Ente nazionale assistenza orfani dei lavoratori italiani: differenze tra le versioni

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Giuseppe Marmo, [[Nicola Angelo Fetto]] e Capezzuto pensarono che alcuni locali dell’Albergo dei Poveri, potevano essere utilizzati, una volta ristrutturati, come palestra. Pertanto si attivarono (soprattutto con il Comune di Napoli) per ottenere l’autorizzazione al loro uso come palestra. Ottenuto il permesso con sacrificio si misero materialmente al lavoro insieme ai muratori per trasformare le vecchie scuderie in una prima palestra per il Judo con il nome di Kodokan Napoli. 
Giuseppe Marmo, [[Nicola Angelo Fetto]] e Capezzuto pensarono che alcuni locali dell’Albergo dei Poveri, potevano essere utilizzati, una volta ristrutturati, come palestra. Pertanto si attivarono (soprattutto con il Comune di Napoli) per ottenere l’autorizzazione al loro uso come palestra. Ottenuto il permesso con sacrificio si misero materialmente al lavoro insieme ai muratori per trasformare le vecchie scuderie in una prima palestra per il Judo con il nome di Kodokan Napoli. 

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Versione delle 14:25, 23 ago 2019

Nasce nel 1941 come Ente di assistenza orfani lavoratori italiani; fu istituito ufficialmente nel 23 marzo 1948 con lo scopo di provvedere al mantenimento e all'educazione degli orfani, mediante le istituzioni e la gestione dei collegi.

Le iniziative dell’ente benefico consistevano anche nella creazione di borse di studi, sussidi, premi di avviamento al mestiere, cure climatiche e termali ed altre forme di prestazioni igienico - sanitarie. Cessò le sue attività il 24 luglio 1977.

Il Kodokan attraverso l'Enaoli

Grazie a Nicola Tempesta ed al Prof. Sergio Fati venne fondata una scuola di Judo presso il collegio (ENAOLI) di Napoli

Il Kodokan, come Kodokan ENAOLI, nacque da una conversazione tra il Prof. Sergio Fati e il Direttore dell’ENAOLI Dott. Balestrieri.

Inizialmente, si espose la difficoltà degli educatori di mantenere la disciplina ed il rispetto reciproco di molti allievi e si videro costretti a dover richiedere la dimissione di alcuni di loro per la loro manifesta incapacità di integrarsi.

Il Prof. Fati spiegò come potesse essere utile l’apprendimento del Judo soprattutto in virtù della potenza educativa di questa come disciplina sportiva, capace di educare al rispetto dell’insegnante e dell’avversario, all’autocontrollo, alla presa di coscienza dei propri limiti di forza e di debolezza, alla crescita morale con la comprensione e il rispetto delle regole.  Fu così che si introdusse questa nuova disciplina sportiva, in via sperimentale , tra gli sport che il Collegio già praticava.

Così con un piccolo contributo tratto sia dai fondi dell’Istituto destinati allo sport e sia del Prof. Fati, furono comprate le prime attrezzature e adibirono a palestra un locale sotto la chiesa del collegio. Alcuni ragazzi, tra cui Giuseppe Marmo, aderirono con entusiasmo all’iniziativa, formando il primo nucleo che gradatamente andò espandendosi. 

Fati fu affiancato nell’insegnamento e alla guida dei ragazzi, divenuti atleti tesserati alla allora FIAP (Federazione Italiana Atletica Pesante), dapprima dal Maestro Nicola Tempesta e successivamente da De Angelis e quando il gruppo incominciò le prime esperienze di competizione con altre società sportive, fu affiancato direttamente dal Kodokan ENAOLI stesso.

Tutto continuò per alcuni anni, con crescente entusiasmo e attraverso un reale miglioramento integrativo dell’educazione dei ragazzi fino a quando il primo gruppo completò gli studi nel Collegio e iniziò la vita esterna allo stesso.

Nel frattempo le condizioni politiche in Italia errano cambiate per cui l’ENAOLI andava avviandosi ad essere considerato Ente inutile, fino alla sua cessazione (1974).

La chiusura del Collegio non determinò la cessazione dell’entusiasmo sportivo acquisito dai ragazzi. Infatti, alcuni di loro, lasciato il Collegio pensarono di mettere a frutto le conoscenze sportive acquisite sia proseguendo gli studi nell’ISEF (Istituto Superiore per l’Educazione Fisica).


Giuseppe Marmo, Nicola Angelo Fetto e Capezzuto pensarono che alcuni locali dell’Albergo dei Poveri, potevano essere utilizzati, una volta ristrutturati, come palestra. Pertanto si attivarono (soprattutto con il Comune di Napoli) per ottenere l’autorizzazione al loro uso come palestra. Ottenuto il permesso con sacrificio si misero materialmente al lavoro insieme ai muratori per trasformare le vecchie scuderie in una prima palestra per il Judo con il nome di Kodokan Napoli.