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La città conobbe in età comunale un notevole accrescimento urbanistico e demografico raggiungendo un florido sviluppo civile ed economico. Alla metà del [[XIII secolo]] ([[1250]]) risalirebbero, di fatto, le norme statutarie del comune trascritte nel [[1377]].<ref>Le norme statutarie ascolane furono stampate da fra Giovanni da [[Teramo]] nel convento di Santa Maria di Solestà nel [[1496]].</ref> |
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Oltre ad Ascoli crescevano intanto anche altri centri del territorio, in particolare [[Offida]] e [[Ripatransone]] (libero comune dal [[1205]]), due forti castelli variamente coinvolti nelle guerre tra Ascoli e Fermo e tra Chiesa e Impero. Dal Duecento in poi furono soprattutto le vicissitudini di Ascoli e Fermo a segnare la storia del potere e delle istituzioni nella Marca tra la caduta degli [[Hohenstaufen|Svevi]] e il ritorno del dominio della Chiesa. Tutte le città del Piceno furono alternativamente [[guelfi|guelfe]] e [[ghibellino|ghibelline]], tendendo ad allearsi di volta in volta con la fazione prevalente; ma il declino imperiale e la [[cattività avignonese]] favorirono, nel Trecento, l'avvento di numerosi avventurieri e generarono momenti di forte tensione tra le parti. |
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Il capoluogo fu assoggettato a [[Federico II di Svevia|Federico II]] nel [[1242]]. Il re penetrò all'interno delle mura sollecitato dai ghibellini e, col pretesto di punire la fazione guelfa, distrusse Ascoli per la terza volta. Nel [[1290]] [[papa Niccolò IV]], ascolano, con bolla pontificia istituì l'Università cittadina, che affiancò lo ''Studio Ascolano'' noto come ''Collegio dei Dottori''. Il comune, sebbene straziato da lotte intestine, riuscì ad accrescere il proprio potere industriale e ad allargare i traffici commerciali confederandosi con [[Perugia]], [[Siena]] e [[Firenze]], e nel [[1326]] stipulò un trattato commerciale con la [[Repubblica di Venezia]]. |
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Al contempo Fermo fronteggiava gli attacchi di Ascoli, città rivale fin dai tempi della guerra sociale, quando Fermo aveva appoggiato [[Strabone]] nella conquista di Ascoli. |
Al contempo Fermo fronteggiava gli attacchi di Ascoli, città rivale fin dai tempi della guerra sociale, quando Fermo aveva appoggiato [[Strabone]] nella conquista di Ascoli. |
Versione delle 16:17, 15 mag 2019
Fermo comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Marche |
Provincia | Fermo |
Amministrazione | |
Sindaco | Paolo Calcinaro (lista civica) dal 17-6-2015 |
Territorio | |
Coordinate | 43°09′37.51″N 13°43′05.16″E / 43.160419°N 13.7181°E |
Altitudine | 319 m s.l.m. |
Superficie | 124,53 km² |
Abitanti | 37 086[1] (30-09-2018) |
Densità | 297,81 ab./km² |
Frazioni | Vedi elenco |
Comuni confinanti | Altidona, Monterubbiano Belmonte Piceno, Francavilla d'Ete, Grottazzolina, Magliano di Tenna, Massa Fermana, Mogliano (MC), Monte Urano, Montegiorgio, Monterubbiano, Ponzano di Fermo, Porto San Giorgio, Porto Sant'Elpidio, Rapagnano, Sant'Elpidio a Mare, Torre San Patrizio |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 63900 |
Prefisso | 0734 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 109006 |
Cod. catastale | D542 |
Targa | FM |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona D, 1 955 GG[3] |
Nome abitanti | fermani |
Patrono | Santa Maria Assunta e San Sabino di Spoleto |
Giorno festivo | 15 agosto e 16 agosto |
Cartografia | |
Posizione del comune di Fermo nella provincia omonima | |
Sito istituzionale | |
Fermo (Firmum Picenum in latino[4], Φίρμον Πικηνόν in greco[5]) è un comune italiano di 37 235 abitanti[1], capoluogo della provincia omonima nelle Marche. È sede arcivescovile.
Dista circa 6 km dal mare Adriatico.
Geografia fisica
Fermo sorge sulla vetta e lungo le pendici del Colle Sàbulo (319 m s.l.m.), così denominato probabilmente perché di formazione prevalentemente arenacea (in latino sàbulum = sabbia).
Il Colle Sàbulo è dominato dalla mole della Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta; dista 6 km da Porto San Giorgio e 40 km da Macerata. È praticamente equidistante da Ascoli Piceno (67 km) e da Ancona (68 km).
Altre distanze: da Pescara 90 km, da Perugia 160 km, da Roma 250 km, da Bologna 270 km, da Firenze 300 km, da Napoli 350 km e da Milano 480 km.
«situata in un colle di aere saluberrimo, di amenità singolare nel cuor del Piceno, presso al seno Adriatico, non lungi dai monti Appennini»
La città si presenta divisa in due parti: la parte storica, cresciuta attorno e sulla sommità del colle Sabulo, rimasta quasi intatta nei secoli con il suo splendido aspetto medioevale, e una parte nuova.
«Io amo molto Fermo, ... la sorella carnale di Urbino, più bionda, più pingue e di carattere più aperto e dolce ...»
Territorio
Il territorio di Fermo è delimitato a sud dal fosso San Biagio e dal crinale che attraversa la località Madonna Bruna, ed a nord dal fiume Tenna, con diverse aree oltre il fiume (es. Campiglione, Villa San Claudio).
Fermo ha 3 km di litorale a sud di Porto San Giorgio (località Marina Palmense) e 4 km di litorale a nord (località Lido di Fermo, Casabianca e Lido San Tommaso).
Alcune aree comunali sono exclave: Boara (0.3 km², confinante a nord con Montegiorgio, a sud con Belmonte Piceno e Grottazzolina, e ad est con Magliano di Tenna) e Gabbiano (5 km², confinante a nord con Mogliano e Francavilla d'Ete, a sud con Massa Fermana e ad est con Montegiorgio; sul lato di Mogliano, questa isola geografica confina con la provincia di Macerata).
Il territorio è punteggiato di abitazioni, secondo l'uso dell'economia agraria mezzadrile, che prevedeva la presenza di una famiglia colonica su ogni appezzamento di terreno anche se formato da pochi ettari.
Clima
La posizione ne caratterizza la tipologia di clima temperato caldo mediterraneo.
Origini del nome
Il suo nome sembra derivare dall'aggettivo latino firmus, con il senso di “fedele” oppure “dai certi confini”. Altre ipotesi indicano una provenienza dal sabino Perwom ovvero dall'etrusco Permu, con il significato di “storto”, da porre in relazione con la pianta iniziale della città[8].
Storia
Scavi archeologici condotti a Fermo, in due distinte aree, in contrada Mossa ed in contrada Misericordia, hanno restituito materiale funerario risalente sino ai secoli IX-VIII a.C., appartenente alla tipologia proto-etrusca, tanto che gli studiosi hanno definito l'area di Fermo un'isola culturale villanoviana[9].
Diventata Colonia romana nel 264 a.C., Fermo partecipa a varie campagne di guerra, ed i suoi abitanti ottengono la cittadinanza romana nel 90 a.C.
Caduto l'Impero Romano, la città venne annessa prima al regno longobardo, e poi al regno dei Franchi.
Divenne poi il centro e il capoluogo della Marca fermana, un'ampia area che si estendeva dal Musone a oltre Vasto (Chieti) e dagli Appennini al mare.
«...come un tempo veniva chiamato Fermo Piceno, così in altri tempi la Marca fu detta Fermana, essendo Fermo la prima Città che in questa provincia esistesse»
Libero comune alla fine del XII secolo, conobbe successivamente l'avvicendamento di diverse signorie.
Il periodo comunale
Sul finire del XII secolo Fermo si eresse a libero comune (1183), i poteri civili erano attribuiti all'autorità comunale, mentre il vescovo esercitava la supremazia spirituale.
