Amedeo di Savoia-Aosta (1898): differenze tra le versioni

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Amedeo di Savoia-Aosta
Amedeo di Savoia, duca d'Aosta
III Duca d'Aosta
Stemma
Stemma
In carica4 luglio 1931 –
3 marzo 1942
PredecessoreEmanuele Filiberto di Savoia-Aosta
SuccessoreAimone di Savoia-Aosta
Nome completoAmedeo Umberto Lorenzo Marco Paolo Isabella Luigi Filippo Maria Giuseppe Giovanni Adriano Francesco Manuel
NascitaTorino, 21 ottobre 1898
MorteNairobi, 3 marzo 1942
Luogo di sepolturaSacrario militare italiano di Nyeri
DinastiaSavoia-Aosta
PadreEmanuele Filiberto di Savoia-Aosta
MadreElena d'Orléans
ConsorteAnna d'Orléans
FigliMargherita
Maria Cristina
ReligioneCattolica
Amedeo di Savoia
Amedeo di Savoia-Aosta

Viceré d'Etiopia
Durata mandato21 dicembre 1937 –
19 maggio 1941
MonarcaVittorio Emanuele III
Capo del governoBenito Mussolini
PredecessoreRodolfo Graziani
SuccessorePietro Gazzera

Dati generali
Suffisso onorificoDuca d'Aosta
UniversitàReale Collegio della Nunziatella
Università degli Studi di Palermo
Amedeo di Savoia-Aosta
Busto del Duca d'Aosta nell'appartamento del duca Amedeo nel Castello di Miramare
SoprannomeDuca di Ferro
Eroe dell'Amba Alagi
NascitaTorino, 21 ottobre 1898
MorteNairobi, 3 marzo 1942 (43 anni)
Cause della morteprigionia
Luogo di sepolturaSacrario militare italiano di Nyeri, Kenya.
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armata Regio Esercito
Regia Aeronautica
Anni di servizio1915-1941
GradoGenerale d'armata aerea
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneFronte italiano
Campagna dell'Africa Orientale Italiana
BattaglieSeconda battaglia dell'Amba Alagi
Comandante di21º Stormo
4º Stormo
III Brigata aerea
1ª Divisione Aerea "Aquila"
Forze armate dell'Africa Orientale Italiana
voci di militari presenti su Wikipedia

Amedeo di Savoia-Aosta (Amedeo Umberto Lorenzo Marco Paolo Isabella Luigi Filippo Maria Giuseppe Giovanni di Savoia-Aosta), soprannominato Duca di Ferro ed eroe dell'Amba Alagi (Torino, 21 ottobre 1898Nairobi, 3 marzo 1942) è stato un generale e aviatore italiano, membro di Casa Savoia appartenente al ramo Savoia-Aosta. Fu viceré d'Etiopia dal 1937 al 1941.

Biografia

Infanzia ed educazione

Amedeo con la madre Elena e suo fratello Aimone di Savoia-Aosta

Amedeo nacque a Torino nel 1898 da Emanuele Filiberto, secondo duca d'Aosta, e da Elena di Borbone-Orléans. Quale erede del ducato d'Aosta ricevette il titolo di duca delle Puglie. A nove anni fu inviato al collegio di St. Andrew di Londra, nel Regno Unito, imparando perfettamente la lingua inglese; tornato in Italia fu avviato alla carriera militare a quindici anni e iscritto al Reale Collegio della Nunziatella di Napoli.

Ben presto Amedeo si scontrò con le rigide consegne imposte agli altri studenti: nessuno doveva rivolgersi per primo al principe, e, se interpellato, doveva mettersi sull'attenti e rispondere esclusivamente: "Sì altezza reale, no altezza reale". Infastidito da tanta formalità, Amedeo permise ai propri compagni di dargli del "tu" e di omettere il titolo di Altezza Reale[1].

