Chiesa di San Domenico (Fondi): differenze tra le versioni

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== Collegamenti esterni ==
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Versione delle 23:08, 1 lug 2019

Chiesa di San Domenico
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lazio
LocalitàFondi
Coordinate41°21′28.8″N 13°25′31.8″E / 41.358°N 13.4255°E41.358; 13.4255
Religionecattolica
Arcidiocesi Gaeta
ConsacrazioneIgnoto
Stile architettonicoRomanico-Pseudo gotico
Inizio costruzioneIgnoto
CompletamentoIgnoto
Sito webwww.cittafondi.it/turismo/s_domenico.html

La chiesa di San Domenico è sita a Fondi in provincia di Latina.

Storia

La chiesa con l'annesso convento fu nota all'inizio come Sancta Maria iuxta anphiteatrum civitatis Fundanæ, questo nome fa evincere che la chiesa ed il monastero sono stati edificato su di un anfiteatro romano.

In seguito, i benedettini lo donarono al patriarca San Domenico.

La chiesa col convento furono edificati in epoca imprecisata ma forse in epoca relativamente remota.

Il conte Ruggero dell'Aquila commissionò il 1° restauro storicamente accertato del complesso conventuale e della chiesa.

Del 1466 è la riedificazione completa con compreso ampliamento da parte del conte Onorato Caetani II, il quale dotò tutto il complesso ecclesiastico di utili.

Tommaso d'Aquino esercitò in questa chiesa l'ufficio di lettore.

Nel 1729 vi passò anche Benedetto XIII.

Nel frutteto del convento, fino al 1835, si poteva mirare un arancio piantato al contrario, con le radici all'insù perché, secondo la leggenda dell'abbazia, non dava frutti. Il comune di Fondi si lamentò che il tronco non venne racchiuso in una teca per poi essere studiato.

Struttura

Il sacro tempio ha due navate divise da una serie di tre archi ogivali composti da splendidi blocchi di pietra, avanzi dell'anfiteatro di Fondi e di templi pagani, la cui prova è data da un toro in rilievo su uno dei conci incastonato sul secondo pilastro. Di pietra scalpellata è l'insegna dei Gaetani d'Aragona collocata al centro della chiesa sul muro retto dagli archi. A destra dell'ingresso della chiesa vi è la tomba del cittadino di Fondi Giulio Campo Si possono ancora mirare 3 stanze dove visse

  • la prima dove dormiva;
  • la seconda dove dettava delle lezioni;
  • la terza nell'oratorio dove fu conservato anticamente la sua salma.

Il convento ha un chiostro quadrato che consta di ventidue pilastri e due colonne, ventiquattro in tutto, le quali sostengono altrettanti archi ogivali a sostegno della terrazza. Graziose sono il portale dell'ingresso alla sala capitolare prospiciente il portico e le due finestre bifore della medesima, una con traforo gotico e l'altra a lancia. [1]

Note

  1. ^ Fondi nei tempi

Collegamenti esterni