Battaglia di Bangui: differenze tra le versioni

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{{Infobox conflitto
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|Nome del conflitto = Battaglia di Bangui
|Immagine = Central African Republic 2012 Battles-en.svg
|Didascalia = Mappa delle battaglie della Guerra civile nella Repubblica Centrafricana
|Data = 22-23 marzo 2013
|Luogo = {{Bandiera|CAF}} [[Repubblica Centrafricana]]
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* La coalizione dei ribelli [[Séléka]] prende il potere
* Il presidente [[François Bozizé]] fugge all'estero<ref>[https://www.aljazeera.com/news/africa/2013/03/201332481729584103.html Looting and gunfire in captured CAR capital]. Al Jazeera.com (25 marzo 2013). Accesso 17 aprile 2013.</ref>
|Schieramento1 = {{Bandiera|CAF}} ''[[Séléka]]''
* [[Convention of Patriots for Justice and Peace|CPJP]]
* [[Patriotic Convention for Saving the Country|CPSK]]
* [[Union of Democratic Forces for Unity|UFDR]]
* [[Democratic Front of the Central African People|FDPC]]
* [[Popular Front for Recovery|FPR]]
|Schieramento2 = {{Tutto attaccato|{{CAF}}}}<br />{{FRA}} <small>(2013–in corso)</small><br />{{ZAF}} <small>(2012–13)</small>
*[[Comunità economica degli Stati dell'Africa centrale|ECCAS]]: MICOPAX
:{{Bandiera|AGO}} [[Angola]]
:{{Bandiera|CMR}} [[Camerun]]
:{{Bandiera|TCD}} [[Ciad]]
:{{Bandiera|COG}} [[Repubblica del Congo|Congo-Brazzaville]]
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La '''battaglia di Bangui''', parte della [[seconda guerra civile nella Repubblica Centrafricana]], è avvenuta nel 2013 tra le forze Séléka, provenienti dal nord del paese ed ostili all'allora presidente [[François Bozizé]] e varie forze locali e di missioni appartenenti a vari paesi africani. In particolare, erano presenti delle forze sudafricane che erano state inviate a supportare dei teams già presenti di istruttori militari. Questa missione venne rinforzata nel 2013 da un contingente scelto ma poco consistente e male equipaggiato che si trovò per scelta politica dell'allora presidente [[Jacob Zuma]] a fronteggiare praticamente da sola i Séléka nella [[battaglia di Bangui]] con perdite non trascurabili e un grave colpo all'immagine della [[South African National Defence Force|SANDF]]<ref>https://www.dailymaverick.co.za/article/2013-03-27-sas-role-in-the-battle-of-bangui-the-blood-on-zumas-hands/</ref>. La battaglia si concluse con l'occupazione della capitale da parte dei Séléka e la fuga di Bozizé<ref name="IOL">{{cita web |cognome=Heitman |nome=Helmoed Römer |titolo=How deadly CAR battle unfolded |url=https://www.iol.co.za/sundayindependent/how-deadly-car-battle-unfolded-1493841 |sito web=Independent Online |editore=Sunday Independent |accesso=12 giugno 2020}}</ref>. Una tregua tra i Séléka e i sudafricani, e la non intromissione delle forze francesi presenti che avevano il solo scopo di salvaguardare le vite dei cittadini francesi presenti e presidiare l'aeroporto quale indispensabile via di esfiltrazione, lasciarono definitivamente campo libero agli attaccanti.
La '''battaglia di Bangui''', parte della [[seconda guerra civile nella Repubblica Centrafricana]], è avvenuta nel 2013 tra le forze Séléka, provenienti dal nord del paese ed ostili all'allora presidente [[François Bozizé]] e varie forze locali e di missioni appartenenti a vari paesi africani. In particolare, erano presenti delle forze sudafricane che erano state inviate a supportare dei teams già presenti di istruttori militari. Questa missione venne rinforzata nel 2013 da un contingente scelto ma poco consistente e male equipaggiato che si trovò per scelta politica dell'allora presidente [[Jacob Zuma]] a fronteggiare praticamente da sola i Séléka nella [[battaglia di Bangui]] con perdite non trascurabili e un grave colpo all'immagine della [[South African National Defence Force|SANDF]]<ref>https://www.dailymaverick.co.za/article/2013-03-27-sas-role-in-the-battle-of-bangui-the-blood-on-zumas-hands/</ref>. La battaglia si concluse con l'occupazione della capitale da parte dei Séléka e la fuga di Bozizé<ref name="IOL">{{cita web |cognome=Heitman |nome=Helmoed Römer |titolo=How deadly CAR battle unfolded |url=https://www.iol.co.za/sundayindependent/how-deadly-car-battle-unfolded-1493841 |sito web=Independent Online |editore=Sunday Independent |accesso=12 giugno 2020}}</ref>. Una tregua tra i Séléka e i sudafricani, e la non intromissione delle forze francesi presenti che avevano il solo scopo di salvaguardare le vite dei cittadini francesi presenti e presidiare l'aeroporto quale indispensabile via di esfiltrazione, lasciarono definitivamente campo libero agli attaccanti.



