DC Comics: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Saiyuki4ever (discussione | contributi)
→‎Crisi e eventi crossover: Correggendo il testo
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 258: Riga 258:
Nel corso degli anni ci sono state in totale 20 differenti case editrici ad occuparsi dell'edizione italiana di albi DC Comics. Ecco l'elenco completo: Edizioni Juventus, Editore Saev-Vecchi, Casa Editrice Vittoria, Società Editrice Cremona Nuova, Edizioni Milano, [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]], [[Williams Inteuropa|Williams]], [[Cenisio]], [[Editoriale Corno]], [[Rizzoli]], [[Comic Art]], [[Play Press]], [[Magic Press]], [[Kappa Edizioni]], [[Planeta de Agostini]], [[BAO Publishing]], [[RW Edizioni]], [[Editrice Il Castoro|Il Castoro]], [[Editoriale Cosmo]] e [[Panini Comics]].
Nel corso degli anni ci sono state in totale 20 differenti case editrici ad occuparsi dell'edizione italiana di albi DC Comics. Ecco l'elenco completo: Edizioni Juventus, Editore Saev-Vecchi, Casa Editrice Vittoria, Società Editrice Cremona Nuova, Edizioni Milano, [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]], [[Williams Inteuropa|Williams]], [[Cenisio]], [[Editoriale Corno]], [[Rizzoli]], [[Comic Art]], [[Play Press]], [[Magic Press]], [[Kappa Edizioni]], [[Planeta de Agostini]], [[BAO Publishing]], [[RW Edizioni]], [[Editrice Il Castoro|Il Castoro]], [[Editoriale Cosmo]] e [[Panini Comics]].


== Crisis e crossover-evento ==
== Crisi e eventi crossover ==
Come tutti i grandi editori di fumetti si cerca di sfruttare la popolarità di alcuni personaggi per rilanciarne altri. Anche la DC decide periodicamente di realizzare dei ''[[crossover (fumetto)|crossover]]'', che coinvolgono alcuni, se non tutti, i personaggi pubblicati ogni mese.
Come tutti i grandi editori di fumetti si cerca di sfruttare la popolarità di alcuni personaggi per rilanciarne altri. Anche la DC decide periodicamente di realizzare dei ''[[crossover (fumetto)|crossover]]'', che coinvolgono alcuni, se non tutti, i personaggi pubblicati ogni mese.


Durante la [[Golden Age]] la DC non adotta lo sviluppo classico dei ''crossover'', che prevede una storia in più parti che inizia su un albo a fumetti per poi proseguire su quello di un altro personaggio. Questo espediente narrativo viene adottato soprattutto nella [[Silver Age]] (introdotto frequentemente sulle serie della rivale Marvel). Per fare incontrare i vari personaggi si utilizza invece una serie apposita intitolata ''[[All-Star Comics]]''. Nei primi due numeri sono presenti storie di personaggi differenti ma a partire dal n. 3 si fonda il primo supergruppo della storia del fumetto: la [[Justice Society of America]]. Si ha così modo di creare vicende a cui partecipano molti personaggi che appaiono su serie differenti o anche che non hanno una testata a loro dedicata.
Durante la [[Golden Age]] la DC non adotta lo sviluppo classico dei ''crossover'', che prevede una storia in più parti che inizia su un albo a fumetti per poi proseguire su quello di un altro personaggio. Questo espediente narrativo viene adottato soprattutto nella [[Silver Age]] (introdotto frequentemente sulle serie della rivale Marvel). Per fare incontrare i vari personaggi si utilizza invece una serie apposita intitolata ''[[All-Star Comics]]''. Nei primi due numeri sono presenti storie di personaggi differenti ma a partire dal n. 3 si fonda il primo supergruppo della storia del fumetto: la [[Justice Society of America]]. Si ha così modo di creare vicende a cui partecipano molti personaggi che appaiono su serie differenti o anche che non hanno una testata a loro dedicata.


A partire dalla Silver Age si diffonde un particolare tipo di espediente narrativo simile ad un crossover ma che non vede l'incontro di supereroi di diverse serie ma di Terre Parallele (o Multiple). Una minaccia che coinvolge più universi differenti ma coesistenti prende il nome di "''Crisis''" (crisi in [[lingua inglese]])<ref>AA.VV., ''JLA in Crisis Secret Files'' n.1, DC Comics, New York, novembre 1998.</ref>. Tale espediente narrativo porta alla creazione del "Primo Multiverso DC" composto da realtà parallele dove è possibile raccontare le vicende dei personaggi in contesti anche radicalmente differenti. A metà degli anni ottanta con la miniserie ''Crisi sulle Terre infinite'' si mette fine al ''Primo Multiverso DC'' per dare origine ad un nuovo universo coerente e facilmente gestibile a livello narrativo e di continuity. Nasce così un nuovo tipo di evento editoriale definito «''crossover-event''» (o anche «''universe-wide crossover''», o «''company-wide crossover''»), in genere sviluppato su una serie limitata che va ad intrecciarsi con gli albi delle serie regolari (denominati ''tie-in''), aumentando l'interazione i personaggi e spesso anche le vendite di tutte le pubblicazioni coinvolte. Il primo evento ''Post-Crisis'' di quest tipo è ''Legends'', seguito nei decenni successivi da storie strutturate nello stesso modo e che vengono proposte dalla DC ogni anno.
A partire dalla Silver Age si diffonde un particolare tipo di espediente narrativo simile ad un crossover ma che non vede l'incontro di supereroi di diverse serie ma di Terre Parallele (o Multiple). Una minaccia che coinvolge più universi differenti ma coesistenti prende il nome di "''Crisis''" (crisi in [[lingua inglese]])<ref>AA.VV., ''JLA in Crisis Secret Files'' n.1, DC Comics, New York, novembre 1998.</ref>. Tale espediente narrativo porta alla creazione del "Primo Multiverso DC" composto da realtà parallele dove è possibile raccontare le vicende dei personaggi in contesti anche radicalmente differenti. A metà degli anni ottanta con la miniserie ''Crisi sulle Terre infinite'' si mette fine al ''Primo Multiverso DC'' per dare origine ad un nuovo universo coerente e facilmente gestibile a livello narrativo e di continuity. Nasce così un nuovo tipo di evento editoriale definito «''crossover-event''» (o anche «''universe-wide crossover''», o «''company-wide crossover''»), in genere sviluppato su una serie limitata che va ad intrecciarsi con gli albi delle serie regolari (denominati ''tie-in''), aumentando l'interazione, i personaggi e spesso anche le vendite di tutte le pubblicazioni coinvolte. Il primo evento ''Post-Crisis'' di quest tipo è ''Legends'', seguito nei decenni successivi da storie strutturate nello stesso modo e che vengono proposte dalla DC ogni anno.


Elenco delle principali Crisi e ''crossover-event'' realizzati da questa casa editrice:
Elenco delle principali Crisi e ''crossover-event'' realizzati da questa casa editrice:

Versione delle 03:59, 24 lug 2020

DC Comics
Logo
Logo
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Forma societariaConsociata
Fondazione1934 (come National Allied Publications)
dal 1940 al 1948 come DC Publication
dal 1949 al 1969 come DC National Comics
dal 1970 come DC Comics
Fondata daMalcom Wheeler Nicholson
Sede principaleBurbank
GruppoWarner Bros.
(sussidiaria di WarnerMedia)
Persone chiave
SettoreEditoria
Prodotti
  • Fumetti seriali (comics in originale)
  • Raccolte in edizione cartonata (Hardcover o HC in originale)
  • Raccolte in edizione brossurata (Trade Paperbacks o TP in originale)
  • Merchandising e action figures
Sito webwww.dccomics.com

DC Comics è una casa editrice di fumetti statunitense, una delle più importanti in assoluto nel mondo. Tra i suoi simboli ci sono personaggi che hanno fatto la storia del genere supereroistico e avventuroso, come Superman, Batman, Flash, Lanterna Verde, Wonder Woman, a questi seguono Freccia Verde, Supergirl, Capitan Marvel, i Watchmen e John Constantine[1]. È una divisione editoriale della DC Entertainment (appartenente al gruppo Warner Bros.)[1], il cui scopo è quello di sviluppare le proprietà e i personaggi DC Comics a livello multimediale cioè film, serie televisive, prodotti di consumo, merchandising, home entertainment, videogiochi e prodotti Vertigo e interattivi[1]. La DC Entertainment (tramite i suoi brand DC, DC Black Label, Vertigo (1993-2019), Mad e DC Collectibles) è uno dei più grandi editori di fumetti in lingua inglese nel mondo[1].

Storia

Le origini

Nel 1934 nasceva la National Allied Publications, casa editrice di fumetti, fondata dal maggiore della cavalleria statunitense Malcolm Wheeler-Nicholson[2]. Reduce dai campi della Grande Guerra comincia a lavorare nell'editoria negli anni venti, vendendo storie in prosa e strisce a fumetti (o comic strips) ai giornali tramite una sua agenzia di stampa chiamata : (o syndicate)[3]. Il primo albo della sua casa editrice esce nel febbraio 1935 e porta il titolo New Fun: The Big Comic Magazine[3]. La prima grande innovazione risiede nel realizzare una pubblicazione a fumetti contenente del materiale inedito[3]. Fino a quel periodo le riviste a fumetti contenevano in gran parte ristampe delle strisce pubblicate sui quotidiani (newspaper comic strips). Le dimensioni di questa prima pubblicazione sono quelle di un quotidiano e le pagine interne sono in bianco e nero[2]. L'unica storia a colori è quella presentata in copertina, un racconto di genere western in 12 vignette che introduce il primo personaggio originale della DC: il cowboy Jack Woods (di cui ancora oggi non si conosce l'autore del soggetto)[3]. La rivista è costosa per via della carta utilizzata per il formato ed è poco attraente per l'assenza del colore nell'interno. La seconda serie pubblicata cambia formato e viene intitolata inizialmente New Comics (del dicembre 1935) per poi divenire More Fun Comics[4] e di fatto impone sul mercato le dimensioni (circa 17 centimetri di larghezza per 26 di altezza) oggi da tutti utilizzate nel mercato fumettistico internazionale, almeno per quel che riguarda i supereroi[5]. Il nuovo formato viene scelto principalmente per ridurre il quantitativo di carta per la stampa ma anche per renderlo più visibile e gestibile sugli espositori delle edicole. Dal novembre 1938 More Fun Comics prende il nome Adventure Comics, con il quale viene distribuita e pubblicata (anche se non continuatamente) fino al 2011[6]. Il primo numero di New Comics ha la cover disegnata da Vince (o anche Vin) Sullivant, figura chiave nei futuri sviluppi della casa editrice. Promosso redattore l'anno successivo è lui a concepire la serie Detective Comics, la prima serie a fumetti incentrata su un unico tema e con storie più lunghe. Fino ad ora i generi contenuti in un albo a fumetti varia enormemente. In New Comics sono presenti sia storie umoristiche che d'avventura, inoltre la lunghezza di una storia riprende quella delle pagine domenicali dei fumetti pubblicate sui quotidiani (Sunday Pages)[7]. Con la nuova serie si vogliono inserire storie di ampio respiro e che occupino diverse pagine l'una[7]. Il fondatore Wheeler-Nicholson è però in difficoltà economiche e alla fine del 1936 deve cedere le sue pubblicazioni a Harry Donenfeld, il distributore delle sue riviste a fumetti tramite la Indipendent News[7]. Donenfeld è anche interessato al lancio della nuova serie di Vin Sullivan e ad espandere ulteriormante l'offerta della National Allied Comics[7]. Convince il suo contabile Jack Liebowitz ad entrare nell'impresa e fondano la Detective Comics Inc. la quale sovvenziona le precedenti pubblicazioni e si impegna nel lanciare nuove serie quali Detective Comics (marzo 1937) e Action Comics (giugno 1938)[7]. Il nome ufficiale dell'editore diviene National Periodical Publications (o anche National Comics) ma a partire dall'aprile 1940 sulle serie pubblicate compare il logo a DC publication che da metà degli anni settanta darà alla casa editrice il nome definitivo DC Comics[8]. Il primo albo a esibirlo è Action Comics n. 23, che vede anche la prima apparizione di Lex Luthor, nemesi storica di Superman[8]. Per quanto riguarda il significato dell'acronimo DC vi è la versione ufficiale che sostiene significasse da subito detective comics, in onore della Detective Comics Inc. che aveva acquisito le pubblicazioni di Wheeler-Nicholson e contribuito a lanciare la serie omonima[8]. Ma c'è chi afferma che il significato fosse Donenfeld's Comics, imposto da colui (Henry Donenfeld) che sostiene di aver messo le basi per lo sviluppo della National Comics come grande casa editrice[8].

La prima sede amministrativa e creativa della National Allied Comics è l'ufficio del suo fondatore Wheeler-Nicholson[9]. L'indirizzo è il 225 LaFayette a Lower Manhattan in New York[9]. Tale sede è attiva dal febbraio 1935 fino al 1938 quando viene spostata in Midtown Manhattan al 480 Lexington Avenue[9]. Questo è il primo di sette trasferimenti della National/DC Comics all'interno della città di New York[9]. Solo nel 2015 avviene un trasferimento al di fuori della Grande Mela e della Costa Est degli Stati Uniti per spostarsi in California a Burbank[9].

The Golden Age (1938-1951)

Le tre icone della DC: Superman, Batman e Wonder Woman

Superman, Batman, Wonder Woman, la Trinità della DC Comics

Sulle pagine di Action Comics n. 1 (giugno 1938) viene ricreato (da Jerry Siegel e Joe Shuster) il primo supereroe della storia del fumetto: Superman che già nel 1933 aveva una sua piccola testata. Si tratta di un difensore della giustizia che è in possesso di superpoteri grazie alla sua origine aliena. Nella sua ideazione si mescolano elementi della letteratura Pulp e delle storie di fantascienza dell'epoca[10]. Senza neanche prevederlo la National Allied Publications genera un'icona dell'immaginario collettivo del ventesimo secolo e mette le basi per la creazione di un genere che caratterizzerà l'editoria del fumetto fino ai primi anni cinquanta[10]. In questo periodo si raggiungono anche i record assoluti di vendita per i supereroi e i fumetti in generale (è la Golden Age della storia dei fumetti)[11]. Il successo del personaggio del duo Siegel-Shuster è tale che a partire dal 12 gennaio 1939 diviene una striscia a fumetti sui quotidiani e pochi mesi dopo le sue avventure riempiono anche la pagina domenicale[10]. Nell'aprile dello stesso anno è sull'albo World's Fair, dedicato all'Esposizione universale del '39[10]. Il mese dopo diviene il primo personaggio ad avere una serie a lui intestata, si tratta di Superman n. 1, che contiene le prime quattro storie del supereroe pubblicate su Action Comics[10]. Sempre nel 1939 si arriva all'ideazione dell'altro personaggio simbolo dell'editore e cioè Batman sul numero 27 di Detective Comics (maggio 1939). Il redattore della serie è Vin Sullivan ed è lui a scegliere di lanciare il personaggio dell'Uomo Pipistrello ideato graficamente da Bob Kane[10]. Sullivan è da subito un forte sostenitore di questo tipo di eroe, senza superpoteri e che riprende palesemente elementi di eroi pulp quali The Shadow[10]. Lo definisce come l'icona oscura della National Comics, in opposizione ad un eroe solare quale Superman[10]. Un'altra scommessa vincente del redattore è quello di affiancare Bill Finger a Bob Kane come ghost-writer[10]. Finger è responsabile (anche se per lungo tempo non riconosciuto) della creazione di gran parte della mitologia del personaggio e contribuisce a definire diversi rivali storici di Batman[10]. Da notare che il vero nome di Bob Kane è Bob Khan, ma come spesso accade in questo periodo si opta per nomi che siano in linea con l'establishment dell cultura statunitense dell'epoca[8]. Curiosamente però diversi anni più tardi un'altra Khan, cioè Jennete Khan diviene prima redattore poi anche presidente della DC Comics e lo rimane per più di vent'anni. Il successo del supereroe di Kane lo porta ad avere una serie a lui intestata già nel 1940. Sul primo numero di Batman debuttano anche due rivali storici quali il Joker e Catwoman (qui ancora chiamata La Gatta). Sulla copertina dell'albo Batman vede al suo fianco Robin, personaggio già apparso su Detective Comics n. 38 (dell'aprile di quell'anno). Questo giovane alleato (o sidekick) porta il nome di Dick Grayson e contribuirà a modificare nel tempo il tono delle avventure di Batman, rendendole meno cupe. Oltre a Superman e Batman si aggiunge (dal 1941) un altro personaggio che diventerà nel tempo la terza icona della casa editrice DC[12]. Si tratta di Wonder Woman, prima supereroina della storia che debutta su All-American Comics (serie prodotta dalla All-American Publications di M.C.Gaines)[12]. Il personaggio viene creato dallo psicologo Walter Moulton Marston che si era detto preoccupato dell'eccessiva mascolinità e violenza espressa dai fumetti supereroistici[12]. Sheldon Meyer lo invita quindi a lavorare per la All-American Publications e gli chiede di creare un nuovo supereroe[12]. Marston sente che è necessaria la presenza di una donna in grado di possedere i poteri di Superman ma che sia anche capace di trasmettere quell'amore ed empatia tipico del genere femminile[12]. A questo aggiunge la sua passione per la mitologia greco-romana che funge da background al personaggio. Diana viene infatti presentata come un'Amazzone proveniente da un'isola di sole donne la cui origine è strettamente legata alle divinità dell'Olimpo[12]. Il riscontro ottenuto dalla nuova supereroina è immediato e nel 1942 diviene subito la protagonista della serie Sensation Comics (febbraio), e nell'estate dello stesso anno gli viene anche dedicata una serie personale, 10 mesi dopo la sua creazione anticipando quindi il periodo di tempo che era servito a Batman e Superman per ottenere le loro pubblicazioni perrsonali[12]. La serie Wonder Woman insieme a quelle intestate a Batman e Superman saranno le uniche ad avere una continuità di distribuzione anche dopo la fine della Golden Age. Tra il 1949 e il 1959 rimangono in distribuzione le serie Action Comics, Superman e Adventure Comics (con Superman e Superboy), Detective Comics e Batman (per l'Uomo Pipistrello) e Wonder Woman (per l'amazzone Diana). Quelle degli altri supereroi (e non solo quelli della National Comics) chiudono o trasferiscono le loro storie in serie antologiche. Questo sottolinea la popolarità e l'importanza dei tre personaggi che riusciranno a mantenersi nelle edicole con continuità.

Una peculiarità di questi tre supereroi è che sono stati gli unici della casa editrice ad apparire nelle strisce a fumetti dei quotidiani, all'interno della rubrica daily funny pages[13]. Si tratta di un enorme balzo in avanti nella crescita della popolarità di questi personaggi[13]. Infatti se è vero che i fumetti della Golden Age potevano vantare milioni di lettori, bisogna considerare che i quotidiani ne avevano decine di milioni e la pagina dei fumetti era tra le più popolari per le famiglie americane[13]. La stessa industria del fumetto trova la sua origine nello sviluppo di personaggi e storie per le comic strips durante il periodo pre-Golden Age[13]. Il primo supereroe ad apparire con una sua striscia su un quotidiano è Superman il 16 gennaio 1939[13]. Il successo è notevole e entro il 1941 la strip di Superman viene pubblicata su circa trecento quotidiani statunitensi e novanta riviste domenicali (all'interno delle Sunday Pages)[13]. All'estero appare in venti milioni di pubblicazioni tra quotidiani, riviste, e albi a fumetti, tra i quali Gli Albi dell'Audacia in Italia[13]. Grazie ad un particolare accordo con il McClure Syndacate (il cui direttore esecutivo era M.C.Gaines) la National/DC Comics mantiene pieno controllo sul materiale pubblicato sui quotidiani e il redattore è Jack Schiff[13]. Le prime strisce sono realizzate dagli stessi creatori di Superman ma quelle più memorabili e iconiche per il personaggio sono quelle realizzate da Wayne Boring[13]. La pubblicazione delle comic strip di Superman continuano ininterrottamente fino al 1966 contribuendo anche più dei fumetti a costruire il mito dell'Uomo d'Acciaio nel popolo statunitense[13]. Jack Schiff, redattore anche degli albi regolari di Batman, riesce ad ottenere un accordo per la pubblicazione di strisce a fumetti dell'Uomo Pipistrello a partire dal 1943 e si impegna lui stesso a scriverne alcune[13]. Il suo obbiettivo è di creare una continuity tra le strisce quotidiane per creare aspettative nei lettori, spingendoli così a comprare il giornale l'indomani[13]. Nonostante il contributo del creatore Bob Kane, di Bill Finger, Jack Burnley, Don Cameron e Alvin Schwartz, non si raggiunge il successo ottenuto da Superman, le strisce su Batman terminano dopo un run di tre anni nel 1946[13]. Le Batman Comic Strip tornano nel 1966 durante il periodo di programmazione della serie televisiva di successo con il Batman interpretato da Adam West[14]. Sono pubblicate a partire dal maggio del 1966 e vedono ai testi Whitney Ellsworth e ai disegni Shelley Moldoff, Joe Giella e Carmine Infantino[14]. Per quanto riguarda Wonder Woman, debutta sulle strisce a fumetti dei quotidiani nel 1943 ma il suo ciclo di storie termina già l'anno successivo nel 1944[14]. Il team creativo è lo stesso della serie fumetti e vede William Moulton Marston ai testi e Harry G. Peters ai disegni, i quali rinarrano le origini della supereroina amazzone e delle sue prime avventure adattandole al nuovo formato[14]. Nonostante il riscontro non sia positivo il materiale prodotto è a livello di quello degli albi a fumetti e pone Wonder Woman a fianco di Superman e Batman nell'essere annoverata tra i supereroi DC ad aver ottenuto una pubblicazione e diffusione sui quotidiani[13].

All-American Publications (1938-1945)

Altre case editrici seguono il successo portato dal genere dei supereroi e tra queste vi è la All-American Publications di Max Gaines. Fondata nel 1938, debutta con All-American Comics n. 1 nell'aprile del '39 e a luglio pubblica la serie umoristica Mutt & Jeff creata da Bud Fisher per le strisce dei quotidiani. In poco tempo l'intraprendenza di Gaines, affiancato nel ruolo di redattore-scrittore da Sheldon Mayer, porta alla creazione di personaggi storici quali Flash/Jay Garrick e Hawkman (creati da Gardner Fox su Flash Comics n. 1), Atomo I /Al Pratt, la prima Lanterna Verde/Alan Scott (creato da Bill Finger e Martin Nodell su All-American Comics n. 16), e la già citata Wonder Woman. Le serie su cui vengono pubblicate le loro storie sono però distribuite dalla Detective Comics Inc. che nei primi anni quaranta è ancora principalmente un distributore. Avendo Max Gaines bisogno di fondi si rivolge al proprietario della Detective Comics: Harry Donenfeld. Questi accetta di aiutarlo alla condizione che Jack Liebowitz (suo socio e redattore alla National-Allied Publications) diventi partner della All-American Comics. Gaines accetta e le conseguenze sono una progressiva integrazione tra le due compagnie, che si scambiano i rispettivi autori e artisti. Le conseguenze sono un ampliamento del parco personaggi gestito dalla Detective Comics che ora può contare anche su altri supereroi alquanto popolari quali Wonder Woman e Flash. Una delle scelte editoriali più vincenti di Max Gaines e del suo staff è il lancio della serie All-Star Comics nel 1940[8]. Sul n. 3, da un'idea di Sheldon Mayer e Gardner Fox nasce il primo supergruppo di supereroi della storia: la Justice Society of America[8]. Di fatto è anche il primo albo che vede l'incontro di personaggi di diverse case editrici. Nella prima formazione del gruppo troviamo supereroi quali Hourman I (Rex Tyler) - Sandman I (Wesley Dodds), Lo Spettro della National Comics e Flash - Hawkman- Atomo - Lanterna Verde - Johnny Thunder della All-American Publications. Questi supereroi e le storie narrate sulla serie costituiscono le fondamenta dell'Universo fumettistico della futura DC Comics[8]. Il tutto nasce da un'idea all'epoca rivoluzionaria di far incontrare personaggi di serie ed editori differenti, per farli interagire in un unico universo narrativo[8]. Da questo presupposto nasce il concetto di cross-over e continuity, fondamentale nei futuri sviluppi del genere supereroistico sia a livello di carta stampata ma anche (più recentemente) come linea d'unione di produzioni cinematografiche sui supereroi, formando un continum narrativo definito universo cinematico[8].