Carriera militare

File:Amedeo D'Aosta e Regina Elena.jpg
Amedeo di Savoia Aosta, caporale delle Voloire, con la madre Elena di Borbone-Orléans

All'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale si arruolò volontario, a soli sedici anni, come soldato semplice nel Reggimento artiglieria a cavallo "Voloire". Il padre Emanuele Filiberto lo presentò al generale Petitti di Roreto dicendo: "Nessun privilegio, sia trattato come gli altri"[1].

Venne subito destinato alla prima linea, con il grado di caporale e servente d'artiglieria sul Carso, guadagnandosi prima sul campo il grado di tenente in s.p.e., per merito di guerra e nel 1917 quello di capitano. Al termine del conflitto ottenne dai genitori il permesso di seguire lo zio Luigi Amedeo, duca degli Abruzzi in Somalia, dove era impegnato nell'esplorazione del fiume Uèbi Scebèli con lo scopo di realizzare una fattoria per la coltivazione di cotone, canna da zucchero e semi oleosi. Insieme costruirono una ferrovia ed un villaggio, battezzato Villaggio Duca degli Abruzzi. Nel 1920 a Palermo conseguì la licenza liceale.

Il Duca d'Aosta Emanuele Filiberto di Savoia, Comandante della 3ª Armata con il figlio Amedeo, Duca delle Puglie

Nel 1921 Amedeo partì per il Congo Belga. L'"esilio" temporaneo, secondo la cronaca scandalistica dell'epoca, derivò da una sua battuta sul re e sulla regina. Durante un ricevimento a palazzo, all'apparire dei sovrani, fu riportato avesse detto: "Ecco Curtatone e Montanara". Il riferimento alla battaglia risorgimentale era velatamente rivolto alla bassa statura di Vittorio Emanuele e alla nazione di provenienza della regina: il Montenegro. La battuta fu sentita e il giorno dopo il padre fu convocato dal re e ne fu deciso l'allontanamento da corte. Amedeo si recò in Africa e si fece assumere sotto pseudonimo come operaio semplice in una fabbrica di sapone a Stanleyville (oggi Kisangani).

Nel 1923, rientrato in Italia, a Palermo riprende la carriera militare con il grado di maggiore, e successivamente si laureò in giurisprudenza all'Università di Palermo con una tesi in diritto coloniale, intitolata I concetti informatori dei rapporti giuridici fra gli stati moderni e le popolazioni indigene delle colonie, esaminando il problema coloniale sotto l'aspetto morale e sostenendo che l'imposizione della sovranità di uno stato sugli indigeni si giustifica moralmente solo migliorando le condizioni di vita delle popolazioni colonizzate.

Aviatore

L'ingegnere aeronautico Raffaele Conflenti accompagna Amedeo di Savoia-Aosta (in uniforme, riconoscibile per la notevole altezza) in una visita in una rimessa di aeroplani.

Il 24 luglio 1926 conseguì la licenza di pilota militare. Tornato in Africa, Amedeo compì numerosi voli di ricognizione, guadagnando una medaglia d'argento al valor militare per le ardite azioni in volo sulla Cirenaica[1].

A seguito della morte del padre Emanuele Filiberto nel 1931, Amedeo assunse il titolo di duca d'Aosta. Quell'anno diviene comandante del 23º Reggimento Artiglieria da Campagna di stanza a Trieste e risiedette presso il Castello di Miramare.

Amedeo di Savoia, primo a destra, con i piloti del 4º stormo all'aeroporto di Gorizia.

Nel 1932 è trasferito nella Regia Aeronautica e, l'11 giugno assunse con il grado di colonnello il comando del 21º Stormo Ricognizione terrestre, di stanza a Gorizia. Il 1º maggio 1933 il duca lascia il comando del 21º Stormo per quello del 4º Stormo Caccia fino al marzo 1934. Nel 1934 è promosso generale di brigata aerea. In quel periodo fu anche presidente onorario della Triestina. Nel 1935, allo scoppio della Guerra d'Etiopia, chiese d'andare al fronte, ma il Re rifiutò, motivandolo con la sua posizione nell'ordine di successione al trono. Nel 1936 da generale di divisione aerea è posto al comando della 1ª divisione aerea "Aquila", fino al 12 dicembre 1937[2].

