Antoine-Philippe de La Trémoille: differenze tra le versioni

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Errava nei campi mascherato da contadino nei dintorni di [[Laval (Mayenne)|Laval]] e di [[Fougères]], accompagnato da tre uomini, quando venne fermato dalla [[Guardia Nazionale francese|guardia nazionale]] di [[Bazouges]], il 31 dicembre [[1793]], nel villaggio di Malagra, vicino a Pont-dom-Guérin. I repubblicani gli trovarono 30.000 £, alcuni oggetti di lusso ed un passaporto rilasciato quattro giorni prima dal comune di [[Ernée]].
Errava nei campi mascherato da contadino nei dintorni di [[Laval (Mayenne)|Laval]] e di [[Fougères]], accompagnato da tre uomini, quando venne fermato dalla [[Guardia Nazionale francese|guardia nazionale]] di [[Bazouges]], il 31 dicembre [[1793]], nel villaggio di Malagra, vicino a Pont-dom-Guérin. I repubblicani gli trovarono 30.000 £, alcuni oggetti di lusso ed un passaporto rilasciato quattro giorni prima dal comune di [[Ernée]].


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Antoine-Philippe de La Trémoille

Antoine-Philippe de La Trémoille, principe de Talmont (Parigi, 27 settembre 1765Laval, 27 gennaio 1794), fu un importante capo militare dell'esercito vandeano, che combatté nelle guerre di Vandea contro i repubblicani.

Biografia

È principe di Talmont e secondogenito di Jean Bretagne Charles de La Trémoille, VIII duca di Thouars e conte di Laval e di Marie-Maximilienne-Louise de Salm-Kyrbourg. La sua residenza principale fu il castello di Laval, ed è stato il generale della cavalleria dell'Esercito cattolico e reale durante le Guerre di Vandea.

Si sposò il 23 gennaio 1785, Henriette Louise-Françoise-Angélique d'Argouges.

Nel 1792, si era distinto per il suo carattere dissipato. Entrò in una cospirazione contro-rivoluzionaria (la "confederazione poitevina") nel Poitou, all'inizio del 1792. Ma fu un fallimento e dovette emigrare in Inghilterra come fecero molti nobili francesi. Si diresse allora sul Reno, dove si unì agli emigrati e fece una prima campagna nell'esercito dei principi, come aiutante di campo del conte d'Artois (il futuro Carlo X di Francia). Fu inviato in Francia con un nuovo piano di insurrezione nelle province dell'Ovest.

In occasione dell'esecuzione del re Luigi XVI, sperava di far scoppiare un'insurrezione a Parigi, ma non vi riuscì e si stabilì nel villaggio di Boulogne, nei pressi di Parigi, con il suo fratello prete Charles-Godefroy de La Trémoïlle, e appena seppe dell'insurrezione scoppiata in parte della Bretagna e del Maine e Loira, insurrezione che precedette di poche settimane la più importante insurrezione vandeana, il 10 marzo 1793, si procurò un passaporto sotto un nome falso per sé stesso e suo fratello e si mise a girare per la Normandia, il Maine e Loira e l'Angiò per reclutare uomini.

Fu fermato il 20 maggio dal comune di Noyant-sous-le-Lude, ed inviato a Baugé, quindi fu trasferito nelle prigioni di Angers. Suo fratello invece non fu preso e organizzò un complotto contro la Convenzione Nazionale per liberare il fratello. Chambon un deputato montagnardo, si sarebbe incaricato di andare ad interrogare il principe e di riportarlo a Parigi, ma lungo la strada tra Angers e Laval, verrà liberato dai vandeani che lo condurranno a Saumur, aiutato dalla stesse guardie che lo avrebbero dovuto scortare fino a Parigi.

Al suo arrivo ad Saumur, presa nel giugno 1793, fu accolto con gioia, come testimonia nelle sue memorie la marchesa de La Rochejaquelein:

«C'era un giovane uomo di venticinque anni, alto cinque piedi e dieci pollici (circa 1,80 cm) di bell'aspetto. Era coraggioso, onesto, completamente devoto e di buon carattere...Fu ricevuto con soddisfazione; venne applaudito e tutti erano felici di avere tra le file della propria armata, un uomo con un così buon nome, la cui famiglia a lungo era stata quasi sovrana nel Poitou. Il Sig. de Talmont fu nominato immediatamente generale di cavalleria.»

La guerra di Vandea

Partecipò alla battaglia di Nantes, il 28 giugno 1793, e si distinse per il suo coraggio con Jacques Cathelineau e Maurice d'Elbée, scosse le proprie file, arringò più volte i vandeani scoraggiati riportandoli al combattimento, fu ferito mentre caricava alla testa della sua cavalleria. Rientrato in Vandea, prese parte a quasi tutte le azioni di questa guerra.

Dopo la battaglia di Chatillon-sur-Sèvre, e le successive sconfitte vandeane, insisté fortemente perché si rendesse sicuro il passaggio sulla Loira e per la Bretagna.

Con la Virée de Galerne dove l'esercito vandeano fu come spinta verso la Loira, il principe de Talmont si staccò dal gruppo con 4.000 vandeani, per conservare Saint-Florent. Dopo la battaglia di Cholet, protesse con tutte le sue forze l'attraversamento della Loira.

