Puputan: differenze tra le versioni
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[[File:Puputan of the Raja of Boeleleng.jpg | thumb | Illustrazione della rivista francese ''[[Le Petit Journal]]'', 1849, in cui appare il puputan del [[Raja]] di Buleleng suicida con altri 400 membri della sua corte. ]] |
[[File:Puputan of the Raja of Boeleleng.jpg | thumb | Illustrazione della rivista francese ''[[Le Petit Journal]]'', 1849, in cui appare il puputan del [[Raja]] di Buleleng suicida con altri 400 membri della sua corte. ]] |
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Dopo la metà del XIX secolo, la [[compagnia olandese delle Indie orientali]] decise di imporre il proprio controllo su i [[regno di Bali|regni balinesi]] con il pretesto di eradicare il contrabbando di oppio, la corsa alle armi, il ''[[tawan karang]]'' (tradizione autoctona del saccheggio dei relitti) e la schiavitù<ref>{{cita libro|lingua=en|titilo=''International Dictionary of Historic Places: Asia and Oceania''|autore= Trudy Ring| pagina.69|url=https://books.google.com/books?id=vWLRxJEU49EC&pg=PA69}}</ref><ref>{{cita libro|lingua= en|titilo=''A short history of Bali: Indonesia's Hindu realm''|autore= Robert Pringle |pagina=98''ff'' |url=https://books.google.com/books?id=5TOBKsLvjjkC&pg=PA98]}} |
Dopo la metà del XIX secolo, la [[compagnia olandese delle Indie orientali]] decise di imporre il proprio controllo su i [[regno di Bali|regni balinesi]] con il pretesto di eradicare il contrabbando di oppio, la corsa alle armi, il ''[[Tawan karang|tawan karang]]'' (tradizione autoctona del saccheggio dei relitti) e la schiavitù<ref>{{cita libro|lingua=en|titilo=''International Dictionary of Historic Places: Asia and Oceania''|autore= Trudy Ring| pagina.69|url=https://books.google.com/books?id=vWLRxJEU49EC&pg=PA69}}</ref><ref>{{cita libro|lingua= en|titilo=''A short history of Bali: Indonesia's Hindu realm''|autore= Robert Pringle |pagina=98''ff'' |url=https://books.google.com/books?id=5TOBKsLvjjkC&pg=PA98]}} |
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Versione delle 20:40, 29 nov 2020
Puputan[1] è un termine balinese per indicare un rituale di suicidio di massa [2], in cui si preferiva la morte all'umiliazione della resa.
I "puputan" più noti nella storia dell'isola indonesiana di Bali avvennero nel 1906 e 1908, quando i balinesi furono soggiogati dalle truppe olandesi.
L'origine del nome
In balinese la radice del termine puputan è puput, che significa 'finitura' o 'fine' come se l'atto suicida fosse l'ultima scena di una rappresentazione teatrale, infatti il puputan è stato sempre considerato dai balinesi un evento simbolico più che strategico o politico.[3]
Storia
Dopo la metà del XIX secolo, la compagnia olandese delle Indie orientali decise di imporre il proprio controllo su i regni balinesi con il pretesto di eradicare il contrabbando di oppio, la corsa alle armi, il tawan karang (tradizione autoctona del saccheggio dei relitti) e la schiavitù[4][5]. Dopo le invasioni del 1846, 1848 e 1849, gli olandesi riuscirono a controllare i regni settentrionali di Buleleng e Jembrana[6], causando il primo rituale puputan della storia balinese che avvenne nel 1849 e comprese le reggenze di Buleleng, Badung, Gianyar, Tabanan e Klungkung. I morti balinesi furono più di 1000, gli olandesi 34.
Il più atroce dei rituali puputan, il "Badung Puputan", avvenne il 29 settembre 1906. Gli olandesi inviarono una spedizione militare contro i regni meridionali di Badung, Tabanan e Klungkung, i villaggi di Kesiman, Denpasar e Tabanan vennero assaliti. Tutte le corti commisero suicidio. Solo nel puputan di Denpasar furono coinvolti oltre 1000 persone. L' evento viene commemorato ogni anno tra settembre e ottobre con grandi festeggiamenti[7] [8].
Il puputan della corte di Klungkung avvenuto nel 1908, concluse la conquista olandese su Bali [9]. Per assicurarsi il monopolio dell'oppio, la compagnia olandese delle Indie orientali anniento' la secolare sovranità balinese portando l'ultimo Dewa Agung Jambe II a togliersi la vita nel suo Palazzo reale di Klungkung e con lui più di 200 persone [10].
Rito
Il rituale venne documentato con precisione dal Dr. H. M. Van Weede[11][12], durante il puputan del 1906:
Dopo aver dato alle fiamme il palazzo reale, il re di Badung I Gusti Gede Made Ngurah con i suoi fedelissimi tra uomini, donne, bambini (e anche neonati) uscirono in processione, in silenzio[13]. Erano vestiti a festa, il re e gli alti ufficiali in abiti rossi o neri, gli altri in bianco, tutti ingioiellati. I sacerdoti benedivano i kris o altre armi bianche, le donne scioglievano i capelli e l'incenso fumava dovunque. Si incamminarono verso nord in direzione del monte Agung, per fermarsi di colpo pugnalando chi se stessi e chi prima i figli, come in una trance violenta.
Secondo i resoconti veri, lo spettacolo fu così orribile che molte delle truppe olandesi furono profondamente traumatizzate[14].
Note
- ^ (EN) Fred B. Eiseman, Margaret H. Eiseman, "Bali, Sekala and Niskala: Essays on religion, ritual, and art", in University of Michigan. Editore Periplus Editions, 1989, p. 376 pagine.ISBN 0945971036, 9780945971030
- ^ (EN) What is Puputan?, su baliadvertiser.biz. URL consultato il 16 novembre 2020.
- ^ (EN) Pringle Robert, Bali: regno indù dell'Indonesia; Una breve storia di, Breve storia dell'Asia Series, [llen & Unwin, 2004, ISBN 978-1-86508-863-1.
- ^ (EN) pagina.69 Trudy Ring, https://books.google.com/books?id=vWLRxJEU49EC&pg=PA69.
- ^ (EN) Robert Pringle, p. 98ff, [1] https://books.google.com/books?id=5TOBKsLvjjkC&pg=PA98%5D].
- ^ (EN) Barski, p. 48.
- ^ (EN) Badung Puputan 2015 Festival, su thebalitimes.com. URL consultato il 16noveembre 2020.
- ^ (EN) Taman Puputan, Bali, su balitravelhub.com. URL consultato il 16noveembre 2020.
- ^ (EN) Lucy Ridout e Lesley Reader, Bali and Lombok, su books.google.com, p. 49].
- ^ (EN) M.J. Wiener, Schulte Nordhol, The spell of power; A history of Balinese politics 1650-1940, 1996, p. 210-6.
- ^ (EN) Puputan: Bali ritual of mass suicide, su m.blog.naver.com. URL consultato il 15 novembre 2020.
- ^ (EN) Raechelle Rubinstein, Linda H. Connor, "Staying Local in the Global Village: Bali in the Twentieth Century", in Hawaii University Press, 1999.
- ^ (EN) What is Puputan?, su baliadvertiser.biz. URL consultato il 15 novembre 2029.
- ^ (EN) Margaret J. Wiener, Chicago University Press, 1995.
Voci correlate
Altri progetti
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