Carlomanno (figlio di Carlo Martello): differenze tra le versioni

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Versione delle 20:43, 24 mar 2019

San Carlomanno
Frontespizio del Fuldensium Antiquitatum Libri IIII di Christoph Brouwer, rappresentante san Bonifacio a sinistra e Carlomanno a destra
 

Monaco

 
Nascita705 circa
Morte17 agosto 754
Venerato daChiesa cattolica
Canonizzazionevenerato da secoli, non è mai stato canonizzato
Ricorrenza17 agosto

Carlomanno (707 circa – Vienne, 17 agosto 754) fu Maestro di Palazzo del regno franco d'Austrasia dal 741 al 747.

Origine

Era il figlio primogenito del Maggiordomo di palazzo di Austrasia[1] ed in seguito maggiordomo di palazzo di tutti i regni dei Franchi[2], Carlo Martello (che era figlio di Pipino di Herstal o Pipino II maggiordomo di palazzo di tutti i regni dei Franchi[3] e di Alpaïde di Bruyères[4], (ca. 650-† 717), di cui non si conoscono gli ascendenti, ma il Chronicon Sigeberti monachi ci informa che era sorella di un certo Dodone, domestico di Pipino II, che martirizzò il vescovo di Liegi, San Lamberto[5]) e della sua prima moglie, Rotrude di Treviri (695-724) che per molto tempo è stata ritenuta figlia di Willigarda di Baviera e di San Liévin, Liutwin o Leudin (?-†713), arcivescovo di Treviri; ma studi più recenti hanno stabilito che fu la figlia del conte Lambert de Hesbaye (?-†714), antenato dei Robertingi (poi Capetingi); da cui discese anche Ermengarda (778-818), moglie di Ludovico il Pio.

Biografia

Carlo Martello divide il regno dei Franchi tra i due figli maggiori, Carlomanno e Pipino III detto il Breve.

Nel (736), assieme al padre, Carlo Martello, e al fratello, Pipino III detto il Breve, attraversarono la Loira e, combattendo il duca d'Aquitania, Hunaldo, giunsero alla Garonna conquistarono la città di Bordeaux, il castello di Blavia, riuscirono a soggiogare tutta la regione e ad impossessarsene[6]. Concesse però a Hunaldo di governare il ducato in seguito al giuramento di fedeltà fatto a Carlo e ai suoi figli, Carlomanno e Pipino III[7].

Nel 741, il padre Carlo divise il regno in due parti: a Carlomanno il primogenito consegnò l'Austrasia, la Svevia, oggi denominata Alemannia e la Turingia; al secondogenito, Pipino consegnò la Neustria, la Borgogna e la Provenza. In quello stesso anno, Carlo, assalito dalla febbre, morì[8].
Secondo gli Annales Mettenses il padre, Carlo, avrebbe voluto dividere il regno in tre parti, come richiesto dalla seconda moglie Swanachilde, ma seguendo il parere dei Franchi che consideravano il figlio di secondo letto, Grifone, illegittimo, Carlomanno e Pipino rifiutarono[9].

Grifone si ribellò ai fratellastri, per poter avere una parte o addirittura tutto il dominio paterno[10]. Allora Carlomanno e Pipino radunarono l'esercito per catturare Grifone che avuta la notizia fuggì con la madre e si chiuse in Laudunum (l'attuale Laon)[10], dove i fratellastri posero l'assedio[9]. Vedendo che non poteva evadere dall'assedio, Grifone si consegnò ai fratellastri[9]. Venne imprigionato, da Carlomanno, in un castello (Nova Castella) nelle Ardenne, vicino a Liegi[11] dove rimase sino al 747, l'anno in cui il fratellastro Carlomanno si recò a Roma[10].

Carlomanno e Pipino, dopo che il trono dei regni dei Franchi era stato vacante per alcuni anni, decisero, o alla fine del 741[12], o, nel 742[13], di riconoscere come re Childerico III[14] che secondo gli Annales Francorum Ludovici Dufour era parente del predecessore, Teodorico IV[13] (forse fratello o figlio).

