Destra (politica): differenze tra le versioni

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=== La destra storica ===
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La prima volta che in [[Italia]] fece capolino il termine "destra" fu in riferimento alla [[Destra storica]] nata con [[Cavour]] e composta principalmente dai [[proprietari terrieri]] e dall'[[alta borghesia]]. Questo partito governò il Paese dall'[[unità d'Italia|unità]] fino al [[1876]] con la fine del [[governo Minghetti]], portando al [[pareggio di bilancio]] dello Stato.
La prima volta che in [[Italia]] fece capolino il termine "destra" fu in riferimento alla [[Destra storica]] nata con [[Cavour]] e composta principalmente dai [[proprietari terrieri]] e dall'[[alta borghesia]]. Questo partito governò il Paese dall'[[unità d'Italia|unità]] fino alla fine del [[governo Minghetti II]] nel [[1876]], portando al [[pareggio di bilancio]] dello Stato.


Le succedette la [[sinistra storica]], che si sarebbe trasformata nella classe dirigente [[liberale]]. Con l'avvio sulla scena politica del [[Partito Socialista Italiano]] e del [[Partito Popolare Italiano (1919)|Partito Popolare]], si qualificò "destra" la stessa ideologia [[borghese]] e liberale, a differenza di quella [[conservatorismo|conservatrice]] prevalente negli altri paesi. I liberali infatti negli altri paesi furono collocati a sinistra, ma in Italia, a causa del vuoto provocato dall'emarginazione politica dei [[cattolici tradizionalisti]], essi occuparono tutte e due le collocazioni politiche: sia destra che sinistra ([[Galli della Loggia]]). Negli [[anni 1910]] nacque l'[[Associazione Nazionalista Italiana]] che rivendicava le regioni italiane ancora occupate da potenze straniere e che operò per l'entrata dell'Italia nella [[prima guerra mondiale]]. Il [[Fascismo]], che conquistò il potere nel [[1922]], è stato poi catalogato come ideologia di "[[estrema destra]]". In seguito il [[Partito Nazionale Fascista]] assorbì anche l'[[Associazione Nazionalista Italiana]].
Le succedette la [[sinistra storica]], che si sarebbe trasformata nella classe dirigente [[liberale]]. Con l'avvio sulla scena politica del [[Partito Socialista Italiano]] e del [[Partito Popolare Italiano (1919)|Partito Popolare]], si qualificò "destra" la stessa ideologia [[borghese]] e liberale, a differenza di quella [[conservatorismo|conservatrice]] prevalente negli altri paesi. I liberali infatti negli altri paesi furono collocati a sinistra, ma in Italia, a causa del vuoto provocato dall'emarginazione politica dei [[cattolici tradizionalisti]], essi occuparono tutte e due le collocazioni politiche: sia destra che sinistra ([[Galli della Loggia]]). Negli [[anni 1910]] nacque l'[[Associazione Nazionalista Italiana]] che rivendicava le regioni italiane ancora occupate da potenze straniere e che operò per l'entrata dell'Italia nella [[prima guerra mondiale]]. Il [[Fascismo]], che conquistò il potere nel [[1922]], è stato poi catalogato come ideologia di "[[estrema destra]]". In seguito il [[Partito Nazionale Fascista]] assorbì anche l'[[Associazione Nazionalista Italiana]].

Versione delle 22:36, 3 ago 2019

Margaret Thatcher e Ronald Reagan

Con il termine destra, nel linguaggio politico, si indica la componente del Parlamento che siede a destra del presidente dell'Assemblea e che tradizionalmente fa riferimento alle componenti conservatrici, liberali conservatrici e nazionaliste ma anche quelle di natura fascista, monarchica, neofascista e reazionaria (in questi casi si parla di estrema destra).

Nascita della destra politica

La Rivoluzione francese

I prodromi delle denominazioni "destra" e "sinistra" delle due parti opposte nell'arena politica nascono in Francia poco prima della Rivoluzione francese. Il 5 maggio 1789 furono convocati gli Stati generali dal Re di Francia Luigi XVI, un'assemblea che doveva rappresentare le tre classi sociali allora istituite: il clero, la nobiltà e il terzo Stato. Quest'ultimo si ordinò all'interno dell'emiciclo con gli esponenti conservatori capeggiati da Pierre-Victor Malouet che presero i posti alla destra del Presidente e i radicali di Honoré Gabriel Riqueti de Mirabeau che sedettero a sinistra. Questa divisione si ripresentò anche in seguito nella storia francese, ad esempio quando si formò l'Assemblea nazionale. A destra prevaleva una corrente volta a mantenere i poteri monarchici mentre a sinistra stava quella rivoluzionaria.

