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Ripreso l'assedio di Pedo, i due consoli sconfissero in una battaglia campale gli abitanti, a cui si erano uniti anche i Tiburtini e Prenestini. Presa Pedo, i due consoli espugnarono ogni singola città latina del Lazio che si era ribellata, ottenendo la definitiva sconfitta dei [[Latini]] e la fine della [[guerra latina]]. Per questa loro impresa, ai due consoli, fu concesso l'onore del [[trionfo romano|trionfo]] e nel foro furono collocate statue che li raffiguravano a cavallo<ref name="ReferenceA"/>. |
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Versione delle 15:22, 22 apr 2020
Gaio Menio Publio | |
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Console e Dittatore della Repubblica romana | |
Consolato | 338 a.C. |
Dittatura | 314 a.C. |
Gaio Menio Publio (... – ...) è stato un politico e generale romano.
Biografia
Fu eletto console nel 338 a.C. con Lucio Furio Camillo[1].
Ripreso l'assedio di Pedo, i due consoli sconfissero in una battaglia campale gli abitanti, a cui si erano uniti anche i Tiburtini e Prenestini. Presa Pedo, i due consoli espugnarono ogni singola città latina del Lazio che si era ribellata, ottenendo la definitiva sconfitta dei Latini e la fine della guerra latina. Per questa loro impresa, ai due consoli, fu concesso l'onore del trionfo e nel foro furono collocate statue che li raffiguravano a cavallo[1].
Fu eletto dittatore nel 314 a.C., per il timore di una defezione di Capua, mentre l'esercito romano si trovava in Apulia per combattere contro i Luceri[2]. Capua non defezionò, perché il capo della rivoltà si suicidò alla notizia dell'investitura di un dittatore a Roma, mentre la successiva indagine a Roma, per verificare se qualche Senatore, fosse coinvolto nella congiura, non portò ad alcun risultato[2].
Note
- ^ a b Tito Livio, Ab urbe condita libri, VIII, 13.
- ^ a b Tito Livio, Ab urbe condita libri, IX, 26.