La città conobbe in età comunale un notevole accrescimento urbanistico e demografico raggiungendo un florido sviluppo civile ed economico. Alla metà del XIII secolo (1250) risalirebbero, di fatto, le norme statutarie del comune trascritte nel 1377.[10]
Al contempo Fermo fronteggiava gli attacchi di Ascoli, città rivale fin dai tempi della guerra sociale, quando Fermo aveva appoggiato Strabone nella conquista di Ascoli.
Nell'era cristiana ed in età comunale, i contrasti tra Fermo ed Ascoli si originavano principalmente da rivendicazioni di predominio territoriale e di natura commerciale.
L'inperatore Ottone IV aveva concesso a Fermo il 1º dicembre 1211 il dominio esclusivo del litorale piceno, nella parte centro-meridionale delle attuali Marche , compreso fra il Tronto ed il Chienti, ma l'[imperatore]] Federico II arretrò il confine fermano dal Tronto al Ragnola e concesse la foce del fiume Tronto ad Ascoli, consentendo infatti agli ascolani la costruzione di un porto sulla sinistra della foce del fiume.
Nel 1316 papa Giovanni XXII concesse l'autorizzazione alla realizzazione del porto d'Ascoli, ma i fermani lo distrussero solo pochi anni dopo la sua entrata in funzione.
Le ostilità tra ascolani e fermani si protrassero per oltre centocinquant'anni e coinvolsero anche Acquaviva, Offida e Ripatransone, formando una “scacchiera” di alleanze sul territorio.[11]
Nasce a Fermo nella Marca Fermana, il 24 gennaio 1444, Galeazzo Maria Sforza, figlio primogenito di Francesco Sforza e di Bianca Maria Visconti, nonché futuro duca di Milano per dieci anni, dal 1466 sino al 1476, quando fu assassinato il 26 dicembre dell'anno 1476 nei pressi della chiesa di Santo Stefano nella città meneghina, per mano di alcuni nobili.
Infatti, nel gennaio 1434 il padre del duca, Francesco Sforza, dopo l'occupazione e la conquista delle Marche, fece il proprio ingresso trionfale a Fermo, allora una delle città più importanti della provincia adriatica, che era al tempo rappresentata nominalmente dalla Marca Anconitana, la quale ultima venne costituita in seguito all'accorpamento di parte dei territori già compresi nella Pentapoli bizantina, di cui Ancona aveva fatto parte, con la storica Marca Fermana, corrispondente al territorio tra i fiumi Musone e il Tronto.
Fino a quando la Marca fu sotto il potere imperiale, il marchese, rappresentante dell'imperatore, risiedeva ad Ancona, ma con il fiorire dell'indipendenza comunale, il potere del marchese divenne sempre più labile e teorico, fino a poter essere considerato di fatto solo nominale di fronte ai Liberi Comuni.
In seguito la Marca passò sotto il dominio pontificio, anch'esso per i primi secoli soltanto teorico, sostanziandosi spesso solo in un pagamento di tributo annuale alla Camera Apostolica da parte delle varie autonomie comunali.
Significativo in proposito è il fatto che la stessa città di Ancona, che dava il nome alla Marca, non era soggetta al dominio diretto della Chiesa, e per questo motivo non poteva ospitare il governatore papale, che risiedeva invece a Fermo, importante città preromana, romana e medievale, capofila storica della più antica Marca Fermana.
La Marca Anconitana fu confermata nelle Costituzioni egidiane emanate nel 1357 a Fano dal cardinale Egidio Albornoz, che energicamente cercò di mettere sotto un più forte controllo papale tutto il territorio.
Dalle costituzioni risulta che la Marca di Ancona aveva confini coincidenti con quelli dell'attuale regione Marche, e che le cinque città considerate "maggiori" erano Ancona, Fermo, Urbino, Camerino ed Ascoli.
La grande e munita rocca sforzesca del Girfalco a Fermo sul colle Sàbulo - poi distrutta a furore di popolo contro il dispotismo della famiglia ducale, dopo la caduta in disgrazia degli Sforza - dominante sulla città e sulle campagne circostanti fino al mare, divenne subito una delle sue residenze preferite, tanto da nascervi dieci anni dopo il suo arrivo ed insediamento, il duca Galeazzo Maria Sforza.
Papa Eugenio IV non poté fare altro che accettare lo stato di fatto, ed in quello stesso anno nominò Francesco Sforza, già da lui scomunicato, marchese della Marca anconetana a vita, nonché vicario di Fermo.
Nel periodo napoleonico, Fermo fu capoluogo del Dipartimento del Tronto, uno dei tre dipartimenti in cui furono divise al tempo le Marche, ed in questo erano comprese anche Ascoli ed inizialmente anche Camerino. Gli altri dipartimenti erano quelli del Metauro con capoluogo Ancona e del Musone con capoluogo Macerata.
Intervenuta la Restaurazione nel 1815, con il Congresso di Vienna, dopo la sconfitta definitiva di Napoleone Bonaparte fra il 1814 ed il 1815, il papa Pio VII riformò la pubblica amministrazione dello Stato della Chiesa con motu proprio "Quando per ammirabile disposizione" del 6 luglio 1816,[12] suddividendo il territorio pontificio in diciassette delegazioni apostoliche più la comarca di Roma.
Le delegazioni o province pontificie vennero distinte allora in tre classi, dalla I alla III, in ordine di minore importanza. Il territorio marchigiano fu ripartito in sei delegazioni: Fermo, di seconda classe, e Ascoli, di terza classe, Ancona, Camerino e Macerata, Urbino e Pesaro.
Il motu proprio di Leone XII datato 5 ottobre 1824 dispose la riunione di otto delegazioni pontificie in quattro nuove province: Spoleto e Rieti, Viterbo e Civitavecchia, Macerata e Camerino, Fermo e Ascoli.[13][14].
Tuttavia, il riparto territoriale definitivo fu emanato solo con il successivo motu proprio del 21 dicembre 1827, che precisò i confini della delegazione apostolica di Fermo ed Ascoli, scorporandone Gualdo, Loro, Mogliano, Petriolo e Sant'Angelo in Pontano, ed aggregandovi Montegranaro, Monte San Pietrangeli e Sant'Elpidio a Mare, ristabilendo inoltre il tribunale di Ascoli, soppresso tre anni prima.[13].
Le nuove delegazioni apostoliche riunite di Fermo ed Ascoli si aggiungevano all'unica delegazione “bicipite” preesistente, quella di Urbino e Pesaro; la doppia denominazione corrispondeva ad un preciso assetto amministrativo, poiché il delegato risiedeva in uno dei capoluoghi, mentre nell'altro era previsto un luogotenente con funzioni specifiche.
Nella provincia pontificia di Fermo ed Ascoli, il delegato apostolico era insediato a Fermo, ed in ogni delegazione l'amministrazione dei comuni prevedeva un consiglio comunale, composto da un numero di membri proporzionale alla popolazione residente, ed una magistratura.
L'unità temporanea della provincia pontificia di Fermo ed Ascoli venne però a cessare con papa Gregorio XVI, che divise nuovamente Ascoli da Fermo nel 1831.
In seguito però papa Pio IX, con l'editto del 22 novembre 1850, redatto dal cardinal Giacomo Antonelli[15], dando seguito al motu proprio emesso dal pontefice il 12 settembre 1849, riformò il sistema delle delegazioni apostoliche, prevedendo quattro legazioni più il circondario di Roma.
La Legazione delle Marche era a sua volta suddivisa nelle tradizionali sei delegazioni istituite da Pio VII: Fermo, Urbino e Pesaro, Ancona, Macerata con Loreto, Camerino ed Ascoli.
L'atto distingueva cinque classi di comuni in base alla popolazione residente, rappresentata proporzionalmente dal numero dei consiglieri nominati.[16] Come già previsto anche nell'editto del 1816, i consiglieri erano scelti dal delegato, approvati dal Cardinal Prefetto della Consulta e sottoposti al parere della Congregazione.
