Giuseppe Emanuele Modigliani: differenze tra le versioni

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Proseguirà la sua militanza come amministratore locale ed organizzatore del movimento sindacale e cooperativo.
Proseguirà la sua militanza come amministratore locale ed organizzatore del movimento sindacale e cooperativo.


Complesso fu il suo rapporto con [[Filippo Turati]], con cui condivideva la visione [[Riformismo|riformista]] (dentro cui rappresentava l'ala più a sinistra); fu molto vicino invece alle posizioni di [[Gaetano Salvemini]], ma assunse posizioni anti-[[interventismo|interventiste]] sulla [[Grande guerra]], portando la sua posizione alla [[conferenza di Zimmerwald]].
Complesso fu il suo rapporto con [[Filippo Turati]], con cui condivideva la visione [[Riformismo|riformista]] (dentro cui rappresentava l'ala più a sinistra); fu molto vicino invece alle posizioni di [[Gaetano Salvemini]], pur avendo espresso un forte anti-[[interventismo|interventiste]] sulla [[Grande guerra]], tanto da partecipare alla [[conferenza di Zimmerwald]].


[[Deputato]] dal [[1913]], fu assai apprezzato per le sue doti dialettiche e la sua notevole preparazione, che si dispiegò nelle riforme del regolamento della [[Camera dei deputati del Regno d'Italia|Camera dei deputati]] del 1920 e del 1922<ref>Domenico Argondizzo, [[Felice Besostri]], Giampiero Buonomo, [https://www.academia.edu/40343906/Su_alcune_ragioni_dell_evoluzione_costituzionale_nei_Parlamenti_operanti_per_sessioni ''Su alcune ragioni dell’evoluzione costituzionale nei Parlamenti operanti per sessioni'', Consulta online, 2019, fasc. III, p. 430].</ref>.
[[Deputato]] dal [[1913]], fu assai apprezzato per le sue doti dialettiche e la sua notevole preparazione, che si dispiegò nelle riforme del [[Regolamento parlamentare (ordinamento italiano)|regolamento]] della [[Camera dei deputati del Regno d'Italia|Camera dei deputati]] del 1920 e del 1922<ref>Domenico Argondizzo, [[Felice Besostri]], Giampiero Buonomo, [https://www.academia.edu/40343906/Su_alcune_ragioni_dell_evoluzione_costituzionale_nei_Parlamenti_operanti_per_sessioni ''Su alcune ragioni dell’evoluzione costituzionale nei Parlamenti operanti per sessioni'', Consulta online, 2019, fasc. III, p. 430].</ref>.


Nella serrata dialettica interna ai socialisti degli [[anni 1920|anni venti]] cercò, senza successo, di evitare la scissione fra [[Riformismo|riformisti]] e [[Massimalismo (politica)|massimalisti]]. Dichiarato decaduto nel [[1926]] assieme agli altri parlamentari dell'opposizione, rappresentò come [[avvocato]] la parte civile nel processo relativo all'omicidio di [[Giacomo Matteotti]], quando ormai il [[fascismo]] si consolidava al potere.
Nella serrata dialettica interna ai socialisti degli [[anni 1920|anni venti]] cercò, senza successo, di evitare la scissione fra [[Riformismo|riformisti]] e [[Massimalismo (politica)|massimalisti]]. Dichiarato decaduto nel [[1926]] assieme agli altri parlamentari dell'opposizione, rappresentò come [[avvocato]] la parte civile nel processo relativo all'omicidio di [[Giacomo Matteotti]], quando ormai il [[fascismo]] si consolidava al potere.

Versione delle 17:16, 15 set 2019

Giuseppe Emanuele Modigliani

Deputato dell'Assemblea Costituente
Gruppo
parlamentare
Partito Socialista Italiano (15 luglio 1946 - 3 febbraio 1947)
Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (3 febbraio 1947 - 4 ottobre 1947)
CollegioCUN
Incarichi parlamentari
  • membro della giunta per il regolamento interno (26 giugno 1946 - 4 ottobre 1947)
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPSI (1894-1947)
PSLI (1947)
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità di Pisa
Professioneavvocato

Giuseppe Emanuele Modigliani (Livorno, 28 ottobre 1872Roma, 5 ottobre 1947) è stato un politico e antifascista italiano.

Biografia

Modigliani nacque a Livorno il 28 ottobre del 1872 da una famiglia ebraica, primogenito dei quattro figli (i fratelli erano Margherita, Umberto ed Amedeo, quest'ultimo divenuto poi un celebre e rinomato pittore) di Flaminio Modigliani, livornese, discendente da una famiglia originaria di Roma, e di Eugénie Garsin, francese originaria di Marsiglia, ambedue atei. Durante gli studi universitari (conseguirà una laurea in giurisprudenza) si avvicina al movimento socialista.

Nel 1894 è tra i fondatori del sezione livornese del Partito Socialista Italiano, divenendo l'anno successivo anche consigliere comunale della sua città e promuovendo la nascita delle Camere del Lavoro e la diffusione del movimento socialista nell'area pisana, senese e nella Maremma. Collaborò al periodico socialista La Martinella di Colle di Val d'Elsa dove tenne anche diversi comizi.

Dopo il servizio militare ritorna alla sua attività politica divenendo segretario del Partito Socialista in Toscana.

Arrestato a Piacenza, dove dirigeva un giornale, verrà processato insieme all'intero gruppo dirigente socialista e condannato a sei mesi di carcere. Proseguirà la sua militanza come amministratore locale ed organizzatore del movimento sindacale e cooperativo.

Complesso fu il suo rapporto con Filippo Turati, con cui condivideva la visione riformista (dentro cui rappresentava l'ala più a sinistra); fu molto vicino invece alle posizioni di Gaetano Salvemini, pur avendo espresso un forte anti-interventiste sulla Grande guerra, tanto da partecipare alla conferenza di Zimmerwald.

Deputato dal 1913, fu assai apprezzato per le sue doti dialettiche e la sua notevole preparazione, che si dispiegò nelle riforme del regolamento della Camera dei deputati del 1920 e del 1922[1].

Nella serrata dialettica interna ai socialisti degli anni venti cercò, senza successo, di evitare la scissione fra riformisti e massimalisti. Dichiarato decaduto nel 1926 assieme agli altri parlamentari dell'opposizione, rappresentò come avvocato la parte civile nel processo relativo all'omicidio di Giacomo Matteotti, quando ormai il fascismo si consolidava al potere. Insieme alla moglie Vera intraprese la via dell'esilio, continuando la sua attività di propaganda antifascista e divenendo rappresentante italiano all'Internazionale socialista.

Rientrato in Italia, con la salute assai compromessa, fu membro della Consulta nazionale e della Assemblea Costituente. L'11 gennaio 1947 partecipò alla scissione di Palazzo Barberini divenendo presidente del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (divenuto poi Partito Socialista Democratico Italiano).

Note

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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