Il 16 novembre 1937 fu nominato Generale di squadra aerea.

Possibili nomine

Amedeo di Savoia fotografato il 17 gennaio 1940

Intanto si parlava anche di proposte ed intese per far diventare Amedeo re di qualche nazione europea: al termine della guerra civile spagnola, nel 1939, si era pensato di dargli il trono di Spagna, lasciato libero dai Borbone, ma la proposta decadde per l'opposizione di Francisco Franco[3].

In seguito ci furono incontri fra alti esponenti politici ungheresi ed italiani affinché Amedeo cingesse la corona d'Ungheria, rimasta vacante dopo la sconfitta degli Asburgo al termine della prima guerra mondiale (volendo mantenere la monarchia, dato che la corona rappresentava l'unità e l'indipendenza dello stato, al termine della prima guerra mondiale gli ungheresi trovarono una soluzione di compromesso nominando un reggente nella persona dell'ammiraglio Miklós Horthy, in attesa della futura salita al trono di qualche re che non fosse un Asburgo, dinastia contro la quale le potenze vincitrici della guerra avevano posto il veto[3]. La morte di Amedeo nel 1942, però, fece sfumare il piano di mettere un Savoia sul trono di Budapest[4]).

Matrimonio

File:Amedeo di Savoia ed Anna d'Orléans.jpg
Amedeo d'Aosta ed Anna d'Orléans il giorno delle nozze.

Amedeo sposò Anna d'Orléans (Le Nouvion-en-Thiérache, 5 agosto 1906 - Sorrento, 19 marzo 1986) il 5 novembre 1927 a Napoli.

Viceré d'Etiopia

Lo stesso argomento in dettaglio: Africa Orientale Italiana.
Ritratto del Vicerè d'Etiopia S.A.R. il Duca d'Aosta Amedeo di Savoia

Dopo la seconda guerra italo-abissina, il 21 dicembre 1937 Amedeo di Savoia si insediò come governatore generale dell'Africa Orientale Italiana e viceré d'Etiopia, facendo continuare, almeno fino al marzo del 1939, l'impiego dei gas nelle azioni repressive contro la resistenza etiope e pure le popolazioni civili[5]. In quegli anni contribuì alla realizzazione di ingenti opere pubbliche[6].

Nel 1938 su ordine di Mussolini e sulla falsarige delle Leggi razziali fasciste, Amedeo d'Aosta commissionò al colonnello degli alpini Giuseppe Adami (capo dell'Ufficio topografico dell'impero) l'individuazione di un territorio idoneo ad ospitare una colonia ad ospitare un numero iniziale di 1400 famiglie di religione ebraica. Tale valutazione preliminare si inseriva nell'ambito della progettata creazione di una colonia ebraica in Etiopia, poi non concretizzatasi.

Vittorio Emanuele III inaugura, nel 1939, la Camera dei fasci e delle corporazioni in presenza di Umberto, principe di Piemonte, Amedeo di Savoia-Aosta, duca d'Aosta, Vittorio Emanuele di Savoia-Aosta, conte di Torino

Nel 1940 era stato nominato generale d'armata aerea e con l'entrata dell'Italia in guerra il 10 giugno 1940, divenne comandante superiore delle forze armate dell'Africa Orientale Italiana.[7] Nel 1941, di fronte alla travolgente avanzata degli inglesi nell'Africa Orientale Italiana, le poche truppe italiane rimaste al suo comando si ritirarono per organizzare l'ultima resistenza sulle montagne etiopi.