In questo modo, i precedenti confini della provincia pontificia di Fermo ed Ascoli, definiti dallo Stato della Chiesa fra il 1821 ed il 1831, sarebbero stati poi ereditati, però per altri motivi politici, storici e geografici, dal Regno d'Italia, salvo soltanto il regolamento di confini con il Regno delle Due Sicilie che nel 1852 determinò, tra l'altro, la cessione del comune di Ancarano da Ascoli a Teramo.
L'Unità d'Italia determinò di nuovo la riunione, avversata dai fermani, delle due ex province pontificie, ma questa volta il capoluogo fu individuato nella città di Ascoli Piceno, in un progetto che comprendeva l'allargamento amministrativo alla provincia di Teramo, dell'ex regno di Napoli, mentre Fermo restava sede di sottoprefettura e di circondario.
Re Vittorio Emanuele II, con il regio decreto n. 4302, del 19 settembre 1860, nominava Lorenzo Valerio, politico piemontese e governatore della provincia di Como, quale «Nostro Commissario Generale straordinario nelle Provincie delle Marche»[17]. Questi dipendeva dal Ministero dell'Interno ed aveva «sottoposte a se tutte le autorità nelle provincie delle Marche».
Il regio commissario Lorenzo Valerio, accettata la carica, stabilì per le giornate del 4 e 5 novembre 1860, le consultazioni per il Plebiscito che avrebbe accolto, con il favore del 99,1% dei voti validi, l'annessione delle Marche al Regno di Sardegna, come emesso dal successivo regio decreto n. 4500[18], emanato il 17 dicembre 1860.
A questo seguì il regio decreto n. 4495 di Eugenio di Savoia-Villafranca del 22 dicembre 1860[18] istitutivo della nuova provincia di Ascoli, cui più tardi fu aggiunto l'aggettivo Piceno, che fu nominata capoluogo e divenne una delle quattro province della successiva regione Marche.
Il territorio di competenza fu composto da duecircondari quello di Ascoli e quello di Fermo, suddivisi a loro volta rispettivamente in sei e sette mandamenti, i primi rappresentati da diciotto consiglieri provinciali ed i secondi da ventidue.
Al decreto legge fu unita la relazione redatta dall'allora ministro dell'Interno Marco Minghetti, che spiegava le ragioni del dispositivo contenuto nel documento, motivando che la scelta era ricaduta sulla città ascolana per l'ubicazione della sua centralità geografica e strategica, idonea a controllare il territorio del versante centrale che affaccia sul mare Adriatico compreso tra il Chienti ed il fiume Vomano, includendovi però il territorio abruzzese della provincia di Teramo.
Lo stesso decreto descriveva Ascoli come una città garantista degli ideali patriottico-risorgimentali e di dimostrata fede liberale, ma le ragioni profilate non furono ben accolte e condivise dai fermani, che adducevano la loro autonomia, separazione ed indipendenza storica, salvo brevi e rare eccezioni transitorie, e manifestarono subito il loro malcontento per la scelta del capoluogo decentrato geograficamente, e forti della loro maggioranza numerica di rappresentanti provinciali, appigliandosi al secondo articolo del decreto, si avvalsero della facoltà di proporre al governo, durante la prima sessione del consiglio provinciale, di cambiare la sede da Ascoli a Fermo.
I neo-consiglieri provinciali fermani di Ascoli, argomentarono immediatamente le loro ragioni, adducendo varie motivazioni tra cui quella riguardante i territori dell'ex regno borbonico, poiché nelle intenzioni del decreto Minghetti del 22 dicembre 1860, la nuova provincia avrebbe dovuto includere anche parte del Teramano, ma il progetto per la contrarietà del nuovo regio governo italiano, ancora piemontese, restò lettera morta.
I consiglieri provinciali fermani rivendicarono la riunione dei mandamenti di Accumoli ed Amatrice nel Lazio, ed Ancarano in Abruzzo alla provincia di Ascoli, in cambio della loro separazione ed autonomia per la provincia di Fermo, sebbene la decisione non ebbe esito positivo per il veto posto dalle nuove autorità governative.
Nella vivace riunione consigliare del 13 marzo 1862 ad Ascoli, i consiglieri provinciali fermani trattarono nuovamente per ottenere almeno lo spostamento del capoluogo nella loro città di Fermo, pur in una provincia unita.
Il testo conclusivo del verbale della seduta di quel Consiglio Provinciale, ovviamente diretto e manipolato dai consiglieri provinciali ascolani, evidenziava però l'importanza delle ragioni storiche, economiche, sociali e topografiche, in quanto Ascoli trovandosi sul tracciato della via Salaria garantiva un rapido collegamento con la capitale, affinché la nomina restasse alla loro città.
Le polemiche e le rivendicazioni si trascinarono ancora in molte sedute, ed anche negli anni successivi. Il circondario e la sottoprefettura di Fermo furono soppressi nel 1927 dalla riforma amministrativa fascista.
Nel 2004 è stata istituita la Provincia di Fermo, con legge parlamentare n. 147/2014, provincia già esistente per secoli in precedenza, prima dell'Unità d'Italia, all'interno dello Stato Ecclesiastico o Stato Pontificio, con la denominazione ufficiale di Delegazione apostolica di Fermo, corrispondente con esattezza geografica all'odierna circoscrizione giudiziaria del tribunale di Fermo, fino al 22 dicembre 1860, quando fu soppressa con un decreto-legge del Governo Cavour, dell'allora Ministro degl'Interni Marco Minghetti, decreto mai convertito in legge, e venne unita a quella vicina di Ascoli Piceno, benché all'epoca quest'ultima fosse più piccola, sia per estensione territoriale, sia per abitanti ed estimo rispetto a quella di Fermo.
Il territorio circostante, corrispondente più o meno alla Provincia di Fermo, è chiamato "Il Fermano", mentre fino alla metà del Novecento esso era chiamato correntemente "La Fermana", probabilmente derivando dall'antica denominazione della Marca Fermana (fonte: Enciclopedia Treccani, ediz. 1922).
Simboli
Inquartato, nel primo e nel quarto di rosso alla croce pomata d'argento, nel secondo e nel terzo d'oro all'aquila di nero coronata dello stesso, il tutto timbrato da un elmo di famiglia nobile con svolazzi d'oro sormontato da un braccio attraversante in palo uscente da una corona di marchese, vestito di bianco e tenente con la mano un globo rosso. Sotto lo scudo, il motto nella lista bifida d'oro a lettere maiuscole rosse: "FIRMVM FIRMA ROMANORVM COLONIA"
Lo stemma di Fermo è uno scudo, diviso in quattro parti: due di esse contengono un'aquila, due una croce.
Il motto della città è Firmum firmae fidei romanorum colonia (tradotto dal latino, significa Fermo, colonia romana di ferma fede)[19]. Romanorum Colonia (Colonia dei Romani in latino)[20]; è un onore guadagnato dalla città grazie alla fedeltà assicurata ai Romani nella prima e nella seconda guerra punica. Dal 1336, la città di Fermo era talmente potente che correva il detto: Quando Fermo vuol fermare, tutta la Marca fa tremare.[21]
Ricorrenze
La ricorrenza di maggior rilievo di Fermo è la festività di Maria Assunta, celebrata il 15 agosto. In tale periodo si svolgeva il Palio.
Il Palio dell'Assunta
A partire dal 1982 si corre, ogni 15 agosto, la Cavalcata dell'Assunta in edizione moderna.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architettura religiosa
La Cattedrale
- Duomo di Fermo - L'edificio religioso, dedicato a Maria Assunta in cielo, si eleva nella parte più alta della città, presentandosi con il suo prospetto asimmetrico di stile gotico sul piazzale del Girfalco (punto panoramico). Accanto alla cattedrale ha sede il Museo diocesano.
