Giulio Cesare Castello: differenze tra le versioni

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Iniziò come critico teatrale sulla rivista ''[[Sipario (periodico)|Sipario]]'', e in seguito fu collaboratore della rivista ''[[Cinema (rivista)|Cinema]]'' della nuova serie sin dal 1948. Ne diventò il critico cinematografico e principale curatore quando [[Guido Aristarco]] nel 1952 fondò il periodico ''[[Cinema Nuovo]]'', mantenendo l'incarico fino alla chiusura della rivista nel 1956. In seguito collaborò con diverse altre riviste, tra le quali ''[[Bianco e Nero (rivista)|Bianco e Nero]]''.
Iniziò come critico teatrale sulla rivista ''[[Sipario (periodico)|Sipario]]'', e in seguito fu collaboratore della rivista ''[[Cinema (rivista)|Cinema]]'' della nuova serie sin dal 1948. Ne diventò il critico cinematografico e principale curatore quando [[Guido Aristarco]] nel 1952 fondò il periodico ''[[Cinema Nuovo]]'', mantenendo l'incarico fino alla chiusura della rivista nel 1956. In seguito collaborò con diverse altre riviste, tra le quali ''[[Bianco e Nero (rivista)|Bianco e Nero]]''.


Saggista e documentarista (nel 1955 diresse il cortometraggio ''[[Il museo delle voci]]'', con [[Titina De Filippo]]) fu traduttore italiano del dramma di [[Jean Anouilh]] ''[[Leocadia]]'', che ebbe trasposizioni teatrali (nel 1952, dove curò la messa in scena), televisive (diretto da [[Mario Ferrero (regista)|Mario Ferrero]] nel 1958) e radiofoniche (diretto da [[Andrea Camilleri]] nel 1962). Fu collaboratore dell' ''[[Enciclopedia dello spettacolo]]'' e fece parte dell'[[Associazione italiana per le ricerche di storia del cinema]]. Nel 1961 fu tra i membri della giuria della [[22ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia]] e nel 1978 fu l'ideatore del programma radiofonico ''Il fascino discreto della parola'', andato in onda su [[Rai Radio 2]] e condotto dall'attore [[Nino Dal Fabbro]]<ref>{{Cita web|url=http://www.teche.rai.it/personaggi/giulio-cesare-castello/ |titolo=Giulio Cesare Castello |accesso=1° ottobre 2020}}</ref>. Fu anche attore in quattro film tra il 1968 e il 1976.
Saggista e documentarista (nel 1955 diresse il cortometraggio ''[[Il museo delle voci]]'', con [[Titina De Filippo]]) fu traduttore italiano di diversi drammi, tra i quali quello di [[Jean Anouilh]] ''[[Leocadia (dramma)|Leocadia]]'', che ebbe trasposizioni teatrali (nel 1954, dove curò la messa in scena), televisive (diretto da [[Mario Ferrero (regista)|Mario Ferrero]] nel 1958) e radiofoniche (diretto da [[Andrea Camilleri]] nel 1962). Fu collaboratore dell' ''[[Enciclopedia dello spettacolo]]'' e fece parte dell'[[Associazione italiana per le ricerche di storia del cinema]]. Nel 1961 fu tra i membri della giuria della [[22ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia]] e nel 1978 fu l'ideatore del programma radiofonico ''Il fascino discreto della parola'', andato in onda su [[Rai Radio 2]] e condotto dall'attore [[Nino Dal Fabbro]]<ref>{{Cita web|url=http://www.teche.rai.it/personaggi/giulio-cesare-castello/ |titolo=Giulio Cesare Castello |accesso=1° ottobre 2020}}</ref>. Fu anche attore occasionale in quattro film tra il 1968 e il 1976, diretto da [[Bernardo Bertolucci]], [[Alberto Sordi]] e [[Mauro Severino]].