Tra Gaines e Donenfeld rimane però una certa rivalità e infatti quest'ultimo cerca di bissare il successo della Justice Society lanciando un supergruppo formato dai soli supereroi della National Publications. Nella serie Leading Comics del 1941 debutta il team denominato i Sette Soldati della Vittoria, creato da Matt Weisinger. Si tratta del secondo supergruppo della storia della DC ma non incontra il favore del pubblico e non replica il successo del precedente. Nel 1945 i dissapori tra i due editori si fanno più marcati e questo porta Gaines a staccarsi dalla National-Allied, togliendo anche il logo DC dalle sue pubblicazioni per qualche mese. I personaggi delle serie di Donenfeld vengono esclusi dalla Justice Society. L'autonomia di Gaines però non dura e nello stesso anno vende la All-American Publications e tutti i suoi personaggi allo stesso Donenfeld, che fa valere una posizione di forza sia finanziaria che distributiva. Tecnicamente si tratta della seconda acquisizione di Donenfeld. La prima era avvenuta con l'acquisizione della National-Allied Publications da parte della sua Detective Comics, Inc. e poi (nel'45) il pieno controllo della All-American Publications di Gaines.

I Fumetti entrano in guerra (1941-1945)

Lo scoppio della Seconda guerra mondiale trascina gli USA nel conflitto dopo il raid aereo giapponese su Pearl Harbor il 7 dicembre 1941. L'impatto sull'industria del fumetto è incredibilmente positivo e le vendite dei comic books triplicano nell'arco dei quattro anni di impegno nel conflitto[15]. Questo nonostante il razionamento della carta e i molti autori e disegnatori arruolati e mandati al fronte. Tra questi è degno di nota Bert Christman, noto per il suo lavoro su Sandman (Wesley Dodds)[16] e morto in azione con il reparto denominato Flying Tigers[15]. Tra i più celebri a dover lasciare i fumetti per i campi di battaglia vi sono stati Joe Simon e Jack Kirby che poco prima di partire crearono Boy Commandos, tipico esempio di fumetto ambientato in zone di guerra e incentrato sull'eroismo dei soldati delle truppe alleate. La serie ebbe un successo enorme vendendo un milione di copie per numero[15]. Anche Jerry Siegel diede il suo contributo creando The Star Spangled Kid, una sorta di combattente mascherato con i simboli della bandiera statunitense. Debutta sulla storica serie Star Spangled Comics che darà anche i natali nel 1944 ad altre due celebri creazioni di Jack Kirby: Guardiano e Newsboy Legion. Come si può notare in questi fumetti ambientati in zone di guerra sono assenti eroi con superpoteri quali Superman, Wonder Woman o altri membri della Justice Society of America. Questo è reso necessario dal fatto che un supereroe come Superman potrebbe porre fine alla Guerra in un attimo e i fumetti si troverebbero immediatamente in un mondo pacifico e al di fuori del contesto storico. Per questo la DC opta per la creazione di un manufatto magico cioè La lancia del Destino in possesso di Adolf Hitler e che gli permette di neutralizzare i poteri dei supereroi nei territori occupati dalle Forze dell'Asse. Su tutti i fumetti della DC Comics si cerca allo stesso tempo di aiutare lo sforzo del Governo promuovendo l'acquisto di war bonds ed enfatizzando l'eroismo e il sacrificio dei soldati al fronte. Il fumetto diventa un potente veicolo propagandistico che viene abilmente usato per alimentare il sogno di vittoria delle democrazie occidentali e screditare-diffamare il nemico nazifascista o nipponico.

Il declino dei supereroi (1945-1951)

Dopo la fine della Guerra le vendite di fumetti dei supereroi scesero drasticamente, anche se l'industria del fumetto vedrà una crescita delle vendite fino al 1953[17]. Nella storia dei comics statunitensi il periodo tra il 1951 e il 1953 viene indicato come la fine dell'epoca d'oro del fumetto, un evento che costringe la stessa DC a cambiare radicalmente la propria linea editoriale[17]. Segno emblematico del tempo è la trasformazione della storica serie All-Star Comics (che vedeva protagonisti i membri della Justice Society of America) in All-Star Western con il n. 58 (datato maggio-giugno 1951). Di fatto si passa da una serie di supereroi ad un serie di genere western. Non si tratta di un caso isolato ma la crisi del genere colpisce tutte le serie dell'editore e anche dei suoi competitors. Basti pensare che la Timely Comics sospende le storie di Capitan America e ogni altra serie supereroistisca. Da questa prima implosione del mercato dei supereroi (quello trainante sin dal 1938) si salvano tre personaggi destinati a diventare icone: Superman le cui storie continuano sulla serie omonima, su Action Comics e su Adventure Comics (come Superboy), Batman sulla serie omonima e Detective Comics, e Wonder Woman[17]. Oltre a questi supereroi ormai celebri e riconosciuti dal grande pubblico ve ne sono altri quattro che riescono a sopravvivere a dispetto della crisi del genere. Si tratta di Johnny Quick, Green Arrow, Aquaman e Robotman[17]. I primi tre nascono dalla creatività dell'editor Mort Weisinger mentre il terzo è ideato da Jerry Siegel (co-creatore di Superman)[17]. Johnny Quick ha il potere della supervelocità (copiato dal primo Flash, ovvero Jay Garrick) e lo attiva tramite la pronuncia di una formula matematica[17]. Il velocista debutta nel 1941 e dal 1946 passa su Adventure Comics, serie antologica che ospita anche Green Arrow e Aquaman, salvandoli dall'oblio editoriale[17]. Green Arrow (o Freccia Verde) è modellato su Batman e Robin Hood, e il suo alter ego è Oliver Queen. Come l'Uomo Pipistrello è un ricco playboy filantropo che combatte il crimine con una maschera (usando però bizzarri tipi di frecce), possiede una Arrowmobile, un partner (o sidekick) e viene chiamato in azione da un segnale luminoso nel cielo a forma di freccia[17]. Per quanto riguarda Aquaman, è un sovrano di un mondo sommerso nato come imitazione di Namor, il sub-mariner della Timely Comics (ora facente parte dell'universo Marvel)[17]. Da notare le tematiche ecologiste affrontate nelle sue storie degli anni quaranta e cinquanta, diversi anni prima che nasca l'interesse dell'opinione pubblica per questo tipo di problemi[17]. Il personaggio più interessante e innovativo di questi quattro supereroi minori (ma considerati diehard del genere) è Robotman che anticipa di diversi anni il moderno interesse per i cyborg sia del cinema che della letteratura[17]. Debutta su Star Spangled Comics n. 7 (giugno 1942) e dal 1948 passa su Detective Comics con storie che fanno da back-up a quelle di Batman (star della serie). Si tratta del capostipite dell'uomo-macchina dei fumetti e racconta di uno scienziato che si trova costretto a trasferire la sua coscienza in un robot di sua invenzione per sfuggire alla morte del corpo fisico[17]. La DC riesce quindi a mantenere vivo un genere quale quello supereroistico che sembra aver speso tutto a livello di mercato e idee. Questa posizione gli permetterà di ricreare interesse intorno agli eroi mascherati e rilanciare l'intero settore con una maggiore facilità alla fine degli anni cinquanta ponendo le basi della Silver Age.

Ma per sopravvivere al turbolento periodo che si snoda tra il 1945 e i primi anni sessanta non si può solo fare affidamento a tre icone quali Superman, Batman e Wonder Woman, l'editore deve cercare di trovare nuovi lettori e nuovi spunti narrativi volgendo l'attenzione a diversi generi che spaziano dalla fantascienza al western, dall'horror alle storie romantiche. La diversificazione della proposta editoriale inizia già durante la seconda guerra mondiale quando si comincia ad avvertire la necessità di fumetti umoristici. Spesso le storie di queste nuove serie vedono come protagonisti animali antropomorfi che accentuano il tono grottesco e surreale delle vicende narrate, ma allo stesso tempo trasportano i lettori in una dimensione lontana da quella problematica e drammatica della quotidianetà. L'ispirazione arriva dai cortometraggi animati che vengono proittati nei cinema con protagonisti Mickey Mouse di Walt Disney, Tom & Jerry della MGM, Bugs Bunny della Warner Bros. e Woody Woodpecker di Walter Lantz. La dirigenza DC arriva in ritardo per accaparrarsi i diritti per la pubblicazione di questi personaggi ma l'editor Whitney Ellsworth si aggiudica i diritti di un cortometraggio del 1943 dal titolo The Fox and the grapes. I due protagonisti sono un corvo saccente e fuma sigari e una volpe apparentemente ingenua i quali danno origine alla coppia fumettistica The Fox and the Crow che debutta su Reel Screen Comics n. 1 della primavera del 1945. Il successo ottenuto è strepitoso e a partire del 1951 avranno una loro serie regolare che continua le pubblicazioni fino al 1968 mettendo le basi per un nuovo genere che ha fatto la storia della National Comics/DC tra gli anni quaranta e sessanta.

Nuovi generi (1948-1956)

Il lento ma inesorabile declino di vendite porta la DC a puntare in maniera decisa su altri generi e alla guida di questa nuova impostazione editoriale troviamo Irwin Donenfield come Editor-in-chief e le cui scelte portano la casa editrice ad attraversare positivamente questo difficile momento del mercato fumettistico[18]. L'anno in cui si comincia ad intravedere il mutamento nel parco testate è il 1948 quando la serie supereroistica All-American Comics diviene All-Star Western e anticipa la trasformazione di All-Star Comics in All-Star Western nel 1951. In entrambi i casi, al posto dei supereroi trovano spazio personaggi western quali Johnny Thunder, e i Trigger Twins. Ma sorprendentemente il personaggio di maggior successo risulta essere Tomahawk, ambientato circa cento anni prima del periodo del classico genere western[18]. Infatti le sue avventure si inseriscono durante l'epoca coloniale e della Guerra d'Indipendenza americana. Il successo è tale che gli viene dedeicata una serie a partire dal 1950 e che dura per 22 anni.

Il 1948 segna anche il lancio di nuove serie del genere crime story, storie a fumetti che prendono spunto dall'attualità e raccontano lo scontro tra le forze dell'ordine e la malavita. Il più celebre titolo di questa nuova generazione è Gang Busters che debutta a dicembre. Lo stesso anno ha debuttato Mr.District Attorney e due anni dopo Big Town (1950)[19]. La caratteristica di queste pubblicazioni è che si basano su dei serial radiofonici dell'epoca. Il passo successivo è l'approccio al genere horror con la nascita di House of Mistery nel 1951 (anch'essa vagamente ispiratasi ad un radio show trasmesso tra il 1945 e il 1949) e The Phantom Stranger (1952) tra i titoli più celebri.[19]

Verso la fine degli anni cinquanta si guarda anche alla fantascienza per cercare nuovi spunti per i fumetti anche se di fatto le tematiche tipiche del genere sono già presenti nelle avventure di supereroi come Superman che ha nelle sue stesse origini la tematica per eccellenza della science fiction cioè l'arrivo di alieni (o un alieno) sulla Terra. Non è un caso quindi che Tommy Tomorrow (capostipite dei nuovi eroi futuristici) venga pubblicato su Action Comics (serie natale di Superman). Il successo è tale che il suo corso di pubblicazione copre 11 anni (1948-1959). Julius Schwartz propone ed ottiene la pubblicazione della serie antologica Strange Adventures, serie cult dell'epoca che permette a Schwartz di ottenere consensi come redattore-scrittore. Su questa serie debutta Capitan Comet nel giugno 1951 ma il più celebre spaceman della DC diviene Adam Strange che debutta sulla serie Mistery in Space. Viene creato da Otto Binder e Gil Kane e racchiude molte delle caratteristiche e ingenuità delle storie di questo periodo, Adam è un uomo ordinario che viene trasportato da un raggio cosmico su un altro pianeta di nome Rann dove trova amore e avventura.

The Silver Age (1956-1971)

Introduzione del Comics Code Authority (1956)

Nonostante i ripetuti tentativi di rilanciare le vendite del mercato fumettistico nei primi anni cinquanta, i risultati non sono stati soddisfacenti. A questo si aggiunge la feroce campagna contro i fumetti dello psichiatra Fredric Wertham che con il libro Seduction of the Innocent incolpa i fumetti di corrompere l'etica delle menti dei giovani statunitensi. Il suo obiettivo principale sono i fumetti dell'orrore dell'editore EC ma non si sottrae neppure l'attacco a personaggi storici della DC come lo stesso Batman che viene accusato di omosessualità latente nei confronti di Robin. Le sue accuse di violenza, eccessi di scene macabre e promiscuità sessuale arrivano di fronte allo stesso Senato Americano. Gli editori si trovano forzati a creare un codice di auto-censura denominato Comics Code Authority che di fatto limita la creatività e i temi trattati dai fumetti e arriva a far chiudere pubblicazioni e case editrici. Tra queste vi è la storica EC e i suoi fumetti horror. Da questa propaganda anti-fumetti ne esce però rafforzata proprio la DC, grazie al suo personaggio simbolo Superman e grazie al fatto che le serie crime e horror da lei pubblicate non presentano mai eccessi nella rappresentazione di scene violente. Non a caso dopo l'introduzione dell'Autorità sul codice dei fumetti viene lanciata la storica serie House of Secrets, contenente storie del mistero, e che punta a raccogliere i lettori rimasti orfani delle altre serie del genere.

Il rilancio dei supereroi

Nella seconda metà degli anni cinquanta la DC si trova ad avere una posizione di relativa forza sul mercato in quanto i suoi rivali storici della Golden Age quali la Fawcett Comics e quelli più recenti quali la EC hanno esaurito il loro ciclo (per cause esterne di carattere politico e giuridico). Ora però il Direttore editoriale Irwin Donenfield vuole tornare ad aumentare le quote di mercato e per fare ciò si rivolge al redattore-scrittore Julius Schwartz. L'idea di base è di riprendere i personaggi dei supereroi degli anni quaranta e riproporli ad una nuova generazione di lettori[20]. Bisogna sottolineare che le tre icone del genere quali Superman, Batman e Wonder Woman non hanno mai cessato la pubblicazione ma ora si vuole cercare di riportare in auge le decine di personaggi mascherati della Golden Age.

Il punto di partenza è il rilancio di Flash su Showcase n. 4 (settembre-ottobre 1956). Il personaggio è sempre un supereroe in grado di muoversi a velocità elevatissime ma non è più Jay Garrick (il Flash degli anni quaranta e membro della Justice Society of America) bensì Barry Allen[21]. Si decide quindi di inserirlo in un contesto aggiornato ai tempi e si modernizzano anche il costume (ricreato da Carmine Infantino e Joe Kubert) nonché le origini dei poteri, che sono spiegate con un taglio più scientifico. Di fatto si crea un nuovo universo supereroistico popolato di personaggi che spesso si ispirano a supereroi già pubblicati nella Golden Age[20]. L'operazione ha successo e porta al proliferare di serie supereroistiche che registrano una forte crescita delle vendite durante gli anni sessanta.

Flash (Barry Allen) ottiene la sua serie regolare con The Flash n. 105 (febbraio-marzo 1959) dopo aver avuto il suo rodaggio editoriale su una serie antologica come Showcase. Lo stesso tipo di percorso viene scelto per la genesi e il lancio di molti altri supereroi. Julius Schwartz cura personalmente la creazione del nuovo Lanterna Verde Hal Jordan su Showcase n. 22 (ottobre-novembre 1959) per poi lanciarlo nella nuova serie regolare Green Lantern nel 1960. Anche in questo caso il precedente Lanterna Verde (cioè Al Scott) è sostituito da un nuovo personaggio i cui poteri non sono più di origine magica ma dati da un corpo di polizia spaziale. I due autori John Broome e Gil Kane sapranno poi dare a questo eroe un background narrativo mai tentato prima su una serie supereroistica[22]. La prossima idea di Schwartz è la rinascita dei supergruppi cioè un insieme di supereroi che si uniscono a combattere minacce di vasta portata. Sullo storico The Brave and The Bold n. 28 (marzo 1960) nasce la Justice League formata da Lanterna Verde, Aquaman, Wonder Woman, Flash e Martian Manhunter[23]. L'immediato successo porta al repentino lancio della serie Justice League of America e segna un nuovo inizio per l'intero movimento fumettistico statunitense. Una conversazione tenuta su un campo da golf tra un dirigente DC (la cui identità non è accertabile) e Martin Goodman (editore dei Marvel Magazines) avvisa quest'ultimo del successo cha sta ottenendo il nuovo supergruppo della DC[24]. Goodman incarica subito il nipote Stan Lee (direttore della linea a fumetti Timely/Atlas) di creare un supergruppo che possa rivaleggiare con la Justice League[24]. Lee si unisce a Jack Kirby per creare i Fantastici Quattro, primo fumetto ad aprire una nuova linea a fumetti denominata Marvel Comics, futuro nome della casa editrice. Il gruppo si ispira palesemente alla serie The Challengers of the Unknown crata da Kirby qualche anno prime per la DC[24]. Il successo dei Fantastic Four porta il duo Lee-Kirby a creare una moltitudine di nuovi supereroi quali Hulk, Thor, Ant Man, Iron Man, X-Men e Avengers[24]. Si assiste così alla fondazione di un nuovo universo fumettistico che porterà la Marvel nell'arco di un decennio ad essere la rivale storica della DC.

Nel 1961, la DC Comics (ufficialmente ancora nota come National Periodical Publications, Inc.) sposta la sua sede dopo 33 anni[9]. Di fatto si muove solo di cinque isolati al 575 di Lexington Avenue in New York (prima era al 480), ma è un trasferimento significativo e che avviene in un anno cruciale per l'editore anche a livello creativo[9][25]. Questo è infatti l'anno di pubblicazione della storia Flash dei due mondi in cui il nuovo Flash Barry Allen attraversa un varco dimensionale e incontra il Flash pubblicato negli anni quaranta (durante la Golden Age) e cioè Jay Garrick[26]. Si ha così la nascita del Multiverso della DC, in cui si presuppone l'esistenza di Terre Parallele e universi alternativi dove ambientare le avventure dei supereroi[25]. Le conseguenze di questo incontro tra i due velocisti avrà quindi ripercussuoni enormi e durature sui canoni narrativi delle pubblicazioni DC. Questo si riscontra inizialmente sulla serie della Justice League (che debutta a fine del 1960)[27]. Il primo e lungo ciclo di storie è affidato allo stesso Gardner Fox, che rimane ai testi della serie fino al 1968 e nel corso di questo periodo produce 6 storie in cui la Justice League incontra la sua controparte della terra alternativa in cui vive Jay Garrick[27]. Si tratta dello storico gruppo della Justice Society e le cui storie degli anni quaranta e cinquanta sono quindi accadute in una realtà parallela denominata Terra-Due[27]. Durante questi incontri (denominati Crisis) vengono presto introdotte altre terre parallele, tra cui Terra-Tre, dove la Justice League si riflette in una distorta versione di se stessa denominata Crime Syndacate of America[27]. Il proliferare di questi universi paralleli con diverse versioni dei supereroi DC o con altri universi supereroistici porterà la continuity DC verso un mosaico narrativo sempre più ampio e complesso. Questo renderà necessario negli anni ottanta una ridefinizione del contesto narrativo degli albi DC con una scelta editoriale che porterà alla fine (temporanea) dello stesso Multiverso.

L'epoca di Carmine Infantino (1966-1976)

Nuova proprietà e nuova direzione

Nel 1966 viene proposto al disegnatore Carmine Infantino di diventare il nuovo Direttore Editoriale della DC[28]. Infantino veniva già considerato il direttore artistico dell'editore e la sua capacità di creare delle copertine sorprendenti e originali l'ha portato a realizzare le matite o gli schizzi della copertina di quasi ogni albo pubblicato dalla DC. Così dopo il ritiro di Irwin Donenfield, viene nominato direttore editoriale, ricoprendo una carica mai avuta in precedenza da un artista[28]. Nel 1967 abbiamo un altro storico cambiamento in quanto la DC viene acquistata dalla Kinney National Services che acquista poi il gruppo Warner Bros. la cui integrazione con la DC sarà lenta ma inesorabile[28]. Da questo momento in poi la DC non è più soltanto un editore ma entra a far parte di un sistema interconesso di aziende (cioè una corporation) destinate a diventare uno dei gruppi mediatici più potenti al mondo. Nonostante questo cambio di proprietà, Infantino viene lasciato libero di lavorare e decidere e nel 1972 viene promosso Editore. La sua prima mossa è quella di promuovere artisti quali Mike Sekowski, Joe Kubert e Joe Orlando al ruolo di Redattori e supervisori delle varie collane[28]. Comincia inoltre a reclutare nuovi artisti ed autori da altre case editrici quali Steve Ditko, Dennis O'Neil e nel 1970 riesce a strappare alla Marvel l'ormai leggendario Jack Kirby. Questi realizza nei primi anni settanta la saga del Quarto Mondo, lanciando diverse nuove collane e portando nell'universo DC nuovi orizzonti narrativi e personaggi quali il supercriminale Darkseid, divenuto negli anni la vera nemesi storica di tutti i più potenti supereroi DC tra i quali lo stesso Superman e il supergruppo Justice League. Tra i giovani autori reclutati va menzionato il giovanissimo Jim Shooter che a soli 14 anni assume il compito di scrittore della Legione dei Super-eroi realizzando un ciclo di storie memorabili[29]. Già nella sua prima storia (cioè Adventure Comics n. 346 del 1967) introduce quattro nuovi personaggi quali Principessa Projecta, Iron Lad, Karate Kid e Nemesis Kid[30]. Nello stesso anno su Action Comics crea con Al Plastino il supercriminale denominato Il Parassita, destinato a diventare uno dei nemici storici di Superman. L'importanza di questo autore appena quattordicenne è scritta nella storia del fumetto e lo vede diventare Editor-in-Chief alla Marvel Comics dal 1978 al 1987[31], fondatore dell'etichetta Epic Comics (nel 1982)[31] e delle case editrici indipendenti Valiant Comics (nel 1989) e Defiant Comics (nel 1993).

