Crêuza: differenze tra le versioni

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→‎Etimologia: Aggiunta etimologia celtica, pregallica. La stessa etimologia del termine, nei celti del nord Europa antecedenti, significava sangue sparso. Osservando la conformazione delle crede genovesi e liguri si può intuire l'effettiva possibilità di questi significati cronologicamente antecedenti quelli già scritti in pagina.
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== Etimologia ==
== Etimologia ==
''Crêuza'' deriva dal [[latino medioevale]] ''crosus'', di etimo incerto (forse relitto [[lingua antico ligure|antico ligure]] o [[lingua gallica|gallico]]), come l'aggettivo [[lingua francese|francese]] ''creux'' ([[antico francese]] ''crues'') e il [[Lingua occitana|provenzale]] ''cros'', "cavo" (cfr. anche il [[lingua lombarda|lombardo]] ''croeus'', "torrente", "letto incavato di un torrente"<ref>{{cita libro | cognome=Battisti | nome=Carlo | coautori=Giovanni Alessio | titolo=Dizionario etimologico italiano | editore=Barbera | città=Firenze | anno=1950–57}}</ref> e il [[lingua piemontese|piemontese]] ''creus'' e ''ancreus'', sinonimo della parola ''përfond'', profondo<ref>[https://incubator.wikimedia.org/wiki/Wt/pms/ancreus ''ancreus'' dal Wikizionario piemontese]</ref>).
''Crêuza'' deriva dal [[celtico]] ''croesio'', ''croesus'', "buon sangue", la maggior parte delle Crêuze [[genovesi]] e [[liguri]] infatti, è formata da un lastricato centrale di mattoni rossi fiancheggiati da ciottolati ai lati, possibile similitudine di un fiume di sangue, o dal [[latino medioevale]] ''crosus'', di etimo incerto (forse relitto [[lingua antico ligure|antico ligure]] o [[lingua gallica|gallico]]), come l'aggettivo [[lingua francese|francese]] ''creux'' ([[antico francese]] ''crues'') e il [[Lingua occitana|provenzale]] ''cros'', "cavo" (cfr. anche il [[lingua lombarda|lombardo]] ''croeus'', "torrente", "letto incavato di un torrente"<ref>{{cita libro | cognome=Battisti | nome=Carlo | coautori=Giovanni Alessio | titolo=Dizionario etimologico italiano | editore=Barbera | città=Firenze | anno=1950–57}}</ref> e il [[lingua piemontese|piemontese]] ''creus'' e ''ancreus'', sinonimo della parola ''përfond'', profondo<ref>[https://incubator.wikimedia.org/wiki/Wt/pms/ancreus ''ancreus'' dal Wikizionario piemontese]</ref>).


== Caratteristiche ==
== Caratteristiche ==

Versione delle 06:11, 25 giu 2019

Una ripida crêuza
a Sant'Ilario (sopra Nervi)

La crêuza (o creusa, crœza; pronuncia [ˈkrøːza]) è un termine ligure spesso italianizzato in crosa che indica il tipico viottolo stretto o mulattiera che fende, spesso verticalmente, le colline del Genovesato e di tutta la Liguria.

Etimologia

Crêuza deriva dal celtico croesio, croesus, "buon sangue", la maggior parte delle Crêuze genovesi e liguri infatti, è formata da un lastricato centrale di mattoni rossi fiancheggiati da ciottolati ai lati, possibile similitudine di un fiume di sangue, o dal latino medioevale crosus, di etimo incerto (forse relitto antico ligure o gallico), come l'aggettivo francese creux (antico francese crues) e il provenzale cros, "cavo" (cfr. anche il lombardo croeus, "torrente", "letto incavato di un torrente"[1] e il piemontese creus e ancreus, sinonimo della parola përfond, profondo[2]).

Caratteristiche

La crêuza, tipica struttura viaria suburbana, ha precise caratteristiche: la principale è quella di percorrere le colline se possibile sul crinale e spesso con la massima pendenza, piuttosto che negli avvallamenti, ciò è voluto a minimizzare l'impatto di compluvio della pioggia, limitando le opere relative; essendo soleggiata è inoltre evitata, o limitata, la permanenza di umidità neve e ghiaccio che negli avvallamenti possono permanere ed essere molto pericolosi, data la possibilità climatica della regione di avere repentini passaggi dal caldo al freddo in poco tempo, in caso di passaggio del vento ai quadranti settentrionali. È quindi privilegiata la conservazione della percorribilità in ogni condizione piuttosto che facilità di percorso.

La pavimentazione tipicamente è data da mattoni al centro e ciottoli tondi ai lati, il profilo è decisamente convesso per il drenaggio laterale, anche del pericolosissimo ghiaccio incastrato tra i mattoni; può essere articolata in lunghi e bassi gradoni, definiti da blocchetti in pietra, nei tratti a maggior pendenza. Le crêuze, così come le coltivazioni a terrazza (le cosiddette fasce) caratterizzano il paesaggio di tutta la Liguria, sia quelle che si affaccia sul mare, più conosciuto e pubblicizzato, sia quello dell'entroterra, meno famoso ma non per questo meno caratteristico e bello, spesso cantato da famosi poeti, come Eugenio Montale, Camillo Sbarbaro e Dino Campana.

Nel dialetto genovese della lingua ligure, il termine di crêuza ha preso anche il significato figurato per “strada” o “percorso”. Così anche un fenomeno meteorologico, ben visibile dalle colline costiere, che si realizza sul mare, con mare calmo e vortici di vento sulla superficie. La superficie del mare appare brillante per il riflesso del sole, ma è percorsa da strisce scure, curve e contorte, prodotte dal diverso increspamento della superficie, quasi a segnare fantastici percorsi che si aprono per quella che è da sempre stata la via privilegiata ed a volte obbligata dei liguri, il mare aperto. Si dice quindi “o mä o fa e crêuze” cioè “ il mare fa le strade, i viottoli”, segna un percorso.

Nonostante nel dialetto spezzino della lingua ligure il termine è crosa, alla Spezia esiste una mulattiera che anticamente univa il santuario della Madonna dell'Olmo al mare il cui nome viene direttamente dalla parola crêuza, l'attuale via della Scresa[3].

Note

  1. ^ Carlo Battisti, Giovanni Alessio, Dizionario etimologico italiano, Firenze, Barbera, 1950–57.
  2. ^ ancreus dal Wikizionario piemontese
  3. ^ Ameglia Informa - Mensile Comune Ameglia, Anno 17 - Numero 06, 1 Giugno 2014, su comune.ameglia.sp.it.

Bibliografia

Lo stesso argomento in dettaglio: Bibliografia su Genova.
  • A cura di Corinna Praga, Andar per creuse a Genova, nella collana "Itinerari di Italia Nostra", Genova, Sagep, 1997.

Voci correlate

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