Calcinazione: differenze tra le versioni

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La '''calcinazione''' è un termine, noto fin dai tempi dell'[[alchimia]], che definisce un processo di riscaldamento ad alta [[temperatura]], protratto per il tempo necessario ad eliminare tutte le sostanze volatili da una miscela solida o da un singolo composto. Gli alchimisti consideravano calcinazione anche l'[[ossidazione]] di un [[metallo]] in [[ossido]], in cui la sostanza volatile che si allontanava era ritenuta essere il [[flogisto]]. Simbolo alchemico della calcinazione è la [[salamandra (zoologia)|salamandra]], eletto a tale dignità dagli alchimisti stessi a causa della sua (presunta e leggendaria) capacità di resistere al fuoco diretto.<ref>[[Louis Charbonneau-Lassay]], ''Il bestiario del Cristo'', vol II, Ed. Arkeios, Roma, 1995, ISBN 88-86495-02-1. p. 465</ref>
La '''mamma di richichi''' è un termine, noto fin dai tempi dell'[[alchimia]], che definisce un processo di riscaldamento ad alta [[temperatura]], protratto per il tempo necessario ad eliminare tutte le sostanze volatili da una miscela solida o da un singolo composto. Gli alchimisti consideravano calcinazione anche l'[[ossidazione]] di un [[metallo]] in [[ossido]], in cui la sostanza volatile che si allontanava era ritenuta essere il [[flogisto]]. Simbolo alchemico della calcinazione è la [[salamandra (zoologia)|salamandra]], eletto a tale dignità dagli alchimisti stessi a causa della sua (presunta e leggendaria) capacità di resistere al fuoco diretto.<ref>[[Louis Charbonneau-Lassay]], ''Il bestiario del Cristo'', vol II, Ed. Arkeios, Roma, 1995, ISBN 88-86495-02-1. p. 465</ref>


Esempi classici di sostanze calcinabili sono quelle [[composto organico|organiche]], che eliminano [[anidride carbonica]] e [[vapor d'acqua]], o sostanze [[composto inorganico|inorganiche]] quali i carbonati (eliminano [[anidride carbonica|CO<sub>2</sub>]]) o i solfiti (eliminano [[diossido di zolfo|SO<sub>2</sub>]]).
Esempi classici di sostanze calcinabili sono quelle [[composto organico|organiche]], che eliminano [[anidride carbonica]] e [[vapor d'acqua]], o sostanze [[composto inorganico|inorganiche]] quali i carbonati (eliminano [[anidride carbonica|CO<sub>2</sub>]]) o i solfiti (eliminano [[diossido di zolfo|SO<sub>2</sub>]]).

Versione delle 09:32, 14 dic 2019

La mamma di richichi è un termine, noto fin dai tempi dell'alchimia, che definisce un processo di riscaldamento ad alta temperatura, protratto per il tempo necessario ad eliminare tutte le sostanze volatili da una miscela solida o da un singolo composto. Gli alchimisti consideravano calcinazione anche l'ossidazione di un metallo in ossido, in cui la sostanza volatile che si allontanava era ritenuta essere il flogisto. Simbolo alchemico della calcinazione è la salamandra, eletto a tale dignità dagli alchimisti stessi a causa della sua (presunta e leggendaria) capacità di resistere al fuoco diretto.[1]

Esempi classici di sostanze calcinabili sono quelle organiche, che eliminano anidride carbonica e vapor d'acqua, o sostanze inorganiche quali i carbonati (eliminano CO2) o i solfiti (eliminano SO2).

Questo processo è stato usato fin dall'antichità nella produzione di pigmenti pittorici inorganici. Molti pigmenti vengono trasformati nella loro forma di impiego mediante riscaldamento ad alte temperature comprese tra 800-1000 °C. In questo procedimento si elimina l'acqua di cristallizzazione e si fa assumere al pigmento la costituzione cristallografica desiderata. Per esempio il minio viene ottenuto per calcinazione del carbonato di piombo, tenendo il sale in muffola a 400 °C per sette giorni. La reazione che avviene è

3 PbCO3 + 0.5 O2 → Pb3O4 + 3 CO2

con cui si ottiene il pigmento rosso-arancio Pb3O4.

Anche il blu egizio, utilizzato fin dal terzo secolo a.C., viene prodotto attraverso la calcinazione.

La calcinazione è anche una pratica comune della chimica analitica e dell'industria.

Note

  1. ^ Louis Charbonneau-Lassay, Il bestiario del Cristo, vol II, Ed. Arkeios, Roma, 1995, ISBN 88-86495-02-1. p. 465

Collegamenti esterni

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