Quando, a fine agosto, si discusse l'articolo della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino che riguardava la libertà religiosa, "coloro i quali tenevano al re e alla religione si erano messi alla destra del presidente per sfuggire ai discorsi, alle indecenze e alle urla che avevano luogo nella parte opposta, dove stava la componente più rivoluzionaria" secondo le parole di Marcel Gauchet. La denominazione si consolidò durante l'Assemblea legislativa e la Convenzione Nazionale. Con la Restaurazione la distinzione si conferma come una caratteristica costante del sistema parlamentare, destinata a durare. Dalla Francia si estese rapidamente in tutta l'Europa. Nel periodo della Restaurazione, in Francia, la destra era occupata dai monarchici cattolici contro-rivoluzionari (Les Ultras) classificabili ai giorni d'oggi come reazionari e, dunque, collocabili nella destra radicale.

La destra anglo-americana

Nell'Inghilterra del Settecento andò al governo il partito della destra, i Tory, che sostenevano il potere regio e l'integralismo religioso. Nell'Ottocento nacque il Conservative Party che si alternò al governo con i liberali prima e con i laburisti poi. Negli Stati Uniti la destra, attualmente, è rappresentata dal Partito Repubblicano, nato nel 1854, sebbene originariamente fosse di sinistra.

Il Novecento

Nel corso del Novecento la destra ha compreso posizioni ideologiche come il conservatorismo, il liberalismo conservatore, il liberismo, il nazionalismo e il tradizionalismo cattolico. Mentre in Italia ha prevalso a lungo l'uso del termine "destra" per le posizioni più estreme dello schieramento politico, in altri Paesi, come gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia, tale espressione è stata utilizzata per definire partiti di "destra moderata" o di centro-destra.

In questo senso, i maggiori esponenti di tale destra nel Novecento sono stati Margaret Thatcher in Gran Bretagna e Ronald Reagan negli USA che hanno contribuito a trasformare il conservatorismo da ideologia protezionista e statalista in un pensiero prevalentemente individualista, liberista e nazional-liberale.

La destra in Italia

La destra storica

La prima volta che in Italia fece capolino il termine "destra" fu in riferimento alla Destra storica nata con Cavour e composta principalmente dai proprietari terrieri e dall'alta borghesia. Questo partito governò il Paese dall'unità fino alla fine del governo Minghetti II nel 1876, portando al pareggio di bilancio dello Stato.

Le succedette la sinistra storica, che si sarebbe trasformata nella classe dirigente liberale. Con l'avvio sulla scena politica del Partito Socialista Italiano e del Partito Popolare, si qualificò "destra" la stessa ideologia borghese e liberale, a differenza di quella conservatrice prevalente negli altri paesi. I liberali infatti negli altri paesi furono collocati a sinistra, ma in Italia, a causa del vuoto provocato dall'emarginazione politica dei cattolici tradizionalisti, essi occuparono tutte e due le collocazioni politiche: sia destra che sinistra (Galli della Loggia). Negli anni 1910 nacque l'Associazione Nazionalista Italiana che rivendicava le regioni italiane ancora occupate da potenze straniere e che operò per l'entrata dell'Italia nella prima guerra mondiale. Il Fascismo, che conquistò il potere nel 1922, è stato poi catalogato come ideologia di "estrema destra". In seguito il Partito Nazionale Fascista assorbì anche l'Associazione Nazionalista Italiana.

Il fascismo e la destra

Il Duce Benito Mussolini

Il "fascismo movimento" delle origini non era per nulla collegato alla destra tradizionale di inizio secolo, diversamente dal "fascismo regime" che prende l'avvio nel 1923 (quando l'Associazione Nazionalista Italiana si fuse con il fascismo, che inglobò, dopo il 1925, le forze conservatrici e monarchiche del paese, assumendo un carattere più propriamente di destra.[1]). Solo nella RSI il "fascismo repubblicano" tornò alle origini, senza più riferimenti con la destra[2]. Il fascismo nel suo complesso fu un movimento in cui confluirono diverse stratificazioni socio-culturali (sebbene con peso diverso): quella nazionalista, quella reazionaria, quella socialista, quella liberale, quella cattolica contro-rivoluzionaria, quella sindacalista, quella monarchica e quella conservatrice, legate insieme dalla figura carismatica di Mussolini.

La destra nella Repubblica

Fini, segretario di Alleanza Nazionale, seduto ad un corso nazionale del Fronte della Gioventù a Montesilvano nel 1981, insieme a Giorgio Almirante, con a destra gli allora dirigenti nazionali del FdG Maurizio Gasparri e, seduto, Almerigo Grilz

Primo partito della destra fu nel 1946, alla Costituente, il partito dell'Blocco Nazionale della Libertà. Da allora, per lungo tempo, si è usato il termine "destra" principalmente per riferirsi ai partiti neofascisti (come il Movimento Sociale Italiano scioltosi nel 1995 in Alleanza Nazionale) e monarchici (come il Partito Nazionale Monarchico). Anche il Partito Liberale Italiano nel dopoguerra è stato considerato la destra dell'arco costituzionale, con la sinistra liberale che uscì dal partito per formare il Partito radicale.

