Sul ponte di Perati: differenze tra le versioni

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'''''Sul ponte di Perati''''' è un canto alpino della [[Brigata alpina "Julia"]] che nel [[1940]] fu impegnata nella [[Campagna italiana di Grecia|campagna di Grecia]].
'''''Sul ponte di Perati''''' è un canto alpino della [[Brigata alpina "Julia"]] che nel [[1940]] fu impegnata nella [[Campagna italiana di Grecia|campagna di Grecia]].


Il testo e la melodia nulla hanno a che vedere con un noto canto alpino composto alla fine della [[Prima guerra mondiale]], intitolato il [[Ponte di Bassano]] (cfr. testo, riportato alla voce); in entrambi i canti, però, l'immagine del ponte evoca un punto di non ritorno. Bassano è attraversata dal fiume [[Brenta]], e le due parti della città sono collegate da un caratteristico ponte di legno (progettato nel 1569 da A. Palladio), noto anche come "Ponte degli Alpini" per l'intenso transito di truppe alpine inviate nell'estate del 1916 per la difesa dell'Altipiano di Asiago (o Altipiano dei Sette Comuni). Nella Seconda guerra mondiale, il [[Ponte di Perati]] segna l'inizio della campagna di Grecia e l'abbandono del suolo amico albanese di [[Berat|Berati]] in [[Albania]], ai tempi [[Regno albanese|regno]] in [[Unione personale|unione]] con l'[[Italia fascista|Italia]] nella persona del [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Re d'Italia]].
Il testo e la melodia nulla hanno a che vedere con un noto canto alpino composto alla fine della [[Prima guerra mondiale]], intitolato il [[Ponte di Bassano]] (cfr. testo, riportato alla voce); in entrambi i canti, però, l'immagine del ponte evoca un punto di non ritorno. Bassano è attraversata dal fiume [[Brenta]], e le due parti della città sono collegate da un caratteristico ponte di legno (progettato nel 1569 da A. Palladio), noto anche come "Ponte degli Alpini" per l'intenso transito di truppe alpine inviate nell'estate del 1916 per la difesa dell'Altipiano di Asiago (o Altipiano dei Sette Comuni). Nella Seconda guerra mondiale, il [[Ponte di Perati]] segna l'inizio della campagna di Grecia e l'abbandono del suolo albanese, ai tempi sotto l'occupazione dell'[[Italia fascista]].
Successivamente, la melodia è stata riutilizzata da [[Nuto Revelli]], [[Alpini|alpino]] reduce dal [[ARMIR|fronte russo]], per comporre ''[[Pietà l'è morta]]'', uno dei più noti [[Canti della Resistenza|canti partigiani]].
Successivamente, la melodia è stata riutilizzata da [[Nuto Revelli]], [[Alpini|alpino]] reduce dal [[ARMIR|fronte russo]], per comporre ''[[Pietà l'è morta]]'', uno dei più noti [[Canti della Resistenza|canti partigiani]].



Versione delle 11:55, 9 mag 2020

Sul ponte di Perati (elaborazione per coro virile di Davide Giacuzzo)
Abbeverata sul fiume Vojussa

Sul ponte di Perati è un canto alpino della Brigata alpina "Julia" che nel 1940 fu impegnata nella campagna di Grecia.

Il testo e la melodia nulla hanno a che vedere con un noto canto alpino composto alla fine della Prima guerra mondiale, intitolato il Ponte di Bassano (cfr. testo, riportato alla voce); in entrambi i canti, però, l'immagine del ponte evoca un punto di non ritorno. Bassano è attraversata dal fiume Brenta, e le due parti della città sono collegate da un caratteristico ponte di legno (progettato nel 1569 da A. Palladio), noto anche come "Ponte degli Alpini" per l'intenso transito di truppe alpine inviate nell'estate del 1916 per la difesa dell'Altipiano di Asiago (o Altipiano dei Sette Comuni). Nella Seconda guerra mondiale, il Ponte di Perati segna l'inizio della campagna di Grecia e l'abbandono del suolo albanese, ai tempi sotto l'occupazione dell'Italia fascista. Successivamente, la melodia è stata riutilizzata da Nuto Revelli, alpino reduce dal fronte russo, per comporre Pietà l'è morta, uno dei più noti canti partigiani.

Testo

Sul ponte di Perati
bandiera nera:
l'è il lutto degli Alpini
che va a la guera.

L'é il lutto della Julia
che va a la guera
la meglio gioventù[1]
che va sot'tera.

Sull'ultimo vagone
l'è l'amor mio
col fazzoletto in mano
mi dà l'addio.

Col fazzoletto in mano
mi salutava
e con la bocca i baci
la mi mandava.

Queli che son partiti
non son tornati
sui monti della Grecia
sono restati.

Sui monti della Grecia
c'è la Vojussa
del sangue degli Alpini
s'è fatta rossa.

Un coro di fantasmi
vien zo dai monti:
l'è il coro de li Alpini
che son morti.

Gli Alpini fan la storia,
la storia vera:
l'han scritta con il sangue
e la penna nera.

Alpini della Julia
in alto i cuori:
sul ponte di Perati
c'è il tricolore!

Note

  1. ^ L'espressione, resa più efficace dall'uso non corretto di meglio nel senso di migliore, è ripresa da Pier Paolo Pasolini, che dà questo titolo prima a un abbozzo di romanzo, poi alla raccolta poetica in lingua friulana del 1954. Non solo, ma nel 1975 mette in bocca la canzone degli Alpini agli aguzzini protagonisti di Salò o le 120 giornate di Sodoma, suscitando l'indignazione e le proteste dell'Associazione Nazionale degli Alpini, sfociate in una denuncia nei confronti del film. L'espressione cambia quasi totalmente significato nell'italiano colloquiale a partire dal 2003, in seguito al successo dell'omonimo film di Marco Tullio Giordana che racconta la storia di alcuni ragazzi che vivono la loro giovinezza durante gli anni Sessanta. Per questo motivo oggi l'espressione viene più spesso usata per alludere alla "generazione fortunata" dei babyboomers italiani, nati grosso modo tra il 1935 e il 1955.

Bibliografia

  • Manlio Cecovini, Ponte Perati: la Julia in Grecia, Firenze, Vallecchi, 1966
  • Alceste Mainardis, Sul ponte di Perati, bandiera nera...storia di una compagnia alpina friulana nella guerra di Grecia, Trieste, Stabilimento tipografico nazionale, 1974
  • Alceste Mainardis, Sul ponte di Perati bandiera nera…, 2ª edizione, Udine, Aviani & Aviani editori, 2015, ISBN 978-88-7772-202-7

Voci correlate

Collegamenti esterni