Durante la gestione di Infantino la sede DC viene cambiata due volte (sempre all'interno di New York City)[9]. La prima è nel 1968 quando si trasferisce al 909 di Third Avenue (zona est di Manhattan) e qui vi rimane fino al 1973 prima di un nuovo trasferimento al 75 del Rockefeller Plaza (conosciuto anche come The Time Warner Building), facente parte del prestigioso complesso di edifici newyorkesi noti come Rockefeller Center[9]. Nell'anno del terzo trasferimento della DC (il 1968) viene pubblicata una storia la cui importanza rivaleggia con quella dal titolo Flash dei due mondi, pubblicata nel 1961 durante il secondo trasferimento della sede. In quell'occasione veniva introdotta la prima terra-alternativa dell'universo DC (la Earth-Two del primo Flash), ma ora su The Flash n. 179, il velocista scarlatto si ritrova nella nostrà realtà, cioè un mondo dove i supereroi come lui esistono solo nei fumetti[32]. Qui ha modo di incontrare il redattore Julius Schwartz, principale artefice della Silver Age e quindi della sua stessa creazione come Barry Allen[32]. Questa nuova terra alternativa viene denominata Earth-Prime, la più importante di tutte le terre del Multiverso perché, anche se non possiede supereroi, ha degli esseri umani le cui idee plasmano e creano gli altri mondi[33]. Diversi autori riprenderanno e svilupperanno questi concetti di metanarrativa fumettistica, tra i quali va citato Grant Morrison.

La conquista della TV

Nell'anno dell'insediamento di Infantino, la DC compie un passo fondamentale (seppur ancora inconsapevole) della trasformazione delle sue creazioni da personaggi cartacei in fenomeni multimediali capaci di radicarsi nell'immaginario collettivo, espandendosi verso un pubblico che mai aveva letto fumetti di supereroi. Il 12 gennaio del 1966 debutta sul canale ABC la serie televisiva Batman con Adam West nel ruolo dell'Uomo Pipistrello, Burt Ward in quello di Robin e una moltitudine di star di Hollywood ad interpretare il ruolo del supercriminale di turno nei vari episodi[34]. La serie si rivela inizialmente uno dei più grandi successi nelle storia della televisione statunitense e viene trasmessa due volte a settimana con storie divise in due episodi con relativo cliffhanger tra le puntate[34]. La popolarità di Batman raggiunge livelli mai visti ma le vendite dei fumetti non ne beneficeranno nel lungo periodo. Infatti la serie televisiva ci presenta un personaggio distante dalla figura di vigilante mascherato creata da Bob Kane e il tono delle storie viene subito definito camp dalla critica[34]. Questo a sottolineare un tentativo maldestro e a tratti ridicolo di impostare le scene d'azione, l'utilizzo eccessivo delle tecniche di ripresa Dutch Tilts (cioè a camera angolata), una scelta della fotografia che accentua troppo i colori vivaci e la presenza di oggetti di scena di dubbio gusto (che si suppone ispirati dalla pop art del periodo)[34]. Tra l'altro la serie va incontro ad un rapido declino degli ascolti già durante la seconda stagione, tendenza inesorabile che porta alla chiusura dello show nel 1968 dopo 120 episodi[34]. L'effetto di questa prima opera per la televisione avrà un impatto duraturo non solo su Batman ma sulla percezione del grande pubblico nei confronti dei supereroi e delle dinamiche narrative che ne regolano le sue storie[34]. Nonostante il successo della serie e delle repliche in syndication, Carmine Infantino si trova di fronte non solo ad un calo delle vendite dei fumetti tra cui lo stesso Batman, ma anche alla necessità di ridare credibilità ad un personaggio stravolto nella sua natura e modernizzare allo stesso tempo quegli elementi primigeni che ne avevano decretato il successo nei decenni passati[35].

Tra le conseguenze positive dello show live action di Batman si può annoverare la nascita dell'interesse dei grandi network per i supereroi. Il passo successivo è lo sviluppo di serie d'animazione che sembrano la naturale trasposizione delle storie dei comics all'interno del mezzo televisivo. La prima serie d'animazione è dedicata a Superman e viene supervisionata da Mort Weisinger[36]. Debutta il 10 settembre del 1966 con episodi di appena 7 minuti che alternano avventure dell'Uomo d'Acciaio a quelle di Superboy e del supercane Krypto[36]. Il titolo della serie è The New Adventures of Superman e viene prodotta con tecniche di animazione scadenti, riprendendo il sistema limited animation diffuso dagli studios Hanna-Barbera a partire dal 1958[36]. Si tratta di una tecnica d'animazione a basso costo che permette di creare cortometraggi animati in tempi relativamente brevi[36]. Nonostante ciò la serie riscuote un discreto successo e nel 1967 è sostituita dallo show The Superman-Aquaman Hour. La novità risiede nella presenza di Aquaman a cui si aggiungono diversi personaggi DC quali Atom, Flash, Green Lantern e Hawkman[36]. Si tratta di supereroi relativamente poco conosciuti e che grazie al piccolo schermo cominciano a far breccia nell'immaginario delle nuove generazioni. Nel 1968 lo show cambia in The Batman-Superman Hour e nel 1969 diviene The Adventures of Batman[36]. Quest'ultima serie presenta esclusivamente avventure di Batman e Robin, doppiati dal duo di attori West-Burt, presentandosi di conseguenza come il naturale proseguimento della serie televisiva di Batman terminata appena l'anno prima[36]. Nel 1973 gli studios Hanna-Barbera presentano alla ABC il progetto per una nuova serie d'animazione liberamente ispirata ai fumetti della Justice League. L'idea viene subito accettata e nasce quindi lo Super Friends Show che vede protagonisti Superman, Batman, Robin, Wonder Woman, insieme a dei nuovi personaggi (creati appositamente per la serie) quali Marvin, Wendy e Wonder Dog[36]. Il successo ottenuto è strepitoso e prosegue ininterrottamente fino a metà anni ottanta con cambiamenti minori che riguardano solo il titolo e alcuni dei personaggi. Infatti prende il nome The All-New Super Friends Hour nel 1977, Challenge of the Super Friends nel 1978, The World's greatest Super Friends nel 1979, e Super Friends: The Legendary Super Powers Show nel 1984[36].

Rinnovamento dei personaggi classici

Tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta, personaggi classici quali Batman, Superman e Wonder Woman risentono di un forte un calo di vendite[35]. La concorrenza della Marvel si fa ormai sentire e le vendite delle serie delle tre icone della DC diminuiscono. Il compito di aggiornare questi personaggi viena assegnato a Dennis O'Neil e al veterano Julius Schwartz[35]. Il cambiamento più radicale viene tentato sul personaggio di Wonder Woman a partire dall'albo Wonder Woman n. 178 del 1968[37]. A Diana vengono tolti tutti i superpoteri e viene trasformata in una donna indipendente e moderna (secondo gli stereotipi dell'epoca) con qualche conoscenza delle arti marziali[35]. Steve Trevor, l'uomo che ama, viene ucciso nel tentativo di azzerare il passato del personaggio[38]. L'idea non funziona ed è lo stesso pubblico femminile a ribellarsi ad un ridimensionamento così drastico dei poteri della Principessa Diana. Dopo venti numeri O'Neil è così costretto a riportare il personaggio al suo status quo originario. Nel 1971 arrivano anche dei cambiamenti per Superman[39], un personaggio iconico e immutato da trent'anni. L'idea di O'Neil, supportato da Schwartz è quella di ridimensionare i poteri di Superman (senza però stravolgerne la natura come con Wonder Woman), eliminare la minaccia della kryptonite (con la quale si erano ormai scritte decine di storie inutili e ripetitive) e dare un nuovo lavoro a Clark Kent[35].Quest'ultimo viene riassegnato come reporter televisivo togliendolo dalla redazione del Daily Planet e privandolo di elementi fantascientifici come i robot con le fattezze di Clark/Superman che permettevano di risolvere qualsiasi dubbio riguardo alla sua identità segreta. I disegni di questo periodo sono ancora assegnati a Curt Swan, il quale realizza alcune delle sue migliori opere sull'Uomo d'Acciaio[35]. Tutti questi cambiamenti non servono però a risollevare le vendite e l'interesse dei lettori. Il lavoro di revamping effettuato su Batman ha invece successo e non è effimero e passeggero ma getta le basi per la future incarnazioni del personaggio, da quella di Frank Miller nei fumetti a quella di Tim Burton nei film[35]. O'Neil e Adams intuiscono che il personaggio deve tornare alle sue origini di vendicatore mascherato, ossessianato dalla sua lotta al crimine. Neal Adams cerca di ridare all'Uomo pipistrello quell'aspetto oscuro e inquietante che aveva caratterizzato le storie degli anni trenta, il suo stile realistico lo aiuta a circondare il personaggio di una drammaticità e autenticità mai visti prima[35]. Determinante è anche il contributo delle chine di Dick Giordano, responsabili dei toni più scuri riscontrabili sulle tavole del fumetto[35]. A questo si aggiungono le storie e i dialoghi di Dennis O'Neil, prive dei toni ingenui e "naif" del Batman degli anni sessanta e dirette verso tematiche più mature e attuali[35].

Nel 1972 la DC cerca di reintrodurre nel mondo dei comics uno dei supereroi di maggior successo di tutti i tempi: Capitan Marvel[40]. Questo personaggio, pubblicato dalla Fawcett Comics tra il 1939 e il 1953 era riuscito a battere Superman nelle vendite dei fumetti, compromettendone la popolarità all'alba dell'epoca dei supereroi (Superman viene creato nel 1938 e Capitan Marvel nel 1939). La DC aveva quindi agito per vie legali accusando di plagio la Fawcett (accampando motivazioni discutibili) e facendo chiudere le serie a lui dedicate[40]. Ancora oggi è poco chiara la ragione della sentenza che aveva dato ragione alla DC e che cancellava dal panorama fumettistico una delle icone della Golden Age. Come se non bastasse la DC a distanza di un ventennio compra i diritti di tutti i personaggi della Fawcett e decide di lanciare una serie sul personaggio/rivale di Superman (almeno a livello commerciale)[40]. Il titolo della pubblicazione non può però essere Capitan Marvel, in quanto già esiste un Capitan Marvel pubblicato dalla stessa Marvel Comics (che non ha nessuna attinenza con quello del '39)[40]. La serie prende il nome Shazam!, il termine usato dal giovane Billy Batson per trasformarsi nel magico eroe Marvel[41]. Il progetto viene assegnato a Julius Scwartz e Dennis O'Neil che però - per loro stessa ammissione - non riescono nell'impresa di ridare splendore ad uno dei miti dei supereroi[40]. Probabilmente il peccato originale risiede nell'aver tentato di ricreare le atmosfere classiche (ormai troppo ingenue e favolistiche), chiamando ai disegni il disegnatore originale della Golden Age C.C.Beck[40]. La serie debutta con data di copertina febbraio 1973 e non riscuote il successo sperato ma riesce però a ridestare l'interesse per il personaggio. Questo porta sorprendentemente alla creazione di una serie televisiva andata in onda sulla CBS a partire dal 1º settembre 1974 e che vanta una durata di tre stagioni per un totale di 28 episodi[40]. La trasmissione ha un discreto successo e aiuta le vendite della serie a fumetti, che però si trova a dover chiudere con il numero 35 del maggio/giugno 1978, a circa un anno dalla chiusura della serie televisiva[42].

Nuovi e oscuri eroi

Durante la gestione Infantino le novità narrative e creative sono molteplici, aumenta la libertà espressiva degli autori, i disegni sono più dinamici ma il tratto saliente rimane il lato oscuro dei nuovi supereroi DC. Non a caso uno degli ultimi personaggi disegnati da Infantino è Deadman sulla serie Strange Adventures. Nel 1968 Steve Ditko realizza la serie The Creeper il cui protagonista è un sinistro personaggio ben lontano dagli stereotipi supereroistici della Silver Age. Da menzionare lo stesso anno il debutto del gruppo di spie denominato Secret Six il cui leader non viene mai identificato. Nel 1971 viene anche creato il personaggio del genere western Jonah Hex, prototipo dell'anti-eroe che avrebbe caratterizzato la produzione fumettistica degli anni settanta (e quindi della Bronze Age dei comics). Grazie a questi nuovi personaggi e ad altri quali Black Orchid (su Adventure Comics) il lavoro direttivo di Infantino riesce a trascinare il mondo dei comics statunitensi fuori da un ambito narrativo considerato spesso infantile e bidimensionale. Si accende proprio in questo periodo la scintilla che spingerà il fumetto supereroistico e non solo verso atmosfere più cupe e violente, cominciando a mettere le fondamenta per una revisione del genere che sdoganerà il fumetto verso un pubblico più maturo e post-adolescenziale.

Jenette Khan al comando (1976-2002)

Logo DC 1977-2005, noto come "Bullet Logo" o "DC Bullet"

Nel 1976 il presidente Sol Harrison della DC compie una scelta sorprendente e mette al posto di Carmine Infantino una giovane redattrice di ventotto anni e senza nessuna esperienza nell'editoria dei fumetti supereroistici: Jenette Khan, che diviene nuovo redattore capo e responsabile creativo e di marketing di un colosso dell'editoria quale la National Periodical Publications[43]. Questo è infatti il nome con la quale si chiama ancora ufficialmente la DC e una delle prime decisioni della Khan è quella di passare definitivamente al nome DC Comics e per l'occasione commissiona un nuovo logo a Milton Glaser[43]. L'artista crea il famoso Bullet Logo, con cui si identificherà la casa editrice per quasi trent'anni. Finora Khan ha diretto riviste per bambini e non si è mai trovata a dover affrontare la gestione di un parco testate così vasto come quello DC[43]. A questo si aggiunge la difficoltà del periodo, che vede un lento ma inesorabile declino delle vendite e una riduzione dei margini di guadagno in seguito all'aumento del costo della carta. E ormai la Marvel Comics si appresta a effettuare il sorpasso nelle vendite sulla DC, che negli ultimi tredici anni ha assistito all'espansione della Casa delle Idee senza riuscire a controbatterla in maniera efficace. Dal punto di vista creativo il lavoro di Carmine Infantino è stato comunque encomiabile e il rinnovo dei personaggi classici ha dato speranza alla possibilità di uscire da vecchi stereotipi e raggiungere nuovi lettori. Anche questa è un'eredità pesante per la nuova publisher[43]. Inizialmente assume il ruolo di redattore capo per cinque anni fino al 1980 e, dopo la decadenza di Sol Harrison, assume anche il titolo di Presidente (dal 1980 al 2002), concentrando su di sé un potere mai avuto prima da nessuna all'interno della DC Comics e non solo.

Gli anni da redattore capo e l'implosione della DC (1976-1980)

Appena assunto l'incarico il nuovo capo Jenette Khan sceglie di appoggiarsi al veterano Joe Orlando come consulente creativo e a Paul Levitz, allora appena diciannovenne, nel ruolo di consulente finanziario e delle vendite[43]. Insieme devono affrontare la crisi del mercato, l'aumento del costo della carta e l'aumento di quote di mercato da parte della Marvel, ma la strategia scelta è disastrosa. Nel 1977 la Khan lancia venti nuove testate portando il numero totale delle pubblicazioni a quarantanove (spesso a discapito della qualità di storie e disegni) e il prezzo medio per un albo standard si alza a 35 centesimi con il numero di pagine che scende ad appena 17 (minimo storico per un albo spillato standard)[44]. Per controbilanciare la scarsità di materiale di queste nuove serie si propende per il lancio dei One-Dollar Comics, albi a fumetti di circa 100 pagine dal costo di 1 dollaro[44]. Il pubblico si ritrova però con un albo troppo costoso e pieno di ristampe. D'altra parte il mercato non riesce a recepire l'eccessivo e rapido aumento dell'offerta di nuove serie che non presentano la qualità necessaria e neppure un preciso parco lettori al quale sarebbero indirizzate. A peggiorare la situazione arriva la nomina di Jim Shooter a Editor-in-Chief della Marvel Comics. Shooter ha la capacità di conferire al parco testate Marvel coerenza narrativa e solida continuity, che affascinano i lettori e aumenta la sinergia tra le varie pubblicazioni. Inoltre, invece di aumentare a dismisura gli albi pubblicati, si concentra nel rinnovare le serie storiche con giovani autori di talento.

Il 1978 doveva essere l'anno della DC Comics e le prospettive di un rilancio sono ampliate dal film cinematografico Superman[45]. Si tratta del primo blockbuster dedicato ad un supereroe e che vede l'impiego di effetti speciali d'avanguardia (vincerà un Premio Oscar per questi) e un cast di attori quali Marlon Brando, Gene Hackman e l'allora semi-sconosciuto Christopher Reeve nei panni dell'Uomo d'acciaio[45]. Il film ha un successo strepitoso (il maggiore del gruppo Warner Bros. prima del 1978[45]) e riesce a conciliare sia i gusti dei lettori di comics sia quelli di gran parte del pubblico che identifica ancora i supereroi con le interpretazioni macchiettiste dei personaggi del Batman di Adam West di una decina di anni prima[45]. Questo successo però non viene sfruttato dalla DC che invece di aumentare le vendite dei suoi fumetti, continua a perdere mercato e proprio alla fine dell'anno va incontro a un collasso delle vendite che la costringe a chiudere 31 testate. La colpa è dovuta al deficitario sistema distributivo tramite edicola, alla mancata riorganizzazione del parco testate e a una carenza di idee e autori validi all'interno della struttura creativa. Il 1978 viene ricordato come l'anno della "DC Implosion" (in lingua italiana traducibile con "implosione della DC"):

  • Il sistema di distribuzione presenta il problema che tutti gli albi invenduti dalle edicole sono restituiti e vanno distrutti[46]. Presto la Khan si rende conto che per vendere un albo se ne stampano quattro, scarto inaccettabile in un periodo di forte aumento dei costi della carta[46]. A questo si aggiunge il fatto che l'edicola ha difficoltà ad evidenziare le novità al potenziale pubblico[46]. Quest problemi li ha anche la Marvel ma a fine anni settanta riesce a proporre serie più accattivanti grazie ad autori molto creativi, che Shooter riesce a sfruttare al meglio.
  • Per quanto riguarda il parco testate, le serie DC Comics si muovono all'interno di una continuity ormai difficilmente comprensibile e dove esistono una moltitudine pressoché infinita di Terre parallele le quali vengono create per giustificare incongruenze narrative o storie immaginarie dove gli autori creano situazioni bizzarre e scarsamente verosimili. In questo caso Joe Orlando non si dimostra in grado di organizzare i diversi scrittori e disegnatori nel creare un universo coerente e coeso. I lettori, spesso confusi dall'esistenza di più versioni di Superman o Flash, perdono interesse e preferiscono le serie Marvel dove la continuity è gestita in maniera ferrea da Shooter e i suoi editor.
  • Infine bisogna sottolineare che a fine anni settanta e nei primi anni ottanta i migliori autori del periodo lavorano per la Marvel Comics. Gli autori e artisti rimasti alla DC si trovano inoltre di fronte a una mancanza di linea guida a livello editoriale e all'impossibilità di modificare in maniera sostanziale le caratteristiche stilistiche e narrative degli iconici personaggi DC.

Gli anni ottanta: sperimentazione e ripresa (1980-1989)

A partire dal 1980 Jenette Khan assume anche il ruolo di Presidente (mantenendo quello di redattore capo) e concentra su di sé un potere decisionale e creativo senza precedenti nella DC Comics. I suoi primi cinque anni le hanno inoltre permesso di verificare le reali condizioni del mercato fumettistico e delle pressanti necessità di cambiamento sia a livello creativo che organizzativo. Le scelte da lei operate nel corso del decennio portano la DC a una nuova era di ispirazione e sperimentazione, dando spazio alle nuove tendenze più di ogni altra casa editrice del periodo[47].

Nuovi formati e riorganizzazione

Il primo passo (già iniziato a fine anni settanta) consiste nel miglioramento delle condizioni economiche e lavorative degli autori, soprattutto i freelancer ai quali si garantisce anche una copertura per l'assicurazione sanitaria[43]. Per quanto riguarda gli autori-dipendenti si cerca dove possibile di sottoscrivere contratti di almeno un anno o più[43]. Dal 1981 inizia un royalty plan che garantisce agli autori una percentuale sui guadagni di un albo una volta superate le 100000 copie (cioè il break-even di quel periodo)[43]. Questa politica a favore dei creativi viene migliorata sotto l'impulso di Dick Giordano che a partire dal 1984 assume la carica di Vicepresidente-Editor esecutivo della DC Comics. Sotto la sua guida l'impulso a produrre fumetti di qualità aumenterà costantemente così come l'attenzione alle esigenze sia contrattuali che creative degli scrittori e disegnatori. Grazie al giovane Paul Levitz (confermato nella sua carica) si compie un passo decisivo per la DC e per l'intero mercato fumettistico in quanto intuisce che il futuro della casa editrice dipende da un nuovo tipo di distribuzione differente da quello delle edicole (definito Newsstands Market)[46]. Si tratta del canale alternativo della distribuzione nei negozi specializzati di fumetti (conosciuti come comic-shop o fumetterie in italiano). A fine anni settanta coprono solo il 10% del mercato ma quindici anni dopo arriveranno quasi all'80%[46]. Tramite questa distribuzione, definita Direct Market, non ci sono più resi e vi è la possibilità di dare la giusta rilevanza alle nuove proposte soprattutto se si tratta di materiale sperimentale e rivolto a un pubblico più adulto di quello abituale (in genere composto da adolescenti o bambini)[47]. Bisogna sottolineare che finora i fumetti sono venduti principalmente da supermercati, edicole e drugstore, quindi luoghi in cui non vi è interesse a una reale diffusione ed esposizione delle serie a fumetti. Le fumetterie sono invece di proprietà spesso di appassionati, comunque di imprenditori maggiormente interessati alla diffusione del fumetto, e sono frequentate da lettori di ogni età, quindi più disposti ad acquistare regolarmente una serie o a puntare su materiale innovativo. Per accontentare questo nuovo canale distributivo bisogna però individuare anche nuovi formati e questo avviene alla DC per un caso fortuito. Nel 1979, in seguito al successo del film Superman esce infatti la prima miniserie (o "serie limitata") della DC: World of Krypton, scritta da Paul Kupperberg e disegnata da Howard Chaykin e Dick Giordano[47]. Si tratta di una storia della durata prestabilita di 3 albi, ambientata su Krypton prima della sua distruzione, è quindi un prequel delle storie di Superman finora narrate[48]. Inizialmente doveva essere pubblicata sulla serie antologica Showcase ma visto la chiusura di quest'ultima, l'editor E.Nelson Bridwell ne decide la distribuzione come serie limitata a 3 numeri, anche se il termine miniserie o limited-series non viene ancora utilizzato[48]. A differenza delle serie regolari (che prevedono un'indeterminata uscita di numeri) qui si ha una storia che viene raccontata in un arco di tempo e albi stabilito[48]. Questo formato piace subito gli autori che possono concentrarsi sulla qualità delle storie e dei disegni senza l'ossessione delle scadenze mensili ma intriga anche i vertici dell'azienda che vedono nel nuovo formato la possibilità di sperimentare su nuove storie e personaggi, senza azzardare l'investimento economico e l'impegno editoriale richiesto dal lancio di una nuova serie regolare, che teoricamente prevede necessita di una pianificazione di diversi anni su base mensile[48]. Questo tipo di formato piace inoltre alle fumetterie che lo promuovono entusiasticamente rendendolo presto un punto di riferimento per i lettori che acquistano tramite il Direct Market[47].

La grande svolta arriva nel 1982 con la pubblicazione di Camelot 3000 nel formato maxiserie. Si tratta di una serie di 12 numeri prodotta esclusivamente per il Direct Market e stampata su carta Baxter, cioè un tipo di carta più pregiato che permette di mettere in risalto colori e disegni molto meglio del consueto. Il prezzo del singolo albo è superiore ma si tratta di un'opera ormai non più diretta alle edicole o solo ad adolescenti, ma ad un pubblico maturo. Difatti non presenta il marchio del Comics Code Authority ma è invece consigliata ad un pubblico adulto. Questo formato segna l'inizio di un'epoca di sperimentazione e valorizzazione delle fumetterie, aprendo la porta per opere simili quali Ronin di Frank Miller l'anno successivo. L'opera di Miller viene ulteriormente migliorata come stampa e qualità della carta, introducendo il formato Prestige per un albo a fumetti (cioè stampato su carta patinata, con copertina in cartoncino). Questo è poi il formato usato per le graphic novel, ultima tappa di un rinnovamento grafico (ma anche di contenuti) che porta i fumetti DC e non solo verso un pubblico più adulto e stratificato di quanto si fosse mai visto prima[47].