La disfatta dell'Amba Alagi

Il colonnello Stefanio Fedeli con il Duca Amedeo di Savoia-Aosta nel 1940

Amedeo si asserragliò dal 17 aprile al 17 maggio 1941 sull'Amba Alagi con 7.000 uomini, una forza composta da carabinieri, avieri, marinai della base di Assab, 500 soldati della sanità e circa 3.000 militari delle truppe indigene. Lo schieramento italiano venne ben presto stretto d'assedio dalle forze del generale Cunningham (39.000 uomini). I soldati italiani, inferiori sia per numero che per mezzi, diedero prova di grande valore, ma, rimasti stremati dal freddo e dalla mancanza di munizioni, acqua e legna, si dovettero arrendere ai britannici. Il giorno 14 Amedeo ottenne da Mussolini l'autorizzazione alla resa e designò come negoziatore il generale Volpini, che, però, fu massacrato con la sua scorta dai ribelli etiopi che circondavano le linee italiane.

Poco prima della resa Amedeo autorizzò gli indigeni della sua truppa a tornare nei propri villaggi (e altrettanto autorizzò a fare ai suoi ufficiali), ma, come risulta dai bollettini del 1941 del SIM, gli abbandoni non furono superiori alla quindicina di casi, testimoniando il profondo legame che si era instaurato fra lui stesso, i suoi più giovani ufficiali ed i loro àscari[1]. A mezzogiorno del 17 maggio le condizioni della resa vennero pattuite dai generali Trezzani e Cordero di Montezemolo per parte italiana e dal colonnello Dudley Russel per parte britannica. I militari di Sua Maestà Britannica, non solo in omaggio del comandante nemico appartenente alla migliore nobiltà europea, ma anche in segno di ammirazione per la fermezza da loro mostrata[8], resero gli onori delle armi ai superstiti, facendo conservare agli ufficiali la pistola d'ordinanza.

Il Duca d'Aosta in visita in un villaggio etiopico (maggio 1940)

Lunedì 19 maggio 1941, all'ingresso della caverna-comando, comparve Amedeo d'Aosta, e da Forte Toselli il Duca si avviò scendendo con alla sua sinistra il generale inglese Maine, scortato da un sottufficiale sudafricano. Su due colonne li seguivano i soldati del presidio, carichi di armi leggere, zaini, valigie di cartone legate con lo spago, chitarre e fagotti, e Amedeo d'Aosta rese il saluto al picchetto d'onore ed alla bandiera italiana che si ammainava[1].

Prigionia e morte

Il Duca (il secondo da sinistra) con ufficiali inglesi dopo la resa all'Amba Alagi

Amedeo, prigioniero di guerra numero 11590, venne trasferito in Kenya in aereo. Durante il volo gli vennero ceduti per alcuni istanti i comandi, in modo da consentirgli di pilotare per l'ultima volta[1]. Arrivato in Kenya venne tenuto prigioniero dagli inglesi insieme al suo Ufficiale d'ordinanza - il tenente pilota Flavio Danieli - presso Dònyo Sàbouk, una località insalubre ed infestata dalla malaria a 70 chilometri da Nairobi. Nonostante Amedeo intercedesse presso le autorità inglesi affinché migliorassero le condizioni dei militari italiani e per il rimpatrio dei civili, il comando britannico non gli consentì di ricevere nessuno né di visitare gli altri prigionieri.

Nel novembre 1941 iniziò ad accusare alcuni malori; a dicembre una febbre alta lo costrinse a letto: tre settimane dopo il comando britannico permise ad Amedeo di recarsi a visitare i prigionieri italiani (sarebbe stata l'ultima sua uscita), ma gli impedirono di salutarli personalmente: Amedeo ottenne solo che la sua vettura procedesse a passo d'uomo di fronte ai cancelli del campo di prigionia. Dietro i cancelli i prigionieri italiani gli tendevano le mani e lo chiamavano per nome, mentre Amedeo non si curava di asciugare le lacrime che gli rigavano il volto[senza fonte]. Il 26 gennaio 1942 gli vennero riscontrate malaria e tubercolosi[1]: tale diagnosi, per le condizioni in cui si trovava, significava morte certa.

