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Seguendo la profezia rivelagli da un indovino, Takagi decide di diventare scrittore. Debutta nel 1948 grazie alla raccomandazione di [[Ranpo Edogawa|Edogawa Ranpo]], che dopo aver letto la bozza della sua prima storia poliziesca, ''[[Il mistero della donna tatuata]],'' ne riconosce l'abilità e lo raccomanda ad un editore.
Seguendo la profezia rivelagli da un indovino, Takagi decide di diventare scrittore. Debutta nel 1948 grazie alla raccomandazione di [[Ranpo Edogawa|Edogawa Ranpo]], che dopo aver letto la bozza della sua prima storia poliziesca, ''[[Il mistero della donna tatuata]],'' ne riconosce l'abilità e lo raccomanda ad un editore.


La storia, ambientata nella Tokyo del dopoguerra, ha per protagonisti Kenzo Matsushita, un ex medico molto provato dall'esperienza al fronte e con forti difficoltà di adattamento alla realtà postbellica, e il fratello maggiore Daiyu Matsushita, ispettore capo della polizia di Tokyo. Kenzo si innamora della bellissima Kinue e avvia con lei una relazione che gli ridà il senso della vita. L'assassinio della ragazza, il cui corpo orrendamente mutilato verrà ritrovato in una stanza chiusa dall'interno, darà il via a lunghe e contorte indagini e colpi di scena in cui verranno coinvolti, a diverso titoli, entrambi i fratelli.
La storia, ambientata nella Tokyo del dopoguerra, ha per protagonisti Kenzo Matsushita, un ex medico molto provato dall'esperienza al fronte e con forti difficoltà di adattamento alla realtà postbellica, e il fratello maggiore Daiyu Matsushita, ispettore capo della polizia di Tokyo. Kenzo si innamora della bellissima Kinue, il cui corpo è adornato da un meraviglioso tatuaggio costituito da serpenti colorati, e avvia con lei una relazione segreta che gli ridà il senso della vita. L'assassinio della ragazza, il cui corpo orrendamente mutilato verrà ritrovato dallo stesso Kenzo, darà il via a lunghe e contorte indagini e colpi di scena.


Nel 1950 Takagi riceve il [[Mystery Writers of Japan Award|Premio dell'Associazione degli scrittori giapponesi di romanzi polizieschi]] (Nihon tantei sakka kurabu-sho) per il suo secondo romanzo, ''Nomen Satsujin Jiken''.
Nel 1950 Takagi riceve il [[Mystery Writers of Japan Award|Premio dell'Associazione degli scrittori giapponesi di romanzi polizieschi]] (Nihon tantei sakka kurabu-sho) per il suo secondo romanzo, ''Nomen Satsujin Jiken''.

Versione delle 20:48, 29 lug 2020

File:高木彬光照片.jpg
Takagi Akimitsu

Akimitsu Takagi (高木 彬光 Takagi Akimitsu, pseudonimo di Seiichi Takagi; Aomori, 25 settembre 1920Tokyo, 9 settembre 1995) è stato uno scrittore giapponese del periodo Shōwa, autore di romanzi polizieschi.

Biografia

Takagi nasce ad Aomori, nell'omonima Prefettura situata nel nord del Giappone, il 25 settembre 1920. La sua è una famiglia di medici da quattro generazioni. Dopo la morte del padre, avvenuta quando era ancora adolescente, la famiglia si separa e Takagi continua gli studi con l'aiuto dei parenti. Dopo aver frequentato per un anno la Facoltà di Medicina, abbandona questo interesse e si laurea in ingegneria all'Università imperiale di Kyoto[1]. Lavora presso l'azienda aeronautica Nakajima Hikōki fino alla fine della seconda guerra mondiale, quando a seguito della sconfitta del Giappone il comando supremo delle potenze alleate bandisce la produzione e la ricerca nelle industrie militari.[2]

Seguendo la profezia rivelagli da un indovino, Takagi decide di diventare scrittore. Debutta nel 1948 grazie alla raccomandazione di Edogawa Ranpo, che dopo aver letto la bozza della sua prima storia poliziesca, Il mistero della donna tatuata, ne riconosce l'abilità e lo raccomanda ad un editore.

La storia, ambientata nella Tokyo del dopoguerra, ha per protagonisti Kenzo Matsushita, un ex medico molto provato dall'esperienza al fronte e con forti difficoltà di adattamento alla realtà postbellica, e il fratello maggiore Daiyu Matsushita, ispettore capo della polizia di Tokyo. Kenzo si innamora della bellissima Kinue, il cui corpo è adornato da un meraviglioso tatuaggio costituito da serpenti colorati, e avvia con lei una relazione segreta che gli ridà il senso della vita. L'assassinio della ragazza, il cui corpo orrendamente mutilato verrà ritrovato dallo stesso Kenzo, darà il via a lunghe e contorte indagini e colpi di scena.

Nel 1950 Takagi riceve il Premio dell'Associazione degli scrittori giapponesi di romanzi polizieschi (Nihon tantei sakka kurabu-sho) per il suo secondo romanzo, Nomen Satsujin Jiken.

Takagi è un esperto legale autodidatta e la maggior parte degli eroi dei suoi libri sono procuratori, come Saburo Kirishima, avvocati, come Ichiro Momoya, o investigatori di polizia; fa da eccezione il personaggio ricorrente delle sue prime storie: Kyosuke Kamizu, un professore assistente all'Università di Tokyo.

Nella sua fiorente produzione letteraria Takagi esplora diverse forme del romanzo poliziesco, tra cui il giallo storico, il romanzo picaresco, il romanzo giudiziario, gli intrighi legati al criminalità economica. Esplora anche il genere della fantascienza, in particolare l'ucronia.

In Mikkokusha (1965), la cui trama è basata su eventi reali, un ex lavoratore di borsa di Tokyo viene licenziato a causa di scambi illegali. Un successivo crollo del mercato azionario significa che non ha alcuna speranza di tornare alla sua vecchia carriera e quindi accetta un lavoro da un vecchio amico anche se alla fine scopre che la nuova società per cui lavora è davvero un'agenzia per lo spionaggio industriale.

Takagi ha goduto ​​di un certo riconoscimento nel suo paese, poiché molti dei suoi romanzi compaiono nella lista dei 100 migliori romanzi polizieschi Tozai Mystery Best 100 (東西ミステリーベスト100, Tozai Misuteri Besuto100) redatta nel 1985 dall'editore giapponese Bungeishunjū.

Colpito più volte da ictus a partire dal 1979, Takagi muore nel 1995, all'età di 75 anni.

Opere principali

Serie del detective Kyosuke Kamizu

Romanzi

    • 1948. 刺青殺人事件 (Shisei satsujin jiken)
Il mistero della donna tatuata, traduzione di Antonietta Pastore, Torino, Einaudi, 2020. ISBN 978-88-06-24576-4
    • 1949. House of Spell (呪縛の家)
    • 1950. Madan no Shashu (魔弾の射手)
    • 1952. Hakuyoki (白妖鬼)
    • 1955. Akuma no Chosho (悪魔の嘲笑)
    • 1955. Dainippon Erobankai Kodansha (人形はなぜ殺される. Trad. lett.: Perchè le bambole vengono uccise)
    • 1957. Shi o Hiraku Tobira (死を開く扉)
    • 1958. Mystery of Genghis Khan (成吉思汗の秘密)
    • 1958. Hakuma no Uta (白魔の歌)
    • 1959. Kasha to Shisha (火車と死者)
    • 1960. Shinigami no Za (死神の座)
    • 1973. Mystery of Yamataikoku (邪馬台国の秘密)
    • 1977. Kitsune no Misshitsu (狐の密室)
    • 1986. Mystery of the early Japanese Emperors (1986) (古代天皇の秘密)
    • 1987. Seven Lucky Gods Murder Case (七福神殺人事件)
    • 1991. Kamizu Kyosuke e no Chosen (神津恭介への挑戦)
    • 1993. Kamizu Kyosuke no Fukkatsu (神津恭介の復活)
    • 1994. Kamizu Kyosuke no Yogen (神津恭介の予言)
  • Raccolte di racconti
    • 1976. Crime in my Ichi-Ko days (わが一高時代の犯罪)
    • 1977. Shibijin Gekijo (死美人劇場)
    • 1977. Kage Naki Onna (影なき女)
    • 1978. Jakyo no Kami (邪教の神)
    • 1982. Enchantress's Lodge (妖婦の宿)
    • 1986. Shirayuki Hime(白雪姫)
    • 1988. Kubi o Kau Onna (首を買う女)

Serie del procuratore Saburo Kirishima

  • Romanzi
    • Prosecutor Saburo Kirishima (1964) (検事 霧島三郎)
    • The Informer (1965) (密告者)
    • Honeymoon to Nowhere (1965) (ゼロの蜜月)
    • Tokai no Okami (1966) (都会の狼)
    • Hono no Onna (1967) (炎の女)
    • Hai no Onna (1970) (灰の女)
    • Maboroshi no Akuma (1974) (幻の悪魔)
  • Raccolte di racconti
    • Nimakuhan no Satsujin (1976) (二幕半の殺人)
    • Hana no Kake (1977) (花の賭)

Altri romanzi

  • Nomen Satsujin Jiken (1949) (能面殺人事件)
  • People Gathering like Ants (1959) (人蟻)
  • Blind Spot in Broad Daylight (1960) (白昼の死角)
  • Destructive Justice (1961) (破戒裁判)
  • Combined Fleet Has Won at Last (1971) (連合艦隊ついに勝つ)
  • Goodbye Mask (1988) (仮面よ、さらば)


Works in English translation

Prosecutor Saburo Kirishima series

Vedi anche

References


















«Il modo migliore per aiutarvi a prevenire una guerra non è di ripetere le vostre parole e seguire i vostri metodi, ma di trovare nuove parole e inventare nuovi metodi»

«Io in quanto donna non ho patria. In quanto donna, la mia patria è il mondo intero»

Le tre ghinee
Titolo originaleThree Guineas
AutoreVirginia Woolf
1ª ed. originale1938
Generesaggio
Lingua originaleinglese

Le tre ghinee (Three Guineas) è un saggio scritto da Virginia Woolf e pubblicato nel giugno 1938, alla vigilia della seconda guerra mondiale.