Nel 1982 la DC cambia sede e si sposta al 666 di Fifth Avenue (sempre a New York City)[9]. Questi uffici rimangono il centro direttivo della casa editrice per quasi dieci anni e segnano un periodo fondamentale per il futuro dell'azienda[9]. Il periodo è infatti ricordato per l'inizio della prima British Wave, per l'utilizzo di nuovi formati e canali distributivi e per il rinnovamento dell'intero parco testate avvenuto dopo il biennio 1985/1986[9]. Nell'anno del trasferimento si deve sottolineare l'uscita di Crisis on Earth-Prime (e Terra Prime è la nostra realtà) che inizia su Justice League n. 204 e coinvolge All-Star Squadron[49]. Sotto la guida di Paul Levitz e Keith Giffen esce inoltre una delle saghe più amate e celebri della Legione dei Super-eroi, cioè The Great Darkness Saga (ovvero la Saga della Grande Oscurità)[49]. Si tratta di una storia dai toni cupi e drammatici (soprattutto per una serie di supereroi teenager) e che sembra anticipare in maniera profetica un decennio nel quale le storie dei supereroi (anche di quelli più ingenui e classici) si sposteranno verso storie pìù cupe e dai tratti più realistici o pseudo-tali[49].

La DC post-Crisis

Grazie al Direct Market e ai nuovi formati la DC recupera mercato e si pone come una concreta rivale della Marvel negli anni ottanta. Il punto debole della casa editrice rimane la sua continuity incoerente e poco lineare[50]. Il problema è che la realtà DC è composta da oltre una dozzina di differenti dimensioni (nel 1985), spesso con versioni alternative di personaggi come Superman e Batman[50]. A questo si aggiunge il fatto che i personaggi acquisiti da altre case editrici come la Charlton, la Fawcett e la Quality vivono le loro storie in realtà differenti. Oltre alla confusione narrativa la dirigenza creativa e manageriale, ora composta dal trio Khan-Levitz-Giordano, si trova ad affrontare la necessità di aggiornare personaggi ormai cinquantenari come Superman, Batman e Wonder Woman per le nuove generazioni[50]. In questa impresa hanno già fallito in passato veterani come Julius Schwartz, Carmine Infantino e Joe Orlando. Adesso però c'è una nuova generazione di autori capitanata da Marv Wolfman (grande esperto di continuity DC) che propone all'editore il progetto più audace mai realizzato per svecchiare l'universo DC e cioè Crisi sulle Terre infinite, miniserie di 12 numeri pubblicata tra il 1985 e il 1986[50]. La storia vede centinaia di personaggi DC combattere contro un essere talmente potente che cancella tutte le terre parallele (con le loro storie e le rispettive versioni dei personaggi) tranne cinque, destinate a fondersi in una sola realtà, che contiene tutti i personaggi della casa editrice all'interno di una cronologia dettagliata (ricostruita in una apposita miniserie di compendio)[51]. L'obbiettivo è di dare agli autori la possibilità di riscrivere le vicende dei supereroi classici senza sentire il peso di decenni di storie e superare quindi la sensazione di immobilità spesso presente (o anche solo percepita) negli albi DC[51].

Dal punto di vista editoriale questa Crisis rientra nella tipologia dell'evento-crossover (o propriamente Universe-wide crossover[51]), cioè una storia raccontata in una serie limitata che ha però degli intrecci narrativi gran parte (se non la totalità) delle altre serie delle casa editrice (chiamati Tie-in)[52]. Per la DC è la prima storia di questo tipo e si potrebbe arguire che non si tratta di un'idea originale in quanto è preceduta da quanto fatto da Jim Shooter alla Marvel l'anno prima (il 1984) con Guerre segrete (o Marvel Super-hero Secret Wars in originale)[51]. In questo caso però non siamo di fronte ad un evento definibile universe-wide crossover in quanto la serie prevede una storia in 12 numeri senza tie-in, cioè albi la cui storia si dipana narrativamente da quella principale[51]. Qui tutti i supereroi Marvel sono portanti da una potente entità a combattere su un lontano pianeta e questo porta anche a dei cambiamenti (come il nuovo costume nero dell'Uomo Ragno o la nuova armatura di Iron Man), ma la storia non presenta tie-in, non origina nuove serie o miniserie e quindi rimane circoscritta nella pubblicazione principale, cioè Secret Wars[51]. L'opera DC ha invece numerosi tie-in e i suoi effetti si ripercuotono sull'intero parco testate della casa editrice, con una portata storica le cui conseguenze sono così radicali da introdurre la terminologia «Pre-Crisis» e «Post-Crisis» per indicare uno spartiacque, non solo nella storia DC, ma in quella del fumetto di supereroi in generale[52]. Tra l'altro l'importanza dell'evento non risiede nella storia di per sé ma anche nelle nuove proposte della casa editrice negli anni successivi e soprattutto nel 1986, da alcuni considerato come il più importante anno nella storia dell'editore di Superman e Batman[52]. In quest'anno vengono infatti pubblicate due opere seminali come Il ritorno del Cavaliere Oscuro e Watchmen[52]. Con queste due opere nasce il moderno comic book, inteso come espressione artistica che gode di successo e di considerazione critica al pari delle opere letterarie[52]. Inoltre nel 1986 si comincia a discutere sulla creazione di un imprint alternativo esplicitamente diretto ad un pubblico adulto e soprattutto a <<coloro che non leggono fumetti>>[53]. La dichiarazione appartiene a Mark Nevelow a cui viene affidata la carica di redattore-responsabile nel 1987[53]. Questa nuova etichetta prende il nome di Piranha Press e dopo due anni di gestazione debutta con la serie "Beautiful Stories for Ugly Children" di Dave Louapre e Dan Sweetman (giugno 1989)[53]. Anche se nata senza clamori o grandi operazioni di marketing, il nuovo imprint e le sue proposte editoriali sono un landmark fondamentale per la storia della DC Comics[53]. Oltre a dichiarare espressamente di disinteressarsi di fumetti di genere supereroistico o fantasy, si pone come risposta (tardiva) alla Epic Comics della Marvel e a tutti quegli editori indipendenti che propongono materiale alternativo, in grande fermento durante il decennio[53]. Tra questi vanno ricordati la First Comics, Fantagraphics, Eclipse, Revolutionary Comics e la Dark Horse Comics[53]. Nevelow pone inoltre le basi e funge da ispirazione per la creazione della Vertigo nel 1993, diretta e voluta da Karen Berger, imprint acclamato da critica e pubblico che riamane attivo ancora oggi[53]. La Piranha Press non gode dello stesso successo e longevità ma chiude le pubblicazione nel 1994, riproponendosi però nel nuovo imprint Paradox Press[53]. Tra il 1989 e il 1994 arriva comunque a pubblicare 15 graphic novel originali a cui si aggiungono miniserie e one-shot che affrontano tematiche e stili alternativi, molto vicini al fumetto indie e underground[53]. La dirigenza DC arriva quindi a capire l'importanza di diversificare le proposte e i generi offerti, al fine di ampliare un mercato che, a partire dalla seconda metà degli anni novanta, conosce una profonda crisi e contrazione delle vendite, soprattutto all'interno del genere supereroistico e dei mainstream comic[53].

Gli anni novanta (1990-1999)

Sono anni caratterizzati (nella prima metà) dalla prevalenza della forma sulla sostanza[54] e dalla esplosione di vendite che avviene tra il 1990 e il 1994. I fumetti tornano a vendere milioni di copie come nel periodo Golden Age e gli artisti diventano delle super-stars in grado di far vendere un albo per i loro disegni o anche per il solo fatto che ne realizzano la copertina[54]. La copertina di un albo diviene fondamentale per incrementarne le vendite o decretarne il successo. Per questo cominciano a proliferare copertine variant, limited (in italiano: «a tiratura limitata»), incellophanate e con ologrammi[54]. I lettori sembrano inoltre attirati dalle storie a fumetti "ad evento", cioè storie che promettono di raccontare lotte e/o cambiamenti epocali per i supereroi coinvolti, spesso e preferibilmente con l'annuncio di una morte imprevista e clamorosa di un personaggio importante (o ritenuto tale). Questo tipo di storie caratterizzerà tutto il decennio e riguarda in particolar modo tutti i personaggi iconici della DC che in un modo o nell'altro si trovano costretti ad affrontare la loro morte/caduta e resurrezione/rinascita. La DC sfrutta al massimo questo periodo arrivando a ideare La morte di Superman, saga-evento del decennio che verrà ripetuta su altri personaggi come lo stesso Batman con la storyline Knightfall.

Il problema di fondo è che l'esplosione delle vendite e l'interesse per i comic è soprattutto frutto di una bolla speculativa alimentata dalle fumetterie dell'epoca, ormai diventate il motore trainante del mercato[54]. I lettori che le frequentano comprano spesso anche fino a dieci albi dello stesso numero sperando di specularci nella rivendita in futuro[54]. Gli stessi negozi ordinano sempre copie in eccesso dei numeri uno di nuove serie e di albi-evento dove si crea o muore un personaggio. Il tutto è guidato da una sorta di allucinazione collettiva che porta a pensare che quasi ogni albo a fumetto è una buona forma di investimento[54]. Come tutte le bolle speculative, il collasso avviene anche per questa e il mercato a fumetti si ritrova in caduta libera già a partire dal 1994. Questo porta alla chiusura di migliaia di comic-shop e al ridimensionamento drastico di tutto il direct-market, elemento che colpisce fortemente sia le majors che gli editori indipendenti. A fine decennio tutte le politiche editoriali devono essere riviste.

Nel 1991 la sede della DC si trasferisce per la sesta volta e trasloca dalla Fifth Avenue al 1325 di Avenue of Americas[9]. Qui vi rimane per soli 5 anni, cioè il periodo più breve per quanto riguarda la permanenza della casa editrice in una nuova sede[9]. Nonostante questo sono anni formidabili per la DC, con la pubblicazione dell'albo più venduto della storia (Superman vol. 2 n. 75, quello sulla morte di Superman)[55], la fondazione della Vertigo e i ricavi globali del quinquennio che rimangono ancora ineguagliati[9]. Nel 1995 si ha l'ultimo trasferimento della DC all'interno della città di New York[9]. Il nuovo indirizzo è l'ormai storico 1700 Broadway dove vi rimarrà per quasi un ventennio[9]. Questa sede vedrà il passaggio di tre presidenti della compagnia quali Jenette Khan, Paul Levitz e Diane Nelson e l'espansione globale dei brand DC ad un livello multimediale come mai si era visto prima per la casa editrice[9].

La morte e resurrezione di Superman

Agli inizi degli anni novanta la DC decide di realizzare un evento editoriale che segnerà la storia del fumetto e il record assoluto di vendite per un albo a fumetti[55]. Con un tempismo di mercato perfetto la DC decide di realizzare una saga a fumetti che porta alla definitiva (almeno così facevano trapelare) morte del personaggio simbolo dei supereroi cioè Superman[55]. Il tutto viene sapientemente costruito sotto la direzione di Mike Carlin (redattore delle testate di Superman) che riesce a dare all'evento una risonanza mediatica mai avuta prima da nessun'altra storia a fumetti[55]. Questo avviene anche grazie alla popolarità del personaggio e al fatto che i media cadono ingenuamente nel tranello che si stia davvero assistendo alla fine editoriale dell'Uomo d'Acciaio. L'albo che vede la morte del primo dei supereroi avviene su Superman (vol. 2) n. 75 di Dan Jurgens e si tratta del fumetto più venduto di tutti i tempi per un totale di 6 milioni di copie[55]. L'albo esce con data di copertina «gennaio 1993» (ma distribuito il 18 novembre 1992) e segna l'inizio di quello che ancora oggi rimane l'anno-record per le vendite dei fumetti statunitensi. Questo non è solo dovuto alla DC ma anche alla neonata casa indipendente Image Comics e alla sconsiderata espansione del parco testate Marvel e DC tra il 1991 e il 1993. Il problema è che il mercato non può reggere un tale livello di offerta semplicemente perché mancano lettori decisi ad acquistare sempre e comunque nel lungo termine. Superman è la dimostrazione stessa della schizofrenia del mercato in quanto per poter vendere i suoi albi, la DC è condannata a inventare continuamente espedienti narrativi clamorosi e discutibili per creare albi evento che attirino l'attenzione del pubblico e dei media. Questa tendenza era già iniziata nel 1990 quando si è deciso che Clark Kent rivelasse a Lois Lane di essere Superman[56], una storia attesa dai lettori da più di cinquant'anni e che sovverte le dinamiche interpersonali del personaggio forse più della sua apparente morte. Dopo che questa è avvenuta con tanto di funerali, la DC pubblica il Regno dei Superman nel quale appaiono quattro differenti personaggi a reclamare il ruolo del defunto Superman[57], il cui sepolcro viene però trovato vuoto[58]. A questo evento segue la Resurrezione (e si chiude quindi il ciclo messianico dell'essere caduto dai cieli) alla quale seguirà un'altra svolta epocale e cioè il matrimonio di Clark Kent con Lois[59]. Per cercare di alzare ulteriormente le vendite, la DC arriva a cambiare il costume e i poteri di Superman, snaturando il personaggio e sfiancando i lettori, che questa volta non premiano più l'evento con valanghe di ordinativi. Ci si comincia ad accorgere che il mercato è ormai prosciugato e in una flessione di vendite senza precedenti[60].

Collasso delle vendite e diversificazione editoriale

Nei primi anni novanta la DC cade nello stesso errore di programmazione e marketing della rivale Marvel e di molti altri editori indipendenti. Infatti il duo Marvel-DC aumenta continuamente le offerte di nuove serie, miniserie e storie-evento che collegano decine di testate e talvolta centinaia di personaggi[60]. Il tutto è accompagnato da una riduzione della qualità media degli albi dei supereroi e un aumento del prezzo di copertina[60]. Il problema è che non esiste un mercato in grado di sostenere questo tipo di offerta e dopo il 1993 inizia un crollo delle vendite che porta entro il 1996 alla pubblicazione del 70% in meno di nuove serie rispetto solo a tre anni prima[60]. La Marvel Comics che è passata dal produrre 40 titoli al mese nel 1985 a 140 nel 1993, si trova in estrema difficoltà e dichiara bancarotta il 27 dicembre 1996[60]. La stessa DC soffre il momento negativo ma la gestione Khan-Levitz-Giordano riesce con una certa lungimiranza a prevedere la necessità di allargarsi verso nuovi lettori non legati al mercato speculativo del decennio e non necessariamente interessati al genere supereroistico. In seguito a questa visione del mercato si cominciano a delineare progetti editoriali che diversifichino le proposte della casa editrice.

Il progetto di maggior successo (e ancora attivo oggi) è la creazione dell'imprint Vertigo sotto la direazione di Karen Berger, che debutta nel 1993 con la miniserie Neil Gaiman e Chris Bachalo Death: l'alto costo della vita e la miniserie Enigma di Peter Milligan e Duncan Fegredo[61]. A queste si uniranno poi altre serie regolari già in corso di pubblicazione quali Hellblazer, Swamp Thing, Shade, the Changing Man, Animal Man e la Doom Patrol[61]. Tutte queste testate hanno già visto il loro battesimo tra gli anni ottanta e i primi anni novanta e rientravano tra quelle serie che la DC definiva come "suggerite per un pubblico adulto"[61]. La creazione della Vertigo è quindi un processo già iniziato diversi anni prima (grazie a Dick Giordano, Karen Berger e Paul Levitz) e destinato a creare serie a fumetti indirizzate ad un pubblico adulto, con arte e soggetti innovativi e un approccio svincolato dai comics mainstream[61]. Bisogna aggiungere che questo è reso possibile dall'arrivo della prima Invasione di autori britannici (o British Invasion) nei comics d'oltreoceano[61]. Molti di questi titoli sono infatti in mano ad autori e artisti britannici come ad esempio la pluripremiata serie The Sandman di Neil Gaiman, l'opera che insieme alla Swamp Thing di Alan Moore e alle serie di Grant Morrison (quali Animal Man e Doom Patrol) hanno fatto da pietra angolare per le pubblicazioni future della Vertigo[61]. Per questo la DC ha avuto il merito di supportare la ricerca di nuovi talenti presi dal Regno Unito e la stessa Berger ha reclutato di persona molti di questi autori negli anni ottanta[61].

Il 1993 vede anche il lancio di un altro imprint, con una gestione ancora più autonoma di quanto fosse quella di Karen Berger per la Vertigo. Si tratta della linea di comics Milestone fondata da quattro autori di origine afroamericana quali Dwayne McDuffie (redattore), Denis Cowan (direttore editoriale), Derek Dingle (presidente) e Michael Davis (consulente creativo, ma solo per breve tempo)[62]. McDuffie sostiene che nei comics statunitensi i protagonisti siano bianchi di origine caucasica e gli eroi di colore siano rappresentati solo in ruoli secondari e spesso vittima di stereotipi[62]. Questo vale anche quando si rappresentano supereroi o supercriminali di origine asiatica, latina, slava o qualsiasi altra etnia non conforme a quella ritenuta dominante in Nord America[62]. La Milestone viene quindi creata nel 1992 da autori che desiderano creare nuovi supereroi (soprattutto afroamericani) che rappresentino correttamente le diversità etniche e culturali di cui fanno parte. La nuova etichetta ha però bisogno di appoggiarsi ad un editore che distribuisca le sue creazioni, garantendo al contempo piena libertà crareativa. Jenette Khan e Paul Levitz accettano che sia la DC Comics a proporre questa nuova linea di fumetti multietnici in accordo al programma di diversificazione delle proposte intrapreso con la Vertigo[62]. Così come accade con quest'ultima, gli albi Milestone escono con un loro simbolo sulla copertina e godono di piena indipendenza dalle linee editoriali del DC Universe[62]. Il primo albo debutta ad aprile del 1993 ed è la serie regolare Hardware di McDuffie-Dwayne-Palmiotti. Il protagonista è un eroe di colore che sviluppa una armatura high-tech in stile Iron Man[62]. La seconda serie esce il mese successivo e ci presenta Icon, da molti definito un Black Superman[62] anche se la dinamica delle storie, incentrate spesso su Rocket (una ragazzina divenuta sidekick di Icon), sono alquanto differenti[62]. La creazione più famosa e longeva rimane però Static, che debutta a giugno del 1993 e vedrà dedicarsi anche una serie animata per la televisione dal titolo Static Shock. Altre serie pubblicate sono: Blood Syndacte, Kobalt, Shadow Cabinet, Xombi, Deathwish[62]. La Milestone non riesce a superare la crisi di vendite della seconda metà degli anni novanta e chiude nel 1997[63]. La serie più longeva è Hardware che dura 50 numeri e finisce il suo run ad aprile di quell'anno[64].

Nel 1994, il redattore Andy Helfer viene incaricato di rivitalizzare l'etichetta Piranha Press[65]. Creata originariamente negli anni ottanta è uno degli imprint più sperimentali della DC che però ha riscosso finora poco successo[65]. Nell'ambito del progetto di diversificazione avviato dal presidente Khan, Helfer deve rinnovare l'etichetta e rivolgersi ad un pubblico nuovo[65]. La prima decisione è quella di cambiare il nome e creare una nuova etichetta chiamata Paradox Press che ha lo scopo dichiarato di pubblicare fumetti (anche) per chi non legge fumetti[65]. Le pubblicazioni rientrano in tre categorie: i "Factoid Books" che si ispirano a leggende urbane, biografie di personaggi famosi e teorie complottistiche, la "Fictional Line" che pubblica opere di scrittori e artisti famosi che sviluppano tematiche finora poco toccate dai comics e "Raccolte di opere già edite" che vanno dal Gregory di Marc Hempel al manga Gon di Masashi Tanaka[65]. La linea dei Factoid Books ha un discreto successo ed il suo titolo di punta è The Big Book of..., composto da una serie di volumi in bianco e nero in formato graphic novel[65]. L'impostazione della pagina prevede una griglia di nove pannelli che riesca a racchiudere una singola storia[65]. Ogni volume affronta un particolare tema e vi partecipano artisti famosi da Dick Giordano a Joe Orlando[65]. Nell'ambito delle opere "fictional" la prima ad essere pubblicata è la miniserie Brooklyn Dreams di Jean Marc DeMatteis, parzialmente autobiografica, alla quale fa seguito la prima opera definita Paradox Mistery[65] e dal titolo La Pacifica di Joel Rose, Amos Poe e Tayyar Ozkan. Ma le pubblicazioni di maggior successo dell'etichetta rimangono A History of Violence: A Small Town Killing, opera a cui si ispira l'omonimo film di David Cronenberg e Road to Perdition, graphic novel di Max Allan Collins da cui è stato tratto il film Era mio padre con Tom Hanks e Paul Newman[65]. Le ultime opere originali ad essere pubblicate dalla Paradox sono la miniserie The Remarkable Worlds of Professor Phineas B. Fuddle, miniserie di Boaz e Erez Yakin (pubblicata nel 2000)[66], e On The Road to Perdition di M.A.Collins e J.L.Garcia Lopez, miniserie che si ricollega alla storia Road to Perdition. L'ultimo albo esce nel 2004 e segna la fine dell'imprint. Le opere saranno però in parte inglobate e riproposte nel catalogo Vertigo.

Nel 1996 il successo ottenuto dalla Vertigo porta i vertici della DC a creare un nuovo imprint simile all'etichetta di Karen Berger ma orientata maggiormente verso il genere fantascientifico[67]. Stuart Moore, già collaboratore della Berger, viene nominato editor della Helix, nuovo punto di riferimento del genere sci-fi nei fumetti, o almeno questo era l'obbiettivo[67]. Il lancio avviene con tre miniserie: Cyberella (sulla realtà virtuale) di Howard Chaykin e Don Cameron, Gemini Blood (con assassini geneticamente modificati) di Christopher Hinz e Tommy Lee Edwards, Vermillion (sui viaggi interstellari) di Lucius Shepard e Al Davison[67]. Le vendite non sono buone ma la critica è positiva e loda soprattutto un titolo come Gemini Blood, paragonandolo ai migliori romanzi fantascientifici del decennio[67]. Il titolo più popolare della breve storia della Helix risulta però essere Bloody Mary dello scrittore Garth Ennis consacratosi alla Vertigo con la serie regolare Preacher[67]. Bloody Mary è un'opera violenta e dissacrante, disegnata da Carlos Ezquerra, con protagonista una suora armata e addestrata a combattere[67]. Le tematiche sono simili ad altre opere di Ennis ma si discostano in parte dalla linea editoriale della Helix che, di fatto, si rivela un progetto fallimentare e chiude nel 1997 con appena un biennio di attività editoriale[67].

