Satrianum: differenze tra le versioni
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Il nome "Torre di Satriano" è di appartenenza storica satrianese, anche se ricade nel comune della vicina Tito. L'attuale [[Satriano di Lucania|Satriano]], è l'antica Pietrafesa, in latino Petrafixa, abitata dagli abitanti dell'antica Satriano. Sul finire dell'800 il comune di Pietrafesa decise, per rinsaldare i legami storici con Satrianum, di adottare il suo stesso nome, italianizzato in Satriano. L'attuale città dei "[[Murales]]" subì un'importante influenza sociale, demografica e culturale da parte dell'antica roccaforte [[Normanni|Normanna]]. Secondo la leggenda, infatti, la maschera carnevalesca dell'orso ("l'urs" in dialetto locale), è originaria della cultura franco-normanna, trasmigrata nell'odierna città di [[Satriano di Lucania|Satriano]]. |
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== Scavi archeologici == |
== Scavi archeologici == |
Versione delle 12:24, 22 mag 2019
Torre di Satriano (in Tito) Satrianum | |
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Civiltà | Normanni |
Utilizzo | Rocca |
Epoca | Medioevo |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Comune | Tito |
Altitudine | 939 m s.l.m. |
Amministrazione | |
Ente | Soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata |
Visitabile | si, tranne le parti recintate |
Sito web | Beni culturali Basilicata www.basilicata.beniculturali.it/ Beni culturali Basilicata |
Mappa di localizzazione | |
Satrianum era un antico centro lucano ubicato su un promontorio a metà degli attuali comuni di Satriano e Tito, importante roccaforte Normanna e sede vescovile.
A partire dal 1477 (XV secolo) l'insediamento risulta abbandonato.
Oggi il sito archeologico dell'insediamento medievale di Satrianum è aperto al pubblico.
Storia
Citata in fonti medievali già nel IX secolo[1] fu edificata su una collina (mt.950 s.l.m.)[senza fonte] in posizione strategica da cui si controllava il valico di Brienza e l'antica via Herculea. Distrutta, venne ricostruita da Carlo D’Angiò, divenne possesso di Giovanni de Anches e poi degli Sforza e fu definitivamente abbandonata nella metà del XV secolo. I ruderi attualmente visibili comprendono, due cinte murarie, due villaggi con edifici residenziali e una chiesa con annesso cimitero. Sul pianoro sommitale sono visitabili una torre quadrata di XII secolo (adibita a museo multimediale) e i resti di un episcopio e della Cattedrale di S. Stefano.
Chiarezza sulla sua appartenenza storica
Il nome "Torre di Satriano" è di appartenenza storica satrianese, anche se ricade nel comune della vicina Tito. L'attuale Satriano, è l'antica Pietrafesa, in latino Petrafixa, abitata dagli abitanti dell'antica Satriano. Sul finire dell'800 il comune di Pietrafesa decise, per rinsaldare i legami storici con Satrianum, di adottare il suo stesso nome, italianizzato in Satriano. L'attuale città dei "Murales" subì un'importante influenza sociale, demografica e culturale da parte dell'antica roccaforte Normanna. Secondo la leggenda, infatti, la maschera carnevalesca dell'orso ("l'urs" in dialetto locale), è originaria della cultura franco-normanna, trasmigrata nell'odierna città di Satriano.
Scavi archeologici
Sul versante sud-occidentale della collina, è stato riscontrato nel 1987/1988, la presenza di un luogo di culto databile tra il IV e la fine del III secolo a.C. Gli scavi hanno messo in luce un tempietto a pianta quadrangolare. L'edificio presenta tracce di una sala da banchetto, un recinto per cerimonie di culto e un portico. Dal 2006[2] si svolgono, a cadenza annuale, gli scavi archeologici sul sito medievale di Satrianum[3][4]. Le indagini hanno consentito di riportare in luce una cattedrale a tre navate di età normanna. Accanto alla cattedrale sono state recuperate le strutture pertinenti ad un episcopio composto da un ampio cortile centrale, una torre campanaria, una sala capitolare/refettorio e degli ambienti di servizio, tra cui un vano scala e una latrina. I reperti ceramici e numismatici[5], lo scavo delle aree sepolcrali[6][7] e lo studio delle tecniche edilizie[8] stanno consentendo di recuperare le principali fasi di frequentazione del sito, soprattutto relative all'età sveva (XIII secolo) e angioina (XIV secolo). Le principali strutture sono state restaurate ed ora sono fruibili e accessibili ai visitatori. Durante la visita, oltre agli ambienti dell'antico insediamento è possibile visitare la torre quadrata, all'interno della quale è stato allestito un museo multimediale dedicato alle scoperte e al patrimonio culturale del territorio.