Il libro è un pamphlet contro la guerra e il suo nucleo centrale è rappresentato dalla denuncia dello stretto legame esistente fra sistema patriarcale, militarismo e regimi totalitari, tra il potere esercitato nella sfera pubblica e nella sfera privata. Woolf lo esamina a partire dal suo status sociale di "figlia degli uomini colti"[3], e dalla sua condizione di outsider, ossia di esclusa da ogni forma di potere e di processo decisionale in quanto appartenente al genere femminile. Questa situazione di marginalizzazione e di inferiorità sociale, viene riletta da Woolf come vantaggio che le donne possono utilizzare per prevenire la guerra e per rifondare un nuovo modello di azione politica e una società migliore.

Le tre ghinee è ritenuto uno dei testi di origine del pensiero della differenza sessuale[4] e uno dei contributi più significativi del femminismo pacifista.[5]

Origine dell'opera

Nelle intenzioni di Woolf, annotate nel suo Diario nel gennaio 1931, l'opera doveva essere una continuazione di Una stanza tutta per sé (1929)[6], ed avere la forma di romanzo-saggio sulla vita sessuale delle donne.[7]

Tra l'inizio e la metà degli anni '30 Woolf riformulò e ridefinì più volte questo progetto. Nel 1932 cominciò a sviluppare la storia dei Le Pargiters, alternando i capitoli con saggi socio-femministi[8] . Ben presto abbandonò questo modello ibrido, dal quale si sarebbero sviluppate in seguito due opere distinte. La parte narrativa divenne l'ultimo e più popolare romanzo di Woolf, Gli anni (inizialmente intitolato The Pargiters, dal nome della famiglia protagonista della storia), alla cui revisione lavorò fino alla fine del 1936, riducendolo di oltre 300 pagine per eliminare ogni aspetto "propagandistico". La parte non-fiction diventò "Le tre ghinee"[9], alla cui composizione si dedicò solo a partire da fine 1936, dopo aver pubblicato Le onde (1931), Il lettore comune (seconda serie) (1932), Flush, vita di un cane (1933), e Gli anni (1937).

Gli anni 1931-1936 rappresentano un importante periodo di gestazione di Le tre ghinee, un periodo passato a raccogliere citazioni, ritagli di giornale, articoli riguardanti la politica britannica ed europea, la condizione sociale delle donne, la sessualità, la religione, l’istruzione, tutti raccolti e conservati in appositi quaderni di appunti [10][11], di cui si servirà anche per la realizzazione del romanzo "Gli anni" (1937).[12]

Bandiera dell'Unione inglese dei fascisti

‎Mentre Woolf scriveva il suo romanzo, la scena politica in Gran Bretagna, e in Europa nel suo complesso, era cambiata radicalmente: gli anni tra il 1931 e il 1935 avevano visto il fallimento della Società delle Nazioni a seguito dell'invasione giapponese della Manciuria e quella italiana dell'Abissinia, l'avvento al potere di Hitler e Mussolini, la minaccia del fascismo in Gran Bretagna con l'ascesa della British Union of Fascists, il dissenso insanabile tra pacifisti e internazionalisti sui temi come sanzioni, uso della forza, riarmo, che portò alla frattura del movimento pacifista.

Nel corso degli anni '30 Woolf partecipa a dibattiti politici, conferenze per la pace, incontri del Labour Party, della Women’s Co-operative Guild e della League of Nations Union[13], è testimone del dibattito che divide i pacifisti nel periodo fra le due guerre, e annota nel suo Diario le conversazioni sulla guerra, registrando materiale grezzo su cui si propone di riflettere.[14]

Nel 1933 è in viaggio in Italia[15], nel 1935 in Germania. Nel 1935 prende parte a due gruppi antifascisti: la sezione britannica della Associazione Internazionale degli Scrittori per la Difesa della Cultura (IAWDC) e per la Libertà di pensiero (FIL).[16] Sottoscrive alcuni appelli promossi da questi gruppi, come quello contro la detenzione del giornalista e pacifista tedesco Carl von Ossietzky, internato senza processo dai nazisti, ma nel corso del 1936 se ne allontana. Sembra maturare in questo periodo la sua posizione di outsider nei confronti dei gruppi antifascisti londinesi, che si rifletterebbe nella diversa connotazione assunta dal suo futuro saggio: da pamphlet antifascista a opuscolo contro la guerra[17]

Nel gennaio 1936, riflettendo sulle modalità di organizzazione del materiale raccolto, si orienta verso il modello epistolare. All'inizio di marzo 1936, chiama il futuro testo Lettera a un inglese, verso la fine del mese, Due Ghinee, per giungere al titolo conclusivo, Tre ghinee, il 24 novembre 1936[18] . La scrittura vera e propria dell'opera, iniziata dopo la pubblicazione de "Gli anni", si fa risalire al gennaio 1937, quando Woolf annota nel suo diario: "Ho iniziato Tre Ghinee questa mattina, e non riesco a smettere di pensarci. La mia idea è di scriverlo tutto di getto, senza perdermi in chiacchiere, e penso di poter completare la bozza per Pasqua". [19]

Murale di Guernica

L'inizio della guerra civile spagnola intensifica il dibattito su pacifismo e "antifascismo", inteso come opposizione attiva, anche con l'uso della forza, ai regimi totalitari, di cui quello franchista è un esempio. Sarà testimonianza di questo diversità di vedute il conflitto politico sorto tra Woolf e il nipote Julian Bell, il figlio maggiore della sorella Vanessa, ansioso di partire per il fronte per unirsi ai repubblicani spagnoli. Nel 1937, dopo essersi arruolato come volontario, Julian morirà colpito da una granata mentre è alla guida di un'ambulanza[20]. I dilemmi rappresentati dalla scelta di Julian e dalla sua morte accompagneranno la composizione di Tre ghinee.[21]

L'ultimo capitolo del saggio verrà completato il 9 gennaio del 1938. L'intera opera sarà rivista e pubblicata in Gran Bretagna nel giugno 1938.[22]

Riassunto

In Le tre ghinee Woolf risponde a tre immaginarie lettere che le chiedono un contributo per cause diverse: la prevenzione della guerra, la ricostruzione di un college femminile, il sostegno alle donne impegnate nella ricerca un'occupazione. Mittente della prima lettera è un uomo di cui non si conosce l'identità, indicato dall'autrice come esponente della "classe colta"; la seconda e la terza sono inviate da due signore "tesoriere onorarie" di un college e di un'associazione femminile.

Ognuno dei tre capitoli in cui si suddivide il libro, indicati con un semplice numero, prende in esame una di queste richieste, e procede alla loro confutazione.

La richiesta dell'uomo, con la quale prende avvio il saggio, rappresenta il filo conduttore dell'intera opera, e si sostanzia nella domanda "Cosa, secondo Lei, si deve fare per prevenire la guerra?"[23]

Per rispondervi Woolf svolgerà un'analisi sistematica della condizione femminile, messa in relazione alle istituzioni sociali, culturali, economiche e religiose del tempo, sostenendo una tesi di fondo: esiste un profondo nesso fra il sistema patriarcale responsabile della discriminazione e dell'esclusione delle donne dalla sfera pubblica, e la guerra, il militarismo, il totalitarismo. Prevenire la guerra significa combattere quel modello di società basato su valori maschili, e le donne possono essere di aiuto al raggiungimento di questo scopo esercitando la loro diversità, frutto di una condizione di secolare estromissione e di una diversa "psicologia", che le rende "estranee" e "diverse" da quel sistema di valori che le discrimina.

Il saggio si conclude con l'assegnazione di una ghinea ad ogni richiesta, essendo ritenute tutte, in egual misura, utili a prevenire la guerra: "anche se sono inviate a tre diversi tesorieri onorari, tutte e tre sono destinate alla medesima causa, giacchè le tre cause sono identiche e inseparabili" [24]

Uno

Il primo capitolo si apre con la descrizione del contenuto di una lettera in cui un ignoto mittente, nel chiedere all'autrice cosa si dovrebbe fare per prevenire la guerra, le rivolge tre proposte: sottoscrivere una lettera ai giornali, iscriversi a un'associazione che si oppone alla guerra, dare un contributo in denaro a questa associazione.[25] Nella lettera, che Woolf definisce "forse unica nella storia degli scambi epistolari dell'umanità", perchè per la prima volta un "uomo colto" rivolge una richiesta così importante a una donna[26], Woolf stabilisce con il suo interlocutore un'intenzionale distanza, esplicitata dall'uso contrapposto dei pronomi "noi" e "voi" che rimarrà una costante del saggio, chiarendone fin da subito la natura:

«Combattere è sempre stato un'abitudine dell'uomo, non della donna. (...) Come possiamo comprendere un problema che è solo vostro, e, quindi, come rispondere alla domanda, in che modo prevenire la guerra? Non avrebbe senso rispondere, basandoci sulla nostra esperienza e sulla nostra psicologia: che bisogno c'è di combattere? E' chiaro che dal combattimento voi traete un'esaltazione, la soddisfazione di un bisogno, che a noi sono sempre rimaste estranee.»

La guerra ha una connotazione "sessuata", appartiene al genere maschile, e i due sessi occupano una posizione sociale diversa. Le donne non godono di parità di accesso all'istruzione e alle professioni; non possono esercitare "nè la pressione della forza nè quella del denaro", sono escluse da esercito e marina, borsa, diplomazia e chiesa.[27] La loro condizione di emarginazione sociale le conduce a considerare in modo diverso le ragioni della guerra:

«Cos'è dunque questo "patriottismo" che vi spinge a andare in guerra? Ce lo spiega il Presidente della Corte Costituzionale d'Inghilterra. Gli inglesi sono orgogliosi della loro terra. (...) Ma per sua sorella? Cosa significa "patriottismo" per lei? Valgono anche per lei gli stessi motivi per essere orgogliosa dell'Inghilterra, per amarla, per difenderla? Si può dire anche di lei che è stata "favorita dal cielo" a nascere in Inghilterra?»

Anne Clough, citata in Tre Ghinee, fu la prima direttrice del Newman College.

