la Lazio ad un passo dalla Serie C.

Palmarès

Giocatore

Competizioni nazionali

Lazio: 1958

Allenatore

Competizioni giovanili

Lazio: 1974
Lazio: 1975-1976

Note

Collegamenti esterni

  • Dario Marchetti (a cura di), Paolo Carosi, su Enciclopediadelcalcio.it, 2011.