Nel 742, Carlomanno e Pipino andarono in Aquitania a combattere Hunaldo, che dopo la morte di Carlo Martello non aveva mantenuto l'impegno di fedeltà ai suoi figli. Radunato l'esercito e passata la Loira ad Aurelianis, l'attuale Orléans[11], giunsero a Beturigas, l'attuale Bourges, che diedero alle fiamme[15]. Proseguendo, sconfissero Hunaldo e lo costrinsero a darsi alla fuga e durante l'inseguimento, conquistarono il castello[16] e la città di Lucas, l'attuale Loches[10], risparmiando gli abitanti[11]. Poi a Vetus-Pictavis (Vieux-Poitiers)[16] i due fratelli si divisero le prede e gli ostaggi[15].
Nell'autunno di quell'anno, passato il Reno, Carlomanno devastò l'Alemannia[16], arrivando sino al Danubio dove gli Alemanni, guidati da Teobaldo, figlio del duca Godfrid[17], vedendosi battuti, si arresero e consegnando ostaggi e offrendo doni chiesero la pace[15].

Nel 743, il duca di Baviera Odilone, che, l'anno prima aveva costretto la sorella di Carlomanno e Pipino, Iltrude, a sposarlo contro la volontà dei fratelli[15] (secondo il Chronicon Sigeberti monachi l'aveva rapita[18]), si ribellò all'autorità dei Franchi[11], costringendo così Carlomanno e Pipino a radunare l'esercito per attaccare la Bavaria[19]. Si accamparono sulle rive del fiume Lech, mentre sulla sponda opposta si erano radunati non solo Bavari ma anche Sassoni, Suebi e Alemanni[11]. Non potendo attraversare il fiume in quel punto, dopo alcuni giorni, Carlomanno, dopo aver diviso in due gruppi l'esercito, lo attraversò di notte, in zone paludose e disabitate, e piombando inaspettatamente sugli avversari[19], li sconfissero[20], mentre Odilone e Teodorico duca dei Sassoni fuggirono oltre il fiume Inn[19], I Franchi fecero molti prigionieri tra cui il messo del papa, Sergio, che convinse i Franchi a ritornare in patria[20].
In quello stesso anno Carlomanno combatté i Sassoni e conquistò il castello di Hoohseoburg[21] (l'attuale Seeburg vicino a Eisleben) e soggiogò Teodorico duca dei Sassoni[19], li sconfisse[22] e li costrinse alla pace[18].

Sempre nel 743, Hunaldo, il duca di Aquitania, attraversò la Loira, conquistò e bruciò Carnotis, l'attuale Chartres[13]. Carlomanno e Pipino, nel 744, memori dell'ingiuria di Hunaldo[23], reagirono, passarono la Loira e posero il campo in Aquitania[22].
Hunaldo vedendo che non poteva resistere ai suoi avversari decise di abdicare[24].

Poi, sempre nel 744, Carlomanno e Pipino intervennero con l'esercito in Sassonia che si era ribellata, e dopo aver catturato il duca Teodorico un'altra volta[24][25], secondo l'anonimo continuatore del cronista Fredegario, dopo aver fatto un gran numero di prigionieri e constatato che erano di stirpe simile agli abitanti del suo regno, Carlomanno li acquisì come sudditi[26] e molti di essi si convertirono alla fede cristiana e chiesero di essere battezzati[24].
Sempre in quell'anno Carlomanno e Pipino intervennero in Baviera[27] e dopo averlo sconfitto Carlomanno fece la pace con Odilone[28].

In quel periodo, tra il 742 ed il 744, Carlomanno fu promotore, sotto l'influsso del futuro[29] arcivescovo di Magonza, san Bonifacio, che era sotto la sua protezione, di una politica di moralizzazione dei costumi dei chierici e di rispetto per i beni della Chiesa e delle sedi vescovili da parte dei laici.

