OcchioPinocchio: differenze tra le versioni

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Programmato per il [[Natale]] del 1993, a causa di una lunghissima serie di problemi burocratici, economici e produttivi - tra cui anche l'interruzione del sodalizio [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]]-[[Vittorio Cecchi Gori|Cecchi Gori]] - il film è uscito nelle sale cinematografiche con circa un anno di ritardo. Al termine del trailer del 1994, appare la scritta "...E questa volta non è una bugia!" proprio a citare la mancata uscita dell'anno precedente.
Programmato per il [[Natale]] del 1993, a causa di una lunghissima serie di problemi burocratici, economici e produttivi - tra cui anche l'interruzione del sodalizio [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]]-[[Vittorio Cecchi Gori|Cecchi Gori]] - il film è uscito nelle sale cinematografiche con circa un anno di ritardo. Al termine del trailer del 1994, appare la scritta "...E questa volta non è una bugia!" proprio a citare la mancata uscita dell'anno precedente.


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==Note==
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Versione delle 07:16, 1 apr 2019

OcchioPinocchio
Titolo originaleOcchioPinocchio
Paese di produzioneItalia
Anno
Durata132 min
Rapporto1,66:1
Generefantastico, commedia
RegiaFrancesco Nuti
SoggettoUgo Chiti, Francesco Nuti, Giovanni Veronesi
SceneggiaturaUgo Chiti, Francesco Nuti, Giovanni Veronesi
ProduttoreMario Cecchi Gori, Vittorio Cecchi Gori
FotografiaMaurizio Calvesi
Interpreti e personaggi

[[Categoria:Film italiani del 1994]]

OcchioPinocchio è un film del 1994, diretto e interpretato da Francesco Nuti.

Il film è il progetto più ambizioso realizzato dal regista, tuttavia vittima di una produzione travagliata e di un budget spropositato, si rivelerà un enorme flop al botteghino decretando in qualche modo la crisi del suo autore.

Il film si intitola OcchioPinocchio e non Occhio Pinocchio (più comunemente usato).

Trama

Un giovane con cervello di bambino, soprannominato Pinocchio, vive e lavora in un ospizio gestito da un perfido direttore, assistendo gli anziani e seppellendoli una volta morti. Quando il ricchissimo banchiere americano Brando Della Valle, tramite una lettera dell'odiato fratello appena defunto, viene a conoscenza del fatto che molti anni prima ha avuto un figlio (Pinocchio) da una relazione con una cameriera, giunge in Italia per portarlo con sé negli U.S.A., intendendo recuperare il tempo perduto e introdurlo nel suo ambiente.

Tuttavia, l'impatto di Pinocchio (che nel frattempo il padre ha chiamato Leonardo) con la vita lussuosa e il mondo dell'alta finanza, non è dei migliori: disorientato, imbarazzato e scontento per la nuova situazione, viene presto colto dalla nostalgia per la sua vecchia vita e decide pertanto di scappare. Il padre, però, non si arrende e impegna tutte le sue forze per ritrovarlo.

Nel corso della fuga, Pinocchio incontra e si unisce a Lucy Light, una sbandata che sta scappando dalla polizia perché ricercata per omicidio. I due, dopo alcune iniziali incomprensioni, diventano buoni compagni di viaggio e, in breve, tra loro nasce un forte legame. Giunti in prossimità del confine, fanno l'amore aspettando la notte, quando poter attraversare il fiume verso la libertà.

Al risveglio, però, ad attenderli trovano la polizia ed un tragico destino: Lucy viene colpita a morte, mentre Pinocchio in forte stato di choc e giudicato incurabile sarà rinchiuso dal padre in una casa di cura. Tuttavia, il suo stato è solo una finzione fatta per ingannare tutti e allentare così i controlli su di lui. La notte stessa del suo ricovero infatti, chiude nel bagno il guardiano e riesce a scappare. Ma questa volta, anche se da solo, riesce a superare il confine: "Pinocchio non c'è più..."

Produzione

Il budget messo a disposizione da Mario e Vittorio Cecchi Gori fu di ben 13 miliardi di lire: uno sforzo produttivo notevole per un film italiano. Nel luglio '93 la troupe parte alla volta dell'America (precisamente in Texas e in Louisiana) per dare inizio alle riprese.

Nelle intenzioni avrebbe dovuto essere pronto (post-produzione compresa) nel Natale dello stesso anno. Invece a novembre non si sono ancora concluse le riprese. Mario Cecchi Gori muore proprio in quel periodo, facendo ritardare ulteriormente la lavorazione.

Il costo del film aumenta inaspettatamente dai 13 miliardi previsti ai 25-30 finali. Con la Penta Film (produttrice e distributrice del film, controllata da Mario e Vittorio Cecchi Gori e Silvio Berlusconi) i rapporti si incrinano, portando allo smantellamento del set negli studi di Cinecittà nel maggio '94.[1][2] In risposta a ciò, Nuti intraprende un'azione legale nei confronti del produttore per ottenere la ripresa della lavorazione, pena risarcimento danni. Viene trovato un accordo: si procederà al montaggio delle scene girate per poi riprendere le riprese delle restanti nella primavera del '94.[3]

Nuti stesso arriverà a mettere due miliardi di tasca sua per far sì che le riprese si concludano a ottobre '94, dopo ben un anno e mezzo.

Incassi

Programmato per il Natale del 1993, a causa di una lunghissima serie di problemi burocratici, economici e produttivi - tra cui anche l'interruzione del sodalizio Berlusconi-Cecchi Gori - il film è uscito nelle sale cinematografiche con circa un anno di ritardo. Al termine del trailer del 1994, appare la scritta "...E questa volta non è una bugia!" proprio a citare la mancata uscita dell'anno precedente.

La pellicola, costata oltre 20 miliardi di Lire, ne ha incassati appena 4 ($2.453.000)[4]

Note

Collegamenti esterni

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