Cartolina con lo slogan lanciato da Amedeo d'Aosta: Ritorneremo

Amedeo morì il 3 marzo 1942 nell'ospedale militare di Nairobi dove fu da ultimo ricoverato. A raccogliere gli ultimi respiri del duca fu il tenente della Regia Aeronautica Biagio Guarnaccio[senza fonte]. Al suo funerale anche i generali britannici indossarono il lutto al braccio. Per sua espressa volontà è sepolto al sacrario militare italiano di Nyeri, in Kenya, insieme a 676 suoi soldati. Poiché Amedeo aveva avuto solo figlie femmine, nel titolo ducale gli succedette il fratello Aimone. Amedeo aveva fama di essere un gentiluomo; prima di lasciare la sua sede di Addis Abeba scrisse una nota ai comandi britannici per ringraziarli in anticipo della futura protezione alle donne e ai bambini del luogo.

L'imperatore Hailé Selassié, inoltre, fu impressionato dal rispetto che Amedeo dimostrò nei suoi confronti. Durante la sua visita ufficiale in Italia, nel 1953, Hailé Selassié invitò per un tè Anna d'Orléans, vedova del Duca d'Aosta, ma, quando il governo italiano lo informò che ricevere la Duchessa avrebbe offeso la Repubblica, Hailé Selassié fu costretto a cancellare l'incontro con dispiacere. In sostituzione, invitò il quinto duca d'Aosta in Etiopia verso la metà degli anni sessanta e gli accordò tutti gli onori di un capo di Stato.[senza fonte]

Discendenza

Dal matrimonio tra Amedeo di Savoia-Aosta ed Anna d'Orléans nacquero:

Monumenti e dediche

Monumento equestre ad Amedeo di Savoia-Aosta a Torino.

Gli è stato intitolato il 4º Stormo dell'Aeronautica Militare.

A Roma sono intitolati ad Amedeo di Savoia-Aosta la galleria Principe Amedeo di Savoia-Aosta, che sottopassa il Gianicolo fuori dal Vaticano, tra porta Cavalleggeri e porta Santo Spirito, e il ponte omonimo, aperto nel 1942. In origine le due opere venivano designate come "Galleria gianicolense" e "Nuovo ponte dei Fiorentini"[9].

Il 4 novembre 1962, per iniziativa dell'aeroclub locale e con la partecipazione dell'Associazione arma aeronautica e dell'Aeronautica Militare, il presidente della Repubblica Antonio Segni inaugurò un monumento in onore del principe Amedeo all'aeroporto di Gorizia. Il monumento è composto da 10 cippi rievocanti le tappe più significative delle imprese militari di Amedeo, sopra i quali si eleva una statua in marmo travertino alta 5 metri che raffigura il Duca in divisa da aviatore con il viso rivolto verso l'Africa[1].

Monumento ad Amedeo di Savoia-Aosta nel parco del castello di Miramare a Trieste.

Un altro monumento ad Amedeo si trova nel parco del castello di Miramare a Trieste, dove risiedette con la famiglia prima della partenza per l'Etiopia. Questo castello è risultato funesto per chi vi ha abitato: Massimiliano d'Asburgo partì per cingere la corona imperiale del Messico e vi morì, Amedeo partì per l'Impero d'Etiopia di cui fu viceré e morì in prigionia.