Versione delle 01:26, 14 giu 2020

Battaglia di Bangui
Mappa delle battaglie della Guerra civile nella Repubblica Centrafricana
Data22-23 marzo 2013
LuogoBandiera della Rep. Centrafricana Repubblica Centrafricana
Esito
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
3.000 (secondo Séléka)[2]
1.000–2.000 (altre stime)[3]
Bandiera della Rep. Centrafricana 3.500[3]
Bandiera della Francia 250
Bandiera del Sudafrica 200[4]
ECCAS: 400 forze di pace>
Perdite
500 + morti (Solo Bangui, secondo quanto dichiarato dal Sudafrica)Bandiera della Rep. Centrafricana Sconosciuti
Bandiera del Sudafrica 15 soldati uccisi + 2 morti in seguito a ferite[5]
Voci di guerre presenti su Wikipedia

La battaglia di Bangui, parte della seconda guerra civile nella Repubblica Centrafricana, è avvenuta nel 2013 tra le forze Séléka, provenienti dal nord del paese ed ostili all'allora presidente François Bozizé e varie forze locali e di missioni appartenenti a vari paesi africani. In particolare, erano presenti delle forze sudafricane che erano state inviate a supportare dei teams già presenti di istruttori militari. Questa missione venne rinforzata nel 2013 da un contingente scelto ma poco consistente e male equipaggiato che si trovò per scelta politica dell'allora presidente Jacob Zuma a fronteggiare praticamente da sola i Séléka nella battaglia di Bangui con perdite non trascurabili e un grave colpo all'immagine della SANDF[6]. La battaglia si concluse con l'occupazione della capitale da parte dei Séléka e la fuga di Bozizé[7]. Una tregua tra i Séléka e i sudafricani, e la non intromissione delle forze francesi presenti che avevano il solo scopo di salvaguardare le vite dei cittadini francesi presenti e presidiare l'aeroporto quale indispensabile via di esfiltrazione, lasciarono definitivamente campo libero agli attaccanti.

Premesse

Nella Repubblica Centrafricana al momento dell'episodio operavano nel paese varie missioni di pace africane, tra cui la MICOPAX con soli 400 soldati[8], ed una francese di 250 soldati dispiegata nella capitale a protezione dell'aeroporto.

Base "Vimbezela" del FACA a Bangui

Attraverso un accordo dell'11 febbraio 2007 il Sudafrica in marzo dello stesso anno inviò una missione di cooperazione militare e addestramento comandata dal colonnello George Sibanyon per formare reparti delle Forces armées centrafricaines (FACA); questa si componeva di due team di istruttori, uno nella capitale Bangui ed un altro nella città di [[[Bouar]], che addestrarono in varie fasi circa 1300 tra soldati ed ufficiali delle FACA, ed in quel momento contava 28 soldati[9]. Con quella che per i sudafricani venne denominata Operazione Vimbezela un contingente scelto venne inviato a proteggere gli istruttori e rinforzare il sostegno al presidente Bozizé. Tra i frutti della cooperazione due mezzi blindati Ratel 90 sudafricani erano stati donati alle FACA e trasferiti nel paese a scopo addestrativo. Il contingente era composto da 200 soldati, una compagnia del 1° battaglione paracadutisti, un nucleo delle forze speciali e un nucleo medico del 7° reggimento

Un Ratel 90 sudafricano come quelli donati alle FACA.

Il 18 marzo 2013 le forze classificate come ribelli e autodefinite Séléka occuparono le città di Gambo e Bangassou, chiedendo la liberazione di prigionieri politici, l'integrazione delle loro forze nell'esercito nazionale e la partenza del contingente sudafricano che era recentemente arrivato di rinforzo[10]. Sebbene ufficialmente le forze armate ciadiane fossero impegnate a contrastare la minaccia al governo di Bangui, e le FACA schierate in vari punti, i Séléka avanzarono indisturbati verso la capitale da due direttrici diverse, le stesse che si supponeva stesse usando l'esercito ciadiano nella sia marcia verso Bangui.

La battaglia

Conseguenze

Note

  1. ^ Looting and gunfire in captured CAR capital. Al Jazeera.com (25 marzo 2013). Accesso 17 aprile 2013.
  2. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore reuters
  3. ^ a b "Seleka, Central Africa's motley rebel coalition" Archiviato il 13 settembre 2014 in Internet Archive., Radio Netherlands Worldwide
  4. ^ Zille warns of 'CAR scandal', su iol.co.za.
  5. ^ CAR battle claims another SANDF soldier, in Enca, South Africa.
  6. ^ https://www.dailymaverick.co.za/article/2013-03-27-sas-role-in-the-battle-of-bangui-the-blood-on-zumas-hands/
  7. ^ Helmoed Römer Heitman, How deadly CAR battle unfolded, su iol.co.za, Sunday Independent. URL consultato il 12 giugno 2020.
  8. ^ Heitman, p. 11
  9. ^ Helmoed Heitman, The Battle in Bangui: The untold inside story (PDF), Parktown Publishers, 2013, pp. 25-35, ISBN 978-0-9921902-8-6. URL consultato il 12 giugno 2020. , p. 12
  10. ^ Hippolyte Marboua and Krista Larson, "Central African Republic rebels threaten new fight" Archiviato il 17 October 2013 Data nell'URL non combaciante: 17 ottobre 2013 in Internet Archive.

Bibliografia