La definizione del contenuto della diversità femminile viene sospesa dalla presa in considerazione di una seconda lettera, nella quale una tesoriera onoraria chiede un contributo per la ricostruzione di un college. Woolf porrà una condizione per donare la sua ghinea: l'impegno, da parte della richiedente, di educare i giovani ad odiare la guerra. Le università esistenti, Cambridge e Oxford, ostacolando da secoli l'accesso alle donne e il riconoscimento dei loro diplomi, hanno dimostrato come il valore dell'istruzione non sia un valore assoluto[28]; incoraggiando la discriminazione e l'esclusione, non possono rappresentare dei modelli per chi intende educare al rispetto per la libertà e all'odio per la guerra, e vanno quindi rifondati, attraverso la ridefinizione degli scopi e del tipo di società di esseri umani che intendono formare.[29]

«Il Suo college va ricostruito su basi diverse. E' un college giovane e povero: che tragga dunque vantaggio da queste qualità e sia fondato sulla povertà e sulla gioventù. Di conseguenza dovrà essere un college sperimentale, un college avventuroso. Diverso da tutti. Dovrà essere costruito non di pietra scolpita e di vetri istoriati, bensì di un materiale economico, infiammabile, che non sia ricettacolo di polvere e culla di tradizioni. Non metteteci cappelle. Non metteteci musei e biblioteche con libri alla catena e prime edizioni in bacheche di vetro. (...) Nel college povero si dovranno insegnare solo le arti che si possono insegnare con poca spesa e che possono essere esercitate da gente povera: la medicina, la matematica, la musica, la pittura, la letteratura. E l'arte dei rapporti umani; l'arte di comprendere la vita e la mente degli altri, insieme alle arti minori che le completano: l'arte di conversare, di vestire, di cucinare. Lo scopo del nuovo college, del college povero, dovrebbe essere non di segregare e di specializzare, ma di integrare. Dovrà inventare dei modi per far lavorare insieme la mente e il corpo; scoprire da quali nuove combinazioni possono nascere unità che rendono buona la vita umana. E gli insegnanti saranno scelti tra coloro che sono bravi a vivere oltre che a pensare.»

La triste realtà impone però che la tesoriera a cui Woolf si rivolge debba allinearsi alle istituzioni esistenti, e quindi ritenendo di importanza capitale che le donne possano accedere all'istruzione per poi guadagnarsi da vivere, Woolf decide di elargire la sua ghinea al college femminile, senza più porre alcuna condizione.[30].

Due

Il tema principale è quello dell’accesso alle professioni. L’indipendenza economica delle donne rappresenta per Woolf la condizione necessaria per la libertà di pensiero, la nuova “arma contro la guerra”.[31] Finchè le donne non saranno istruite e non potranno guadagnarsi da vivere attraverso le professioni, dipenderanno dai loro mariti e non potranno esprimere una loro opinione autonoma: saranno consciamente o inconsciamente favorevoli alla guerra.

Mussolini e Hitler

Benchè fin dal 1919 fosse stata approvata in Parlamento una legge nota come Sex Disqualification (Removal) Act che aveva liberalizzato le professioni, nella pubblica amministrazione le donne continuavano ad essere escluse dagli alti incarichi, e la disparità salariale e la mancanza di opportunità professionali costituivano ancora la regola[32]. Woolf attribuisce la causa di questa situazione alla cultura patriarcale, fondata sulla divisione dei ruoli sessuali e sul confinamento delle donne nell’ambito familiare, alle strette dipendenze del marito, e ritiene che i regimi totalitari siano la diretta espressione di questa cultura:

«Là sta racchiuso allo stato embrionale l'essere che, quando è italiano o tedesco, chiamiamo Dittatore, un essere che è convinto di avere il diritto, se derivato da Dio, dalla Natura, dal sesso o dalla razza non ha la minima importanza, di imporre a altri esseri umani come devono vivere, quello che devono fare.»

E’ dalla cultura patriarcale che nascono fascismo e nazismo, e le donne che si oppongono ad essa, anche nel chiuso di un ufficio, combattono “contro il fascismo e il nazismo esattamente come chi lo combatte con le armi in pugno, con tanta fanfara e sotto gli occhi di tutti”.[33] Fascismo e nazismo non risiedono all'estero, ma anche in Gran Bretagna:

«E che diritto abbiamo noi, Signore, di predicare a altri paesi i nostri ideali di libertà e di giustizia, quando ogni giorno della settimana dai nostri giornali più influenti sbucano fuori insetti come questo?»

Anche in questo caso, come in precedenza, Woolf prima di devolvere una ghinea a favore dell’associazione che ne fa richiesta, pone delle condizioni. E’ necessario evitare che le donne, una volta entrate a far parte delle istituzioni da cui per secoli sono state escluse, si comportino come gli uomini, trasformandosi da "vittime del sistema patriarcale" a "esponenti del sistema capitalistico” [34]. Esse devono chiedersi se vogliono unirsi o meno al “corteo, degli uomini colti”, a quali condizioni e verso quale destinazione, qual è il tipo di civiltà in cui vogliono vivere. Per fare in modo che un domani non debbano chiedere a loro volta ad altri cosa fare per prevenire la guerra, devono imparare a esercitare le virtù che altre, prima di loro, "insoddisfatte ma ambiziose, ambiziose ma austere, caste e tuttavia avventurose", avevano coltivato nell’ambito della loro professione: la povertà, intesa come denaro sufficiente per vivere; la castità intellettuale, ossia il rifiuto di vendere la propria mente per denaro; la derisione, preferendo l'oscurità e la disapprovazione alla fama e alla lode; la libertà da fittizi legami di fedeltà: alla propria scuola, alla propria università, alla propria chiesa, al proprio paese. [35]

Conclude Woolf:

«Se Lei accetterà le nostre condizioni, potrà intraprendere le libere professioni senza lasciarsi contaminare; potrà liberarle dalla possessività, dall'invidia, dalla aggressività, dalla avidità che le caratterizzano. Potrà usarle per avere una mente autonoma, una volontà autonoma. E potrà usare quella mente e quella volontà per cancellare la disumanità, la bestialità, l'orrore, la follia della guerra.»

Tre

Nel capitolo finale Woolf riprende la lettera alla quale aveva cominciato a rispondere all'inizio del saggio, quella cioè del gentiluomo che chiedeva di contribuire a prevenire la guerra, avanzando tre proposte: sottoscrivere un manifesto per la difesa della cultura e della libertà di pensiero, offrire un contributo in denaro ad un'associazione contro la guerra, diventare membri di quell'associazione.

Woolf ritiene la prima proposta un'idea astratta, e una dimostrazione evidente del fallimento delle istituzioni educative da sempre appannaggio degli "uomini colti": "A quale altro scopo furono fondate le università di Oxford e di Cambridge, se non per difendere la cultura e la libertà di pensiero?" Interrogandosi sui motivi di tale fallimento, Woolf denuncia l'avvenuto asservimento della cultura al denaro e alla fama, "al borsellino del suo padrone", e la relazione esistente fra la guerra e "l'adulerio del cervello", la "schiavitù del pensiero". [36]

«Se i giornali fossero scritti da persone il cui solo scopo nello scrivere fosse quello di dire la verità sulla politica e la verità sull'arte, noi non crederemmo nella guerra e crederemmo nell'arte.»

Caroline Stephe, zia quacchera di Virginia Woolf. Diversi studi ne hanno rievato l'influenza sul suo pensiero.

Per difendere in maniera più concreta ed efficace la cultura e la libertà di pensiero, Woolf propone l'adozione di metodi passivi e attivi. Uno di questi è l'astensione: "non abbonarsi a giornali che incoraggiano la schiavitù intellettuale; non assistere a conferenze che prostituiscono la cultura" [37]. Seguire un diverso modo di vivere, improntato a "ridicolo, castità, oscurità e povertà".

Per quanto riguarda la seconda proposta avanzata dal gentiluomo, ossia offrire un contributo in denaro ad un'associazione contro la guerra, Woolf si compiace che essa possa essere stata rivolta ad una donna, perchè significa che per la prima volta, la figlia di un "uomo colto" ha la possibilità di disporre liberamente del denaro guadagnato con il proprio lavoro. Se questo diritto è stato conquistato, la parola "femminista", prosegue Woolf, non ha allora più senso, è diventata una parola morta, corrotta, e ne va bruciato il cadavere. Ma subito prosegue ricordando come, sotto tale voce, "le buffe donnine con cappellino e mantella" che nel XIX secolo lottavano per i diritti delle donne, non lottassero solo per se stesse.

«La loro lotta era più vasta e più profonda; era la lotta per il diritto di tutti - di tutti gli uomini e di tutte le donne - a vedere rispettati nella propria persona i grandi principi della Giustizia, dell'Uguaglianza e della Libertà". Sono le stesse parole che usa Lei; è la stessa lotta che conduce Lei. (...) Combattevano contro l'oppressione dello stato patriarcale come voi combattete contro l'oppressione dello stato fascista. Noi non facciamo che portare avanti la lotta iniziata dalle nostre madri e dalle nostre nonne. (...) Ora voi provate sulla vostra persona quello che hanno provato le vostre madri quando furono escluse, quando furono imprigionate perché erano donne. Ora voi siete esclusi, ora voi siete imprigionati, perché siete ebrei, perché siete democratici, per ragioni razziali, per ragioni religiose.»

Il fascismo ha solo esteso il suo "raggio d'azione", ma le sue radici sono rimaste le stesse, l'iniquità della dittatura si manifesta a Oxford o a Cambridge, in Inghilterra o in Germania. Adesso la lotta è diventata comune: "le figlie e i figli degli uomini colti oggi lottano uniti". [38] Per questo Woolf decide di accordare la sua ghinea all'associazione che ne ha fatto richiesta, perchè difenda i principi di giustizia, eguaglianza e libertà per tutti, uomini e donne.

Rispondendo alla terza proposta, relativa all'iscrizione ad un'associazione, Woolf precisa che se le donne lotteranno a fianco degli uomini per fini comuni, non prenderanno però parte alle loro società, perchè "così facendo annegheremo la nostra identità nella vostra", cancellando tutto quello che l'esperienza "ci ha aiutate a intravedere" [39].

Woolf propone la costituzione di un'associazione di donne, formata dalle "figlie di uomini colti che lavorano all'interno della propria classe", che lavorerà con metodi propri, separata da quella a cui le è stato proposto di aderire, ma "al suo fianco con gli stessi fini": la causa della libertà, dell'uguaglianza e della pace.

