L'amore molesto (film): differenze tra le versioni

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È stato presentato in concorso al [[Festival di Cannes 1995|48º Festival di Cannes]].<ref>{{cita web|url=http://www.festival-cannes.fr/en/archives/1995/allSelections.html|titolo=Official Selection 1995|editore=festival-cannes.fr|accesso=1º luglio 2011|lingua=en}}</ref>
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Versione delle 15:48, 27 mag 2019

L'amore molesto
Una scena del film
Paese di produzioneItalia
Anno
Durata104 min
Generedrammatico
RegiaMario Martone
SoggettoElena Ferrante (romanzo)
SceneggiaturaMario Martone, Elena Ferrante
ProduttoreAngelo Curti
FotografiaLuca Bigazzi
MontaggioJacopo Quadri
Effetti specialiPaolo Ricci
MusicheSteve Lacy, Alfred Shnitke
ScenografiaMaria Izzo
Interpreti e personaggi

[[Categoria:Film italiani del 1995]]

L'amore molesto è un film del 1995 diretto da Mario Martone, tratto dall'omonimo romanzo di Elena Ferrante.

È stato presentato in concorso al 48º Festival di Cannes.[1]

Trama

Delia, un'illustratrice napoletana trapiantata da lunghi anni a Bologna, viene richiamata a Napoli dalla morte improvvisa della madre Amalia, suicidatasi per annegamento. La donna non presta credito alla tesi ufficiale del suicidio, convinta che l'esuberanza, la vivacità e la positività esistenziale della madre non avrebbero permesso il gesto estremo: inizia pertanto a indagare sul passato recente della madre, sospinta anche da alcune inquietanti telefonate anonime.

I fatti e la ricostruzione frammentaria degli ultimi giorni di vita della madre portano improvvisamente alla luce avvenimenti remoti, che Delia aveva occultato e sepolto nella propria memoria, e la costringono a riconsiderare una realtà personale diversa da quella che aveva inconsciamente costruito. Delia deve ricordare e rivivere il momento in cui, condizionata dall'atteggiamento paterno violento e opprimente, rompe i rapporti con la madre, accusata dal coniuge di una relazione clandestina con il vicino di casa Nicola, soprannominato Caserta.

Infine, Delia riporta alla mente ciò che fu la causa di tutto: da bambina, Delia subì atti di pedofilia da parte del padre di Caserta, ma non denunciò l'accaduto e raccontò a suo padre che sua madre e Caserta, in realtà niente più che amici, erano amanti (ciò anche a causa di una sorta di gelosia nei confronti della madre stessa); suo padre, molto geloso della moglie la cui bellezza incantava molti uomini, prese a picchiare lei e, insieme al cognato, anche Caserta e il figlio di quest'ultimo, Antonio. Caserta, come per "vendicarsi" del padre di Delia, cominciò ad inviare ad Amalia regali di ogni tipo, scatenando ogni volta la furia di suo marito, che puntualmente la malmenava. Poco tempo prima di suicidarsi, Amalia riprese i rapporti con Caserta, insieme al quale una sera andò a passeggiare in spiaggia, e durante la quale ella si allontanò da Caserta, nel frattempo addormentatosi, lasciandosi annegare.

Delia, riappacificatasi idealmente con la madre, e presa coscienza di avere con lei in comune più di quanto credesse e volesse, è pronta a far ritorno a Bologna con una rinnovata consapevolezza di sé.

Critica

  • «Mario Martone si immerge nelle strade di Napoli, una città che, come la protagonista del film, ha bisogno di tornare alle radici del proprio disagio esistenziale per poter sperare di riprendere a vivere». Commento del dizionario Farinotti ().[2]
  • «Un thriller psicologico che è anche un melodramma, il ritratto di una donna che è anche l'affresco di una città. Un film di suoni e sensi, dove [...] la morte è l'espressione ultima di una carnalità debordante ovunque. Dominato dai primi piani, dai dettagli e dai comportamenti degli attori (tutti bravissimi)». Commento del dizionario Mereghetti ().[3]
  • «Straordinario ritratto di donna e del suo tormentato rapporto con la madre. È anche la rappresentazione di una Napoli brulicante e viva che ha una forte anima femminile. [...] Un'ottima Bonaiuto, circondata dalla crema della scena teatrale partenopea». Commento del dizionario Morandini ().[4]

Premi e riconoscimenti

Note

  1. ^ (EN) Official Selection 1995, su festival-cannes.fr. URL consultato il 1º luglio 2011.
  2. ^ Il Farinotti 2015. Dizionario di tutti i film, Newton Compton editori, 2015, p. 121.
  3. ^ Paolo Mereghetti, Il Mereghetti. Dizionario dei film 2015, Dalai Editore, 2015, p. 198.
  4. ^ Laura, Luisa e Morando Morandini, Il Morandini. Dizionario dei film 2015, Zanichelli, 2015, p. 78.

Collegamenti esterni

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