Nella situazione attuale, nella fase della cosiddetta Seconda Repubblica, i partiti che si considerano parte della destra sono: Alleanza Nazionale (sciolta nel 2009) e La Destra (scissione di AN,scioltasi a sua volta nel 2017). Dal 1994 esiste poi un partito di centro-destra, Forza Italia, che si è presentato alle elezioni del 2008 insieme ad Alleanza Nazionale e a gruppi minori all'interno de Il Popolo della Libertà, che diventa partito unico nel 2009, scioltosi poi anch'esso successivamente.

L'alleanza di quest'ultimo con la Lega Nord rappresenta l'evoluzione delle coalizioni di centro-destra, con i movimenti federalisti, avutesi dal 1994 ad oggi, il Polo delle Libertà e la Casa delle Libertà, trasformando parzialmente quella concezione tradizionalmente centralista della destra italiana. Nelle elezioni politiche 2013 si è constatato la nascita di un gruppo politico quale Fratelli d'Italia che rappresenta l'unico nuovo partito propriamente di destra rappresentato in parlamento.

Il concetto di destra al giorno d'oggi

File:Fronte.jpg
La Fiaccola Tricolore, storico simbolo dei Giovani della Destra Italiana

Al giorno d'oggi, con il termine destra, in àmbito politico, s'indica l'insieme delle posizioni politiche qualificate come conservatrici, nazionaliste e/o neofasciste. Appare determinante per questa attribuzione fondare le proprie idee sul non egualitarismo. Gli uomini sono allo stesso tempo eguali e diversi, però per la destra è la non eguaglianza la loro caratteristica fondamentale. L'uomo, nelle quotidiane relazioni che lo collegano agli altri uomini, agisce utilizzando soprattutto gli elementi che lo differenziano e deve quindi essere valutato di conseguenza. La diversità è l'elemento principe del mondo, che lo rende tale e lo guida. D'altra parte, le diseguaglianze fra le persone (l'incontro fra differenze) inducono ad instaurare rapporti di forza fra gli individui, che sarebbe stupido ignorare o sminuire, perché determinano prima il quotidiano, poi il divenire storico. Dire ciò non significa giustificare ogni forma di diseguaglianza (alcune moralmente potrebbero essere anche criticabili e si potrebbe pensare di perseguirle), ma significa ammettere che il mondo è regolato da un ordine delicato, fissato dall'accavallarsi di diversità che non possono essere ridotte ad un'uniforme eguaglianza. Le differenze individuali, proprietà inalienabili di ogni individuo e frutto del suo naturale stare al mondo, sono esattamente i valori che concretano i presupposti della vita dell'uomo sulla terra e, allo stesso tempo, l'unico suo possibile risultato[3].

Note

  1. ^ Renzo De Felice, "Intervista sul fascismo", Laterza, 1977
  2. ^ Socializzazione dell'economia (fascismo)
  3. ^ Eric Cò, "Che cosa voterò da grande?", pp. 91.

Bibliografia

  • Armando Plebe, Il libretto della destra, Milano, Il Borghese, 1972
  • Renzo De Felice, Intervista sul fascismo, Laterza, 1977
  • Antiseri, Dario e Infantino, Lorenzo (a cura di), Destra e Sinistra due parole ormai inutili, Messina, 1999
  • Bobbio, Norberto, Destra e sinistra. Ragioni e significati di una distinzione politica, Roma, 1994
  • Buchignani, Paolo, La rivoluzione in camicia nera. Dalle origini al 25 luglio 1943, Milano, 2007
  • Cantoni, Giovanni, L'Italia tra Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, Piacenza, 1977
  • Carocci, Giampiero, Destra e sinistra nella storia d'Italia, Roma, 2004
  • Galli della Loggia, Ernesto, Intervista sulla destra, Roma-Bari, 1994
  • Gauchet, Marcel, Storia di una dicotomia. La destra e la sinistra, Milano, 1994
  • Veneziani, Marcello, La cultura della destra, Roma-Bari, 2002
  • Marco Revelli, La destra nazionale, il Saggiatore, Milano, 1996
  • Ambrogio Santambrogio, Destra e sinistra. Un'analisi sociologica, Laterza, Roma-Bari, 2000
  • Hans-Georg Betz, Radical Right-Wing Populism in Western Europe, [1 ed.] 978-0-333-62809-6, 978-1-349-23547-6 Palgrave Macmillan US 1994

Voci correlate

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