Quella che lei chiama "Società delle estranee"[40], non avrà fondi, sede, segreteria, non convocherà riunioni nè convegni, non prevede cerimonie nè giuramenti. Le aderenti hanno il dovere di "non combattere mai con le armi", di rifiutare, in caso di guerra, di svolgere attività di produzione di munizioni o di cura dei feriti, di "non incitare i fratelli a combattere, e neppure cercare di dissuaderli, bensì di mantenere un atteggiameno di totale indifferenza", sulla base della considerazione che "l'istinto del combattimento è una caratteristica sessuale" che non si può condividere, né giudicare.[41]

Fondando la loro indifferenza sulla ragione e non sull'istinto, le estranee non si faranno guidare da alcun sentimento patriottico, e scopriranno che la patria le ha sempre trattate da schiave, ha negato loro "l'istruzione e qualsiasi partecipazione alle sue ricchezze", e cessa di essere la loro patria se sposano uno straniero. La sua condizione di "estranea" la porterà ad affermare: "Io in quanto donna non ho patria. In quanto donna, la mia patria è il mondo intero". [42]

Pacifismo femminista

Robert Baden Powell, generale britannico, eroe della 2. guerra boera, fondatore dello scoutismo. Una sua immagine è contenuta nella prima edizione di Le Tre Ghinee.

Mentre è sempre stata indubbia la fama di Virginia Woolf come scrittrice, il suo riconoscimento come pensatrice politica è stato molto più tardo, e prima di affermarsi ha incontrato notevoli resistenze, a partire dai suoi contemporanei[43]. Nel corso degli anni '70 e '80 alcuni studi pioneristici condotti da storici, filosofi e femministe, sul rapporto fra Woolf e il femminismo, pacifismo e socialismo[44], diedero avvio ad un nuovo interesse per i suoi scritti. Una camera tutta per sè e Tre Ghinee divennero una sorta di Bibbia per il nuovo movimento femminista, un "manuale di istruzione" attraverso il quale era possibile accedere ad una larga varietà di temi: genere e identità, donne e cittadinanza, patriottismo e pacifismo, maternità e creatività.[45]. Successivamente altri studi avrebbero approfondito la relazione fra i suoi scritti e il contesto storico del movimento per la pace del XX secolo, la tradizione del pacifismo femminista in Gran Bretagna, e le discussioni teoriche del pacifismo[46] .

Le tre ghinee è un pamphlet pacifista scritto nel momento in cui l'Europa stava per precipitare nella guerra. Le donne che Woolf ospita in qualità di testimoni nel suo testo sono attiviste femministe del suo tempo o del secolo precedente: "Mary Kingsley, la prima nobildonna che esplorò l'Africa; Sophia Jex-Blake, la prima donna medico che riuscì a praticare la professione; Anna Jemima Clough e altre pioniere dell'educazione femminile; Emmeline Pankhurst, "gettata in prigione per aver rotto il vetro di una finestra" [47]; Millicent Fawcett e altre suffragiste e suffragette che si batterono per il voto alle donne"[48]. Molte altre popolano le note del libro, dalle femministe riformiste vittoriane a Frau Pommer, "arrestata e processata per vilipendio dello Stato e oltraggio al nazismo", citata accanto ad un'altra eroina della letteratura classica, Antigone[49] .

Femminismo e pacifismo sono inscindibili in Tre Ghinee, perchè secondo Woolf esiste una profonda connessione fra lo status subordinato delle donne, il militarismo e i regimi totalitari, fra il sistema patriarcale e la guerra.[50] La questione centrale affrontata nel libro, come evitare la guerra, per Woolf non poteva scissa da quella dell'oppressione femminile: erano le facce di una stessa medaglia.

Le radici femministe di "Le tre ghinee"

Il collegamento fra femminismo e pacifismo di cui è espressione l'opera di Woolf non rappresentava una novità per le femministe della sua generazione[51]. In quei decenni infatti, il femminismo, esplorato da un punto di vista letterario, psicologico, sociologico o teologico, era un soggetto ampiamente presente nei libri in commercio, a loro volta recensiti e discussi in dettaglio in quotidiani, giornali, manifesti, periodici.[52]

Nel definire il contesto culturale e i legami dell'opera con altri testi, alcuni studi [53][54] hanno messo in evidenza come Tre Ghinee affondi le sue radici nel pensiero femminista pacifista dei primi decenni del novecento: la connessione fra guerra e mascolinità, fra ostentazione, vanità maschile e amore per l'uniforme, gli ornamenti militari, le medaglie e le cerimonie descritti da Woolf nel suo saggio[55], si ritrovano in “The Man-Made World: Our Androcentric Culture" (1911) della scrittrice americana Charlotte Perkins Gilman, e in "Mothers of Men and Militarism" di Frances Hallowes (1915); l'antinazionalismo di cui Woolf si fa portavoce - di cui è esempio la sua famosa dichiarazione "Come donna non ho patria, la mia patria è il mondo intero"[56] - è stato messo in relazione con l'opuscolo "Militarism and Feminism: What War Means to Women" scritto nel 1915 da Mary Sargent Florence e Charles Kay Odgen[57] e con gli scritti antimilitaristi di Bertha von Suttner. Fra le ispiratrici delle Tre Ghinee sono state indicate, fra le altre, la riformatrice inglese Josephine Butler[58], e per quanto riguarda il modello di azione sociale definito nella "società delle estranee", le suggestioni del misticismo religioso quacchero della zia materna Caroline Emelia Stephen.[59][60]

Jill Liddington, nel suo studio "The road to Greenham Common: feminism and anti-militarism in Britain since 1820" (1989), ha ricondotto il pacifismo femminista britannico a tre grandi tradizioni, non sempre distinguibili l'una dall'altra[61][62]: il femminismo "maternalista" sostenitore di una "naturale" propensione delle donne per la pace, in quanto dotate di istinto materno; il femminismo liberale, ispirato da John Stuart Mill, che pone al centro la richiesta di pari diritti; il femminismo radicale, che si manifesta nel corso del Novecento, fondato sulla differenza sessuale.

Yael Friedman ritiene che il pensiero femminista sul patriarcato e la guerra fosse già ben definito quando Woolf scrisse Le tre ghinee. A suo parere l'importanza di quest'opera non starebbe nel soggetto del patriarcato in sè, ma nella teoria costruttivista che lo definisce, nello spostamento attuato dalle origini essenzialiste e maternaliste, alla messa a fuoco della costruzione sociale dei ruoli maschili e femminili. Con il femminismo precedente Woolf avrebbe condiviso la convinzione della diversa propensione all'aggressività posseduta dai due sessi, ma sarebbe stata riluttante ad attribuire questa differenza a qualità innate. Più che su presupposti biologici, ai quali avrebbe comunque preferito un'analisi quasi freudiana degli istinti, avrebbe concentrato la sua attenzione sulla costruzione storico-sociale di valori e identità. In questo modo, collocando la differenza sessuale in termini storici e sociologici, avrebbe collocato il pensiero femminista su una nuova traiettoria. Le tre ghinee svolgerebbe un'analisi di genere della pace e della guerra ante litteram.[63]

Woolf non credeva che le donne fossero immuni dalla violenza[64], non era interessata a legare il pacifismo femminile ad un dato biologico:

«Combattere è sempre stato un'abitudine dell'uomo, non della donna. La legge e l'esercizio hanno sviluppato quella differenza, non importa se innata o accidentale.»

Molte donne avevano sostenuto lo sforzo bellico della nazione, "anzi il diritto di voto alle donne inglesi fu concesso essenzialmente per l'aiuto prestato agli uomini inglesi che usavano la violenza in quella guerra."[65]

Quello su cui Woolf ripetutamente insiste è piuttosto l'estraneità delle donne alla guerra, la loro condizione sociale di oppresse ed escluse dal potere, e, di contro, il militarismo e la violenza come parte integrante e costitutiva del sistema che le sottomette e le emargina.

Le donne sono differenti "per tradizione, psicologia ed educazione", e questa diversità va coltivata e considerata un valore:

«Da tutto ciò sembra si debba dedurre un fatto indisputabile: che "noi" - intendendo con "noi" l'intero organismo costituito da corpo, cervello e spirito, memoria e tradizione - dobbiamo necessariamente differire per qualche fondamentale aspetto da "voi", il cui corpo, cervello e spirito hanno ricevuto un tirocinio tanto diverso e sono influenzati in modo tanto diverso dalla memoria e dalla tradizione. Pur vedendo il medesimo mondo, lo vediamo con occhi diversi. L'aiuto che vi possiamo dare sarà diverso e forse appunto per la sua diversità potrà avere qualche valore.»

Il femminismo della differenza

Secondo Luisa Muraro, che ha scritto l'introduzione di una delle prime edizioni italiane di Tre Ghinee, con questo libro Woolf "ha anticipato alcuni fondamentali contenuti del movimento delle donne", quali il separatismo e la trasformazione della condizione di emarginazione, l' "estraneità", in vantaggio, in "affermazione in positivo della loro diversità", andando oltre la richiesta di pari diritti.[66] Il saggio viene annoverato fra i maggiori testi di riferimento del pensiero della differenza sessuale, perché mette in luce che "il pensiero più oggettivo, universale, in realtà è pensiero di un soggetto maschile nella sua posizione di dominio".[67]

Woolf non prospetta un itinerario di riscatto, in cui le donne compaiono come vittime in attesa di una liberazione futura: sono presentate come soggetti attivi in grado di produrre un diverso e alternativo punto di vista, attraverso l'esercizio di parole e metodi propri, e questo diverso sguardo sarà di aiuto per tutti.

"L'unico modo in cui possiamo aiutarvi a difendere la cultura e la libertà di pensiero è difendere la nostra cultura e la nostra libertà di pensiero" [68]

Dal punto di vista della filosofia della differenza di genere, questo passaggio sancisce la rottura della metafisica dell’Uno, dell’unicità rispetto alla molteplicità, che sta alla base del predominio maschile nella storia del pensiero.

Novità del pensiero di Virginia Woolf

Nel XX secolo Woolf è stata riconosciuta come figura fondamentale di riferimento all'interno del movimento femminista, a prescindere dai singoli orientamenti filosofici o politici: liberale, socialista, psicoanalitico, post-strutturale, radicale, utopico. Secondo Rachel Bowlby "come la Bibbia, i testi di Woolf forniscono ampio supporto per quasi tutte le posizioni"[69], e ancora non è possibile stabilire in modo definitivo in quale misura tale appropriazione sia compatibile con il pensiero dell'autrice[70].

La novità del testo è stata attribuita all'ampiezza dell'analisi con cui Woolf incorpora nel femminismo pacifismo e antifascismo, e nella proposta di un modello radicale di azione sociale, quale è quello rappresentato dalla Società delle estranee.

Woolf va oltre un'analisi semplificata delle cause della guerra, ricomponendole all'interno di una rete di relazioni tra strutture sociali, culturali, economiche e politiche, collegando la tirannia della sfera privata con quella pubblica, la perpetuazione della guerra con la perpetuazione di regimi imperialisti e capitalisti, e il progresso economico ed educativo delle donne con la causa della pace[71].