Acquisizione dei Wildstorm Studios (1998)

Il 27 agosto 1998[68], la DC Comics (grazie alle trattative imbastite da Paul Levitz) riesce ad acquisire uno dei brand di maggior successo dell'editoria indipendente degli anni novanta[68]. Si tratta dei Wildstorm Studios di Jim Lee, una delle colonne portanti della Image dal 1992 al 1998[68]. La Wildstorm ha venduto in pochi anni decine di milione di copie dei suoi albi e ha in catalogo titoli di grande successo quali WildC.A.T.S. e Gen 13 e innumerovoli altri personaggi divenuti particolarmente famosi nel decennio[69]. Oltre a questi possiede imprint dedicati alle opere creator owned (cioè di proprietà degli autori) e vanta collaborazioni tra alcuni dei nomi più importanti del panorama fumettistico statunitense[69]. Jim Lee mantiene la direzione editoriale dei suoi studios, quindi (inizialmente) slegati dalle politiche della DC e allo stesso tempo si dedica al rilancio dei più importanti personaggi del DC Universe quali Batman, Superman e la Justice League. Grazie all'acquisizione degli studios la DC si ritrova a pubblicare alcune delle opere più importanti del periodo tra le quali Authority di Warren Ellis (dal maggio 1999), che propone un supergruppo in chiave revisionista e non incline al politically correct[69], Danger Girl di J.Scott Campbell e Astro City di Kurt Busiek (tramite l'etichetta Homage)[69]. Oltre ad aumentare la diversificazione e qualità del materiale proposto aumentano anche le vendite dei supereroi classici, rivitalizzati dai disegni di Jim Lee e dei suoi collaboratori.

All'interno dell'ascquisizione degli studios di Jim Lee rientra anche l'etichetta America's Best Comics di Alan Moore (che ne faceva parte)[69] e che quindi ritorna a lavorare per la DC dopo il periodo d'oro degli anni ottanta in cui ha pubblicato per l'editore alcune delle opere più importanti della storia del fumetto[52]. Dal 1999 l'autore britannico comincia a lanciare diversi nuovi progetti con i quali decide omaggiare alcuni generi letterari dell'epoca vittoriana, i racconti dei Pulp magazine e i fumetti della Silver Age[69]. Da queste premesse nasceLa Lega degli Straordinari Gentlemen, un supergruppo formato da personaggi quali il Capitano Nemo e l'Uomo Invisibile in azione nell'epoca vittoriana, Tom Strong, un omaggio ai personaggi pulp quali Doc Savage ma anche una ripresa di elementi classici del genere supereroistico[69]. A questi si aggiunge Promethea (dall'agosto 1999 all'aprile 2005)[70], una rivisitazione di Wonder Woman con maggior attenzione al mondo esoterico e alla storia della magia[69]. L'etichetta propone altro materiale di successo quale il poliziesco Top Ten, in cui un distretto di polizia deve gestire una città popolata da supereroi (o super citizens in originale), e varie miniserie spin-off di Tom Strong[69]. La serie di maggior impatto della ABC rimane La Lega degli Straordinari Gentlemen che gode anche di un adattamento cinematografico del 2003 con Sean Connery dal titolo La leggenda degli uomini straordinari[69].

I maggiori successi della Wildstorm (come imprint della DC Comics) sono i fumetti pubblicati su licenza (o Licensed Comics in originale)[71]. Tra il 2000 e il 2001 viene lanciata una linea di fumetti ispirati all'universo di Star Trek con miniserie che prendono spunto dalle varie serie televisive a partire dalla serie classica sino a Star Trek: Voyager. A partire dal 2006 in seguito ad un accordo con la New Line Cinema escono le serie di genere horror tratte dalle saghe cinematografiche A Nightmare on Elm Street, Friday the 13th e The Texas Chainsaw Massacre[71]. Tra queste la pubblicazione di maggior successo (e quella più attesa dai fan del genere)[71] è la miniserie Freddy vs. Jason vs. Ash che vede l'incontro/scontro di tre icone del cinema horror degli anni ottanta[71]. La realizzazione è resa possibile grazie ad un inter-company crossover con la Dynamite Entertianment che detiene i diritti dei personaggi della trilogia Evil Dead di Sam Raimi tra cui quello di Ash Williams[71]. La Wildstorm si espande anche nel campo delle serie a fumetti ispirate ai videogiochi più famosi. Grazie a questa iniziativa la DC Comics pubblica due delle sue serie di maggior successo degli anni duemila[71]. La prima è World of Warcraft, serie del 2008 scritta da Walter Simonsons e ispirata all'omonimo videogioco. Il successo è tale che la pubblicazione viene trasformata da miniserie di 6 numeri a serie regolare[71]. La seconda esce nello stesso anno ed è uno dei maggior successi della DC Comics del periodo[71]. Si tratta della serie Gears of War ispirata al videogioco creato dalla Epic Games per la console Xbox 360[71]. La sceneggiatura adrenalinica di Joshua Ortega e i disegni ispirati di Liam Sharp riescono a catturare le atmosfere del videogame[71] e il primo numero vende oltre 400.000 copie (un record per il 2008)[71]. Le vendite sono favorite anche dal tipo di distribuzione, infatti la serie viene venduta non solo tramite le fumetterie ma anche nella catena Blockbuster e nei negozi di videogiochi[71]. Tra le altre pubblicazioni su licenza dell'imprint di Jim Lee vi sono varie miniserie su Resident Evil (pubblicate fino al 2009), la miniserie Dante's Inferno del 2010 basata sull'omonimo videogioco, le miniserie dedicate alle serie d'animazione Robotech e Thundercats e all'anime giapponese Ninja Scroll. A queste si aggiungono quelle dedicate a due delle serie televisive di maggior successo degli anni duemila, cioè Supernatural della CW e Fringe, creata da J.J. Abrams.

Gli anni duemila (2000-2009)

Il nuovo decennio vede il succedersi di tre presidenti passando dalla fine della gestione Khan al periodo di Paul Levitz (2003-2008) fino ad arrivare alla nomina di Diane Nelson nel 2009. Dopo un periodo di stabilità che durava da fine anni settanta la DC affronta quindi un periodo di transizione. A livello globale l'occidente individua un nuovo nemico nel terrorismo e nella crisi economica[72]. Gli Stati Uniti si trovano ad affrontare una lunga guerra e la speranza di una pace mondiale diventa utopia. Queste incertezze si trasferisono anche nei fumetti che assumono un tono più cupo e riflettono le incertezze della società[72]. La DC torna a parlare di guerra e le sue drammatiche conseguenze nei suoi fumetti[72]. Emblematica è la saga denominata World War III (cioè Terza Guerra Mondiale) che vede Black Adam come nemesi dei supereroi DC[72]. Anche la capitale Washington viene invasa dalle Amazzoni nella saga Amazon Attacks. Tornano tra l'altro i fumetti di guerra con gli albi War Story e Haunted Tank (ambientato nel conflitto del Golfo) per la Vertigo e una miniserie sul Sergente Rock di Billy Tucci[72].

In questa decade assumono un ruolo fondamemtale gli autori e tra questi Grant Morrison, Geoff Johns, Mark Waid e Jim Lee[72]. A loro si devono alcune delle storie di maggior successo dell'editore, grazie alle quali si arriva (anche se per brevi periodi) a superare le vendite della rivale Marvel Comics. Aumenta anche l'importanza delle raccolte delle serie a fumetti in volumi cartonati o brossurati da destinare al circuito librario e al mercato diretto[72]. Le raccolte della serie del Sandman di Gaiman in versione absolute edition rimangono per anni in testa alle classifiche di vendita del New York Times[72]. Il processo di sdoganamento del fumetto verso un pubblico di ogni età ed estrazione (iniziato dal trio Khan-Levitz-Giordano a inizi anni ottanta) ha raggiunto il suo obiettivo[72].

La fine della gestione Khan

Il 6 febbraio 2002 viene annunciato che il presidente Jenette Khan, in carica da 21 anni (e da 26 come redattore capo), lascia il suo ruolo[73]. Il comunicato ufficiale porta la firma di Barry M.Meyer (Presidente della Warner Bros.) e sottolinea l'importanza della Khan nel trasformare la DC in una industria editoriale multimediale che tocca ogni aspetto dell'entertainment[73]. Durante la sua gestione sono usciti dieci blockbuster cinenatografici da adattamenti di fumetti DC e diverse serie televisive live-action e d'animazione che hanno allargato enormemente la popolarità dei personaggi a fumetti[73]. Viene anche menzionato il lavoro di ristrutturazione editoriale che ha portato alla creazione di nuove etichette editoriali quali la Vertigo e la acquisizione dei Wildstorm Studios di Jim Lee[73]. Anche Jenette Khan rilascia delle dichiarazioni ufficiali in cui parla della sua esperienza alla DC come una parte fondamentale della sua vita e dice di aver raggiunto quasi tutti gli obbiettivi che si era fissata quando prese le redini dell'azienda e che ora vede come la sua famiglia[73]. Puntualizza inoltre il ruolo fondamentale svolto (da lei e i suoi collaboratori) nell'aver trasformato il medium fumettistico in una forma d'arte riconosciuta e accettata da un pubblico di ogni età (soprattutto i lettori adulti)[73]. Da queste dichiarazioni (e quelle successive) non traspare mai chiaramente se la Khan è stata messa da parte dalle nuove politiche dirigenziali del gruppo Warner Bros. (di cui la DC Comics è solo una divisione) oppure siano state scelte di natura personale e professionale della stessa Jenette[73].

Il bilancio della gestione Khan risulta difficile in quanto copre un periodo di oltre 25 anni. Si passa dalla disastrosa gestione di fine anni settanta (che coincide con la Implosione DC del 1978) per arrivare alla pubblicazione dell'albo più venduto della storia della DC Comics (e del fumetto) nel 1993 (cioè quello della morte di Superman). A questo si aggiunge il rinnovamento dei personaggi DC con la saga Crisi sulle Terre Infinite del 1986 e la fiducia data agli artisti britannici quali Alan Moore, Grant Morrison e Neil Gaiman[61]. Questi autori costituiscono l'epicentro della British Invasion e del movimento revisionista del fumetto che porta il medium a nuovi livelli d'eccellenza[61]. La stessa Khan, tramite la redattrice Karen Berger si impegna a creare fumetti diretti esplicitamente ad un pubblico adulto e la linea Vertigo rimane una delle eredità più longeve di questa politica editoriale[61]. Non bisogna però sottovalutare l'importanza data da Jenette alla diffusione in altri media quali cinema e televisione. Emblematici rimangono i 4 lungometraggi di Superman con Christopher Reeve e i film di Batman di Tim Burton, i primi a proporre un Batman degno del suo appellativo di Cavaliere Oscuro. La serie animata televisiva del 1992 (Batman: the Animated Series) e il successo di pubblico e critica ricevuti sono un landmark per qualsiasi adattamento futuro di un personaggio a fumetti. Il periodo di presidenza Khan è legato indissolubilmente al personaggio di Superman che viene sfruttato (forse eccessivamente) per cercare di trainare l'intero parco testate dell'editore[74][75]. Nel 1986 vengono riscritte le origini del personaggio da Byrne, nel 1989 viene lanciato uno show televisivo su Superboy della durata di 100 episodi (nonostante non esistesse più un Superboy/Clark Kent a livello fumettistico dal 1986), nel 1993 Superman muore e viene lanciata una serie televisiva sulla ABC[55] per poi arrivare alla resurrezione di Superman e al suo matrimonio con Lois Lane che però viene anticipato da una puntata della serie televisiva e poi realizzato anche nei fumetti[75]. Nel 2001 esce la show televisivo Smallville che vede un giovane Clark alle prese con il manifestarsi dei suoi superpoteri durante i turbamenti e le difficoltà dell'adolescenza. La serie ha un incredibile successo e viene riconfermato per dieci stagioni[76].

Le ultime scelte di Jenette Khan (2000-2002)

Gli anni duemila si aprono negli USA con le elezioni presidenziali e la DC decide di eleggere un suo presidente fittizio degli Stati Uniti, il quale estenderà la sua influenza su tutte le serie supereroistiche dell'editore[72]. La scelta è azzardata e ricade sul supercriminale Lex Luthor che grazie alla sua ricchezza, influenza e capacità di manipolazione arriva a sedersi nell'ufficio ovale della Casa Bianca[72]. Nella realtà viene invece eletto George W.Bush. In questi ultimi tre anni viene inoltre dato il via ad un ritorno o aggiornamento di alcuni personaggi classici, nel rispetto della loro continuity precedente. L'esempio più ecclatante e di successo è il ritorno di Oliver Queen come Green Arrow in una nuova serie scritta dal regista Kevin Smith[72]. Non si tratta di un reboot del personaggio che era morto in un albo del 1995 ma è lo stesso Oliver che si scopre essere stato resuscitato dal suo amico Hal Jordan. Si tenta anche un rilancio dei Nuovi Dei di Jack Kirby. La nuova serie su Apokolips e Genesis viene affidata a Walter Simonson che sviluppa una storia in continuity con l'epopea del Re dei comics[72]. Il tipo di approccio con il quale si cerca di rinvigorire i personaggi classici (inseriti nell'universo DC post-Crisis) continuerà anche nella gestione di Paul Levitz ma verrà poi bruscamente interrotta nel 2011 con il reboot dell'intero parco testate DC. Il 2002 vede l'uscita di due delle più famose, premiate e longeve serie Vertigo e cioè Fables di Bill Willingham e Y:The Last Man di Brian Vaughan alle quali si aggiunge The Filth di Grant Morrison, una delle sue opere più bizzarre[72]. In un periodo caratterizzato dai venti di guerra successivi all'11 settembre 2001, la DC decide di pubblicare un ciclo di storie a fumetti ambientate nella seconda guerra mondiale ma che rifuggono ogni enfasi nazionalistica o celebrazione eroica per puntare invece l'indice sulla crudeltà e disumanizzazione di ogni tipo di azione militare[72]. L'autore che realizza questi albi intitolati War Story è l'irlandese Garth Ennis.

L'eredità della Khan rimane nella forza creativa lasciata agli autori e artisti che lavorano per la DC. Questo permetterà l'aprirsi di un nuovo decennio ricco di opere premiate dalla critica e dal pubblico[72]. Si parte dalla saga Hush di Batman disegnata da Jim Lee per arrivare al Superman (All-Star) di Morrison e le continue nuove proposte della linea Vertigo di Karen Berger[72]. Una delle ultime scommesse di Jenette è l'autore Geoff Johns, che nel 1999 ottiene la sua prima serie regolare dal titolo Stars and S.T.R.I.P.E.[77]. Questo giovane scrittore diviene responsabile del rilancio definitivo dei personaggi storici Lanterna Verde e Flash (con un'operazione simile a quella operata da Smith su Green Arrow) proponendosi come autore di punta della casa editrice sia a livello di vendite che come consulente creativo[72].

La presidenza di Paul Levitz (2002-2009)

Paul Levitz succede a Jenette Khan come presidente della DC nel 2002 e rappresenta un segno di continuità con il passato della casa editrice. La stessa Khan lo aveva assunto giovanissimo a fine anni settanta e da allora ha ricoperto diversi incarichi, da quello di aiuto supervisore, a scrittore, consulente creativo e vice-redattore. Ora si trova ad avere la responsabilità di traghettare la casa editrice nel nuovo secolo e le sfide risiedono nella rinata competitività (commerciale e artistica) della rivale Marvel di Joe Quesada e nella crescente attenzione delle produzioni cinematografiche verso i personaggi a fumetti.

Rispettando quanto avvenuto durante l'ultima fase della gestione Khan, Levitz continua a rinnovare i personaggi nel rispetto della continuity post-Crisis e questo risulta da subito evidente con la miniserie Superman:Birthright di Mark Waid, la terza serie dedicata ai Teen Titans e il rilancio di Hal Jordan come Green Lantern (entrambe di Geoff Johns)[78]. In queste pubblicazioni si cerca di aggiornare i personaggi ma senza sconvolgere quanto fatto da John Byrne, Marv Wolfman altri autori negli anni ottanta e novanta[78]. Allo stesso tempo si accentua un progressivo avvicinamento ad atmosfere più cupe o dark delle storie DC. Emblematica è l'uscita della miniserie Identity Crisis nel 2004 e un prequel all'opera Il ritorno del Cavaliere Oscuro realizzata da Frank Miller (già autore dell'originale del 1986) con i disegni di Jim Lee. La serie viene intitolata All-Star Batman e Robin the Boy Wonder e lancia un nuovo imprint denominato All-Star Comics per cui in seguito uscirà anche l'acclamata serie All-Star Superman di Grant Morrison. Quest'ultimo autore, insieme a Mark Waid, Brad Meltzer e Geoff Johns risultano essere fondamentali per le nuove architetture narrative dell'universo DC[78]. Uno dei progetti più ambiziosi di Levitz è infatti il sequel della miniserie Crisi Sulle Terre Infinite (del 1985-1986), con lo scopo esplicito di reintrodurre ufficialmente il multiverso nella continuity DC[78]. Il progetto (intitolato Infinite Crisis) viene affidato a Johns e serve da base per il rilancio di diversi personaggi e di una nuova serie sulla Justice League (partiata nel 2006)[78]. A questa nuova Crisis segue poi un terzo capitolo: Final Crisis, scritto da Grant Morrison e visto come capitolo finale di un'ideale trilogia.

Nuova Dark Age per la DC

Nei primi anni duemila si torna a parlare di un tono più cupo e pseudo-realistico che caratterizza i supereroi DC (e non solo). Per questo ritorna il termine Dark Age (o Epoca oscura) dei comics per indicare questo periodo[78]. Tra l'altro il cinecomic di maggior successo del decennio si intitola The Dark Knight[79]. Questa ricerca di un maggior realismo, drammaticità e toni cupi non è una tematica nuova, si era già presentata durante la gestione Infantino negli anni settanta per poi raggiungere uno dei suoi apici tra la fine degli anni ottanta e i primi anni novanta. Con la gestione Levitz si ripropongono alcuni degli elementi narrativi della precedente Dark Age fumettistica[78]. Uno dei personaggi simbolo di questo mutamento è Batman (sia a livello fumettistico che cinematografico) e in particolare l'intreccio di storie create da Morrison sul Cavaliere Oscuro[80]. Nel 2006 su Batman n. 655 si introduce il personaggio di Damian Wayne (figlio di Bruce Wayne), uno degli elementi più destabilizzanti per i canoni delle storie di Batman degli ultimi decenni. A questo segue un progressivo crollo della stabilità narrativa dell'Uomo Pipistrello che porterà alla sua stessa morte nel 2009 durante Final Crisis[80][81]. Si ripete quello già successo con Superman a inizio anni novanta durante quella che alcuni canoni definiscono come prima Dark Age dei comics e che vide la morte dell'Uomo d'Acciao. Ma lo spostamento verso atmosfere Dark riguarda tutti i personaggi, a partire dalla crisi di fiducia che colpisce i membri della Jusice League (con la saga Identity Crisis) alla la morte di Blue Beetle nella serie preludio a Infinite Crisis, lo sterminio degli Nuovi Dei ad opera di Jim Starlin e l'uscita della saga Blackest Night nel 2009[80]. Quest'ultima è uno dei maggiori successi della DC Comics degli ultimi vent'anni e narra dell'arrivo degli Anelli Neri dal settore 666 della Galassia (in accordo alla sua suddivisione da parte del Corpo delle Lanterne Verdi). Questi sono in grado di resuscitare i morti, tra i quali vi sono anche supereroi defunti in passato e creano così un Corpo delle Lanterne Nere (una versione zombi di supereroi e supercriminali)[80]. La struttura della storia prevede una miniserie (scritta da Johns), con tie-in con gli albi di personaggi di tutto il DC Universe. Nel primo numero si assiste all'uccisione di personaggi storici quali Hawkman e Hawkgirl e nel corso della saga si hanno drammatiche ripercussioni su tutto l'universo dei supereroi DC[80]. L'insieme di queste storie definisce la cifra stilistica della DC del primo decennio del nuovo secolo, l'impostazione delle trame viene definita dark e trova il suo ideale punto di arrivo in Final Crisis[80].

I successi cinematografici

Durante la gestione Levitz si ha un notevole aumento delle trasposizioni di fumetti in film cinematografici. In soli 7/8 anni vengono realizzati 9 lungometraggi su personaggi e storie dei comics DC[79]. Siamo nel periodo di esplosione del genere supereroistico al cinema e la DC (legata al gruppo Warner) riesce a cavalcare l'onda con grande successo[79]. Nonostante il proliferare di film della rivale Marvel (dagli X-Men del regista Bryan Singer all'Iron Man di Robert Downey Jr.), è la DC a realizzare (tramite Warner Bros.) il film di maggior incasso in questo periodo (2002-2009), The Dark Knight (2008), secondo capitolo di una trilogia comprendente Batman Begins (2005) e The Dark Knight Rises (2012) diretta interamente dal regista inglese Christopher Nolan[79]. A livello del solo mercato domestico (l'incasso nei cinema statunitensi) i film prodotti durante la presidenza Levitz hanno raccolto un cifra superiore un miliardo e trecento milioni di dollari, con un incasso medio per film di circa 152 milioni di dollari (per difetto)[79].

Diane Nelson, presidente DC Entertainment (2009-2018)

Il logo della DC dal 2005 al 2012

Nel corso del 2008 la DC ha subito una profonda ristrutturazione per meglio sfruttare le sinergie delle sue proprietà-personaggi a livello mediatico e cercare quindi di contrastare efficacemente il nuovo colosso multimediale di cui fa ora parte la rivale Marvel. Nel settembre 2009 la Warner Bros. (proprietaria della DC Comics) ha deciso di riorganizzare i vertici esecutivi della casa editrice. Dopo le dimissioni di Paul Levitz da presidente (lo è stato per 7 anni dal 2002 al 2009[82]), Diane Nelson è stata nominata a capo della nuova struttura editoriale denominata DC Entertainment[83]. Paul Levitz rimane come consulente e sceneggiatore mentre la Nelson lavorerà in collaborazione con Jeff Robinov, presidente della Warner Bros. Pictures Group (la divisione che cura la produzione cinematografica della Warner). L'obiettivo è velocizzare la trasposizione di un fumetto in altri prodotti mediatici quali film, serie televisive o cartoni animati ed integrarli con operazioni di merchandising a livello globale. Non per caso Diane Nelson è stata Vicepresidente esecutivo e responsabile del Global brand management della Warner Bros. Entertainment per poi passare ad essere presidente della Warner Premier[84]. In queste funzione ha avuto lo scopo di ottimizzare a livello globale i marchi e le proprietà del gruppo Time Warner distingundosi particolarmente per la gestione del brand di Harry Potter[84]. Con la trasformazione da DC Comics a DC Entertainment si vuole quindi una compagnia che sfrutti i personaggi e le storie a fumetti per creare prodotti mediatici facilmente riconoscibili e quindi vendibili al grande pubblico. Rispetto a Levitz (che nasce come autore di fumetti), la Nelson ha costruito la sua carriera nel Corporate worldwide marketing and planning della Warner Bros. e quindi sembra più idonea allo sviluppo delle nuove sinergie e trasposizioni dei fumetti in altri media[84]. Finora la gestione di questo passaggio è stato l'anello debole rispetto alla Marvel Comics che tramite i Marvel Studios cura direttamente la fase produttiva dei progetti legati ai suoi fumetti. Negli ultimi anni la DC (a parte Superman e Batman) non ha saputo sviluppare un progetto organico ed efficace per produrre e promuovere i suoi personaggi come franchise cinematografici. Anche per questo motivo la Nelson ha preso la decisione di spostare gli uffici della DC dalla loro sede storica di New York a Burbank in California[85]. La nuova sede è quindi più vicina ed integrata con gli uffici e studios della Warner Bros. ed è ufficialmente operativa da febbraio 2015, mentre il 2014 è dedicato allo spostamento logistico e del personale[85].