Chiese nel centro storico di Fermo
- Chiesa del Carmine, con annesso convento, fatta erigere all'inizio del secolo XIV in corso Cefalonia. Le venne attribuito il nome di "Santa Maria Novella della Carità", fu poi dedicata alla Madonna del Carmine. Fu costruita in stile gotico, della quale rimane quasi nulla a causa dei radicali cambiamenti apportati nel corso degli anni: nel 1688 venne ampliata, e ammodernata definitivamente nel 1794 dall'architetto Pietro Augustoni.
La facciata, di stile romanico, è in laterizio e lesene in travertino. All'interno appare molto spaziosa: è divisa in tre navate divise da possenti colonne e da archi a tutto sesto. L'abside è occupata da un padiglione ligneo decorato e dorato di età barocca nel quale è inserito il quadro raffigurante "La Natività" del pittore Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio[22]. - Chiesa di San Girolamo, appartenente al monastero delle Cappuccine, in via Leopardi, ai margini delle antiche mura della città[23].
- Chiesa della Pietà, già sede della parrocchia di San Matteo, in corso Cefalonia[24].
- Chiesa delle Clarisse (intitolata alla Visitazione), con annesso convento di clausura, in via Lattanzio Firmiano[25].
- Chiesa della Madonna del Pianto, in via Garibaldi.
- Chiesa della Madonna delle Grazie, nel largo omonimo[26].
- Chiesa di San Domenico, in prossimità di Piazza del Popolo[27].
- Chiesa di San Francesco in largo Mora; fu costruita sul lato orientale della città tra il 1240 ed il 1425 (completamento del campanile); la facciata fu modificata nel Settecento, mentre il portale è datato 1604; l'interno, di imponenti proporzioni e restituito al primitivo aspetto dai restauri del Novecento, è costituito da tre navate divise da sei grandi pilastri e dall'abside poligonale; nella cappella laterale, dedicata al SS. Sacramento, si trova la tomba di Ludovico Euffreducci del 1527, attribuita ad Andrea Sansovino; il complesso comprende il convento dei Frati Minori Conventuali
- Chiesa di San Filippo, chiusa dagli anni venti del secolo scorso ed in attesa dei restauri; l'ex Convento dei Filippini è ora sede del Palazzo di Giustizia.
- Chiesa di San Martino (già Sant'Ignazio), gesuitica, ha all'interno due altari (quello di Santa Francesca Romana e quello della Presentazione della Vergine) disegnati da Andrea Pozzo e realizzati a partire dal 1701. Questi altari costituiscono le uniche opere architettoniche conosciute di Pozzo nelle Marche[28].
- Chiesa di San Michele Arcangelo, già sede di Insigne Collegiata e di parrocchia, in via Bertacchini[29].
- Chiesa di San Pietro, già sede di parrocchia, in via Lattanzio Firmiano.
- Chiesa di San Rocco, in piazza del Popolo, sotto la parte trecentesca del loggiato[30].
- Chiesa di Sant'Agostino, con annesso ex convento, in via Montani. È famosa per avere al suo interno una spina della corona posta sul capo di Gesù prima di essere crocefisso. La spina è racchiusa in un reliquiario molto prezioso per i materiali e le tecniche di costruzione. Si pensa che il reliquiario sia stato commissionato da fra Agostino Rogeroli a Venezia e sia poi giunto a Fermo.[31].
- Chiesa di Santa Caterina, con annesso convento dei Canonici Regolari Lateranensi, in via Brunforte.
- Chiesa di Santa Lucia, sede di parrocchia, in via Marconi[32].
- Chiesa di San Zenone, la più antica della città pervenuta fino a noi, in largo Fogliani.
- Santuario della Misericordia con annesso convento degli Agostiniani Scalzi, in via Augusto Murri.
- Oratorio di Santa Monica, in largo Alvaro Valentini.
Altre chiese nella città di Fermo
- Chiesa di Cristo Amore misericordioso, nel nuovo quartiere di Santa Petronilla.
- Chiesa della Madonna del Ferro, nella zona occidentale della città.
- Chiesa San Lorenzo, convento dei Cappuccini.
- Chiesa di Sant'Alessandro, presso il Seminario arcivescovile al quartiere Tirassegno.
- Chiesa di Sant'Antonio di Padova, quartiere Viale Trento/Villa Vitali.
- Chiesa di Santa Maria degli Angeli, nella zona Borgo Diaz/Cappuccini.
Altre chiese nel territorio di Fermo
- Chiesa dell'Immacolata Concezione, a Ponte Ete.
- Chiesa dei Sacri Cuori, nell'omonima contrada.
- Chiesa di San Gabriele dell'Addolorata, a Campiglione.
- Chiesa di San Giovanni Battista, a Torre di Palme.
- Chiesa di San Giovanni Bosco, a Molini di Tenna.
- Chiesa di San Girolamo, nell'omonima contrada.
- Chiesa di San Giuseppe artigiano, a Marina Palmense.
- Chiesa di San Marco alle Paludi, nell'omonima località.
- Chiesa di San Norberto vescovo, a Lido di Fermo.
- Chiesa di Santa Maria, a Capodarco.
- Chiesa di Santa Maria a Mare, nell'omonima località.
- Chiesa di San Tommaso di Canterbury, a Lido San Tommaso.
- Chiesa del SS. Crocefisso, a Monte Rinaldo.
Fontane storiche
Diverse sono le fontane storiche presenti a Fermo:
- Fonte di San Francesco di Paola, all'incrocio tra viale Trento e via Zeppilli;
- Fonte Fallera (XIV secolo), nell'omonima contrada;
- Fontana dell'Episcopio (1690), realizzata all'epoca dell'arcivescovo Ginetti, in Via Leopardi;
- Fontana Catalani (1735), in Via Recanati;
- Fontana Spinucci (1813) non più funzionante, in Via Rialto;
- Fontana di Porta San Francesco (progetto del 1894); quest'ultima fu aperta in occasione della inaugurazione dell'acquedotto del Polesio (22 agosto 1896) che portava l'acqua a Fermo; l'acquedotto fu poi incrementato nel 1951 dalla conduttura di Pescara di Arquata del Tronto e nel 1981 dell'acqua di Foce di Montemonaco;
- Fontana del Duomo (1927), al piazzale del Girfalco.
Parchi
Un'area verde è collocata presso il Girfalco o Girone, nel punto più alto del colle Sabulo, ove sono presenti il Duomo, la Villa Vinci (dal XVI secolo al 1820 convento dei Cappuccini) e il Parco della Rimembranza (dedicato ai caduti della Grande guerra), con diversi punti panoramici. Un altro parco pubblico si trova all'interno di Villa Vitali, struttura di proprietà comunale in viale Trento. Di più recente istituzione un'ampia area attrezzata, denominata Parco della Mentuccia.
Architettura civile
- Complesso Porta San Francesco-Torretta Oraria, dell'architetto fermano Giovanni Battista Carducci
- Area del Teatro romano, sul lato settentrionale della sommità del colle sabulo
- Palazzo dell'Università, in piazza del Popolo (sede della biblioteca civica Romolo Spezioli)
- Palazzo Azzolino, in Corso Cefalonia, dell'Architetto Sangallo il Giovane
- Palazzo Fogliani, in largo Fogliani
- Palazzo Vinci, in largo Ostilio Ricci
- Palazzo Vinci-Gigliucci, sul Girfalco
- Palazzo Vitali-Rosati, in corso Cefalonia
- Palazzo Bulgarini, in Corso Cavour
- Palazzo Paccarone, in Corso Cavour
- Palazzo Maggiori, in Corso Cavour
- Palazzo Sassatelli, in Corso Cavour, residenza anche del prefetto di Fermo, è una delle maggiori opere di Pietro Augustoni nelle Marche
- Torre Matteucci, in corso Cefalonia
- Villa Vitali, a viale Trento
- Villa Mancini, prossimità Cappuccini
Cisterne romane
Le cisterne romane sono un'opera edilizia ipogea di età augustea, della superficie di circa 2.000 metri quadrati divise in 30 camere poste su 3 file parallele, realizzate allo scopo di accumulare acqua. Lo stato di conservazione è ottimo e sono visitabili.