Tratta degli schiavi
Impero britannico, 1886

Jean Marcus sottolinea come il soggetto principale del libro sia il denaro, a cui le donne non hanno generalmente accesso, se non attraverso padri e mariti, mentre viene mostrato come le casse delle chiese, dello stato, delle università, degli eserciti straripano[72]. Il titolo del libro, ancora allusivo al denaro, costituirebbe un più preciso riferimento all'imperialismo britannico, e consentirebbe a Woolf di evidenziare il collegamento fra razza, capitalismo e patriarcato: ghinea era la moneta coniata con l'oro importato dalla Royal African Company, una compagnia britannica impegnata in Africa nello sfruttamento delle materie prime e nella tratta degli schiavi. L'impero e la democrazia inglese derivavano gran parte del loro potere economico dal commercio degli schiavi e dallo sfruttamento del loro lavoro, così come il sistema patriarcale si fonda sulla sottomissione delle donne e sul lavoro domestico non retribuito.[73]

Secondo Wisor la novità di Tre Ghinee risiede nel suo carattere radicale[74] e "transnazionale". Collegando patriarcato e guerra, capitalismo e fascismo, Woolf mostra la necessità, per vincere queste forze, di superare le divisioni fra gli esseri umani basate su nazionalità, etnia, sesso e religione, perchè il nemico è comune.

Chi sostiene che "la natura ha affidato la protezione della famiglia alla donna e la nazione all'uomo", non rappresenta solo un ostacolo per l'indipendenza delle donne. Dietro a queste affermazioni si annidano altri e più complessi scenari:

«Vi troverà non solo la ragione per cui gli stipendi delle donne sono tuttora così bassi, ma anche qualcosa di ben più pericoloso, qualcosa che, se si diffondesse, potrebbe infettare allo stesso modo entrambi i sessi. Là dentro, in quelle citazioni, troviamo in embrione l'insetto che riconosciamo sotto altri nomi in altri paesi.»

La società delle estranee

Il nuovo modello di associazione teorizzato da Woolf "non ha ancora trovato posto nella Storia", ed è costruito in "negativo", escludendo tutti quegli elementi che generalmente caratterizzano un'organizzazione politica: "Se non esiste un modello di ciò che desideriamo essere, abbiamo però, ed è forse altrettanto prezioso, il modello quotidiano e illuminante di ciò che non desideriamo essere" [75] . La Società delle estranee non avrà una sede, non avrà fondi né segreteria, non convocherà riunioni né convegni, non prevede cerimonie né giuramenti. Non farà proselitismo.

E' costituita da un insieme di singole donne che lavorano in modo indipendente verso un obbiettivo comune.

Le estranee agiranno individualmente, attraverso metodi "attivi" e "passivi" come l'astensione[76], faranno uso dell' "indifferenza", che non significa disinteresse, ma assunzione di una posizione di non intervento, utile in situazioni di alta tensione emotiva: "un simile uso dell'indifferenza da parte delle figlie degli uomini colti vi sarà materialmente di aiuto per prevenire la guerra". [77] [78]

Le aderenti faranno della loro differenza "per sesso e per educazione", della loro esclusione storica dal potere e dalle sue istituzioni, un vantaggio. La loro condizione di "outsider" e la loro esperienza consentiranno di avere una diversa visione del mondo, e impediranno che vengano riprodotte le relazioni di dominio che governano i rapporti sociali:

«Non possiamo non pensare che le società sono congiure che soffocano il fratello privato che molte di noi hanno motivo di rispettare, e generano al suo posto un maschio mostruoso, dalla voce prepotente, dal pugno duro, puerilmente intento a tracciare cerchi di gesso sulla superficie della terra entro i quali vengono ammassati gli esseri umani, rigidamente, separatamente, artificialmente; dove dipinto di rosso e di oro, adorno come un selvaggio di piume, nostro fratello consuma mistici riti e assapora il dubbio piacere del potere e del dominio.»

Il modello organizzativo della politica istituzionalizzata, fondato sulla leadership, è del tutto abbandonato. Woolf introduce nella sfera dell'azione politica quei valori che erano stati stati relegati alle donne e, di conseguenza esclusi, insieme con le donne, dal processo decisionale pubblico[79]. Il nuovo modello di emancipazione politica si basa sulla convinzione dell'importanza e dell'efficacia delle azioni individuali, su una struttura flessibile e orizzontale, su una forma di resistenza politica e di testimonianza.[80]

L'attivismo sociale indipendente proposto in Tre ghinee, unito al metodo nonviolento, e ad un modello organizzativo non gerarchico che promuove interazioni e relazioni, nei decenni successivi diventerà eredità di molte associazioni pacifiste e femministe in Europa e nel mondo. [81]

Recensioni critiche e riscoperta di Tre ghinee

Gli studi critici dell'opera di Woolf si sono concentrati principalmente sui suoi romanzi, l'attenzione per la sua produzione non strettamente letteraria si è manifestata solo successivamente, ritardando la comprensione del suo pensiero femminista.[82]

Avrebbero contribuito a diminuire l'importanza di Woolf come pensatrice politica il silenzio con cui gli intellettuali del tempo, a partire dagli amici del circolo Bloomsbury, accolsero il suo libro contro la guerra[83], i pareri del marito Leonard Woolf [84] e del nipote Quentin Bell, che nella biografia ritrasse Woolf come una persona fragile, priva di capacità politiche, e giudicò estremamente debole la connessione stabilita in Tre ghinee fra la lotta per i diritti delle donne, fascismo e guerra.[85][86]

Tre ghinee è stato attaccato in maniera derisoria da diversi intellettuali suoi contemporanei, e interpretato come prova dell'isolamento di Woolf dalla realtà.[87]

Il poeta e scrittore britannico Cecyl Day-Lewis criticò la pratica del separatismo prospettata da Woolf, la sua mancata alleanza con le donne della classe operaia in un comune fronte antifascista e anticapitalista, e la professione di "estraneità" e di non cooperazione elevata a obbiettivo programmatico.

Bloomsbury Group. Insegna a Gordon Square, London

Il critico letterario Q.D. Leavis, lo stesso anno in cui il libro fu pubblicato, scrisse uno dei commenti più negative e caustici. Definì Tre Ghinee un lavoro poco coerente e non degno di attenzione, ridicolizzò l'immagine delle "figlie degli uomini colti" proposta da Woolf, e contestò gli esempi selettivi contenuti nel libro, definendo nebulose le sue proposte.[88][89]

Brenda Silver suddivide la ricezione di Tre Ghinee in tre distinti periodi: il momento della pubblicazione, nel quale a suo parere il testo non vene annoverato nel dibattito pubblico sulla guerra, ma confinato nel regno dell'estetica; il periodo che va dalla morte di Woolf al 1968, quando il libro fu completamente dimenticato, e con esso la considerazione di Woolf come polemista; il periodo successivo al 1968, caratterizzato dal cambiamento del clima politico e della natura della critica letteraria.[90]

Fondamentale per la riscoperta di Tre ghinee e la rivalutazione dell'opera di Woolf saranno la seconda ondata del femminismo e la conseguente nascita della critica letteraria femminista, gli Women's studies degli anni novanta e la pubblicazione - fra il 1975 e 1984 - dei volumi dei Diari di Woolf (1915-1941), delle Lettere (1888-1841) e dei "Reading Notebooks"[91], che permetteranno l'accesso a una vasta mole di nuovi materiali e di informazioni sulla vita privata e pubblica della scrittrice, sulle sue opinioni politiche, e sulle influenze esterne che indirizzarono il suo pensiero.[92]

Contribuì a contrastare l'immagine di Woolf dei decenni precedenti come esteta isolata, anche il filone nato sulla spinta della teoria letteraria del New Historicism degli anni '80, incentrato sugli studi dei manoscritti delle opere all'interno del loro contesto culturale, di cui fu un esempio il pioneristico Virginia Woolf and The Real World di Alex Zwerdling.(1986) [93].

Tre ghinee continua a provocare commenti e critiche in campi opposti e all'interno delle stesse discipline o correnti. Nel campo degli studi di genere sono stati evidenziati gli aspetti pionieristici, preveggenti, realistici, mentre altri commentatori hanno ritenuto l'opera incoerente, contraddittoria, ingenua e utopistica.[94]

Fra le altre, restano ancora aperte al dibattito alcune questioni: la considerazione o meno di Virginia Woolf come scrittrice politica, entro quale forma e genere letterario rientri Tre ghinee, che oltre al testo scritto (il cui modello epistolare sarebbe stato volutamente ribaltato e "torturato"[95]), comprenderebbe anche immagini, articoli di giornali, lettere, biografie, rendendo difficoltosa una sua classificazione, e quali contributi il pensiero di Woolf abbia apportato alla disciplina delle relazioni internazionali.[94]

Edizioni

Mentre Woolf era in vita sono state pubblicate almeno tre versioni distinte di Tre ghinee.[96] La prima è una versione ridotta uscita nel giugno 1938 in due puntate nella rivista statunitense Atlantic Monthly, dal titolo "Women Must Weep” (Maggio 1938) e "Women Must Weep, or, Unite Against War".

La prima versione integrale di Three Guineas è stata pubblicata a Londra da Hogarth Press il 2 giugno 1938, in 16.250 copie. Un'edizione statunitense, con cambiamenti significativi, è stata pubblicata a New York da Harcourt, Brace and Company il 25 agosto 1938, in 7.500 copie.

La storia della pubblicazione di Three Guineas dopo la morte di Woolf è caratterizzata dalla controversia sorta sulla questione dell'esclusione nelle ristampe dell'opera, a partire dal 1963, di cinque fotografie in bianco e nero che accompagnavano il testo[97]. Le immagini sarebbero state reinserite nel libro nel 1993 in Gran Bretagna, e nel 2006 negli Stati Uniti.

Un'edizione che comprende A Room of One’s Own e Three Guineas, e che contiene quattro delle cinque tavole originali, con un'introduzione di Hermione Lee, è stata pubblicata dalla Hogarth Press nel 1984, e in formato tascabile nel 1996. Una seconda edizione, sempre comprendente le quattro fotografie, curata da Morag Shiach, è uscita a New York nel 1992 per i tipi di Quality Paperback Book Club.