The New 52 (2011-2015)

Nel 2011, la Nelson e i suoi collaboratori prendono uno decisione che si pone come spartiacque tra la nuova DC Entertainment e lo storico passato della stessa casa editrice. Si decide infatti il reboot dell'intero parco testate dell'universo DC con tutti i titoli che ripartono dal numero 1[86]. A questo si aggiunge la cancellazione di (quasi) tutta la continuity precedente per ripresentare quindi i personaggi dalle loro origini, ringiovaniti nell'età e senza decenni di storie passate a cui fare riferimento[86]. Si propone infatti in maniera più radicale quanto già fatto negli anni ottanta dopo la miniserie-evento Crisi sulle Terre Infinite. In questo caso l'evento scatenante viene descritto nella miniserie Flashpoint alla quale segue il lancio di 52 serie tra agosto e settembre 2011, suddivise in 7 categorie quali gli albi Justice League, quelli legati a Superman, quelli per Batman, Green Lantern, la linea horror The Dark, The Edge per tematiche più violente e mature, e Young Justice per i teen-heroes.[86]. Persino serie storiche quali Action Comics, Detective Comics, Batman e Superman ripartono dal primo numero annullando la numerazione originale iniziata tra gli anni trenta e quaranta e mai interrotta[86]. La nuova linea denominata The New 52 debutta ufficialmente il 31 agosto 2011 con l'uscita dell'albo Justice League n. 1, scritto da Geoff Johns e disegnato Jim Lee[86]. Il duo Johns-Lee a cui si aggiunge il co-publisher Dan DiDio sono tra i principali artefici del nuovo progetto. Gli obbiettivi sono quelli di modernizzare i personaggi, creare una solida base per il futuro e affidare le serie DC ai più grandi artisti ed autori[86]. Queste affermazioni risultano parzialmente vere in quanto abbiamo autori come Johns sui testi della Lega della Giustizia e Aquaman, Brian Azzarello su Wonder Woman, Grant Morrison e George Perez sulle storiche serie di Superman, Scott Snyder su Batman, l'astro nascente Jeff Lemire su Animal Man e Frankestein, il ritorno di Rob Liefeld su Hawk e Dove e quello dell'ex-boss Paul Levitz sulla Legione dei Super-eroi[86]. Il problema è che la maggior parte delle serie non vanta team creativi altrettanto solidi e il rilancio sembra premiare soprattutto i personaggi già conosciuti cioè Superman, Batman e i membri (nuovi o ex) della Justice League. L'intera operazione non riesce a valorizzare characters meno popolari che anzi sembrano perdere di visibilità con il nuovo branding. Basti vedere il progressivo crollo di vendite di titoli quali Grifter e Stormwatch (provenienti dall'imprint Wildstorm), o di tutti i titoli della linea The Dark quali I,Vampire, Resurrection Man, Demon Knights. A questo si aggiunge la tiepida accoglienza dei titoli Swamp Thing e Costantine (provenienti dall'imprint Vertigo). L'accoglienza iniziale era comunque stata ottima ma le scelte editoriali e creative non risultano vincenti nel lungo periodo ed entro due anni oltre il 38% dei titoli iniziali chiude per crollo delle vendite. Secondo la politica adottata (che prevede il mantenimento di 52 serie regolari in distribuzione), ogni titolo viene rimpiazzato da uno nuovo ma le nuove proposte (dal 2012) non raggiungono quasi mai un singolo anno di pubblicazione prima della chiusura. Bisogna sottolineare che nonostante i propositi di rinnovamento, nessuna delle 52 serie iniziali presenta dei personaggi o tematiche nuove. Per questo bisogna attendere l'uscita di The Ravagers (nuovo team ma con personaggi Wiildstorm) e Talon (spin-off dei titoli di Batman).

Dopo soli quattro anni dal reboot del più longevo universo fumettistico, la DC annuncia la chiusura della linea The New 52 in occasione dello storico trasferimento dell'editore da New York a Burbank. A marzo 2015 vengono chiusi ulteriori 13 titoli delle serie regolari mensili a cui si aggiunge la cancellazione delle tre serie a periodicità settimanale, cioè The New 52: Future's End, Earth 2: World's End e Batman Eternal[87]. Gli ultimi titoli con il brand The New 52 vengono distribuiti il 1º aprile 2015[87][88]. Tra aprile e maggio esce la miniserie Convergence che (nella tradizione degli eventi editoriali denominati Crisis) porta una minaccia che sconvolge il multiverso DC[87]. Nel periodo che intercorre tra aprile e giugno tutte le serie regolari vengono sospese e sostituite da miniserie collegate a Convergence.[89][90][91] Questo serve ad aiutare lo spostamento definitivo della sede della DC Entertainment e per mettere fine al progetto New 52. A giugno si assiste ad un nuovo rilancio dell'universo DC (il secondo in 5 anni) con 21 nuove serie e miniserie che si aggiungono alle 27 non cancellate prima di Convergence (considerando le serie canoniche dell'Universo DC)[92]. Il rilancio avviene con l'uscita di una nuova serie dedicata alla Justice League of America dell'autore Bryan Hitch a partire dal 3 giugno 2015[92]. Le restanti 20 nuove pubblicazioni escono entro il 24 dello stesso mese[92]. Anche questo ennesimo tentativo fallisce e a fine 2015, tra i 30 albi più venduti le DC ne piazza solo due e sono entrambi parte della miniserie Dark Knight III: The Master Race di Brian Azzarello e Frank Miller[93]. Si tratta di un'opera sequel de Il ritorno del Cavaliere Oscuro e quindi slegata dai progetti editoriali post-Convergence[93]. A questo si aggiunge una significativa perdita di quote del mercato (si passa dal 28,86% del 2014 al 25,74% del 2015) e l'aumento del distacco dalla rivale Marvel[94]. Geoff Johns (direttore creativo) arriva ad ammettere che con il reboot di tutte le serie (i Nuovi 52 del 2011), i personaggi DC hanno perso progressivamente qualcosa del loro fascino e della mitologia che li circonda[95]. Anche l'azzardo di rilanciare le serie storiche dal numero 1, non ha dato i risultati sperati[93]. Nel 2016 Johns, Jim Lee e Dan DiDio (triumvirato creativo della DC), vogliono cercare di riparare e lanciare una riorganizzazione della continuity dell'Universo DC che ne onori la storia decennale[95]. Il progetto su cui nascerà un nuovo multiverso si chiama Rebirth (ovvero rinascita)[95].

La Rinascita DC e la fine della presidenza Nelson (2016-2018)

A partire da giugno del 2016 avviene un rilancio dell'universo supereroistico DC e un riassetto dell'intero struttura editoriale[96]. Si decide di abbandonare la continuity nata dopo Flashpoint e che aveva azzerato la storia dei personaggi precedente al 2011. Si cerca quindi di unire la continuity precedente, prevalentemente quella post-Crisis (gli albi pubblicati dopo il 1986) con quanto accaduto nei cinque anni di storie del periodo The New 52 ovvero tra il 2011 e il 2015[96]. Questo permette da un lato di ridare ai personaggi DC un passato che era stato cancellato ma allo stesso tempo porta gli autori a scontrarsi con intricati paradossi. Per esempio la Justice League ricorda la morte del Superman post-Flashpoint ma si ritrova come membro il Superman "storico" così come è stato delineato negli anni ottanta e novanta a partire dalla miniserie Man of Steel di John Byrne. Ci si ritrova anche con dei personaggi doppi come ad esempio il Wally West (Flash III) del periodo post-Crisis, affiancato a quello afroamericano creato appositamente nei titoli pubblicati dopo il 2011. Il progetto risulta però ancora più audace in quanto vuole inglobare nella nuova continuity personaggi e storie finora ritenute al di fuori della timeline del principale Universo DC. Ne sono un esempio Watchmen di Alan Moore e i personaggi da lui creati per la defunta etichetta America's Best Comics, a cui si aggiunge un reboot dei titoli Wildstorm ad opera di Warren Ellis. Le serie regolari passano da 52 a 32 titoli ma 17 dei quali sono pubblicati 2 volte al mese[96]. Il prezzo di copertina viene inoltre abbassato a 2,99 $ per cercare di attrarre nuovi lettori[96]. Da notare che le due serie storiche Action Comics e Detective Comics tornano alla loro numerazione originale[96]. La prima riparte dal n. 957 (ovvero 1-904 fino al 2011 + i 52 albi del The New 52), la seconda dal n. 934 (ovvero nn. 1-881 fino al 2011 + i 52 albi del The New 52)[96]. Questa scelta editoriale sottolinea simbolicamente un legame tra il presente e il passato della storia DC Comics[96]. Nell'estate del 2017 inizia la pubblicazione dell'universe-wide crossover denominato Dark Knights: Metal[97]. La miniserie omonima vede ai testi Scott Snyder e ai disegni Greg Capullo e Jonathan Glapion[97]. La storia introduce un nuovo multiverso (il Dark Multiverse) e prevede diverse tie-in e one-shot[97]. Lo sviluppo di questo evento si dirama tra il 2017 e il 2018 e serve da piattaforma per il lancio di diverse nuove serie che rientrano sotto il banner The New Age of DC Heroes[98]. A partire dal dicembre 2017 si annunciano 8 nuove serie che presentano diversi nuovi personaggi oltre che alcuni già conosciuti. Gli artisti coinvolti sono i migliori della casa editrice e sono denominati la DC's Master Class[98]. Si tratta di Jim Lee (su The Immortal Men), Tony Daniel (su Damage), John Romita Jr. (su The Silencer), Kenneth Rocafort (su Sideways), Ivan Reis (su The Terrifics), Philip Tan (su The Curse of Brimstone), Andy Kubert (su New Challengers), Ryan Sook (su The Unexpected)[98]. In contemporanea esce l'attesa limited-series Doomsday Clook, di Geoff Johns e Gary Frank, con l'obiettivo di inserire il mondo di Watchmen nella continuity DC. La storia serve anche da spiegazione dell'anomalia temporale che ha portato a Flashpoint e quindi il reboot di The New 52.

Nel maggio 2018 alcune delle principali testate della casa editrice hanno subito un aumento di prezzo a 3,99 $, sia in versione cartacea che digitale[99].

Con lo scopo di diversificare la tipologia dell'offerta e attrarre i lettori più giovani, nell'estate del 2018 vengono lanciati due nuovi imprint, si tratta di DC Ink che pubblicherà graphic novel dedicate ai lettori definiti "young adult" ovvero coloro con un'età compresa tra i 13 e i 18 anni, al quale si affianca DC Zoom mirato per i "middle grade readers" ovvero i lettori tra gli 8 e i 12 anni[100]. Questo però non è solo che l'inizio della rivoluzione editoriale all'interno della DC, difatti con l'inizio della presidenza di Diane Nelson nel 2009 vi era stato un progressivo tentativo di omologazione dei titoli proposti, dando scarsa importanza agli imprint o alle opere alternative. Non per caso nel 2018 la storica etichetta Vertigo raggiunge il minimo storico come offerta di nuove serie, tra maggio e giugno 2018 ha in pubblicazione 2 sole serie regolari[101]. L'approccio cambia completamente e nell'arco del biennio 2018-2019 si assiste ad un proliferare di nuovi imprint editoriali quali le già citate DC Zoom e DC Ink, Jinxworld (per le opere creator-owned di Brian Michael Bendis), il Sandman Universe di Neil Gaiman e il rilancio della Vertigo, DC Black Label (con titoli fuori continuity, realizzati da grandi autori)[102], The Killing Zone (etichetta creata da Geoff Johns), Wonder Comics (voluta da Bendis per rilanciare gli eroi più giovani).

Durante il processo di ristrutturazione dell'offerta editoriale in seguito al progetto DC Rebirth si verifica anche un cambio dei vertici della casa editrice[103]. A partire da marzo del 2018 Diane Nelson non esercita più le sue funzioni di Presidente della DC Entertainment (era entrata in carica nel 2009)[103]. Le motivazioni non sono state specificate ma la Nelson ha dichiarato di volersi prendere un periodo sabbatico e per ora non assumerà nessun altro ruolo all'interno del gruppo Time Warner[103]. In seguito al suo allontanamento, Geoff Johns (da sempre suo stretto collaboratore) viene deposto dal ruolo di massimo responsabile creativo e di co-produttore/sceneggiatore/supervisore delle trasposizioni cinematografiche dei fumetti DC[103]. Difatti Johns è stato sin dall'uscita di Man of Steel di Zack Snyder uno dei principali responsabili per le decisioni riguardanti il DC Extended Universe insieme a Jon Berg, capo della divisone cinematografica per la Warner Bros.[104]. Il ruolo di coordinatore creativo di Jonhs per i film tratti dai fumetti viene dato a Walter Hamada mentre le sue responsabilità creative per l'universo fumettistico DC passano a Jim Lee, già suo collaboratore per questo ruolo[103]. A quanto riportato da diverse riviste specializzate e dal magazine Variety, questo cambiamento di management è scaturito in seguito alla delusione per gli incassi del film sulla Justice League (del 2017) e la difficoltà dei lungometraggi del DC Extended Universe a rivaleggiare con il Marvel Cinematic Universe sia per introiti che per i consensi della critica[104]. Prima del natale 2017 il film aveva incassato 636 milioni di dollari, non male ma comunque scarso se paragonato al 1,4 miliardi di dollari del secondo lungometraggio sugli Avengers[104]. Johns rimane comunque in veste di consulente per gli adattamenti cinematografici e torna a tempo pieno nel suo ruolo di scrittore di fumetti. Rimane ancora coinvolto nella qualità di producer e co-sceneggiatore nei film di Aquaman (del dicembre 2017), in Wonder Woman 1984 (del 2019) e Green Lantern Corps (del 2019)[103]. Nell'ambito della nuova tendenza a diversificare le proposte editoriali, viene annunciata a fine 2018 la nascita dell'imprint The Killing Zone, curato dallo stesso Johns e indirizzato nel rivitalizzare i personaggi meno conosciuti e poco valorizzati dell'universo DC.

Pam Lifford, presidente DC e Warner Bros. Global Brands & Experiences (dal 2018)

«Warner Bros. possiede personaggi e brand amati in tutto il mondo, dai nostri supereroi DC alle superstar d'animazione dei "Looney Toones" e della (casa di produzione) Hanna-Barbera, per passare ad un catalogo di oltre 10000 film e TV Show, stiamo ora rendendo una nostra priorità l'obbiettivo di offrire queste proprietà ai fan in modi nuovi ed entusiasmanti.»

Nel settembre del 2018, Pam Lifford viene nominata Presidente del "Warner Bros. Global Brands and Experiences" (o WBGBE)[105]. Si trova quindi a capo del team responsabile per lo sviluppo e la coordinazione dei franchise globali delle varie divisioni facenti parte del nuovo gruppo nato dalla fusione tra WarnerMedia e AT&T[105]. La DC Entertainment è una sua sussidiaria e la Lifford ne è la nuova presidente con lo scopo di allineare la produzione editoriale alle necessità di sviluppo globale del gruppo multimediale WarnerMedia/At&T[105]. Il referente a cui deve rendere conto è Kevin Tsujihara, presidente responsabile e direttore generale degli studios Warner Bros.[105]. Viene ritenuto di vitale importanza che i brand della DC e i suoi iconici personaggi siano pienamente utilizzati e usufruibili per la Warner al fine di crearne franchise multimediali per un pubblico globale[105]. Pam Lifford viene dal gruppo Walt Disney per cui ha lavorato 12 anni (fino al 2016) dove però non ha ricoperto incarichi editoriali ma era responsabile dello sviluppo su scala globale di prodotti al consumo legati all'infanzia[105]. Nonostante questa mancanza di esperienza nello specifico settore dell'editoria a fumetti, Tsujihara ("chairman" della Warner) supporta la Lifford per la sua visione di come si commercializza un prodotto su scala globale[105]. Per quanto riguarda i fumetti della DC viene poi data piena fiducia ai due editori Dan DiDio e Jim Lee, responsabili per la direzione creativa e lo sviluppo dell'Universo DC[105].

I nuovi vertici della DC, rappresentati dalla Lifford e il team del WBGBE, fanno sentire l'esigenza di ristrutturare la suddivisone delle pubblicazioni della casa editrice. Nel 2019 viene quindi varato un rebrand dei titoli che vede la chiusura dello storico imprint Vertigo, fondato nel 1993 e sede delle opere alternative e per un pubblico adulto della DC[106]. Si assiste poi ad una retromarcia rispetto a quanto pianificato solo qualche mese prima, vengono infatti chiusi gli imprint DC Ink e DC Zoom[106], che avevano debuttato a marzo 2019. Inoltre il previsto imprint di Geoff Johns dal titolo The Killing Zone non viene più nominato nelle dichiarazioni ufficiali[106]. Dan Didio si giustifica con i lettori affermando la necessità di un rebrand che rafforzasse il marchio e logo DC su scala globale[106]. Assicura inoltre che i titoli Vertigo (per lettori adulti) passano sotto la DC Black Label (dal settembre 2019) mentre per le graphic novel DC Ink (per tutte le età, o "all-ages") e DC Zoom (prevalentemente dai 13 ai 17 anni) vengono distribuite con nuove indicazioni[106]. L'altro publisher Jim Lee dichiara poi che gli imprint DC's Young Animal di Gerard Way e Wonder Comics di Brian Michael Bendis continuano ad essere distribuiti[106]. Lee ribadisce l'impegno della casa editrice a continuare a pubblicare anche opere creator-owned, all'interno della nuova suddivisione del catalogo DC[106].

A distanza di un anno dalla piena fiducia data a Dan DiDio come co-publisher e portavoce principale (nonché fautore) dei progetti editoriali DC, viene annunciato a sorpresa che dal 21 febbraio 2020 è stato rimosso dal suo ruolo di publisher[107]. Dan si stava occupando del nuovo e ambizioso progetto editoriale DC ed erano in programma sue apparizioni ufficiali presso le Convention. La posizione di co-editore è da lui occupata dal 2010, nominato da Diane Nelson insieme a Jim Lee, ed ha iniziato a lavorare alla DC dal 2002[107]. Sotto la sua direzione editoriale sono state varate diverse iniziative storiche quali Infinite Crisis, l'ambizioso reboot dell'Universo DC con The New 52 (fallito dopo un successo iniziale), DC Rebirth con l'ennesimo rilancio (problematico e poco strutturato), la fondazione dell'imprint adulto DC Black Label e il rebranding delle serie pubblicate (con conseguente chiusura della Vertigo), fino ad arrivare a nuovi progetti legati a Watchmen (quali Before Watchmen e Doomsday Clock)[107]. Il suo allontanamento pare legato ad un cambiamento del management voluto dalla AT&T (multinazionale delle telecomunicazioni), proprietaria della DC. Il 2019 è stato tra l'altro costernato da numerosi licenziamenti tanto che il neo-presidente Pam Lifford ha dichiarato:«Apprezziamo e riconosciamo come il lavoro dei nostri impiegati ha contribuito a costruire la nostra compagnia ed è difficile perdere dei colleghi, alcuni dei quali sono qui da molto tempo e hanno avuto un forte impatto sulla DC. Li ringraziamo per il duro lavoro e la dedizione alla DC»[107].

Linea editoriale ed etichette

A partire dal 2011, dopo la miniserie Flashpoint, la DC Entertaiment ristruttura l'intero parco testate della sua divisione a fumetti sia per le pubblicazioni DC Comics che per le etichette editoriali (in lingua inglese Imprints)[108]. Nel 2016 con l'evento DC Rebirth si ha un'ulteriore riassetto delle serie e nel biennio 2018-2019 vengono proposti nuovi imprint. Nel 2019 con la nomina di Pam Lifford come presidente DC si ha un nuovo rebrand dei titoli della casa editrice che porta alla chiusura di alcuni imprint tra cui la storica Vertigo.