Piazza del Popolo
La piazza del Popolo, racchiusa tra due ampie file di logge, è il salotto della città. Sulla piazza si affaccia il Palazzo dei Priori, sede di rappresentanza del Comune e della pinacoteca comunale. Al suo interno si trova la Sala del mappamondo.
Teatro dell'Aquila
Il Teatro dell'Aquila, con una capienza di circa 1000 posti[33], 124 palchi in cinque ordini e circa 350 metri quadrati di palcoscenico, si colloca tra i più imponenti teatri del Settecento delle Marche e dell'Italia centrale.
Architetture militari
Il centro storico di Fermo è delimitato da una cinta muraria quattrocentesca, di epoca sforzesca, in parte ancora visibile, munita di torri rompitratta e porte di accesso; le porte della cinta storica dedicate a Sant'Antonio, Santa Caterina e San Giuliano sono ancora presenti, mentre gli ingressi alla città corrispondenti a Porta San Francesco (detta anche "Porta marina") e Porta San Marco sono state eliminate nell'Ottocento a seguito dell'intervento urbanistico di Giovanni Battista Carducci che ha realizzato la nuova Porta San Francesco a pochi metri di distanza dalla vecchia e Porta Santa Lucia.
Il castello di Fermo, invece, è stato abbattuto alla fine del Quattrocento dalla furia popolare che lo vedeva strumento di potere degli Sforza, poi cacciati dalla città. Il castello sorgeva sulla cima del Colla Sabulo, ove c'è la spianata del Girfalco, che ospita un parco pubblico accanto alla Cattedrale.
In quel castello sforzesco era nato il 24 gennaio 1444 il principe Galeazzo Maria Sforza, erede della famiglia Sforza, che divenne Duca di Milano dal 1466 al 1476, anno in cui fu assassinato in un congiura a Milano.
Statue
La statua più significativa è quella in onore di Sisto V, vescovo di Fermo, sulla loggia centrale del palazzo dei Priori, opera di Accursio Baldi. Altre statue sono dedicate ad Annibal Caro (nel cortile del Teatro dell'Aquila) e a Giacomo Leopardi (nella via omonima), entrambe donate dal benefattore conte Lorenzo Maggiori.
Sepolcri monumentali
- Beato Adamo Adami (?-1285), religioso, nella chiesa di San Francesco
- Giovanni Visconti d'Oleggio (circa 1304-1366), governatore di Fermo, nel Duomo
- Giovanni Bertacchini (circa 1430-1484), giureconsulto, in San Domenico
- Lodovico Euffreducci (1494-1520), condottiero, in San Francesco
- Saporoso Matteucci (1515–1578), condottiero, nel Duomo (cenotafio ricomposto)
- Teodoro Adami (?-6 luglio 1648), ucciso nella rivolta del 1648, in San Domenico
- Beato Antonio Grassi (1592-1671), religioso, nella Chiesa del Carmine
- Pompeo Azzolino (?-1706), nobile fermano, erede di Decio Azzolino juniore e di Cristina di Svezia, nella Chiesa del Carmine (lapide)
- Abate Giuseppe Colucci (Penna San Giovanni 1752 - Fermo 1809), scrittore, nel Duomo
- Chiara Spinucci (1741-1792), consorte di Francesco Saverio di Sassonia, nel Duomo
- Giuseppe Fracassetti (1802-1883), scrittore, nel cimitero civico
Punti panoramici
Dal Girfalco o Girone, il punto più in alto della collina, si apre una ampia vista di 180° verso il litorale, a nord verso Macerata e a sud verso Monterubbiano. In particolari condizioni di visibilità si possono scorgere i rilievi della Croazia. Altri straordinari panorami si godono da Torre di Palme, frazione di Fermo, a sud della città e a picco sul mare.
Sottosuolo
Nel sottosuolo di Fermo è presente una vasta rete di cunicoli, pozzi e cisterne, alcuni dei quali di epoca romana e medioevale, con funzione di opera di protezione del suolo mediante drenaggio/captazione delle acque[34].
Siti archeologici
Nella periferia di Fermo sono state individuate e parzialmente scavate tre grandi necropoli: in contrada Mossa verso est, in contrada Misericordia e Solfonara verso ovest. L'epoca di riferimento più significativa di queste necropoli è quella proto-villanoviana (dal IX al VII secolo a.C.). Le aree sono state ricoperte, ed i reperti sono in gran parte parte esposti al Museo archeologico nazionale di Ancona[9] ed in parte nella sezione archeologica "Dai Villanoviani ai Piceni", in deposito presso il Palazzo dei Priori.
Aree naturali
- Bosco di Cugnolo, in prossimità di Torre di Palme: situato nell'omonima contrada è un raro esempio di macchia mediterranea intatta del litorale Adriatico. Si estende per circa 5 ettari ed è una delle Aree Floristiche Protette della Regione Marche. Si può visitare tramite un sentiero attrezzato con un percorso ad anello che tocca anche la Grotta degli Amanti e Ville settecentesche.
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[35]
Nazionalità
Al 31 dicembre 2014 gli stranieri residenti erano 3.605.[36] Le maggiori nazionalità erano le seguenti:
Dialetto
Il dialetto fermano appartiene nettamente all'area centrale delle Marche, comprendente la fascia trasversale dai monti al mare Camerino-Macerata-Fermo, ed è individuato sotto la denominazione di dialetto maceratese-fermano-camerte con un'area di riferimento di circa 500.000 persone.
Religione
Fermo, insieme a Pesaro e Ancona, è una delle tre sedi metropolitane della Chiesa cattolica nelle Marche (45 in tutta Italia). Dal 1585 al 1907, sia pure con qualche eccezione (ad es. Giannotto Gualterio nel Seicento e Alessandro Borgia nel Settecento), l'arcivescovo di Fermo era nel contempo cardinale.
L'Istituto Teologico Marchigiano, aggregato alla Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense, ha sede centrale ad Ancona e sede distaccata a Fermo[37]; conferisce:
- il grado di Baccellierato in Teologia, equivalente a una laurea di primo livello;
- il grado di Licenza in Teologia sacramentaria, equivalente a una laurea specialistica.
A Fermo vengono pubblicati:
- il settimanale diocesano La Voce delle Marche[38];
- la rivista specializzata quadrimestrale Firmana: quaderni di teologia e pastorale[39].
- il bollettino dell'Archivio Storico Diocesano Quaderni dell'Archivio Storico Arcivescovile di Fermo, che ha superato ormai i venti anni di attività (vd sotto alla voce "Archivi");
Fermo, inoltre, ha un suo seminario.
Musica
Pueri Cantores della Cattedrale di Fermo
Bababoom Festival a Marina Palmense - Fermo[40]
Istituzioni, enti e associazioni
Sede della Sezione diagnostica dell'Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Umbria e delle Marche
Associazione Culturale Bababoom[40]
Strutture ospedaliere e di assistenza
Sono presenti le seguenti strutture:
- Ospedale civile Augusto Murri facente parte della Zona territoriale 11 dell'Azienda Sanitaria Unica regionale delle Marche. Inaugurato nel 1934, ampliato negli anni '50, '70 e infine '90-2000. Dovrebbe essere sostituito in futuro da un nuovo ospedale di rete in zona Campiglione.
- Ex Villa Maria, presidio ospedaliero facente parte dell'INRCA - Istituto Nazionale Ricovero e Cura Anziani (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico - IRCCS)
- Clinica privata convenzionata Villa Verde
- Casa di riposo Marchese Monsignani Sassatelli (con 120 posti)
Dall'unità d'Italia al 1978, Fermo ospitò l'ospedale psichiatrico provinciale. Fino agli anni settanta a Fermo hanno avuto sede un orfanotrofio e un brefotrofio (intitolati a Matteo Mattei), originati da opere pie, e che negli ultimi anni sono stati gestiti dalle amministrazioni provinciali di Ascoli e Macerata assieme.