In questi anni molte vie e piazze sono state intitolate al viceré Amedeo. Un suo busto di bronzo, dono della moglie Anna di Francia, si trova all'interno del castello di Miramare e due stanze dello stesso sono a lui dedicate con interessante documentazione. Il portale web dell'Aeronautica Militare ha proposto una pagina, intitolata I grandi aviatori, dove vengono citate le maggiori personalità storiche dell'aviazione italiana, ponendo Amedeo di Savoia-Aosta tra di esse.[10]

Onorificenze

Onorificenze italiane

Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine Civile di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro al valore militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante superiore delle Forze Armate dell'Africa Orientale Italiana, durante undici mesi di asperrima lotta, isolato dalla Madre Patria, circondato da nemico soverchiante per mezzi e per forze, confermava la già sperimentata capacità di condottiero sagace ed eroico. Aviatore arditissimo, instancabile animatore delle proprie truppe le guidava ovunque, per terra, sul mare e nel cielo, in vittoriose offensive, in tenaci difese, impegnando rilevanti forze avversarie. Assediato nel ristretto ridotto dell'Amba Alagi, alla testa di una schiera di prodi, resisteva oltre i limiti delle umane possibilità, in un titanico sforzo che si imponeva all'ammirazione dello stesso nemico. Fedele continuatore delle tradizioni guerriere della stirpe sabauda e puro simbolo delle romane virtù dell'Italia imperiale e fascista. Africa Orientale Italiana, 10 giugno 1940-18 maggio 1941»
— 1941[12]
Medaglia d'argento al valore militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Prontamente intervenuto sul luogo dove un aereo si era abbattuto al suolo incendiandosi, appena intuito che il pilota era ancora tra i rottami, incurante del gravissimo pericolo derivante dallo scoppio del carburante, si lanciava incurante del pericolo per primo verso l'apparecchio avvolto da fiamme altissime, e benché ustionato dal fuoco, riusciva ad estrarre dalle lamiere il pilota che ancora dava segni di vita. Aeroporto di Gorizia»
— 5 agosto 1936[13]
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia 1848-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di benemerenza per i volontari della guerra italo-austriaca 1915-18 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia della Vittoria, commemorativa della grande guerra per la civiltà (1918) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa delle operazioni militari in Africa Orientale (1935-1936), ruoli combattenti - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di benemerenza per i volontari della campagna dell'Africa Orientale (1935-1936) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia militare al merito di lungo comando di bronzo o di 3° grado (15 anni di comando) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia militare aeronautica di 3° grado (di bronzo, 10 anni di servizio aeronavigante) - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere

Cavaliere d'Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Carlo III - nastrino per uniforme ordinaria

Ascendenza

Amedeo di Savoia, duca d'Aosta Padre:
Emanuele Filiberto di Savoia, duca d'Aosta
Nonno paterno:
Amedeo I di Spagna
Bisnonno paterno:
Vittorio Emanuele II, re d'Italia
Trisnonno paterno:
Carlo Alberto di Savoia
Trisnonna paterna:
Maria Teresa d'Asburgo-Lorena
Bisnonna paterna
Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena
Trisnonno paterno:
Ranieri Giuseppe d'Asburgo-Lorena
Trisnonna paterna:
Maria Elisabetta di Savoia-Carignano
Nonna paterna:
Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna
Bisnonno paterno:
Carlo Emanuele dal Pozzo della Cisterna
Trisnonno paterno:
Giuseppe Alfonso dal Pozzo della Cisterna
Trisnonna paterna:
Maria Anna Balbo Bertone
Bisnonna paterna:
Luisa Carolina Ghislaine di Merode
Trisnonno paterno:
Werner di Merode-Westerloo
Trisnonna paterna:
Victoire de Spangen d'Uyternesse
Madre:
Elena di Francia
Nonno materno:
Filippo d'Orléans
Bisnonno materno:
Ferdinando Filippo d'Orléans
Trisnonno materno:
Luigi Filippo I di Francia
Trisnonna materna:
Maria Amalia di Borbone-Napoli
Bisnonna materna:
Elena di Meclemburgo-Schwerin
Trisnonno materno:
Federico Ludovico di Meclemburgo-Schwerin
Trisnonna materna:
Carolina Luisa di Sassonia-Weimar-Eisenach
Nonna materna:
Maria Isabella d'Orléans
Bisnonno materno:
Antonio d'Orléans, duca di Montpensier
Trisnonno materno:
Luigi Filippo I di Francia
Trisnonna materna:
Maria Amalia di Borbone-Napoli
Bisnonna materna:
Luisa Ferdinanda di Spagna
Trisnonno materno:
Ferdinando VII di Spagna
Trisnonna materna:
Maria Cristina di Borbone-Due Sicilie