  • DC Comics: si tratta della linea editoriale principale nella quale confluiscono la maggior parte delle serie supereroistiche, i personaggi dell'etichetta Wildstorm Productions di Jim Lee e alcuni dei personaggi Vertigo che venivano pubblicati sotto tale etichetta dal 1993 al 2011. Fino ad aprile 2015 la sezione DC Comics conta 52 serie regolari mensili suddivise in gruppi di titoli affini per personaggi, tematiche e target di pubblico. Quindi abbiamo il settore Justice League che oltre alle due serie Justice League e Justice League International presenta alcuni dei supereroi più popolari come Wonder Woman, Aquaman, Flash e molti altri. A questo si aggiungono il gruppo di fumetti legati a Superman e Batman, quelli imperniati su Lanterna Verde, The Dark dove confluiscono ex-personaggi Vertigo come Swamp Thing, The Edge (con titoli e personaggi sia dell'universo Wildstorm che DC), Young Justice che ha come titoli di punta Teen Titans e Legion of Super-heroes. A partire dal giugno 2015 la linea The New 52 termina e il parco testate costituenti l'Universo DC si raccoglie sotto il brand DC Comics[92]. Dal 2016 gli albi dell'Universo supereroistico DC rientrano nel rilancio denominato DC Universe Rebirth[96], brand che rimane sulle copertine fino al 2018. All'interno della linea rientrano anche alcune pubblicazioni non canoniche o in continuity con L'universo DC[92]. Tra queste abbiamo le serie collegate agli show televisivi della TV via cavo CW quali The Flash e Arrow Nella linea DC Comics rientrano anche pubblicazioni su licenza tratte da videogiochi (quali le serie su Mortal Kombat) e la serie ispirata alla TV series d'animazione He-Man[92]. A partire dal 2018, con la fine della presidenza Nelson e del ruolo di Geoff Johns come Direttore Creativo e co-presidente, nascono nuovi imprint e vi è la tendenza a diversificare l'offerta.
  • DC Comics Collected Editions: questa sezione pubblica raccolte dei fumetti DC Comics e Vertigo (oltre ad altri imprint ormai chiusi) che spaziano l'intero arco di vita dell'editore dal 1935 ad oggi. I formati usati sono del tipo Hardcover (con copertina cartonata), Deluxe Edition Hardcover (un formato più costoso e con un numero di pagine superiore a 300), Tradepaperbacks (brossurato e più economico, che talvolta presenta storie in bianco e nero)[92]. A questi si aggiunge il formato Omnibus (cartonato con un alto numero di pagine, oltre 400) e quello Absolute, che ha un formato maggiorato nelle dimensioni, copertina cartonata e raccoglie alcune delle saghe più celebrate da critica e pubblico[92]. La proposta più prestigiosa è quella curata dalla Graphitti Designs che offre le raccolte nel formato Gallery Edition[109]. Si tratta di volumi cartonati con carta di alta qualità e spessore che permette un dettaglio di 200 linee per pollice[109]. Le tavole sono replicate nella loro dimensione originale e replicano ogni singolo dettaglio del lavoro dell'artista[109].
  • Vertigo: si tratta della linea editoriale indirizzata ad un pubblico maturo e attiva dal 1993. Sotto tale etichetta rientrano anche le proposte della defunta Paradox Press e in genere le serie, miniserie e graphic novel più sperimentali e pubblicate con l'avvertenza Mature Readers (cioè «per lettori maturi»). Con la gestione di Shelley Bond (subentrata alla fondatrice Karen Berger nel 2013), l'imprint diviene ufficialmente la casa delle produzioni creator-owned (cioè i cui diritti sono degli autori e non della casa editrice) ma perde alcuni dei suoi titoli storici quali Swamp Thing e Hellblazer che rientrano nel brand DC Comics. Sotto la Vertigo si sviluppano anche serie su licenza legate a film cinematografici, quali l'adattamento a fumetti di Django Unchained di Quentin Tarantino e gli albi spin-off tratti dal film Mad Max: Fury Road di George Miller[92]. Dal 2018 si assiste ad un rilancio dell'etichetta sotto la guida di Mark Doyle, subentrato a Shelley Bond nel 2017. La Vertigo viene chiusa nel 2019 e gli ultimi albi a portarne il logo sono distribuiti a settembre di quell'anno. Gli editori Dan DiDio e Jim Lee assicurano che le serie dell'imprint (tra cui quelle del Sandman Universe) saranno distribuite (da ottobre 2019) per la DC Black Label.
  • DC Comics Kids: etichetta dedicata a un pubblico pre-adolescenziale e che traspone in fumetti serie a cartoni animati realizzate sia sui supereroi DC Comics, sia su franchise della Warner Bros. come Looney Tunes e Scooby-Doo. Le serie regolari dedicate ai supereroi sono state (tra le altre) Green Lantern:The Animated Series, Superman Family Adventures, Young Justice e Teen Titans Go![92]. Da notare che la serie Looney Tunes è l'unica pubblicazione DC lanciata negli anni novanta ad essere ancora in pubblicazione.
  • Mad Magazine: rivista satrica, fumettistica e alternativa nata sotto l'editore EC Comics nel 1952. Continua ad essere pubblicata dalla DC Entertainment nonostante la diversità di contenuto e di genere rispetto ad ogni altro prodotto editoriale proposto dalla casa editrice. Rimane una delle più longeve pubblicazioni DC, avendo superato i 500 numeri pubblicati[92]. La serie storica MAD viene chiusa con il n.550, distribuita nell'aprile 2018[110], ma riparte con un nuovo numero 1 dal titolo Mad Magazine a partire da giugno 2018, con cadenza bimestrale[111]. La serie supera indenne il rebrand dei titoli DC avvenuto nel 2019 (sotto la presidenza Lifford)[106] e continua il suo run pluridecennale[112]. Come autori ed artisti della rivista sono (come sempre) accreditati gli indefinibili "The Usual Gang of Idiots"[112].
  • A queste si aggiunge la linea DC Collectibles (nata come DC Direct nel 1998) che si occupa di gestire il merchandising legato ai personaggi e proprietà dell'editore[113]. I prodotti spaziano da oggetti per collezionisti (quali busti e statue finemente dettagliati, spesso a produzione limitata) a giocattoli (quali le action figures dei vari personaggi)[113]. Il rebrand dell'imprint avviene a partire da maggio 2012 (con il passaggio da DC Direct a DC Collectibles) e i primi articoli della nuova linea sono distribuiti presso i comic book shop a partire da agosto dello stesso anno[113].
  • DC's Young Animal: imprint che debutta a settembre 2016 sotto la supervisione del musicista e scrittore Gerard Way[114]. A livello editoriale, nasce in seguito alla ristrutturazione del parco testate voluta da Geoff Johns, Dan DiDio e Jim Lee e che prende il nome Rebirth. Il manifesto della nuova etichetta è quello di riprendere lo spirito di quelle serie che tra gli anni ottanta e i primi anni novanta hanno portato alla nascita della Vertigo[114]. Come ispirazione si citano opere quali Doom Patrol e Animal Man di Grant Morrison e Shade, the Changing Man di Peter Milligan[114]. Si tratta quindi di rivitalizzare personaggi dell'universo DC che si prestano alla sperimentazione e ad un approccio alternativo a quello dei comic mainstream[114]. Il debutto avviene con una nuova serie sulla Doom Patrol, scritta da Gerard Way e disegnata da Nick Derington, la data di distribuzione del n. 1 è il 14 settembre[114].
  • Jinxworld: a fine 2017 Brian Michael Bendis firma un contratto in esclusiva con la DC[115]. Come parte dell'accordo l'imprint che contraddistingue le opere creator-owned dell'autore diviene un'etichetta ufficiale della DC[115]. Questa si impegna a pubblicizzarne le serie sul catalogo ufficiale DC Previews[115][116]. Oltre a nuove serie quali Pearl (realizzata con Michael Gaydos) e Cover (realizzata con David Mack), vi sono i sequel di opere già pubblicata per la Icon Comics (etichetta Marvel) quali il sequel di Scarlet e United States of Murder, INC[116]. Il materiale pubblicato in precedenza viene riproposto in nuove edizione trade paperback[115]. Il debutto avviene il 15 agosto 2018 con la miniserie Pearl[116].
  • DC Black Label: imprint che pubblica storie orientate ad un pubblico adulto e fuori dalla continuity o dai canoni del DC Universe[102]. Ogni opera può avere un formato e una periodicità diverse, che meglio si adattino al tipo di storia e al team creativo che la realizza[102]. Il fine dell'etichetta è che artisti e autori già affermati si cimentino su personaggi iconici quali Superman, Batman, Wonder Woman e altri, senza essere confinati dalla continuity delle serie regolari[102]. L'editore Jim Lee afferma che il punto di riferimento sono opere quali The Dark Knight Returns di Frank Miller, pubblicata nel 1986[102]. Il caporedattore è Mark Doyle e il debutto avviene il 19 settembre 2018 con la miniserie Batman: Damned, di Brian Azzarello e Lee Bermejo[102].
  • Wonder Comics: linea editoriale gestita da Brian Michel Bendis che, a differenza del Jinxworld, si inserisce all'interno della continuity del DC Universe[117]. I fumetti dell'imprint vogliono celebrare il senso di meraviglia e di stupore che si prova quando si comincia ad esplorare le proprie potenzialità e le infinite opportunità del mondo che ci circonda[117]. I protagonisti sono quindi supereroi teenager che si trovano in questa meravigliosa e delicata fase della vita[117]. La prima serie è una nuova versione dei Teen Titans ovvero Young Titans, scritta da Bendis e disegnata da Patrick Gleason[117]. Debutta il 9 gennaio 2019. Si tratta di un gruppo di giovani supereroi composto da Superboy, Wonder Girl, Impulse, Amethyst, e due nuovi personaggi quali Teen Lantern e Jinny Hex[117].
  • DC Zoom: imprint dedicato ai lettori più giovani, definiti "middle grade readers" (tra gli 8 e i 12 anni), debutta il 27 marzo 2019 con la graphic novel Super Sons Book One: The Polarshield Project, scritta da Ridley Pearson con disegni di Ile Gonzales[118]. L'obbiettivo dell'editore è quello di attrarre l'interesse dei lettori in età pre-adolescenziale verso i personaggi dell'Universo DC Comics, cercando così di fidelizzare coloro destinati a diventare potenziali lettori futuri[100]. Inoltre si cerca di spingere i più giovani ad esplorare e capire il mondo esterno, inserendo concreti problemi sociali[118]. I protagonisti di questa prima storia sono i figli di Superman e Batman, ovvero Joe Kent e Damian Wayne ed hanno ache fare con un complotto che può causare un disastro climatico[118]. Come nel caso di DC Ink, le storie sono fuori continuity rispetto all'Universo DC canonico[118]. Nel corso del 2019 si assiste ad un improvviso rebrand delle pubblicazioni DC e l'imprint DC Zoom viene chiuso pochi mesi dopo il debutto. L'ultima opera distribuita sotto il suo logo è il volume brossurato DC Super Hero Girls at Metropolis High di Amy Wolfram (testi) e Yancey Labat (disegni), distribuito il 9 ottobre 2019[119].
  • DC Ink: imprint dedicato alla pubblicazione di graphic novel che mirano ai lettori "young adult" ovvero coloro che hanno un'età tra i 13 e 18 anni[100]. Lo scopo è di raccontare storie che invogliano i ragazzi a scoprire chi sono e a relazionarsi con gli altri[118]. I protagonisti non devono essere eroi perfetti e invincibili ma persone che affrontano, anche sbagliando, problemi reali[118]. L'imprint debutta il 27 marzo 2019 con la graphic novel di 192 pagine Mera: Tidebreaker, scritta da Danielle Page e disegnata da Stephen Byrne[118]. La storia è una rivisitazione dell'incontro tra Mera e Arthur Curry (ovvero Aquaman)[118]. Come le storie pubblicate in futuro, sono furi continuity e, tendenzialmente, autoconclusive[118]. Anche DC Ink subisce le sorti dell'imprint DC Zoom e viene chiuso pochi mesi dopo il debutto. L'ultima graphic novel ad essere distribuita per l'etichetta è Batman: Nightwalker - The Graphic Novel, adattamento dell'omonimo romanzo di Marie Lu inserito tra le New York Times Best Selling Novel, ovvero la classifica dei romanzi più venduti secondo il New York Times[120]. Il protagonista è un Bruce Wayne appena diciottenne e l'adattamento è di Stuart Moore (testi) e Chris Wildgoose (disegni), viene distribuito il 25 settembre 2019[120].

La DC Comics in Italia

Lo stesso argomento in dettaglio: DC Comics in Italia.

La DC Comics debutta in Italia il 2 luglio 1939 su Albi dell'Audacia n. 19 del luglio 1939 per le Edizioni Juventus, con storie di Superman, Ciclone (italianizzato però in Ciclone a causa della politica fascista del periodo e da non confondersi con l'omonimo supereroe di Carlo Cossio). Si tratta però di storie tratte dalle strisce dei quotidiani statunitensi e non quelle prese dagli albi mensili quali Action Comics e Superman. Nel periodo prebellico (fino al 1940) il personaggio viene pubblicato da diversi editori quali: Editore SAEV-Vecchi, Casa Editrice Vittoria, Società Editrice Cremona Nuova. Nell'immediato dopoguerra i fumetti DC ritornano ad essere distribuiti grazie alle Edizioni Milano anche se si tratta ancora di albi ricavati dalle strips dei quotidiani. Nel 1954 è la Mondadori a rilevare i diritti per i fumetti DC, iniziando una gestione che dura un ventennio. In questo periodo il nome di Superman è all'inizio ancora italianizzato in Nembo Kid ma negli anni sessanta prende il suo nome originale e gli vengono affiancate serie che prendono diversi personaggi quali Batman, Flash, Superboy, Wonder Woman, la Justice League e molti altri. Inoltre le storie pubblicate sono quelle tratte dalle serie regolari mensili. Negli anni settanta la DC viene curata da tre editori diversi: Williams Inteuropa, Cenisio, Editoriale Corno. Nei primi anni ottanta si assiste ad una crisi del mercato supereroistico che porta alla chiusura di tutte le serie sia Marvel che DC. Il ritorno della DC avviene nel 1988 grazie alla Rizzoli a cui fanno seguito la Comic Art e la Play Press la cui gestione va dal 1990 al 2006. Dopo la crisi di quest'ultima la DC in Italia passa all'editore spagnolo Planeta de Agostini con successi altalenanti fino al 2011. Nel 2012 il principale editore italiano per la DC Entertainment diviene la RW Edizioni e lo rimane fino ai primi mesi del 2020[121]. Il 13 gennaio 2020 Panini Comics e la DC annunciano che dal 2 aprile 2020 sarà l'editore di Modena a pubblicare i fumetti DC in Italia, subentrando a RW[121][122]. Da notare che la Panini è già distributore per l'Italia dei fumetti Marvel Comics dal 1994 e detiene inoltre i diritti per diverse produzioni della Image Comics, terzo polo fumettistico dopo le Big-Two (Marvel e DC)[121]. La Panini non è l'unica casa editrice in Italia a proporre materiale DC ma vi sono altri due editori minori che la affiancano: sono l'Editrice Il Castoro e l'Editoriale Cosmo. Quest'ultima pubblica (dal 2019) le raccolte delle comic strip della Golden Age e Silver Age con protagonisti Superman, Batman e Wonder Woman[123]. A queste si affianca la collana Showcase Presenta che raccoglie storie classiche delle serie Silver Age di Superman, Batman e Justice League[124]. Sono volumi in bianco e nero di oltre 500 pagine[124]. L'Editrice Il Castoro pubblica invece materiale recente quali le opere che rientrano nella linea DC Graphic Novels for Kids e DC Graphic Novel for Young Adults[125]. Le storie non sono in continuity con quelle dell'Universo DC ma vi sono versioni alternative dei suoi personaggi adattati in racconti a fumetti per lettori adolescenti o di tutte le età[125]. L'esordio avviene il 27 febbraio 2020 con l'acclamata graphic novel Harley Quinn: Breaking Glass (titolo per l'edizione italiana Gotham arrivo!) di Mariko Tamaki[125].

Nel corso degli anni ci sono state in totale 20 differenti case editrici ad occuparsi dell'edizione italiana di albi DC Comics. Ecco l'elenco completo: Edizioni Juventus, Editore Saev-Vecchi, Casa Editrice Vittoria, Società Editrice Cremona Nuova, Edizioni Milano, Mondadori, Williams, Cenisio, Editoriale Corno, Rizzoli, Comic Art, Play Press, Magic Press, Kappa Edizioni, Planeta de Agostini, BAO Publishing, RW Edizioni, Il Castoro, Editoriale Cosmo e Panini Comics.

Crisi e eventi crossover

Come tutti i grandi editori di fumetti si cerca di sfruttare la popolarità di alcuni personaggi per rilanciarne altri. Anche la DC decide periodicamente di realizzare dei crossover, che coinvolgono alcuni, se non tutti, i personaggi pubblicati ogni mese.

Durante la Golden Age la DC non adotta lo sviluppo classico dei crossover, che prevede una storia in più parti che inizia su un albo a fumetti per poi proseguire su quello di un altro personaggio. Questo espediente narrativo viene adottato soprattutto nella Silver Age (introdotto frequentemente sulle serie della rivale Marvel). Per fare incontrare i vari personaggi si utilizza invece una serie apposita intitolata All-Star Comics. Nei primi due numeri sono presenti storie di personaggi differenti ma a partire dal n. 3 si fonda il primo supergruppo della storia del fumetto: la Justice Society of America. Si ha così modo di creare vicende a cui partecipano molti personaggi che appaiono su serie differenti o anche che non hanno una testata a loro dedicata.

A partire dalla Silver Age si diffonde un particolare tipo di espediente narrativo simile ad un crossover ma che non vede l'incontro di supereroi di diverse serie ma di Terre Parallele (o Multiple). Una minaccia che coinvolge più universi differenti ma coesistenti prende il nome di "Crisis" (crisi in lingua inglese)[126]. Tale espediente narrativo porta alla creazione del "Primo Multiverso DC" composto da realtà parallele dove è possibile raccontare le vicende dei personaggi in contesti anche radicalmente differenti. A metà degli anni ottanta con la miniserie Crisi sulle Terre infinite si mette fine al Primo Multiverso DC per dare origine ad un nuovo universo coerente e facilmente gestibile a livello narrativo e di continuity. Nasce così un nuovo tipo di evento editoriale definito «crossover-event» (o anche «universe-wide crossover», o «company-wide crossover»), in genere sviluppato su una serie limitata che va ad intrecciarsi con gli albi delle serie regolari (denominati tie-in), aumentando l'interazione, i personaggi e spesso anche le vendite di tutte le pubblicazioni coinvolte. Il primo evento Post-Crisis di quest tipo è Legends, seguito nei decenni successivi da storie strutturate nello stesso modo e che vengono proposte dalla DC ogni anno.

Elenco delle principali Crisi e crossover-event realizzati da questa casa editrice:

  • Crisis on Earth-One and Earth-Two: su Justice League of America (vol. 1) n. 21-22 (agosto-settembre 1963) si incontrano per la prima volta la JSA (primo supergruppo di Terra-Due) e la JLA (primo supergruppo di Terra-Uno).
  • Crisi sulle Terre multiple: da allora in poi periodicamente (circa con cadenza annuale) i due supergruppi si incontrano per sventare Crisi che minacciano più Terre parallele. In questo ciclo di storie si mettono le basi per lo sviluppo del primo Multiverso DC.
  • Crisi sulle Terre infinite n. 1-12 (aprile 1985 - marzo 1986): miniserie che vede la distruzione del primo Multiverso. Dal punto di vista editoriale si vuole semplificare la continuity dei personaggi e delle serie. Dopo il 1985 tutte le storie si svolgono in un unico universo narrativo. Le origini di quasi tutti i personaggi vengono riscritte o comunque aggiornate.
  • Legends nn. 1-6 (novembre 1986 - aprile 1987): il semidio Darkseid cerca di screditare i supereroi agli occhi degli altri esseri umani, ma fallisce. Si tratta del primo evento post-Crisis e coinvolge tutte le principali serie pubblicate. Tutti i supereroi si trovano a combattere ma questa volta la minaccia non prende il nome editoriale di Crisis e non vi è nessun accenno a Terre parallele.
  • Millennium n. 1-8 (gennaio-febbraio 1987): la Justice League of America e gli altri supereroi si trovano a combattere i Manhunters, la razza di androidi creata dai Guardiani di Oa prima di passare al Corpo delle Lanterne Verdi. Lo scopo della miniserie è di stabilire un nuovo background narrativo per la Green Lantern Hal Jordan nel nuovo contesto post-Crisis.
  • Invasione! nn. 1-3 (1988): scritta da Keith Giffen insieme a Bill Mantlo (qui al suo primo lavoro per la DC), narra di un attacco alieno alla Terra[127]. Si tratta del quarto crossover di questo tipo ma presenta alcune radicali novità[127]. Innanzitutto si descrive per la prima volta (a livello fumettistico) un'invasione aliena che coinvolge l'intero pianeta e la coralità di tutti i supereroi degni di tale nome[127]. Non si tratta quindi della solita invasione sventata dal solo Superman o dalla Justice League e che vede gli alieni interessati al solo territorio degli Stati Uniti[127]. Inoltre introduce il concetto di metagene, per cui i terrestri che hanno (o svilupperanno) superpoteri, lo fanno in virtù di una particolarità del genoma che li rende potenziali supereroi (o meglio metaumani) in condizione di forte stress ambientale o psicologico e che scatena i loro poteri latenti[127]. Evidente risposta della DC al concetto di supereroe mutante o X-Man (quindi geneticamente diverso) della Marvel[127]. All'epoca le serie mutanti dominavano le classifiche di vendita. L'evento Invasion! contribuisce anche a dare struttura e caratterizzazione alle specie extraterrestri dell'universo DC, una base su cui ancora oggi si fondano le minacce cosmiche e le interferenze aliene nei loro albi a fumetti[127].
  • Guerra degli dei n. 1-4 (settembre-dicembre 1991): primo grande evento DC Comics ispirato alla mitologia. La dea malvagia è Circe che vuole distruggere Gaea (la madre Terra). Per il suo fine riesce a scatenare un confronto tra il pantheon degli dei greci e quello degli dei romani. La battaglia topica è Wonder Woman vs. Capitan Marvel.
  • Armageddon 2001 nn. 1-2 (maggio-ottobre 1991): la storia non si articola con crossover all'interno delle serie regolari ma negli albi con cadenza annuale (Annuals). La minaccia consiste nel supercriminale del futuro Monarch. L'importanza del personaggio è data dal fatto che, con il nome Extant, sarà uno dei protagonisti di Zero Hour. Si tratta del primo universe-wide-crossover che si sviluppa nei numeri annuali (o annuals) e non sulle serie regolari (con albi tie-in). IL successo del progetto porta nei due anni successivi allo sviluppo di una formula simile[128].
  • Eclipso: L'oscurità interiore, esce nel 1992 e, come è successo con Armageddon l'anno precedente, si sviluppa sugli albi annuali con un numero speciale di apertura e uno di chiusura (definiti anche bookends)[128]. Questi due albi sono scritti da Robert Loren Fleming e Keith Giffen e disegnati da Bart Sears e lo stesso Giffen[128]. La storia rispolvera un villain secondario come Eclipso e lo trasforma in un supercriminale dai poteri mistici in grado di scuotere l'intero universo DC[128]. I suoi poteri sono garantiti da un diamante nero di cui esistono più esemplari, in grado di manipolare e corrompere l'anima dei supereroi[128]. Si viene quindi a creare un conflitto tra eroi posseduti e coloro che sono liberi dal suo influsso[128]. Il primo The Darkness Within n. 1 viene distribuito con una cover speciale con un diamante di plastica nero (anche se l'effettivo colore varia sul porpora) inserito nella copertina, donandole un effetto tridimensionale[128]. Nei primi anni novanta questo tipo di varianti (o gimmicks) sulle covers sono molto usati e incrementano le vendite. Il crossover su Eclipso è uno dei maggior successi, per eventi di questo tipo, di tutti gli anni novanta[128].
  • Linee di sangue (Bloodlines in originale): la storia si dipana nell'arco di 25 albi annuali per poi concludersi con la miniserie di 2 numeri Bloodbath (dicembre 1993)[129]. La Terra viene invasa da alieni parassiti che si nutrono del fluido spianle degli esseri umani[129]. Alcuni dei terrestri attaccati sopravvivono e manifestano superpoteri[129]. I media li definisce New Bloods e saranno fondamentali nello sventare la minaccia aliena[129]. Lo scopo editoriale è quello di creare nuovi supereroi da inserire nell'universo DC, da qui il nome nuovo sangue. Questo riprende il nome con cui sono stati lanciati i primi supereroi Image l'anno prima e cioè giovane sangue (ovvero gli Youngblood)[128].
  • Ora zero n. 4-0, la numerazione è inversa, (settembre-ottobre 1995): lo scopo degli autori è di dare maggior coerenza e linearità all'Universo narrativo post-Crisis. Si cerca infatti di dissolvere dalla continuity alcune linee temporali alternative e portare a termine quanto era stato pianificato con Crisi delle Terre Infinite del 1985-1986. La trama si sviluppa intorno ad un delirante Hal Jordan (ora divenuto Parallax) che vuole ricreare una nuova linea temporale. Il tentativo rischia però di distruggere l'intera struttura della realtà e questo lo porta in conflitto con tutti i supereroi DC. Per evitare l'annientamento dello spazio-tempo è necessario il sacrificio di un supereroe dal nome Damage. Da notare che dopo 9 anni si torna ad utilizzare il termine Crisis (il titolo originale dell'opera è Zero Hour: Crisis in Time).
  • Il Male si scatena (Underworld Uleashed in originale, novembre-dicembre 1995): si tratta di una miniserie di 3 numeri scritta da Mark Waid e disegnata da Howard Porter[130]. Ha diversi tie-in con le serie regolari ed è coadiuvata da alcuni albi speciali. Narra dell'arrivo del demone Neron che propone ai supercriminali un aumento dei loro poteri in cambio della loro anima[131]. Viene però sconfitto da Capitan Marvel che gli offre la sua anima ma questa ha una consapevolezza talmente elevata che il demone ne rimane sopraffatto[131]. Si tratta del primo evento editoriale DC che mette al centro la figura del Capitan Marvel originale della Fawcett Comics e ha lo scopo di rilanciare il personaggio. Nello stesso anno esce infatti la serie regolare The Power of Shazam di Jerry Ordway con protagonista Billy Batson e il suo potente alter ego.
  • L'ultima notte: miniserie di 4 numeri pubblicata nel novembre 1996[132]. La Terra è in pericolo per l'arrivo di un'entità cosmica denominata Sun-Eater, il suo fine è nutrirsi delle stelle e ha preso di mira il Sole[132]. Per evitare l'arrivo di una notte eterna e la fine dell'umanità, Hal Jordan si sacrifica utilizzando tutto il suo potere ed energia vitale per ripristinare l'attività del Sole. Si tratta di un atto che redime le sue azioni come Parallax e gli ridona lo stato di eroe[132].
  • Genesi: miniserie di 4 numeri pubblicata nell'ottobre 1997, scritta da John Byrne e disegnata da Ron Wagner e Joe Rubinstein[133]. Nonostante venga coinvolto Darkseid e l'intera cosmogonia dell'universo DC, si tratta di uno dei peggiori universe-wide crossover della DC[133]. Si vuole spiegare l'esistenza dei supereroi grazie all'energia cosmica Godwave, proveniente dai confini dell'universo (la Source)[133]. La storia contraddice la continuity DC come, ad esempio, la presenza del metagene in diversi esseri umani e vorrebbe la creazione contemporanea di tutti i supereroi[133]. Tali inesattezza rendono questo crossover inutile e quasi mai citato negli albi DC[133].
  • One Million: miniserie settimanale di 4 numeri pubblicati con data di copertina novembre 1998[134]. Viene preceduta da un prologo su JLA n. 23 (ottobre 1998)[134]. Viene ideata e scritta da Grant Morrison, allora alle redini di un ciclo di storie di successo sulla serie della Justice League[134]. In DC One Million si assiste all'arrivo nel presente di una versione della Lega della Giustizia di un lontano futuro (dall'853º secolo). Il suo nome è Justice Legion A (A per Alpha)[134]. Si tratta di un universe-wide crossover dove si hanno però gli albi collegati che presentano il numero di copertina n. 1000000 (datati novembre 85271) e si ambientano nel futuro, presupponendo che la numerazione rimanga ininterrotta dai giorni nostri fino a quel periodo storico[134]. Non mancano i tie-in ambientati nel presente, ma l'impatto della saga sulla continuity del DC Universe rimane marginale[134].
  • Our Worlds at War: pubblicato tra agosto e ottobre 2001 (come date di copertina), è il 15° universe-wide-crossover, ma si tratta del primo che non viene strutturato su una miniserie creata apposta per l'evento[135]. Si sviluppa invece partendo dagli albi delle serie regolari di Superman e ha poi ripercussioni anche su molti altri personaggi dell'universo DC. Tra questi bisogna menzionare i membri della Superman Family, Batman, Wonder Woman (che assiste alla distruzione di Paradise Island e alla morte della madre Hyppolita), Aquaman (apparentemente deceduto), gli Young Heroes e Impulse[135]. La storia ruota attorno ad una serie di battaglie in cui sono coinvolti potenti supercriminali quali il figlio di Mongul, Darkseid, Doomsday, Maxima e Lex Luthor[135]. La storia, dal titolo profetico di Mondi in Guerra, viene concepita e pubblicata nei mesi precedenti gli attentati dell'11 settembre 2001[135]. Inoltre nell'albo conclusivo Adventures of Superman n. 596, distribuito il 12 settembre 2001, le torri gemelle di Metropolis (città specchio di New York nell'universo DC) sono rappresentate molto danneggiate[135]. La DC sostiene che si tratta solo di una coincidenza in quanto la storia è stata realizzata mesi prima[135].
  • Crisi infinita: miniserie di 7 numeri, scritta da Geoff Johns (dicembre 2005 - giugno 2006)[136]. Viene considerata un sequel di Crisi sulle Terre Infinite e reintroduce il Multiverso all'interno della continuity[136]. Si tratta dell'universe-wide crossover più ambizioso mai realizzato in quanto riprende elementi narrativi dell'intera storia dell'universo fumettistico DC e viene strutturato con numerosi tie-in e miniserie o numeri speciali[136]. La storia viene infatti preceduta da sei miniserie mensili che ne fanno da prologo e sono collettivamente denominate Countdown to Infinite Crisis[136]. Ha a sua volta generato numerose serie e miniserie, o cambiato il titolo ad alcune[136]. Alla fine della saga si sposta di un anno in avanti la continuity delle storie narrate su tutti gli albi mensili (fase denominata One Year Later)[136]. Quanto poi accaduto in questo lasso di tempo viene raccontato in una serie settimanale denominata 52 e pubblicata tra il 10 maggio 2006 e il 2 maggio 2007[136]. Il numero 52 sarà poi ripreso nel rilancio dell'intero Universo DC nel 2011 con il progetto The New 52[136].
  • Crisi finale: miniserie pubblicata nel 2008 e scritta da Grant Morrison[137]. Si tratta di una delle saghe più ambiziose concepite dall'autore scozzese e mette le basi per la creazione dell'attuale multiverso DC[137]. La storia inizia con la scoperta del cadavere di Orion (membro dei Nuovi Dei) nel porto di Gotham e vede la Terra cadere preda di Darkseid[137]. Per mettere fine alla sua minaccia bisognerà radunare un esercito di Superman provenienti da diverse dimensioni parallele[137]. La storia origina diversi limited-series spin-off sotto il banner Final Crisis[137]. Da segnalare, in Crisi Finale n.3, il ritorno dello storico Flash della Silver Age, ovvero Barry Allen[137]. L'interesse suscitato dall'opera sia nella critica che nei lettori rilancia le vendite della casa editrice che porta la DC Comics a dominare il mercato nell'anno successivo (2009)[137].
  • Dark Knights: Metal: primo universe wide-crossover dell'epoca DC Rebirth[138]. La storia è stata ideata da Scott Snyder e Greg Capullo, collaboratori per diversi anni sulla serie regolare Batman durante il periodo The New 52[139]. Di fatti un ruolo cruciale nella saga lo svolge Il Cavaliere Oscuro, al centro di un evento che vede la comparsa di un nuovo Multiverso denominato Dark Multiverse[139]. Il preludio sono gli albi Dark Knights: The Forge e The Casting in uscita rispettivamente a giugno e luglio del 2017[139]. La miniserie portante dell'evento è Dark Knight: Metal il cui primo albo debutta il 16 agosto 2017[139]. Dal "Multiverso Oscuro" arrivano versioni distorte di Batman che minacciano la realtà di Terra-0 e le ripercussioni toccano i principali albi supereroistici della DC ("tie-in issues")[138]. La prima è più importante storyline è Gotham Resistance che si sviluppa sulle serie della Suicide Squad, Nightwing, Teen Titans e Green Arrow[138].