Cultura
«Firmana Civitas, antiquitate, nobilitate ac literarum armorum rerumque gestarum gloria, celebris atque insignis, a qua et universam Piceni regionem, Marchiam Firmanam denominatam fuisse legitur»
«La Città di Fermo, celebre ed insigne per antichità, per nobiltà, per gloria delle lettere, delle armi, dei fatti, delle gesta, dalla quale anche l'intera Regione Picena si scelse che fosse denominata Marca Fermana...»
Istruzione
La città di Fermo è stata sede di studi superiori, sin dall'istituzione dell'Università ad opera di Lotario I (825), frequentata da studenti provenienti da tutta l'Italia, in particolare dall'area centrale, ma anche dal vicino Abruzzo, nonché da nuclei di studenti dell'Illiria e dalla Germania. A Fermo furono presenti anche strutture per l'accoglienza degli studenti: il Collegio di Propaganda Fide (Collegio illirico, poi Chiesa dei Padri oratoriani, poi diventato Palazzo del tribunale); il Collegio della Sapienza Marziale (l'area del collegio è occupata dal nuovo edificio della scuola elementare Sapienza); il Collegio Fontevecchia (ex convento dei domenicani).
L'Università nella storia
Nell'anno 825, Lotario I, con un celebre editto, scelse Fermo come sede di una scuola pubblica, scegliendo la città tra le sole nove in Italia destinate a diventare centro di studi. Non è attestata però l'effettiva apertura di tale scuola.
L'università di Fermo fu istituita nel 1585 da Sisto V ed operò fino al 1826 quando, mancando alla città le risorse sufficienti per mantenerla, venne chiusa con decreto della Congregazione degli Studi.
Essa ebbe docenti illustri, ma soprattutto dottori fermani; il suo bacino d'utenza copriva un'ampia area circostante, e non mancarono scolari originari di località ben distanti, come quelli austriaci di Graz.
L'Università si avvalse della concessione di Sisto V per poter nominare con subcollazione conti palatini e cavalieri della Militia Aurata.
Biblioteche e archivi
Biblioteca civica Romolo Spezioli
Il patrimonio della biblioteca consta di:
- 127 codici manoscritti
- 3.000 manoscritti
- 350.000 volumi ed opuscoli
- 681 incunaboli
- 15.000 edizioni del Cinquecento
La qualità e la quantità del patrimonio librario pongono questa struttura tra le prime venti biblioteche civiche italiane.
Biblioteca del seminario arcivescovile
Ricca di 45.000 volumi.[43]
Altre biblioteche
- Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica “G. B. Pergolesi”
- Biblioteca del Dipartimento di Beni Culturali
- Biblioteca del Liceo Ginnasio “Annibal Caro”
- Biblioteca dell'Archivio di Stato di Fermo
- Biblioteca dell'Archivio Storico Arcivescovile
- Biblioteca dell'Istituto Geografico Polare “Silvio Zavatti”
- Biblioteca dell'Istituto Tecnico Industriale Statale “G. e M. Montani”
- Biblioteca della Facoltà di Ingegneria sede di Fermo
- Biblioteca della Società Dante Alighieri Comitato di Fermo
- Biblioteca della Società Operaia di Mutuo Soccorso
- Biblioteca dello Studio Firmano dall'Antica Università
- Biblioteca Provinciale di Storia Contemporanea
- Biblioteca Ragazzi Villa Vitali (Sezione distaccata della Biblioteca Civica)
- Biblioteca Benedettina del Monastero San Giuliano
- Biblioteca del Centro Comunitario “Gesù Risorto”
- Biblioteca del Convento dei Cappuccini
- Biblioteca del Convento della Madonna della Misericordia
A Fermo è operante, inoltre, il BUC - Biblioteca Università Conservatorio - Machinery, struttura polivalente per chi frequenta le istituzioni culturali della città, con indirizzo essenziale di emeroteca nonché punto di prelievo per la biblioteca Spezioli e di richiesta per il prestito interbibliotecario.
Archivio di Stato
Fermo è sede di Archivio di Stato.
Archivi diocesani
L'archivio storico dell'arcidiocesi conserva i documenti di gran parte delle parrocchie in cui era divisa la città. La direzione dell'archivio cura la pubblicazione semestrale della rivista specialistica Quaderni dell'Archivio Storico Arcivescovile di Fermo.
Scuole
- Il liceo classico "Annibal Caro" è il diretto successore del liceo voluto all'epoca della dominazione napoleonica.
- Il liceo scientifico "Temistocle Calzecchi Onesti" funzionante a Fermo dagli anni quaranta del Novecento.
- L'Istituto tecnico industriale statale "Montani", con annesso convitto, frequentato da studenti provenienti da tutta Italia, è uno dei primi istituiti in Italia, formatore di generazioni di tecnici, ingegneri, militari e imprenditori.
- Istituto d'arte "Umberto Preziotti", nella nuova sede del polo scolastico.
- Istituto professionale di Stato per l'Industria e l'Artigianato "Ostilio Ricci" (nei locali del convento di Santa Marta, ove ha funzionato il Convitto Nazionale intitolato a Giuseppe Sacconi, chiuso negli anni settanta del Novecento).
- Istituto tecnico commerciale, per geometri e per turismo "Giovan Battista Carducci"–"Galileo Galilei", è l'unica scuola superiore ad indirizzo economico del territorio, con più di mille studenti.
- Il Liceo classico "Paolo VI" (1976-2011) fondato dal vescovo emerito Cleto Bellucci fu un Liceo Ginnasio paritario chiuso per mancanza di fondi[44].
Università
Fermo è stata sede fino al 2013 della Facoltà di Beni culturali, facente parte dell'Università degli Studi di Macerata (questo, come aveva riportato la stessa università, era un "segno di riconoscimento per l'importanza storica della città, fra i comuni più grandi e ricchi delle Marche, sede universitaria fino al 1800 e, dal 2009, capoluogo di provincia"[45]).
A Fermo hanno sede i seguenti corsi di laurea che compongono l'offerta formativa dell'Università Politecnica delle Marche:
- Facoltà di Ingegneria:
- Corso di laurea di primo livello triennale in Ingegneria Informatica e dell'automazione (ad esaurimento)
- Corso di laurea di primo livello triennale in Ingegneria Logistica e della produzione
- Corso di laurea specialistica in Ingegneria gestionale
- Facoltà di Medicina e Chirurgia
- Corso di laurea di primo livello triennale in Infermieristica
- I corsi di ingegneria e medicina hanno sede presso l'edificio comunale di via Brunforte, la ex Casa della Missione, realizzata nel Settecento per ospitarvi i missionari della Congregazione della Missione.
Fermo è sede del Conservatorio statale di musica "G. B. Pergolesi", con 39 corsi di studio.
Musei
Oltre ai musei, a Fermo sono visitabili le seguenti strutture:
Pinacoteca civica
La Pinacoteca civica, allestita presso il Palazzo dei Priori, conserva opere di Rubens, Giovanni Lanfranco e Jacobello del Fiore; all'interno della stessa struttura è ospitata la sezione archeologica "Dai Villanoviani ai Piceni".
Gli interni del Palazzo dei Priori comprendono la Sala dei ritratti, la Sala consiliare decorata da Pio Panfili nel 1762, le sale di rappresentanza del Comune e Sala del mappamondo, la parte più antica della biblioteca.
Museo diocesano
Il Museo diocesano, situato accanto al Duomo di Fermo, raccoglie testimonianze artistiche provenienti dell'arcidiocesi di Fermo. La prima sala contiene un messale del XIII secolo, il Messale de Firmonibus miniato nel 1436 da Giovanni di Ugolino da Milano. La sala dell'argenteria contiene due calici di arte gotica, l'ostensorio del cardinale Filippo de Angelis, un tempietto in lapislazzuli. Protagonista delle sale dei paramenti è la casula di San Tommaso Becket. Il museo contiene, inoltre, dipinti del Crivelli e del Pomarancio.