Nel 1995 le cinque fotografie sono state ripristinate nelle loro posizioni originali nella terza edizione curata da Michele Barrett e pubblicata da Penguin Books

Nel 2001 è comparsa una nuova edizione, curata da Naomi Black per i tipi di Blackwell; nel 2006, curata da Jane Marcus, l'edizione americana Harcourt Brace che ripristina le fotografie originali dell'opera.

  • 1938 - Virginia Woolf, Three Guineas, London, Hogarth Press
  • 1938 - Virginia Woolf, Three Guineas, New York, Harcourt, Brace and Co, 285 p., 5 pages of plates, OCLC 1304213
  • 1984 - Virginia Woolf, A room of one's own ; Three guineas, edited by Hermione Lee, London, Hogarth Press, 1984, OCLC 12696082
  • 1992 - Virginia Woolf, A room of one's own ; Three guineas, edited by Morag Shiach, New York, Quality Paperback Book Club, OCLC 29551481
  • 1995 - Virginia Woolf, Three guineas, edited by Michele Barrett, London, Penguin Books, OCLC 29551481
  • 2001 - Virginia Woolf, Three guineas, edited by Naomi Black, Oxford, published for the Shakespeare Head Press by Blackwell Publishers
  • 2006 - Virginia Woolf, Three guineas, edited by Jane Marcus and Mark Hussey, Orlando, Harcourt, lxxii, 275 p. - OCLC 64453345

Traduzioni italiane

  • 1975 - Virginia Woolf, Le tre ghinee, traduzione di Adriana Bottini, Milano, La Tartaruga
  • 1980 - Virginia Woolf, Le tre ghinee, introduzione di Luisa Muraro, traduzione di Adriana Bottini, Milano, Feltrinelli

Note

  1. ^ Takagi Akimitsu, su Einaudi. URL consultato il 29 luglio 2020.
  2. ^ Akira Goto, Odagiri Hiroyuki, Technology and Industrial Development in Japan, Clarendon Press, 1996, p. 216.
  3. ^ Con questa espressione, figlie di uomini colti ("educated men's daughters"), Woolf indica "la categoria di donne i cui padri hanno studiato nelle famose "public schools" e in una delle due università di Oxford e Cambridge." Aggiunge Woolf: "E' evidente che sarebbe vistosamente scorretto applicare il termine "borghese", adatto forse per descrivere i suoi fratelli, a chi è così profondamente estranea alle due principali caratteristiche della borghesia, il capitale e le opportunità sociali". Cfr.: Woolf, Tre ghinee, p. 192-193
  4. ^ Luisa Muraro, Introduzione, in Tre ghinee, Milano, Feltrinelli, 1979, pp. 10-11.
  5. ^ Jane Marcus, Introduzione, in Three guineas: annotated, Orlando, Harcourt, 2006, p. xxxvii, OCLC 841512256.
  6. ^ Il 20 gennaio 1931 Woolf scrive nel suo Diario: "Mentre stavo facendo il bagno ho avuto un'illuminazione: un nuovo libro, il seguito di "Una stanza tutta per sè" sulla vita sessuale delle donne. Dio che emozione!". Cfr.: Woolf, Diary, v. 4, p. 6, cit. in Marcus, Three Guineas: Annotated, p. lxviii
  7. ^ Nei Diari si trova la conferma del progetto di Woolf di scrivere un unico libro, sotto forma di "novel-essay". Da questo sarebbero nate invece in seguito due opere distinte: "The Years" e "Three Guineas". Cfr. Woolf, Diary, vol. 4, p. 6; Diary, vol. 5, pp. 147-148, cit. in Wood, p. 125
  8. ^ Wood, p. 138
  9. ^ Il titolo "Tre ghinee" è cambiato molte volte nel corso della sua progettazione e stesura. Il 1. gennaio 1935, annotando nel suo Diario l'intenzione di scrivere un pamphlet, lo chiama "On being despised". Woolf, Diary, vol. 4, p. 271; Cfr. Wood, p. 152
  10. ^ Wood, p. 138
  11. ^ (EN) Virginia Woolf, Virginia Woolf's reading notebooks, a cura di Brenda R. Silver, Princeton, Princeton University Press, 1983, OCLC 7836028.
  12. ^ Wisor, p. 36
  13. ^ Per il coinvolgimento di Woolf in queste organizzazioni, cfr.: Naomi Black “Virginia Woolf and the Women’s Movement", in Jane Marcus (ed.), "Virginia Woolf a Feminist Slant", Lincoln, University of Nebraska Press, 1983; Hermione Lee, Virginia Woolf, London, Vintage, 1997, p. 684.
  14. ^ Wisor, p. 28
  15. ^ R.C. Harris, Acts of Artistic Vision, Acts of Aggression: Art and Abyssinia in Virginia Woolf's Fascist Italy, in M Pawlowski (a cura di), Virginia Woolf and Fascism: Resisting the Dictators' Seduction, Palgrave Macmillan, 2014, pp. 75-90, OCLC 951517385.
  16. ^ (EN) David Bradshaw, British Writers and Anti-Fascism in the 1930s, in Woolf Studies Annual, 3, 4, 1997, 1998, pp. 3-27; 41-66.
  17. ^ Cfr. Wood, p. 157; Wisor, p. 43. Nell'agosto 1937 Woolf si riferirà esplicitamente alla sua opera come "My war pamphlet". Cfr. Naomi Black, Virginia Woolf as Feminist, Ithaca : Cornell University Press, 2004, p. 68
  18. ^ Wisor, p. 45
  19. ^ Woolf, Diary, vol. 5, p. 52, Cfr. Wisor, p. 46; Wood, p. 174
  20. ^ (EN) Peter Stansky, Julian Bell : from Bloomsbury to the Spanish Civil War, Stanford, California Stanford U.P., 2012, OCLC 796373651.
  21. ^ (EN) V. Stewart, Women's Autobiography: War and Trauma, Palgrave Macmillan, 2014., 2014, p. 65, OCLC 951523690.
  22. ^ Wisor, p. 51
  23. ^ Woolf, p. 21
  24. ^ Woolf, p. 21
  25. ^ Woolf, p. 31
  26. ^ Woolf, p. 31
  27. ^ Woolf, p. 32
  28. ^ Woolf, p. 48
  29. ^ Woolf, p. 57
  30. ^ Woolf, p. 64
  31. ^ Woolf, p. 65
  32. ^ Woolf, pp. 71-73
  33. ^ ivi
  34. ^ Woolf, p. 98
  35. ^ Woolf, p. 111
  36. ^ Woolf, p. 131
  37. ^ Woolf, p. 135
  38. ^ Woolf, p. 140
  39. ^ Woolf, p. 144
  40. ^ Woolf, p. 144
  41. ^ Woolf, p. 144-145
  42. ^ Woolf, p. 146
  43. ^ Cfr.: Windsor, p. 2; Marcus, p. xl.
  44. ^ Fra i primi studi femministi su Woolf: Jane Marcus (ed.), Virginia Woolf: A Feminist Slant. Lincoln: University of Nebraska Press, 1984; Brenda Silver “The Authority of Anger: Three Guineas as Case Study.” Signs 16.2, 1991, p. 340-70; Merry M. Pawlowski, Virginia Woolf and Fascism: Resisting the Dictators’ Seduction. New York, Palgrave, 2001; Berenice Carroll “‘To Crush Him in Our Own Country’: The Political Thought of Virginia Woolf.” Feminist Studies 4.1 (1978), p. 99-131. Cfr. Jane Marcus, Three Guineas: annotated, p. lxvi.
  45. ^ (EN) Virginia Woolf, Three guineas: annotated, a cura di Jane Marcus, Wilmington, Houghton Mifflin Harcourt, 2014, p. xxxvi-xxxvii, OCLC 903170661.
  46. ^ Wisor, p. 1
  47. ^ Woolf, p. 146
  48. ^ Marcus, Three Guineas: annotated, p. L
  49. ^ Woolf, p. 225
  50. ^ Wisor, p. 179
  51. ^ (EN) Julia Briggs, Virginia Woolf : an inner life, London, Penguin Books, 2006, p. 315, OCLC 493678153.
  52. ^ (EN) Sowon S. Park, Suffrage and Virginia Woolf: 'The Mass behind the Single Voice', in The Review of English Studies, New Series, vol. 56, n. 223, febbraio 2005, p. 123.
  53. ^ (EN) Jill Liddington, The road to Greenham Common : feminism and anti-militarism in Britain since 1820, Syracuse, Syracuse University Press, 1991, pp. 41, 90, OCLC 23769639.
  54. ^ Wisor, p. 62-65
  55. ^ Alcune organizzazioni femminili pacifiste come la Women’s International League for Peace and Freedom (WILPF) e la Women’s Cooperative Guild (WCG), protestarono contro l'espansione del militarismo nella sfera civile (aumentata diffusione di film e libri di guerra, esercitazioni militari nella scuole, celebrazione di feste patriottiche), estendendo la loro condanna ad alcune associazioni giovanili "militanti" come i Boy Scout e le Church Lads’ Brigades. Wisor fa notare come una delle cinque fotografie che Woolf include in Tre ghinee sia quella di Robert Baden-Powell, fondatore dei Boy Scout. Cfr. Wisor, p. 164; Naomi Black, The mothers' international: The Women's Co-operative Guild and feminist pacifism, Women's Studies International Forum, Vol. 7, Issue 6, 1984, Pages 467-476.
  56. ^ Secondo Jane Marcus, Woolf avrebbe voluto con questa massima riferirsi alla frase di Marx scritta nel Manifesto del Partito Comunista, di cui avrebbe sostituito il soggetto "Gli operai non hanno patria. Non si può toglier loro ciò che non hanno." Come la nazionalità degli operai è determinata dai bisogni del capitalismo, anche le donne sarebbero da considerarsi apolidi, in quanto assumono la nazionalità dei loro mariti. Cfr.: Marcus, Three Guineas: annotated, pp. lii-liii; Woolf, Tre ghinee, p. 196, nota 12
  57. ^ (EN) Sowon S. Park, Suffrage and Virginia Woolf: 'The Mass behind the Single Voice', in The Review of English Studies, New Series, vol. 56, n. 223, febbraio 2005, p. 124.
  58. ^ (EN) Vera Newerov, Foot-noting the influences of Josephine Butler on Three Guineas, in Diane Filby Gillespie, Leslie K. Hankins (a cura di), Virginia Woolf and the Arts, New York, Pace University Press, 1997, pp. 13-24, OCLC 467968183.
  59. ^ (EN) Jane Marcus, The Niece of a Nun: Virginia Woolf, Caroline Stephen, and the Cloistered Imagination, in Virginia Woolf: A Feminist Slant, Lincoln, University of Nebraska Press, 1983, pp. 7-36, OCLC 9154308.
  60. ^ (EN) Alison M. Lewis, Caroline Emelia Stephen (1834-1909) and Virginia Woolf (1882-1941): A Quaker Influence on Modern English Literature, su quakertheology.org. URL consultato il 10 febbraio 2017.
  61. ^ (EN) Jill Liddington, The road to Greenham Common : feminism and anti-militarism in Britain since 1820, New York, Syracuse University Press, 1991, pp. 6-7, OCLC 909475408.
  62. ^ Una diversa categorizzazione, per quanto riguarda la Gran Bretagna degli ultimi decenni del XIX secolo, è proposta da Heloisa Brown, che suddivide in quattro filoni il primo pacifismo femminista: "free trade radicalism", femminismo evangelico, internazionalismo moderato e cittadinanza internazionale. Cfr. : Heloisa Brown, The Truest Form of Patriotism: pacifist feminism in Britain, 1870-1902, Manchester University Press, 2003, p. 88.
  63. ^ (EN) Yael S. Feldman, From essentialism to constructivism? The gender of peace and war: Gilman, Woolf, Freud, in Partial Answer: Journal of literature and the history of ideas, vol. 2, 2004, pp. 113-145.
  64. ^ Woolf, Tre ghinee, p. 234, nota 15: "l'istinto del combattimento, quando riceve approvazione ufficiale, si sviluppa facilmente".
  65. ^ Woolf, p. 196
  66. ^ Luisa Muraro, Tre Ghinee, Milano, Feltrinelli, 1979, pp. 12-13.
  67. ^ Muraro, Tre lezioni sulla differenza sessuale e altri scritti, Napoli, Orthotes, 2011, p. 28.
  68. ^ Woolf, p. 123
  69. ^ (EN) Rachel Bowlby, Virginia Woolf : feminist destinations, New York, Blackwell, 1988, p. 14, OCLC 16924321.
  70. ^ Un esempio dell'ambivalenza, o della difficoltà interpretativa delle posizioni espresse da Woolf, è rappresentato dal suo rapporto con il movimento suffragista, le cui esponenti sono oggetto di derisione in alcune pagine dei suoi Diari, o dal rigetto del termine "femminismo" espresso in Tre Ghinee. Cfr.: Sowon S. Park, Suffrage and Virginia Woolf: ‘The Mass Behind the Single Voice’, Review of English Studies, 2005, pp. 119-134; Woolf, Tre Ghinee, p. 180
  71. ^ Wisor, p. 77
  72. ^ Jane Marcus, Three guineas: annotated, p. xliii
  73. ^ ibidem, p. lix
  74. ^ Cfr. Wisor, p. 77. Anche Jane Marcus rileva come lo stile e il pensiero di Woolf siano apertamente "antiestablishment", e come la sua ampia visione politica vada oltre il femminismo tradizionalmente inteso. Cfr., Jane Marcus, Three Guineas:annotated, p. lv.
  75. ^ Woolf, p. 153
  76. ^ Precisa Woolf: "essere passive vuol dire essere attive", "anche chi rimane al di fuori è utile". Woolf, p. 159
  77. ^ ibidem, p. 148
  78. ^ Sulla conoscenza di Gandhi e della pratica della non violenza da parte di Woolf, cfr.: Alice Wood, Virginia Woolf's late cultural criticism : the genesis of 'The Years', 'Three guineas' and 'Between the acts', London, Bloomsbury, 2013, p. 98
  79. ^ Wisor, p. 179
  80. ^ Caedel collega questa forma di pacifismo come "fede laica" praticata a livello individuale, alle necessità imposte dal contesto politico della Gran Bretagna del tempo, in cui i pacifisti umanitari e socialisti erano ridotti a ristretta una minoranza. Cfr. Martin Ceadel, Pacifism in Britain, 1914-1945 : the defining of a faith, Oxford, Clarendon Press, 1980. p. 264
  81. ^ Wisor, p. 77
  82. ^ Wood, p. 24
  83. ^ Una recensione molto critica venne dall'amico scrittore E.M. Forster. Cfr.: E. M. Forster, Virginia Woolf, Cambridge University Press, 1942, p. 23
  84. ^ Leonard Woolf definì Virginia "l'animale meno politico vissuto da quando Aristotele ha inventato la definizione, Cfr.: Windsor, p. 2; Marcus, p. xl.
  85. ^ Quentin Bell, Virginia Woolf, mia zia, La tartaruga, 2011, OCLC 898664192.
  86. ^ Cfr. Liddington, p. 169
  87. ^ (EN) Alice Wood, Virginia Woolf's late cultural criticism : the genesis of 'The Years', 'Three guineas' and 'Between the acts', London, Bloomsbury Academic, 2015, p. 12, OCLC 885910703.
  88. ^ Q.D. Leavis, Caterpillars of the Commonwealth, Unite!, Scrutiny 7 (1938), pp. 203-214
  89. ^ Un più approfondito esame delle ricezione del testo fino alla prima metà degli anno '70 è presente in Robin Majumdar and Allem Mclaurin, Virginia Woolf : the critical heritage, London, Routledge & K. Paul, 1975.
  90. ^ (EN) Brenda Silver, The Authority of Anger: ‘Three Guineas’ as Case Study., in Signs, vol. 16, n. 2, 1991, pp. 347-360.
  91. ^ (EN) Virginia Woolf, Reading notebooks, a cura di Brenda L. Silver, Princeton, Princeton University Press, 1983, OCLC 476007361.
  92. ^ (EN) Brenda Silver, Anna Snaith, Wide Circles: The Three Guineas Letters, in Woolf Studies Annual, vol. 6, 2000, pp. 1-168.
  93. ^ Wisor, p. 29
  94. ^ a b (EN) Peter Wilson, Attacking Hitler in England: Patriarchy, Class and War in Virginia Woolf's Three Guineas, in Classics of international relations : essays in criticism and appreciation, London, Routledge, 2013, pp. 36-48, OCLC 875380848.
  95. ^ Marcus, Three Guineas:annotated, p. LXVI
  96. ^ (EN) B. J. Kirkpatrick e Stuart Nelson Clarke, A bibliography of Virginia Woolf, New York, Oxford University Press, 1997, pp. 106-09, 212-15, 294, OCLC 36528398.
  97. ^ Le fotografie ritraggono un primo ministro, il politico conservatore Stanley Baldwin; un arcivesovo, l'arcivescovo di Canterbury, Cosmo Gordon Lang; un giudice, il giudice e politico Gordon Hewart; un generale: l'eroe della guerra boera e fondatore dei Boy Scout Robert Baden-Powell; i trombettieri dell'Household Cavalry. L'interpretazione delle foto e del loro rapporto con il testo, sono stati oggetto di diversi studi. Cfr.: Araujo Anderson, 'Pictures and Voices': Virginia Woolf's Three Guineas as Anti-Archive, in Rewriting Texts Remaking Images: Interdisciplinary Perspectives, pp. 3-13. New York, Peter Lang, 2010; Maggie Humm, Memory, photography and modernism: Woolf's Three Guineas, in Modernist women and visual cultures : Viginia Woolf, Vanessa Bell, photography, and cinema, Edinburgh, Edinburgh University Press, 2002