Leggenda
Sulla distruzione della città la leggenda narra che la regina di Napoli, Giovanna II d'Angiò-Durazzo, fece condurre a Satrianum una giovane dama di compagnia scortata da milizie del Regno. Quando il corteo attraversò Satrianum, la nobile donna venne rapita a causa della sua bellezza e Giovanna II, dopo l'affronto subito, ordinò una tremenda vendetta. L'abitato, infatti, venne incendiato risparmiando solo la torre normanna ed alcuni muri di edifici.
Galleria d'immagini
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Torre di Satrianum, vista su Tito
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Particolare della Torre di Satrianum
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Vista del sito di Satrianum
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Torre di Satrianum
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Bianco e nero, Torre di Satrianum
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Rovine di Satrianum
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Satrianum dal basso
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Sito archeologico di Satrianum
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Particolare delle rovine
Note
Bibliografia
- Basilicata, atlante turistico, Novara, De Agostini, 2006.
- Gianfranco Carollo, Organizzazione territoriale e produzioni ceramiche specializzate in area nord-lucana: Torre di Satriano e Ripacandida, 2009.
- A. D'Ulizia, Satrianum in età angioina: le tecniche edilizie, in Archeologia dei castelli nell'Europa angioina (secoli XIII-XV): atti del convegno internazionale, Università degli Studi di Salerno, Campus di Fisciano: Facoltà di Lettere e Filosofia Aula Nicola Cilento, 10-12 novembre 2008, 2011, pp. 271-272.
- B. Gargiulo e E. M. Annunziata, La storia di un butto. La mensa, le monete e...un terremoto nella cattedrale dell'insediamento fortificato di Satrianum (Tito, PZ), in F. Sogliani, B. Gargiulo, E. M. Annunziata, V. Vitale (a cura di), VIII Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Matera, 12-15 settembre 2018) VIII Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, Matera, 2018, pp. 335-340.
- M. Osanna, L. Colangelo, G. Carollo, Il complesso architettonico della cattedrale di Satrianum. Le sepolture, in Lo spazio del potere. La residenza ad abside, l'anaktoron, l'episcopio a torre di Satriano, Atti del secondo convegno di studi su Torre di Satriano (Tito, 27-28 settembre 2008), pp. 273-280.
- M. Osanna, L. Colangelo e G. Carollo, Lo spazio del potere, la residenza ad abside, l’anaktoron, l’episcopio a Torre di Satriano, Tito, 2013.
- Francesca Sogliani, L’insediamento fortificato di Satrianum in età angioina. Fonti, strutture materiali e documenti archeologici di un centro di potere nella Valle del Melandro (PZ), in P. Peduto, A. M. Santoro (a cura di), Archeologia dei castelli nell’Europa angioina (secoli XIII-XV), Atti del Convegno Internazionale (Salerno novembre 2008), Firenze, 2011, pp. 234-241.
- Francesca Sogliani, San Laverio e Satrianum (PZ): racconto agiografico e testimonianze archeologiche, in Siris, vol. 12, 2012, pp. 129-138.
- Francesca Sogliani, L’archeologia medievale in Basilicata: progetti di ricerca e cantieri di scavo, in F. Panarelli (a cura di), Alle fonti della Basilicata medievale: edizioni, progetti e cantieri, Atti del Convegno di Studi (Lagopesole, 8 marzo 2016), Bari, 2017, pp. 265-312.
- F. Sogliani e S. Patriziano, Studio antropologico dei contesti funerari dell'insediamento fortificato di Satrianum (Tito, PZ), in F. Sogliani, B. Gargiulo, E. M. Annunziata, V. Vitale (a cura di), VIII Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Matera, 12-15 settembre 2018), 2018, pp. 103-109.