Musei scientifici di Villa Vitali
- Musei scientifici di Villa Vitali
- Museo polare etnografico Silvio Zavatti, unico museo polare artico in Italia
- Museo di scienze naturali Tommaso Salvadori
- La meteorite
- Collezione di macchine fotografiche
- Museo della pipa
Media
Radio TV
A Fermo è operante ininterrottamente dal 2 luglio 1976 l'emittente radiofonica Radio Fermo Uno, di natura commerciale e di ispirazione cattolica con palinsesto generalista, gestita dalla Cooperativa sociale "Romolo Murri". Pochi giorni prima (maggio 1976) alcuni volontari fondando Radio Città Campagna, emittente di natura informativa e di ispirazione politica (comunista), che ha cessato l'attività l'8 giugno 1984 dopo essere arrivata ad avere un pool di oltre duecento collaboratori, aver contribuito ad organizzare a Fermo concerti di Guccini, Bertoli, Finardi e aver attivato a Fermo nel 1982 uno dei primi terminali dell'agenzia ADN Kronos. Nel 1983 nasce Radio Orizzonte, di natura commerciale e generalista, di ispirazione politica di centrosinistra; cessa le trasmissioni pochi anni dopo. Verso la metà degli anni '80 gli agenti commerciali Stefano e Fabio Castori trasferiscono a Fermo Radio Onda, nata qualche anno prima nella vicina Monterubbiano, che cessa le trasmissioni alcuni anni più tardi. I medesimi gestiscono la web radio Radio Italian Cup. Da citare anche l'esperienza artigianale di Radio Idea, gestita da alcuni ragazzi nel doposcuola per breve tempo nella metà degli anni '80. Fermo TV è un'emittente locale che trasmette quotidianamente news e manifestazioni sia della città di Fermo sia del suo territorio provinciale. In precedenza hanno coperto il Fermano anche Tv Marche e TV Centro Marche.
Stampa
A Fermo ci sono redazioni locali con proprie edizioni per i quotidiani Il Resto del Carlino (aperta dal 1998) e Corriere Adriatico (aperta dal 1983). Pagina di cronaca locale nella edizione locale del quotidiano Il Messaggero di Roma che ha avuto in città una redazione dal 1970 al 1981. Negli anni '70 fino ai primi anni '80 aveva in città un piccolo ufficio di corrispondenza anche l'altro quotidiano romano Il Tempo. Sono state aperte anche le redazioni della Gazzetta del Fermano (circuito delle Gazzette di Longarini) dal 1989 al 1993, del Corriere del Fermano (appartenente al Corriere dell'Umbria, Editrice Finegil di Donati) dal 1998 al 2000 e de La Nuova Fermo (appartenente ad un circuito di giornali locali del Gruppo editoriale L'Espresso) per pochi mesi tra il 1998 e il 1999. A Fermo si pubblica il periodico mensile d'attualità locale Corriere News, la pubblicazione annuale Guida per l'informazione sociale e vi è la sede e la redazione della pubblicazione di informazione musicale Music Club. L'8 Maggio 1892 esce il primo numero de La Voce delle Marche, periodico di informazione e cultura della Diocesi di Fermo. La sua pubblicazione continua anche oggi in versione bisettimanale esclusivamente online.
Geografia politica
Frazioni
Camera, Campiglione, Cantagallo, Casabianca, Capodarco, Cartiera di Tenna, Concerie, Contrada Boara, Ete Palazzina, Faleriense, Gabbiano, Girola, Lido di Fermo, Madonnetta d'Ete, Marina Palmense, Moie, Molini Tenna, Montesecco, Montone, Parete, Pompeiana, Ponte Ete Vivo, Sacri Cuori, Salette, Salvano, San Biagio, San Girolamo, San Lorenzo, San Marco, San Michele, Lido San Tommaso, Torre di Palme, Villa San Claudio
Urbanistica
Il capoluogo si sviluppa quasi interamente su un'area collinare, caratterizzata da un piccolo spazio superiore pianeggiante corrispondente all'arce romano. Il centro storico, cinto da mura quattrocentesche, è rimasto identico a quello del Settecento, con alcuni non significativi rifacimenti di singoli strutture; unico intervento urbanistico degno di nota è quello compiuto nella seconda metà dell'Ottocento dall'architetto fermano Giovanni Battista Carducci, consistente nella realizzazione di un tratto di strada di facile accesso per la piazza: via Roma, con la tipica prospettiva sull'edificio ornamentale detto Torretta, e la cosiddetta Strada nuova, sono il risultato di complicate operazioni di esproprio e di incisivi interventi sul tessuto urbanistico dell'area orientale e meridionale della città.
La parte nuova della città si è sviluppata lungo le direttrici delle numerose colline che si dipartono dal centro, in alcuni grandi quartieri fuori dal centro (Viale Trento, Santa Caterina, Cappuccini, Tirassegno, Santa Petronilla) ed esterni (Campiglione), e ha conosciuto una forte crescita demografica, soprattutto nei suoi quartieri marittimi (Lido San Tommaso, in misura minore Marina Palmense), potenziati dalle amministrazioni di centrosinistra che si sono succedute negli anni novanta.
Suddivisioni storiche
Le contrade storiche in cui è diviso il capoluogo sono:
A tali contrade sono da aggiungere:
- Torre di Palme
- la frazione di Capodarco.
Nella suddivisione dell'edizione moderna della Cavalcata dell'Assunta sono state inserite le contrade di Campiglione e Molini-Girola.
Frazioni
- Capodarco, sede di delegazione comunale.
- Torre di Palme (comune autonomo fino al 1877), sede di delegazione comunale.
- Campiglione, frazione riconosciuta solo di recente nello Statuto comunale di Fermo, perché cresciuta demograficamente ed economicamente negli ultimi vent'anni.
Quartieri
- Santa Caterina
- Santa Petronilla
- San Girolamo
- Cappuccini
- Convento dei Frati Cappuccini
- Tirassegno
- Casabianca
- Santo Stefano
- Valloscura
Economia
L'area intorno a Fermo è attiva economicamente in due distretti industriali manifatturieri:
Agricoltura
L'agricoltura è stata la principale fonte di reddito sino agli anni sessanta del Novecento. Molto diffusa la produzione di salumi derivati dalla lavorazione di carne di maiale con la presenza sul territorio di alcuni salumifici.
Industria
Fermo si trova all'interno di un distretto industriale dedicato alla produzione di calzature.
Artigianato
Tra le attività economiche più tradizionali, diffuse e attive vi sono quelle artigianali, come l'arte del merletto rinomata in tutta Italia, oltreché la lavorazione del rame, finalizzata alla realizzazione di una vasta gamma di prodotti, che spazia dal vasellame alle anfore.[48]
Turismo
La vocazione turistica del territorio è stata indirizzata, oltre che sulla ricettività alberghiera, sul campeggio. Nelle aree del territorio di Fermo a sud (Marina Palmense) ed a nord (Lido di Fermo) insiste la maggiore concentrazione, per estensione, di camping di tutte le Marche meridionali. Sulla costa esiste un tratto di pista ciclabile facente parte della realizzanda Ciclovia Adriatica che, una volta completata, andrà a collegare tutte le località della costa adriatica.
Infrastrutture e trasporti
La città è collegata all'autostrada A14 attraverso il casello di Fermo-Porto San Giorgio (prossimità di Santa Maria a Mare) e verso nord con quello di Porto Sant'Elpidio.
Gli scali aerei più vicini sono l'Aeroporto di Ancona-Falconara, l'Aeroporto di Pescara e quelli di Roma.
Fermo è collegata con Roma, in tutte le fasce orarie della giornata, da una pluralità di corse di pullman di linea (durata circa 3 ore e 30 minuti), sul percorso autostradale A24 Teramo-Roma o sulla via Salaria.
Strade
Fermo si trova sul percorso della ex Strada statale 210 ora Strada provinciale 239 Fermana-Faleriense, che da Porto San Giorgio raggiunge gli Appennini ad Amandola.