Note

  1. ^ a b c d e f g h Amedeo II di Savoia Duca delle Puglie e III Duca D'Aosta [collegamento interrotto], su asso4stormo.it. URL consultato il 25 maggio 2008.
  2. ^ http://www.associazione4stormo.it/4%C2%B0Stormo/Grosseto/Archivio%20Fotografico/Duma/Gorizia-congedo.jpg
  3. ^ a b Amedeo di Savoia Duca d'Aosta, Viceré d'Etiopia, santiebeati.it.
  4. ^ Giulio Vignoli, Il Sovrano Sconosciuto. Tomislavo II Re di Croazia, Milano, Mursia Editore, 2006, ISBN 88-425-3583-4.
  5. ^ Angelo Del Boca, La guerra d'Etiopia. L'ultima impresa del colonialismo. (Storia del ventennio fascista, 10). Longanesi & C., Milano, 2020, pp. 221-223.
  6. ^ http://www.treccani.it/enciclopedia/savoia-amedeo-di-duca-d-aosta/
  7. ^ Enzo Piscitelli, Savoia, Amedeo di, duca d'Aosta, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1949. URL consultato il 27 aprile 2016.
  8. ^ Non potrà essere dimenticato come, al fine di minare il morale delle truppe indigene italiane, queste fossero esplicitamente fatte oggetto di minacce verbali (ben presenti nei Bollettini del SIM del 1941, conservati nell'Archivio Centrale dello Stato a Roma) in cui si affermava che le loro famiglie sarebbero state massacrate in caso non avessero disertato, dopo aver sottoposto a stupro le loro donne.
  9. ^ Si veda qui la didascalida della foto dei lavori di costruzione nel 1940.
  10. ^ I grandi aviatori, su aeronautica.difesa.it. URL consultato il 31 maggio 2013.
  11. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  12. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  13. ^ http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org/#

Bibliografia

  • Alfio Berretta, Amedeo d'Aosta, Milano, Garzanti, 1948, SBN IT\ICCU\LO1\0531015.
  • Alfio Berretta, Con Amedeo d'Aosta in Africa Orientale Italiana. In pace e in guerra, Milano, Ceschina, 1952, SBN IT\ICCU\TO0\0605145.
  • Alfio Berretta, Amedeo Duca d'Aosta, Roma, 1953.
  • Alfio Berretta, Amedeo d'Aosta. Il prigioniero del Kenia, Milano, ELI, 1956, SBN IT\ICCU\TO0\0605065.
  • A. Fedin, I Condottieri, Roma, 1964, pp. 269-424.
  • Edoardo Borra, Amedeo d'Aosta, terzo duca d'Aosta e viceré d'Etiopia, Milano, Mursia, 1985, SBN IT\ICCU\CFI\0094900.
  • Carlo Delcroix, Quando c'era il Re, Milano, Rizzoli, 1959, SBN IT\ICCU\TO0\1227848.
  • Giulio Vignoli, Ricordo del Duca d'Aosta (Amedeo di Savoia, Viceré d'Etiopia), in Scritti politici clandestini. Politicamente scorretti, Genova, ECIG, 2000, p. 39, ISBN 88-7545-878-2, SBN IT\ICCU\CFI\0488443.

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore Duca d'Aosta Successore
Emanuele Filiberto 4 luglio 1931 – 3 marzo 1942 Aimone
Predecessore Viceré d'Etiopia Successore
Rodolfo Graziani 21 dicembre 1937 – 23 maggio 1941 Pietro Gazzera
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