Nel 1997 il suo fondo archivistico, comprendente oltre 9.500 volumi, 3.500 riviste e migliaia di dischi in vinile, venne donato da lui stesso e dai suoi eredi (Bice e Oscar Castello) alla Biblioteca intitolata a [[Lino Micciché]] dell'[[Università degli Studi di Roma Tre]]<ref>{{Cita web|url=https://sba.uniroma3.it/biblioteche/biblioteca-di-area-delle-arti/risorse/collezioni/fondo-giulio-cesare-castello/ |titolo=Fondo Giulio Cesare Castello |accesso=1° ottobre 2020}}</ref>. Scompare nel luglio del 2003, un mese prima di compiere 83 anni<ref>{{Cita web|url=https://data.bnf.fr/fr/14635021/giulio_cesare_castello/ |titolo=Giulio Cesare Castello |accesso=1° ottobre 2020}}</ref>.
Nel 1997 il suo fondo archivistico, comprendente oltre 9.500 volumi, 3.500 riviste e migliaia di dischi in vinile, venne donato da lui stesso e dai suoi eredi (Bice e Oscar Castello) alla Biblioteca intitolata a [[Lino Micciché]] dell'[[Università degli Studi di Roma Tre]]<ref>{{Cita web|url=https://sba.uniroma3.it/biblioteche/biblioteca-di-area-delle-arti/risorse/collezioni/fondo-giulio-cesare-castello/ |titolo=Fondo Giulio Cesare Castello |accesso=1° ottobre 2020}}</ref>. Scompare nel luglio del 2003, un mese prima di compiere 83 anni<ref>{{Cita web|url=https://data.bnf.fr/fr/14635021/giulio_cesare_castello/ |titolo=Giulio Cesare Castello |accesso=1° ottobre 2020}}</ref>.
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* {{cita libro |titolo=Il cinema neorealistico italiano |editore=Edizioni Radio Italiana |città=Torino |anno=1956 |isbn=no}}
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== Traduzioni ==
* ''[[La calunnia (dramma)|La calunnia]]'' di [[Lillian Hellman]] (1950)
* ''[[Gli innocenti (dramma)|Gli innocenti]]'' di [[William Archibald]] ed [[Henry James]] (1951)
* ''[[Dio lo sapeva]]'' di [[Armand Salacrou]] (1951)
* ''[[Leocadia (dramma)|Leocadia]]'' di [[Jean Anouilh]] (1953)
* ''[[L'ultima stanza]]'' (1957)


== Note ==
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== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
* [[Sipario (periodico)]]
* [[Cinema (rivista)]]
* [[Cinema (rivista)]]


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[[Categoria:Attori cinematografici italiani]]
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[[Categoria:Critici teatrali italiani]]
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[[Categoria:Traduttori italiani]]
[[Categoria:Bibliofili]]
[[Categoria:Bibliofili]]

Versione delle 21:42, 1 ott 2020

Giulio Cesare Castello (Genova, 11 agosto 19214 luglio 2003) è stato un giornalista e critico cinematografico italiano.

Biografia

Iniziò come critico teatrale sulla rivista Sipario, e in seguito fu collaboratore della rivista Cinema della nuova serie sin dal 1948. Ne diventò il critico cinematografico e principale curatore quando Guido Aristarco nel 1952 fondò il periodico Cinema Nuovo, mantenendo l'incarico fino alla chiusura della rivista nel 1956. In seguito collaborò con diverse altre riviste, tra le quali Bianco e Nero.

Saggista e documentarista (nel 1955 diresse il cortometraggio Il museo delle voci, con Titina De Filippo) fu traduttore italiano di diversi drammi, tra i quali quello di Jean Anouilh Leocadia, che ebbe trasposizioni teatrali (nel 1954, dove curò la messa in scena), televisive (diretto da Mario Ferrero nel 1958) e radiofoniche (diretto da Andrea Camilleri nel 1962). Fu collaboratore dell' Enciclopedia dello spettacolo e fece parte dell'Associazione italiana per le ricerche di storia del cinema. Nel 1961 fu tra i membri della giuria della 22ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e nel 1978 fu l'ideatore del programma radiofonico Il fascino discreto della parola, andato in onda su Rai Radio 2 e condotto dall'attore Nino Dal Fabbro[1]. Fu anche attore occasionale in quattro film tra il 1968 e il 1976, diretto da Bernardo Bertolucci, Alberto Sordi e Mauro Severino.

Nel 1997 il suo fondo archivistico, comprendente oltre 9.500 volumi, 3.500 riviste e migliaia di dischi in vinile, venne donato da lui stesso e dai suoi eredi (Bice e Oscar Castello) alla Biblioteca intitolata a Lino Micciché dell'Università degli Studi di Roma Tre[2]. Scompare nel luglio del 2003, un mese prima di compiere 83 anni[3].

Nel 2009 viene istituita una Fondazione a loro intitolata[4] che, in collaborazione con il Roma Tre Film Festival, ideato da Vito Zagarrio, dal 2016 assegna un premio a lui dedicato per la migliore tesi di laurea magistrale sul cinema.

Filmografia

Documentarista

Attore

Saggi

  • Il cinema neorealistico italiano, Torino, Edizioni Radio Italiana, 1956, ISBN non esistente.
  • Il divismo - mitologia del cinema, Torino, Edizioni Radio Italiana, 1957, ISBN non esistente.

Traduzioni

Note

  1. ^ Giulio Cesare Castello, su teche.rai.it. URL consultato il 1° ottobre 2020.
  2. ^ Fondo Giulio Cesare Castello, su sba.uniroma3.it. URL consultato il 1° ottobre 2020.
  3. ^ Giulio Cesare Castello, su data.bnf.fr. URL consultato il 1° ottobre 2020.
  4. ^ Premio Giulio Cesare Castello (PDF), su consultacinema.org. URL consultato il 1° ottobre 2020.

Voci correlate

Collegamenti esterni