Note

  1. ^ a b c d DC Entertainment, su dcentertainment.com. URL consultato il 24 marzo 2014.
  2. ^ a b Cowsill & Irvine,  p.12.
  3. ^ a b c d Paul Levitz in Stick it on a newsstand and see what happens, in Paul Levitz & AA.VV. (testi-disegni), The Golden Age of DC Comics 1935-1956, Taschen, Los Angeles CA, 2013, pp.17-21
  4. ^ More Fun Comics n.9, marzo-aprile 1936
  5. ^ Cowsill & Irvine,  p.13.
  6. ^ Adventure Comics,  nn.32-529, 1938-201.
  7. ^ a b c d e Paul Levitz in Filling the Racks, a Comic at a Time, in Paul Levitz & AA.VV. (testi-disegni), The Golden Age of DC Comics 1935-1956, Taschen, Los Angeles CA, 2013, pp.21-25
  8. ^ a b c d e f g h i j Paul Levitz in An explosition of Heroes - Off the Page and into the Wider World..., in Paul Levitz & AA.VV. (testi-disegni), The Golden Age of DC Comics 1935-1956, Tachen, Los Angeles CA, 2013, pp.32-37
  9. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r Westbound & Down in, Grant Morrison (testi) e Doug Mahnke (matite), The Multiversity: Ultra Comics n.1, DC Comics, New York, maggio 2015, pp.46-47
  10. ^ a b c d e f g h i j Paul Levitz in Goden Age Dawns, in Paul Levitz & AA.VV. (tesi-disegni), The Golden Age of DC Comics 1935-1956, Taschen, Los Angeles CA, 2013, pp.27-32
  11. ^ I dati di vendita del pariodo Golden Age e la durata temporale dello stesso sono confermati da Overstreet Comic Book price guide, la rivista periodica più diffusa tra i collezionisti di fumetti statunitensi.
  12. ^ a b c d e f g Paul Levitz in From an Experiment to an Institution, in Paul Levitz & AA.VV.(testi-disegni), The Golden Age of DC Comics 1935-1956, Taschen, Los Angeles CA, 2013, pp.37-41
  13. ^ a b c d e f g h i j k l m n Les Daniels,  pp.70-71.
  14. ^ a b c d Killer Serials: Comic Strip Collections for Comic Book Fans in, AA.VV., Previews n.326, Diamond Comic Distributors, Hunt Valley MD, novembre 2015, pp. FS2-FS5
  15. ^ a b c Les Daniels,  p.64.
  16. ^ Bert Christman ha realizzato i disegni per le storie del primo Sandman su Adventure Comics,  nn.40-48, luglio 1939 - marzo 1940. Si tratta delle prime storie di Sandman nella sua versione Golden Age.
  17. ^ a b c d e f g h i j k l Les Daniels,  pp.90-91.
  18. ^ a b Les Daniels,  p.98.
  19. ^ a b Les Daniels,  pp.100-101.
  20. ^ a b Les Daniels,  pp.116-117.
  21. ^ Robert Kanigher - John Broome (testi), Carmine Infantino (matite), Joe Kubert (chine), Julius Schwartz (direttore editoriale e creativo), Showcase (Vol.1) n.4, Superman National Comics (poi Dc Comics), New York, settembre-ottobre 1956
  22. ^ Les Daniels,  pp.124-125.
  23. ^ Gardner Fox (testi), Mike Sekowski (matite), The Brave and The Bold (Vol.1) n.28, Superman National Comics (poi DC Comics), New York, febbraio-marzo 1960
  24. ^ a b c d Alan Moore in Buster Brown at the Barricades, in Occupy Comics n.2, Black Mask Studios, Los Angeles, 2013, pp.28-39
  25. ^ a b Cowsill&Irvine,  pp.102-103.
  26. ^ Gardner Fox (testi) e Carmine Infantino (disegni), The Flash n.123, National Comics, New York, settembre 1961
  27. ^ a b c d Juliuan Darius,  pp.80-87.
  28. ^ a b c d Les Daniels,  pp.150-151.
  29. ^ Jim Shooter realizza ininterrottamente le storie della Legione dei Super-eroi dal 1966 al 1969. L'ultima di questo ciclo è pubblicata su Action Comics n.384 con data di copertina gennaio 1970.
  30. ^ Adventure Comics,  n.346, luglio 1966.
  31. ^ a b Peter Sanderson, A brief history of Marvel Comics, in AA.VV., Marvel Comics: checklist & price guide - 1961 to present, Krause Publications Inc., Iola WI, 1993, pp.11-27
  32. ^ a b Cary Bates (testi) e Ross Andru (disegni), The Flash(Vol.1) n.179, National Comics, New York, maggio 1968
  33. ^ Grant Morrison (testi) e AA.VV.(disegni), The Multiversity: Guidebook n.1, DC Comics, New York, marzo 2015
  34. ^ a b c d e f Les Daniels,  pp.138-141.
  35. ^ a b c d e f g h i j Les Daniels,  pp.156-157.
  36. ^ a b c d e f g h i Les Daniels,  pp.144-145.
  37. ^ Wonder Woman,  n.178, settembre-ottobre 1968.
  38. ^ Wonder Woman,  n.179, novembre-dicembre 1968.
  39. ^ Dennis O'Neil e AA.VV. (testi), Curt Swan e AA.VV. (disegni), Superman (Vol.1) n.233, Superman National Comics, New York, gennaio 1971.
  40. ^ a b c d e f g Les Daniels,  pp.168-169.
  41. ^ Shazam!,  n.1, febbraio 1973.
  42. ^ Shazam!,  nn.1-35, 1973-1978.
  43. ^ a b c d e f g h Les Daniels,  pp.172-173.
  44. ^ a b Cowsill & Irvine,  p.172-175.
  45. ^ a b c d Les Daniels,  pp.174-177.
  46. ^ a b c d e Les Daniels,  pp.178-179.
  47. ^ a b c d e Cowsill & Irvine,  p.185.
  48. ^ a b c d Cowsill & Irvine,  p.181.
  49. ^ a b c Cowsill & Irvine,  pp.196-199.
  50. ^ a b c d Les Daniels,  pp.188-189.
  51. ^ a b c d e f Julian Darius,  pp.171-186.
  52. ^ a b c d e f Cowsill & Irvine,  pp.217-225.
  53. ^ a b c d e f g h i j Paul Brian McCoy, Chapter Ten: 1989, in The 1980s,  pp.246-278
  54. ^ a b c d e f Cowsill & Irvine,  p.243.
  55. ^ a b c d e f Les Daniels,  pp.218-219.
  56. ^ Rogern Stern (testi) e Bob McLeod (disegni), Action Comics n.662, DC Comics, New York, febbraio 1991.
  57. ^ Les Daniels,  pp.228-229.
  58. ^ AA.VV. (testi-disegni), The Adventures of Superman n.500, DC Comics, New York, maggio 1993.
  59. ^ AA VV (testi-disegni), Superman: The Wedding Album, DC Comics, New York, dicembre 1996.
  60. ^ a b c d e The crash of 1993, su weeklystandard.com. URL consultato il 1º aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2014).
  61. ^ a b c d e f g h i j Les Daniels,  pp.224-225.
  62. ^ a b c d e f g h i Les Daniels,  pp.232-233.
  63. ^ Le quattro serie di lancio dell'etichetta: Hardware,Bloody Syndacate, Icon e Static, chiudono tutte tra il 1996 e il 1997
  64. ^ AA.VV. (testi e disegni), Hardware nn.1-50, DC Comics-Milestone, New York, 1993-1997
  65. ^ a b c d e f g h i j Les Daniels,  pp.238-239.
  66. ^ Boaz Yakin (testi) e Erez Yakin (disegni), The Remarkable Worlds of Professor Phineas B.Fuddle, DC Comics-Paradox Press, New York, 2000
  67. ^ a b c d e f g Jason Sacks, Chapter Seven: 1996, in The 1990s,  pp.194-221
  68. ^ a b c George Khoury in Image Founder: Jim Lee, in Image Comics: The Road to Indipendence, TwoMorrows Publishing, Raleigh (North Carolina), giugno 2007, pp.46-61
  69. ^ a b c d e f g h i j Les Daniels,  pp.258-259.
  70. ^ Alan Moore e AA.VV. (testi-disegni), Promethea nn.1-32, DC Comics-America's Best Comics, New York, 1999-2005
  71. ^ a b c d e f g h i j k l Cowsill & Irvine,  pp.286-335.
  72. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r Cowsill & Irvine,  pp.293-307.
  73. ^ a b c d e f g (EN) DC Comics President Jenette Khan to step down. URL consultato il 22 settembre 2014.
  74. ^ Les Daniels,  pp.236-237.
  75. ^ a b Les Daniels,  pp.252-253.
  76. ^ Les Daniels,  pp.262-263.
  77. ^ Geoff Johns (testi), Lee Moder e Dan Davis (disegni), Stars and S.T.R.I.P.E. n.0 e nn.1-14, DC Comics, New York, luglio 1999 - dicembre 2000
  78. ^ a b c d e f g Cowsill & Irvine,  pp.308-317.
  79. ^ a b c d e (EN) Classifica dei film tratti dai Comics. URL consultato il 26 febbraio 2015.
  80. ^ a b c d e f Cowsill & Irvine,  pp.318-339.
  81. ^ Grant Morrison (testi), JG Jones & AA.VV. (disegni), Final Crisis n.6, DC Comics, New York, gennaio 2009
  82. ^ http://www.bleedingcool.com/2009/09/09/paul-levitz-to-step-down-from-dc-comics/
  83. ^ DC makes changes official: Levitz gone, Nelson in, DC now DC Entertainment, in The Beat Comics Culture, 9 settembre 2009. URL consultato il 13 febbraio 2016.
  84. ^ a b c Diane Nelson. URL consultato il 5 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2015).
  85. ^ a b (EN) Nelson announces DC Comics move to Burbank from NYC. URL consultato il 22 marzo 2014.
  86. ^ a b c d e f g DC Comics: The New 52 n.1, DC Comics, New York, 2011
  87. ^ a b c Previews n.316, Diamond Comic Distributors, Hunt Valley MD, giugno 2015, pp.88-133
  88. ^ (EN) The New 52 is dead: DC Comics details diverse, character-driven new direction, su Polygon. URL consultato il 28 marzo 2015.
  89. ^ Comicus - DC Comics: Convergence, anticipazioni di DiDio e primi personaggi, su comicus.it. URL consultato il 29 marzo 2015.
  90. ^ (EN) Your Guide to Convergence, su dccomics.com. URL consultato il 29 marzo 2015.
  91. ^ Previews n.317, Diamond Comic Distributors, Hunt Valley MD, febbraio 2015, pp.82-123
  92. ^ a b c d e f g h i j k AA.VV., Previews n.319, Diamond Comic Distributors, Hunt Valley MD, aprile 2015, pp.82-129
  93. ^ a b c Il periodo interlocutorio di DC Comics. URL consultato il 27 maggio 2016.
  94. ^ (EN) 2014 Comic Book Sales Figures, su comichron.com. URL consultato il 27 maggio 2016.
  95. ^ a b c Geoff Johns in Inside Man, in DC Previews, DC Comics, Burbank, aprile 2016, p.1
  96. ^ a b c d e f g h (EN) DC Rebirth. URL consultato il 26 marzo 2018.
  97. ^ a b c Previews n.345, Diamond Comic Distributors, Hunt Valley MD, giugno 2017, pp.72-73
  98. ^ a b c From the pages of Dark Knight: Metal: The New Age of DC Heroes, in Jeff Lemire (testi) e Bryan Hitch (matite), Hawkman: Found n.1, DC Comics, Burbank, febbraio 2018, pp.25-31
  99. ^ (EN) Joshua Yehl, DC's Biggest Superhero Comics Just Went Up in Price, su IGN, 10 maggio 2018. URL consultato il 10 maggio 2018.
  100. ^ a b c DC All Access - DC Books for Young Readers in, Joshua Williamson (testi) e Dan Panosian (disegni), The Flash n.42, DC Comics, Burbank, maggio 2018, p.32
  101. ^ Previews n.355, Diamond Comic Distributors, Hunt Valley MD, aprile 2018. pp.142-144
  102. ^ a b c d e f DC Previews n.3, DC Comics, Burbank, luglio 2018, pp.4-11
  103. ^ a b c d e f (EN) Geoff Johns exiting as DC Entertainment President and Chief Creator Officer. URL consultato il 2 ottobre 2018.
  104. ^ a b c Stefano Feltri, Tra guerre dell'infinito e guerre dello streaming, in Anteprima n.317, Panini Spa-Divisone Pan Distribuzione, Modena, gennaio 2018, pp.4-5 (flipside)
  105. ^ a b c d e f g h i (EN) Pam Lifford named President of Warner Bros. Global Brands and Experiences. URL consultato il 26 ottobre 2019.
  106. ^ a b c d e f g h (EN) DC Comics to end the Vertigo imprint, consolidate entire publishing line. URL consultato il 27 ottobre 2019.
  107. ^ a b c d (EN) DC Comics Co-Publisher Dan DiDio exits company. URL consultato il 24 febbraio 2020.
  108. ^ Previews n.274, DC Direct Currents, Diamond Comic Distributors, Timonium MD, luglio 2011, pp.66-140
  109. ^ a b c DC Previews n.1, DC Comics, Burbank, maggio 2018, pp.82-83
  110. ^ AA.VV. (testi e disegni), MAD n.550, DC Comics, Burbank, aprile 2018
  111. ^ AA.VV. (testi e disegni), Mad Magazine n.1, DC Comics, Burbank, giugno 2018
  112. ^ a b DC Previews n.15, DC Comics, Burbank, luglio 2019, p.51
  113. ^ a b c Previews n.284, Diamond Comic Distributors, Timonium MD, maggio 2012, pp.150-154
  114. ^ a b c d e Previews n.334, Diamond Comic Distributors, Hunt Valley MD, luglio 2016, pp.88-89
  115. ^ a b c d (EN) Bendis' DC Jinxworld line-up to be announced in march. URL consultato il 16 novembre 2018.
  116. ^ a b c DC Previews n.2, DC Comics, Burbank, luglio 2018, pp.4-5
  117. ^ a b c d e Previews n.7, DC Comics, Burbank, novembre 2018, pp.1-3
  118. ^ a b c d e f g h i DC Previews n.8, DC Comics, Burbank, dicembre 2018, pp.1-3
  119. ^ DC Previews n.15, DC Comics, Burbank, luglio 2019, p.17
  120. ^ a b DC Previews n.13, DC Comics, Burbank, maggio 2019, p.4
  121. ^ a b c Panini è il nuovo editore italiano dei fumetti DC Comics. URL consultato il 14 gennaio 2020.
  122. ^ News: Panini pubblicherà DC Comics in Italia. URL consultato il 13 gennaio 2020.
  123. ^ Superman, le tavole domenicali della Golden Age [collegamento interrotto], su editorialecosmo.it. URL consultato il 6 febbraio 2020.
  124. ^ a b DC Comics Showcase, su editorialecosmo.it. URL consultato il 6 febbraio 2020.
  125. ^ a b c Editrice Il Castoro annuncia un accordo con DC Comics. URL consultato il 6 febbraio 2020.
  126. ^ AA.VV., JLA in Crisis Secret Files n.1, DC Comics, New York, novembre 1998.
  127. ^ a b c d e f g Julian Darius,  pp.255-280.
  128. ^ a b c d e f g h i Julius Darius,  pp.333-337.
  129. ^ a b c d AA.VV., Bloodlines in AA.VV., JLA in Crisis Secret Files n.1, DC Comics, New York, novembre 1998, pp.40-41
  130. ^ Mark Waid (testi) e Howard Porter (matite), Underwold Unleashed nn.1-3, DC Comics, New York, 1995
  131. ^ a b AA.VV. Underworld Unleashed, in AA.VV., JLA in Crisis Secret Files n.1, DC Comics, New York, novembre 1998, pp.52-53
  132. ^ a b c JLA in Crisis Secret Files,  pp.54-55.
  133. ^ a b c d e Julian Darius,  pp.348-350.
  134. ^ a b c d e f Julian Darius,  pp.239-255.
  135. ^ a b c d e f Julian Darius,  pp.354-359.
  136. ^ a b c d e f g h Julian Darius,  pp.186-239.
  137. ^ a b c d e f g Cowsill & Irvine,  pp.334-336.
  138. ^ a b c Previews n.346, Diamond Comic Distributors, Hunt Valley MD, luglio 2017, pp.78-81
  139. ^ a b c d Previews n.345, Diamond Comic Distributors, Hunt Valley MD, giugno 2017, pp.71-73

Bibliografia

Libri

  • Cowsill Alan, Irvine Alex e AA.VV., DC Comics anno per anno, una storia per immagini, Modena, Panini S.p.A., 2011.
  • (EN) Dallas Keith e AA.VV., American Comic Book Chronicles: The 1980s, Raleigh (North Carolina), TwoMorrows Publishing, 2013.
  • (EN) Daniels Les, DC Comics: A Celebretionof the World's Favorite Comic Book Heroes, New York, Watson-Gutpill Publications, 2003.
  • (EN) Darius Julian, Classics on Infinite Earths: The Justice League and DC Crossover Canon, Edwardsville (Illinois), Sequart Organization, 2015.
  • (EN) Peyer Tom e AA.VV., JLA in Crisis Secret Files, New York, DC Comics, 1998.
  • (EN) Sacks Jason, American Comic Book Chronicles: The 1990s, Raleigh (North Carolina), TwoMorrows Publishing, 2018.

Fumetti

  • Dennis O'Neil (testi), Mike Sekowsky (matite) e Dick Giordano (chine), Wonder Woman, New York, Superman National Comics.
  • AA.VV. (testi-disegni), Adventure Comics, New York, DC Comics.
  • Dennis O'Neil e AA.VV. (testi) e C.C.Beck, Kurt Schaffenberger e AA.VV. (disegni), Shazam! (prima serie), New York, DC Comics.

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN2146030417035861250 · LCCN (ENn78008251 · J9U (ENHE987007438256005171 · WorldCat Identities (ENlccn-n78008251
  Portale DC Comics: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di DC Comics