Il territorio comunale è attraversato dalla Strada statale 16 Adriatica, a nord e sud di Porto San Giorgio, in corrispondenza delle località Marina Palmense a sud, e di Lido di Fermo, Casabianca e Lido San Tommaso a nord.
Un tratto della strada Pedemontana Abruzzo-Marche, detta anche Mezzina, collega la località Campiglione di Fermo con Casette d'Ete e quindi con Civitanova Marche.
Ferrovie
A Porto San Giorgio è presente una stazione ferroviaria denominata Porto San Giorgio-Fermo, posta sulla ferrovia Adriatica.
Sino al 1956 Fermo era servita dalla ferrovia Porto San Giorgio-Amandola, a scartamento ridotto, costruita dalla FAA (Ferrovie Adriatico-Appennino, odierna Sangritana) inaugurata nel 1908 con trazione a vapore, elettrificata nel 1928, cessata per obsolescenza nel 1956 e Fermo aveva la sua stazione ferroviaria. È stata sostituita da filovia nel solo tratto Fermo-Porto S. Giorgio fino al 1977, e da autoservizio nei restanti percorsi.
Mobilità urbana
Sono disponibili linee di trasporto urbano da e per Porto San Giorgio (ogni 20 minuti nelle ore diurne); extraurbano con i centri costieri e interni, Macerata e Ascoli. Collegamenti dedicati al pendolarismo giornaliero degli studenti che, provenendo dai paesi, frequentano gli istituti superiori.
In passato Fermo era collegata a Porto San Giorgio da una linea filoviaria.
Amministrazione
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
1860 | 1861 | Domenico Monti | Presidente municipalità | - | |
1861 | 1863 | Giuseppe Ignazio Trevisani | Sindaco | - | |
1864 | Cesare Morroni | Sindaco | - | ||
1865 | 1875 | Giuseppe Ignazio Trevisani | Sindaco | - | |
1876 | Antonio Perpenti | Sindaco | - | ||
1877 | 1878 | Giuseppe Ignazio Trevisani | Sindaco | - | |
1883 | 1884 | Giambattista Monti | Sindaco | - | |
1886 | 1887 | Augusto Luzi | Sindaco | - | |
1888 | 1895 | Gaetano Falconi | Sindaco | - | |
1944 | Giuseppe Giammarco | Sindaco | - | ||
1944 | 1952 | Nicola Ciccolungo | DC | Sindaco | - |
1953 | 1967 | Mario Agnozzi | DC | Sindaco | - |
1967 | 1972 | Enrico Ermelli Cupelli | PRI | Sindaco | - |
1972 | 1979 | Annio Giostra | PSDI (con PCI, PSI, PRI) | Sindaco | - |
1981 | 1986 | Fabrizio Emiliani | PRI | Sindaco | - |
1986 | 1989 | Francesco De Minicis | Sindaco | - | |
1989 | 1990 | Augusto Enzo Petrelli | Sindaco | - | |
1990 | 1991 | Pasqualino Macchini | DC | Sindaco | - |
1991 | 1993 | Fabrizio Emiliani | PRI (con PCI/PDS, PSI, PSDI) | Sindaco | - |
1993 | febbraio 1993 | Lucio Pisano | Commissario prefettizio | - | |
febbraio 1993 | 27 maggio 2001 | Ettore Fedeli | centrosinistra (PDS-DS) | Sindaco | |
28 maggio 2001 | 15 maggio 2011 | Saturnino Di Ruscio | centro-destra (FI) | Sindaco | |
16 maggio 2011 | 20 febbraio 2015 | Nella Brambatti | centrosinistra (PD) | Sindaco | |
21 febbraio 2015 | 14 giugno 2015 | Vittorio Saladino | Commissario prefettizio | ||
15 giugno 2015 | in carica | Paolo Calcinaro | Lista civica | Sindaco |
Gemellaggi
Fermo è gemellata[49] con:
- Bahía Blanca, dall'8 agosto 1990
- Ansbach, dal 15 giugno 2006
- León, dal 9 maggio 2000
- Berat, dal 9 maggio 2006
Altre informazioni amministrative
È comune capofila e sede dell'Area Vasta 4 di Fermo dell'Azienda sanitaria unica regionale delle Marche.
Sport
Calcio
- La Fermana, ritirata dai campionati e fallita nel 2006, è la squadra cittadina di calcio che ha ottenuto il miglior piazzamento, conquistando la Serie B disputata nel 1999-2000.
La Fermana, dopo la mancata iscrizione nel 2006 nel campionato di Serie C2, è ripartita dal campionato di Prima Categoria e, dopo tre stagioni, è salita al campionato di Eccellenza dopo essere stata prima in Promozione. Adesso sì è fusa con il Montegranaro e ha formato la squadra dell'F.C. Fermana che ha vinto il campionato Serie D conquistando la promozione in Lega Pro. Altre squadre sono la Futura 96 (squadra calcistica della frazione di Capodarco) che gioca nel campionato di Promozione, la Palmense, che gioca in Prima Categoria, Santa Caterina, Fermo (Seconda Categoria), Firmum Azzurra, Tirassegno e Molini (Terza Categoria) quest'ultima squadra della frazione Molini di Tenna. Inoltre la squadra di calcio del Monturano Campiglione calcio che gioca in Promozione è sia della frazione Campiglione che del vicino paese di Monte Urano.
Calcio a 5
- La squadra principale è la Eagles Fermo C5 che gioca in Serie C1 regionale, l'altra squadra è invece il Fermo Calcio a 5 che gioca in Serie C2 (insieme alla squadra del Futsal Campiglione che rappresenta la frazione di Campiglione), ma sono presenti anche altre squadre di Serie D.
Pallavolo
- L'associazione sportiva "Don Celso Pallavolo", nata nel 1992, opera nel settore maschile e femminile, contando circa 200 atleti.
Atletica leggera
- A Fermo, presso la pista comunale di atletica, ha sede la A.S.D. Sport Atletica Fermo, un tempo nota col nome di Società Atletica Fermo, fondata nel 1946.
Basket - Ginnastica
- La Società Victoria opera da diversi anni presso la palestra ex-CONI, ottenendo notevoli risultati nei settori della ginnastica artistica ed attrezzistica e nella pallacanestro.
Rugby
- Amatori Rugby Fermo 1935
Pallanuoto
- Fermo Nuoto e Pallanuoto
Impianti sportivi
- Stadio Bruno Recchioni (9.500 posti),[50] intitolato al fermano Bruno Recchioni, capitano dell'esercito, martire di Cefalonia
- Pista Comunale di atletica leggera
- Palestra ex-CONI
- Piscina comunale
Curiosità
- Il 15 giugno 1986 i cittadini di Fermo e quelli di Porto San Giorgio vennero chiamati ad esprimere il loro Si o No al referendum consultivo per l'unificazione di Fermo e Porto San Giorgio, proposto dal fermano Abramo Mori. I cittadini fermani si espressero per il Si il 70,61% degli elettori, mentre a Porto San Giorgio il 92% si espresse per il No. Prevalsero in totale i No per 871 voti.
- All'inizio della strada che conduce in Piazza del Popolo è stato eretto un monumento dedicato al Generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso a Palermo.
Note
- ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 30 settembre 2018.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ AA.VV. (a cura di L. Polverini), Firmum Picenum, Pisa, 1987
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- Carlo Cipolletti, Fermo. Storia artistica della città del Girfalco, Fermo, Andrea Livi ed., 2017.
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Conservatorio di Fermo, su conservatorio.net.
- I corsi universitari a Fermo, su unifm.it.
- Territorio comunale e frazioni di Fermo (JPG), su brigategialloblu.com.
- Camera di commercio di Fermo, su fm.camcom.it.
- Scheda sul Bosco del Cugnolo dal Sistema Turistico Locale Marca Fermana, su marcafermana.it.
- CAI di Fermo, su caifermo.it.
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