Si oppose, nel consiglio, a quei capi vandeani che volevano rientrare in Vandea, mentre lui riteneva che si dovevano dirigere a Saint-Malo, per ricevere gli aiuti promessi dagli inglesi. L'autorità della sua famiglia nel paese di Laval fece sì che poi accettarono il suo consiglio.

I primi chouan si aggiungessero ai vandeani subito dopo il loro arrivo a Laval ed un corpo considerevole che si reclutò sotto il nome di "Piccola-Vandea" seguì l'esercito sotto il comando di Talmont, questi contribuì poi alla vittoria nella battaglia di Entrammes, poi con Jacques de La Fleuriais ebbe l'ordine di dirigersi sul Cotentin per partecipare all'Assedio di Granville, ma a causa della sconfitta i vandeani si ritirano e Talmont, con Beauvollier, Solérac e l'abbé Bernier si imbarcarono nelle navi inglesi.

Sapendo questa notizia i vandeani si indignarono vedendo questo gesto come una diserzione e la cavalleria passò momentaneamente sotto gli ordini di Jean Nicolas Stofflet, il principe poi sbarco più a sud e si riunì al gruppo con gli altri capi che lo avevano seguito.

Alla fine però quel gesto non venne più visto come diserzione e Talmont tornò al comando combattendo con valore la Battaglia di Dol prendendo Dol-de-Bretagne ed Antrain e da solo rimase a combattere mentre tutti gli altri generali andarono in rotta, attese poi l'arrivo di Henri de La Rochejaquelein con il quale portò a termine la battaglia. Talmont seguì l'esercito nell'Assedio di Angers, che fu altrettanto infelice come quello di Granville.

Alla battaglia di Le Mans, il 14 dicembre, caricò in mezzo al fuoco nemico, gli ussari repubblicani all'entrata della città. Dopo la sua sconfitta, poiché l'armata vandeana non era riuscita a ripassare la Loira, si trovò ridotta a circa 7.000 uomini.

Senza illusioni ma coraggiosamente, proseguì il combattimento con i resti del grande esercito cattolico e reale e insieme a La Rochejaquelein, come pure i principali capi, aveva passato il fiume ad Ancenis, e ritornò per cercare i suoi uomini a Blain.

Il comando passò a Fleuriot e Talmont ferito da questa preferenza, lasciò l'esercito. Si credé dunque liberato di qualsiasi obbligo e attraversa Derval, Guerche e la foresta del Pertre per unirsi con Jean Chouan e dirigersi verso la costa. Alcuni bretoni arruolati da Joseph de Puisaye non poterono dargli informazioni sui chouan nella Mayenne e Puisaye stesso non mostrò alcun desiderio di entrare in relazioni con il principe, così quest'ultimo continuò la sua strada verso la Normandia.

L'arresto

Errava nei campi mascherato da contadino nei dintorni di Laval e di Fougères, accompagnato da tre uomini, quando venne fermato dalla guardia nazionale di Bazouges, il 31 dicembre 1793, nel villaggio di Malagra, vicino a Pont-dom-Guérin. I repubblicani gli trovarono 30.000 £, alcuni oggetti di lusso ed un passaporto rilasciato quattro giorni prima dal comune di Ernée.

Il generale Beaufort se li fece consegnare a Fougères qui non li riconobbe, ma la figlia del proprietario di Saint-Jacques, vedendolo passare, esclamò: «È il principe de Talmont!». Il generale Beaufort gli fece subire un primo interrogatorio.

Fu trasferito a Rennes (2 gennaio 1795), dove subì un altro lungo interrogatorie da parte di François Joachim Esnue-Lavallée, a seguito del quale il prigioniero chiese con una lettera alla Convenzione di essere trasferito a Parigi. Lo getta, in catene, in un carcere in cui scrive al generale Rossignol dove dice:

«Il nemico che la sorte ha consegnato tra le vostre mani richiede la vostra giustizia e la vostra umanità per essere trattato con un po' meno severità, visto che si trova in una cella senza fuoco, dove muore di freddo, fame e umidità»

Infatti amministratori, generali e commissari, insultavano e maltrattavano le loro vittime, ma appena si ebbe timore che il principe, potesse ammalarsi di tifo e potesse morire in prigione, venne trasferito a Parigi.

Esnue-Lavallée ebbe l'ordine di portarlo dinanzi alla commissione Vaugeois che si trovava a Vitré, il 26 gennaio. Molto malato, vi arrivò però quasi morente e subito subì un altro interrogatorio. Fu quindi immediatamente condannato a morte e il 27 gennaio Esnue-Lavallée ordinò che venisse condotto a Laval per eseguire la condanna.

Jean Chouan fece un tentativo di salvarlo, ma era stato male informato e si diresse verso un'altra città. Il convoglio, fortemente scortato, arrivò a Laval nella notte e fu montata la ghigliottina davanti all'entrata principale del castello di famiglia. L'esecuzione ebbe luogo immediatamente, si dice che Talmont prima di venire posizionato sulla ghigliottina disse al boia: «Fate il vostro lavoro, io ho compiuto il mio dovere». La sua testa sanguinante venne poi esposta sulla ringhiera del castello, verrà poi seppellita nel 1817 nella cappella di famiglia.

Il suo unico figlio diventerà colonnello del 5º Reggimento Ussari, ma morirà senza lasciare eredi il 7 novembre 1815.

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