Bibliografia

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  • {{Cita libro|autore=Virginia Woolf|titolo=The diary of Virginia Woolf|anno=1977-1984|editore=Harcourt Brace Jovanovich|città=New York|lingua=inglese|v=5|pp=|OCLC=2966254|ISBN=|cid=Woolf, Diary}
  • Virginia Woolf, Tre ghinee, traduzione di Adriana Bottini, Milano, Feltrinelli, 1979.
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Collegamenti esterni

Virginia Woolf, Women must weep. http://cdn.theatlantic.com/newsroom/img/posts/woolf-women2.pdf ma ora che non esiste quasi più un mondo intorno a loro, sono costretti a rifugiarsi in se stessi. p. 50

"e' un momento strano la fine della guerra. Già, un periodo di adattamento" p. 64

caravahgio - hana moglie p. 50 car vuole prendersi cura di hana p. 71

l'ultima guerra medievale si combattè in italia nel 1943 e nel 1944 p. 79

kip "a volte sembra contento in compagnia di questo piccolo gruppo di persone nella villa, è una sorta di stella vagante ai margini delle loro orbite" p. 85

"ora stavano spogliandosi della pelle. Potevano imitare soltanto ciò che erano. Non avevano altra difesa che cercare la verità negli altri" p. 129

erodoto: p. 131, 265

caravaggio zio geloso p. 134

scoprono che nell'amore può esserci un'intera civiltà, un'intera nazione da scoprire. è l'amore dell'idea di lui o di lei. p.241

kip fortunato in quanto cresciuto fra gli altri come un estraneo, che sa quindi cambiare i suoi affetti, sostituire le perdite. p. 290

kip chiama almasy zio p. 302

Temi

Fra i temi principali vi sono il rapporto fra storia e memoria[1], identità e appartenenza[2]; la guerra, il colonialismo e il concetto di nazione, lo sradicamento.

