Quercus petraea: differenze tra le versioni

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L'apice è ottuso e arrotondato. La ''pagina'' superiore è verde lucido, quella inferiore più pallida. Il tronco è eretto, robusto e slanciato, ramificato solo nella parte superiore. I rami sono molto nodosi e formano una corona densa, globosa e regolare. I rami giovani non sono pelosi. La sua chioma si espande verso l'alto raggiungendo un'altezza di 30-40 metri in bosco. È una quercia dalla discreta longevità, raggiunge infatti i 500-800 anni d'età e le dimensioni massime definitive vengono raggiunte a 120-200 anni.<ref name="Ticli">{{cita libro|autore=[[Dino Ticli|Ticli]] B. |titolo=Enciclopedia degli alberi d'Italia e d'Europa.|città=Milano|editore=De Vecchi Editore|anno=2004}}</ref>
L'apice è ottuso e arrotondato. La ''pagina'' superiore è verde lucido, quella inferiore più pallida. Il tronco è eretto, robusto e slanciato, ramificato solo nella parte superiore. I rami sono molto nodosi e formano una corona densa, globosa e regolare. I rami giovani non sono pelosi. La sua chioma si espande verso l'alto raggiungendo un'altezza di 30-40 metri in bosco. È una quercia dalla discreta longevità, raggiunge infatti i 500-800 anni d'età e le dimensioni massime definitive vengono raggiunte a 120-200 anni.<ref name="Ticli">{{cita libro|autore=[[Dino Ticli|Ticli]] B. |titolo=Enciclopedia degli alberi d'Italia e d'Europa.|città=Milano|editore=De Vecchi Editore|anno=2004}}</ref>

Versione delle 12:38, 6 apr 2020

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Rovere
Quercus petraea
Stato di conservazione
Basso rischio (cd)[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Fagales
Famiglia Fagaceae
Genere Quercus
Specie Q. petraea
Nomenclatura binomiale
Quercus petraea
(Mattuschka) Liebl.
Sinonimi

Quercus sessiliflora
Quercus sessilis

Areale

Il rovere (Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. ), o la rovere, è una quercia semi-caducifoglia di prima grandezza, appartenente alla famiglia delle Fagacee. Molto simile alla Farnia con cui si ibrida spesso dando origine a degli alberi di difficile determinazione. Presenta una chioma più aperta della Farnia, con rami patenti più dritti. Si differenzia dalla roverella (Quercus pubescens) per le dimensioni del fusto e per il lato inferiore delle foglie, che si presenta glabro. Le foglie sono semplici, decidue, di forma ellittica, con margine lobato e 5-8 paia di lobi arrotondati, senza peli.

L'apice è ottuso e arrotondato. La pagina superiore è verde lucido, quella inferiore più pallida. Il tronco è eretto, robusto e slanciato, ramificato solo nella parte superiore. I rami sono molto nodosi e formano una corona densa, globosa e regolare. I rami giovani non sono pelosi. La sua chioma si espande verso l'alto raggiungendo un'altezza di 30-40 metri in bosco. È una quercia dalla discreta longevità, raggiunge infatti i 500-800 anni d'età e le dimensioni massime definitive vengono raggiunte a 120-200 anni.[2]

Corteccia

Grigia, liscia, poi fessurata longitudinalmente.

Frutti

Dettaglio con ghiande

Il suo frutto è la classica ghianda, con pericarpo oblungo, giallo bruno e lucente.
Di forma ovoidale, lunghe fino a 2,5 centimetri, sono protette solo nel terzo inferiore da una cupola a squame piccole e appressate.[2] Nel rovere il frutto è sessile, a differenza della roverella (i cui frutti presentano un peduncolo assai corto[3]) e della farnia (le cui ghiande sono portate da un lungo peduncolo).

Distribuzione e habitat

Il suo areale va dall'Europa centrale a quella nord-orientale, anche se è meno esteso di quello della Farnia. In Italia è presente nelle vallate alpine e prealpine e nell'Appennino. In Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia cresce in boschi mesofili la sottospecie Q. petraea subsp. austrotyrrhenica. Nei pressi di Umbertide (PG), esiste un bosco di rovere, di probabile origine artificiale; in Italia sarebbe la specie tipica del piano collinare e montano inferiore (300–1100 m), se l'antropizzazione subita dal bosco negli ultimi secoli non avesse introdotto al suo posto il castagno.

Il nome specifico (petraea) indicherebbe proprio il fatto che la pianta ama i luoghi pietrosi ben drenati.

Il rovere è tollerante alla siccità (anche se non quanto la tipicamente xerofila roverella) grazie al suo apparato radicale profondo, a differenza della farnia, che tollera un ristagno idrico di 100 giorni consecutivi; trova l'optimum di diffusione in suoli sciolti e sabbiosi in cui non vi è possibilità di marciume radicale causato dall'acqua, ha inoltre una lieve preferenza per i substrati acidi. Teme le gelate tardive.

Usi

Il legno di rovere è del tutto simile a quello della farnia, dal quale non risulta distinguibile. Piuttosto pregiato viene utilizzato, oltre che nella fabbricazione di mobili, nell'edilizia, per travature, parquet, nei cantieri navali, nella costruzione di doghe per botti per l'invecchiamento dei vini e altre bevande alcoliche, ed anche per la costruzione di bare. Ottimo combustibile, è anche utilizzato per la produzione di carbone.

Note

  1. ^ (EN) Quercus petraea, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b Ticli B., Enciclopedia degli alberi d'Italia e d'Europa., Milano, De Vecchi Editore, 2004.
  3. ^ B. Ticli, Enciclopedia degli alberi, De Vecchi Editore, p. 158

Altri progetti

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