Miguelisti: differenze tra le versioni
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I Miguelisti si opponevano alle idee [[liberalismo|liberali]] che avevano iniziato a circolare nella vita politica portoghese a partire dalla [[Rivoluzione Liberale portoghese|rivoluzione di Oporto]] del [[1820]]. I liberali portoghesi (sia i più radicali “setembristas” che i più moderati “cartistas”) spingevano per la creazione di una monarchia costituzionale ed erano rappresentati dal re [[Pietro I del Brasile|Pietro IV del Portogallo]] che nel [[1826]] aveva lasciato abdicato in favore di sua figlia [[Maria II del Portogallo|Maria II]] per incoronarsi [[Impero del Brasile|imperatore del Brasile]]. |
I Miguelisti si opponevano alle idee [[liberalismo|liberali]] che avevano iniziato a circolare nella vita politica portoghese a partire dalla [[Rivoluzione Liberale portoghese|rivoluzione di Oporto]] del [[1820]]. I liberali portoghesi (sia i più radicali “setembristas” che i più moderati “cartistas”) spingevano per la creazione di una monarchia costituzionale ed erano rappresentati dal re [[Pietro I del Brasile|Pietro IV del Portogallo]] che nel [[1826]] aveva lasciato abdicato in favore di sua figlia [[Maria II del Portogallo|Maria II]] per incoronarsi [[Impero del Brasile|imperatore del Brasile]]. |
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Versione delle 21:51, 8 apr 2019
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Nella storia del Portogallo per Miguelista si intende un sostenitore del re Michele e delle sue idee ultrarealiste ed assolutiste.
I Miguelisti si opponevano alle idee liberali che avevano iniziato a circolare nella vita politica portoghese a partire dalla rivoluzione di Oporto del 1820. I liberali portoghesi (sia i più radicali “setembristas” che i più moderati “cartistas”) spingevano per la creazione di una monarchia costituzionale ed erano rappresentati dal re Pietro IV del Portogallo che nel 1826 aveva lasciato abdicato in favore di sua figlia Maria II per incoronarsi imperatore del Brasile.
Lo scontro tra i miguelisti ed i liberali portò alle cosiddette Guerre Liberali o guerra civile portoghese del 1828-1834[1].
Note
- ^ Josè Hermano Saravia, Storia del Portogallo, Bruno Mondadori, 2004, p. 252.