La villa, come il deserto, rappresenta un microcosmo, un rifugio, una sorta di Eden in cui valgono solo le relazioni personali.(p. 4 Gultekin). La guerra ha inferto ad ognuno dei quattro personaggi profonde ferite (Hana ha perso il padre, l'uomo amato e il figlio; Caravaggio, a seguito dell'amputazione delle dita, non potrà più svolgere con la stessa abilità il suo mestiere di ladro, "vive in un momento di buio, non ha più fiducia"[3]; Kip ha perso il suo mentore e altri commilitoni nell'esplosione di un ordigno; Almasy non è riuscito a portare in salvo la donna amata e ha perso la propria identità). Nella villa tutti sembrano ignorare le proprie origini nazionali e razziali; insieme interagiscono, stabilendo relazioni simili a quelle di una famiglia (padre, fratello, zio). E' una piccola comunità "terapeutica", in cui l'uno dipende dall'altro per la guarigione e la riconciliazione (p. 29 Furholm). Quando si scopre la vera identità di Almasy, nessuno lo giudica per aver essersi messo al servizio dei tedeschi. Per Han e per Kip egli è un "fratello". (p. 49 Adhikari). Non si guarda al passato, ma al futuro. (p. 35 Furuholm)

I quattro personaggi del romanzo, lontani dalla loro terra di origine e poco interessati a farvi ritorno, vivono una condizione di crisi interiore e di "spaesamento", umano e geografico. Di quest'ultimo Caravaggio sembra il più lucido interprete: "Il guaio di noi tutti è che ci troviamo dove non dovremmo. Che cosa ci facciamo in Africa o in Italia? Che cosa ci fa Kip qui, a disinnescare bombe negli orti, per Dio? Perchè combatte guerre per gli inglesi? (...) Dovremmo andarcene via tutti".[4]

Il paziente inglese, dopo aver svelato la natura del suo incidente, scherzando con l'artificiere sikh dirà ad Hana: "Kip e io siamo due bastardi internazionali. Nati in un posto, abbiamo scelto di vivere altrove. E per tutta la vita ci sforziamo di ritornare in patria o di andarcene via."[5]

La condizione nomade, amplificata dalla frequente evocazione del deserto[6], che con la villa costituisce lo sfondo delle vicende narrate nel romanzo, si accompagna alla messa in discussione dei concetti tradizionali di nazione, identità e razza[7]. La condizione di anonimato e di invisibilità[8] caratterizza alcuni dei personaggi e ne mette in luce la loro quasi assente dimensione sociale. Kip è una sorta di "ibrido", un sikh che si è unito all'esercito britannico, un nativo colonizzato, un uomo dell'Asia che "ha adottato padri inglesi, che ha seguito i loro codici come un figlio obbediente".[9] E' arrivato in Inghilterra a 21 anni, senza conoscere nessuno, sradicato dalla sua famiglia nel Punjab[10]. Dopo la morte del suo mentore Lord Suffolk, l'invisibilità diventa il suo modo di stare al mondo, la sua "vocazione", così come la sua arma di difesa: "In Inghilterra era stato semplicemente ignorato nelle varie caserme, e aveva preferito col preferirlo". Egli era "membro anonimo di un'altra razza, di un mondo invisibile"[11]. Mentre all'inizio viene descritto come un soldato ligio alla sua missione, che - al contrario del fratello che rifiuta di arruolarsi nell'esercito e finisce in carcere come "agitatore politico" - ha assimilato gli usi e le consuetudini della cultura inglese (esempio divisa o pronuncia inglese delle parole), pur nella consapevolezza della sua diversità razziale, dopo l'evento delle bombe su Hiroshima e Nagasaki, vedrà tutto sotto una luce diversa, a partire dagli amici residenti nella villa, che assumeranno le sembianze del "nuovo nemico".[12] La crudeltà e la slealtà espressa nel bombardamento di una civiltà non-bianca [13]conclude la sua passiva accettazione della civiltà occidentale (p. 54 Furuholm) e lo porta ad affermare la sua appartenenza e alterità etnica ("Non avrebbero mai lasciato cadere una tale bomba su una nazione bianca" https://www.theguardian.com/books/booksblog/2011/mar/04/booker-club-english-patient-ondaatje), in una prospettiva post-coloniale.(p. 50 Adhikari). Kip si ricorda della sua famiglia, riprende il suo vero nome, Kirpal Singh, e decide il ritorno a casa, in India.

Gli amici di prima diventano indistinti colonizzatori (p. 5 Gultekin), e l'approdo a questa nuova identità lo farà decidere per il ritorno a casa, in India. Secondo Furuholm, la comunità nella villa si dissolve quando Kirpal si ritira dal rapporti che ha con gli altri personaggi (p. 56 Furuholm)

Hana vive una condizione di nomade all'interno della villa: il paziente ha una sua precisa collocazione fisica, viene accudito con regolarità; Hana è in continua ricerca di un posto in cui trovare riposo e guarigione, vaga fra le stanze, il giardino[14] e la tenda di Kip, e si nutre del bisogno della relazione infermiera-paziente, padre-figlia per alleviare i traumi che la guerra le ha inferto[2][15]. (p.22 Furuholm) Anche Hana, dopo aver fatto i conti con la guerra e le sue vittime, decide di ritornare a casa dalla matrigna.

Rachel D. Friedman osserva che il ristabilimento della identità indiana di Kip 'sembra annullare il resto del movimento post-coloniale del romanzo verso un contro-nazionalismo e un modello di identità non basati sulla categoria letale della nazione. L'unità nella villa, poi, sembra diventare annullata dal ristabilimento della nazionale la coscienza nella comunità. il senso di appartenenza alla comunità di Kirpal ha iniziato a cambiare quando ha sentito dei bombardamenti e lo shock che lo ha spinto a confrontarsi con il paziente e riprendere il suo vero nome. (p. 57)

Caravaggio arriva alla villa ferito nel corpo e nello spirito. Perdendo i pollici ha perso anche una parte della sua identità di ladro, che gli permetteva di muoversi con abilità, come un' "ombra". Ma durante la guerra aveva svolto anche il lavoro di spia, capace di districarsi in camuffamenti e simulazioni, abile nel creare "identità doppie"[16]. La morfina, di cui diventa dipendente, lo aiuta a sopportare la sua menomazione, ma al tempo stesso lo imprigiona dentro il tempo della guerra. Almasy con il suo racconto rivela il suo legame indissolubile e non superabile con il passato; Caravaggio comprende invece che per lui diventa necessario andarsene dalla villa, uscire dal "suo" deserto connotato da un' "architettura di morfina", ritornare alla normalità[17]. (p.26 Furuholm) Era uno dei coloro che hanno la furia o la tristezza di un solo essere descritto da qualcun altro. Un terrore di strade, una casa-builder, un pittore, un thief- eppure era invisibile a tutti intorno a lui "(Ondaatje 1997, p.199).

Il paziente inglese è, a partire dalla sua stessa condizione psicofisica, un uomo irriconoscibile, "senza faccia, tutti i segni di identità cancellati dal fuoco" [18]. Il suo vero nome, Almasy, viene confermato verso la fine del libro, al cap. 9. Il suo punto di riferimento è una copia di Le Storie di Erodoto, che ha però progressivamente modificato incollando ritagli di giornali e mappe geografiche. E' un uomo senza patria, che ha trascorso molto tempo nell'esplorazione del deserto, e che, attraverso il deserto, vuole cancellare il proprio nome, "non appartenere a nessuno, a nessuna nazione".[19] Nel deserto si mette al servizio prima degli inglesi e poi dei tedeschi, senza sensi di colpa nè turbamenti interiori, manifestando la sua indifferenza per i diversi schieramenti in campo durante la guerra. Nell'esprimere la sua ammirazione per l'assenza del concetto di nazione da parte delle tribù nomadi, mette a nudo tutta la sua avversione nei confronti delle conseguenze nefaste del nazionalismo: "Incontravamo fiumi di tribù desertiche, gli esseri umani più belli che abbia visto in vita mia. Eravamo tedeschi, inglesi, ungheresi, africani, nomi che per loro non avevano alcun significato. A poco a poco siamo diventati gente senza nazione, sono giunto a odiare le nazioni. Siamo deformati dalle nazioni-stato. Madox è morto proprio a causa delle nazioni” [20]

Il deserto non può essere "rivendicato o posseduto"[21], è un luogo di libertà in cui le identità nazionali scompaiono.[22]

Note

  1. ^ (EN) Adhikari, Madhumalati, History and Story: Unconventional History in Michael Ondaatje's "The English Patient" and James A. Michener's "Tales of the South Pacific, in History and Theory, vol. 41, n. 4, pp. 43-55.
  2. ^ a b Furuholm, Malin, Belonging in Michael Ondaatje's The English Patient, University of Oslo, 2012, OCLC 809261856.
  3. ^ Ondaatje, p. 71
  4. ^ Ondaatje, p. 134
  5. ^ Ondaatje, p. 191
  6. ^ Secondo Lerzan Gültekin, che definisce il libro una "metafiction storiografica", il deserto, la cui superficie cambia continuamente sotto l'effetto degli agenti atmosferici, sarebbe la metafora della transitorietà e delle "inaffidabili identità nazionali" dei protagonisti del romanzo, frammentate e varie a causa delle loro esperienze personali traumatiche. Cfr.: Lerzan Gültekin, Identity Crisis in Michael Ondaatje's The English Patient, University of Ankara.
  7. ^ (EN) Pradeep Kaur and Jap Preet Kaur Bhangu, Negotiating identity and history: Michael Ondaatje's in The Skin of Leon and The English Patient, in International Journal of English and Literature (IJEL), vol. 3, n. 4, 2013, pp. 11-18.
  8. ^ Gordon Gamlin ha rilevato l'attenzione nell'opera di Ondaatje per i gruppi sociali subalterni, come le donne e gli immigrati, e il desiderio di ripensare attraverso le loro vite il passato storico e la cronologia ufficiale. Cfr. Gamlin, Gordon. (1992). Michael Ondaatje's In the Skin of a Lion and The Oral Narrative, Canadian Literature, 135, 68-77
  9. ^ Ondaatje, p. 233
  10. ^ Ondaatje, p. 203
  11. ^ Ondaatje, p. 213
  12. ^ Ondaatje, p. 303
  13. ^ Provocherà diverse reazioni negli Stati Uniti all'uscita del libro il pensiero che Ondaatje fa esprimere a Caravaggio: "Sa che il giovane soldato ha ragione. Loro non avrebbero mai lanciato una bomba come quella su una nazione bianca". Cfr. Ondaatje, p. 305.
  14. ^ Sulla simbologia del giardino ne Il paziente inglese, cfr. Friedman, Rachel D. "Deserts and Gardens: Herodotus and The English Patient", Arion: A Journal of Humanities and the Classics 15.3 (2008): 47-84 e Nina C. Bache, Space inThe English Patient, MA thesis (Oslo: University of Oslo, 2004), p.32.
  15. ^ La diversa prospettiva con cui ogni personaggio interpreta la sua relazione con gli altri è espressa, nel caso di Hana e il paziente, dalla confessione che quest'ultimo rivolge a Caravaggio, di aver voluto aiutare la ragazza in crisi, inquieta e incapace di comunicare, chiedendole di leggere qualcosa per lui. Cfr. Ondaatje, p. 271.
  16. ^ Ondaatje, p. 272
  17. ^ Ondaatje, p. 270
  18. ^ Ondaatje, p. 58
  19. ^ Ondaatje, p. 152
  20. ^ Ondaatje, p. 152
  21. ^ ivi
  22. ^ (EN) Lerzan Gültekin, Identity Crisis in Michael Ondaatje's The English Patient (PDF), University of Ankara.