Nel 745, si ribellarono ancora una volta i Vasconi, per cui l'esercito dei Franchi fu radunato sulle sponde della Loira. Spaventati di ciò i Vasconi chiesero la pace[30].
Nel 745, Teobaldo, figlio di Godfrid, duca degli Alemanni si ribellò[24], che fu sconfitto da suo fratello, Pipino[18][23].

Nel 746, riprese la ribellione degli Alemanni[17]; Carlomanno e Pipino li combatterono[23]. Carlomanno si scagliò contro di loro facendone strage[31], soprattutto a Candistat (oggi Canstat quartiere di Stoccarda)[32].

Dopo tante battaglie, Carlomanno confessò a Pipino che voleva lasciare la vita secolare[17] e, nel 747, non mossero l'esercito, ma si prepararono per facilitare la via scelta da Carlomanno[33]; rinunciò al potere, che consegnò nelle mani del fratello Pipino[34], lasciandogli anche la tutela di suo figlio Drogone[34], si recò a Roma con diversi suoi ministri e con molti doni[35], dove incontrò con Papa Zaccaria, si fece tonsurare e divenne monaco[18], ricevendo l'abito monacale da papa Zaccaria[35]. Dapprima si recò sul monte Soratte, in un cenobio da lui stesso fondato[18], in onore di San Silvestro[36]. Poi, su consiglio del papa si recò a Cassino[36], nel monastero di Montecassino, cenobio di San Benedetto e si diede alla vita monastica[35]. Il fratello Pipino il Breve entrò in possesso di tutti i suoi titoli ed i suoi possedimenti[34].
Secondo alcuni storici, suffragati dall'Annalium Petavianorum continuatio, Carlomanno si ritirò in convento per espiare le colpe dei massacri compiuti nelle varie battaglie combattute, specialmente contro gli Alemanni[37](vedi strage di Canstatt del 746). Altri sostengono che il fratello Pipino il Breve, con la complicità del papa, abbia agevolato questa decisione.

Verso il 750, il fratellastro, Remigio, su richiesta di Carlomanno e della Santa Sede, fu incaricato da Pipino II, di recarsi a Saint-Benoît-sur-Loire, nei pressi di Orléans, per richiedere all'abate dell'Abbazia di Fleury la restituzione delle ossa di san Benedetto[38] all'Abbazia di Montecassino[39]

Nel 751 cercò di intervenire, per impedire l'incoronazione del fratello a re dei Franchi, ma il papa riuscì a fermarlo in Provenza e gli impose di rientrare immediatamente a Montecassino.

Nel 753, Carlomanno, per ordine del suo abate, fu inviato in Francia[40], in seguito al viaggio in Francia di papa Stefano II (per ottenere la protezione del re dei Franchi, Pipino contro i soprusi dei Longobardi guidati dal re Astolfo), per una missione di pace[40] consistente nel convincere il fratello, il re Pipino a non invadere l'Italia (secondo gli Annales Mettenses su richiesta del re Astolfo[41]).
Ma, a conclusione della infruttuosa missione, si ammalò e rimase nella città di Vienne, assistito dalla regina Bertrada, per molti giorni e morì in pace, nel 754[42].
Carlomanno fu tumulato a Vienne[43].
In un secondo tempo i suoi resti furono tumulati nell'abbazia di Montecassino.

Discendenza

Carlomanno, dalla moglie di cui si conosce né il nome né gli ascendenti, ebbe più di un figlio:

  • Drogone[34] (? - ca.753), Maestro di Palazzo d'Austrasia, associato al padre; dopo il 747 fu inviato in monastero dallo zio Pipino il Breve.
  • secondo lo storico francese Christian Settipani, esperto di genealogie[44], potrebbe avere avuto altri figli (senza citare le fonti primarie).
    Secondo la genealogia di Carlomanno un secondo figlio avrebbe avuto il nome Bernardo (?- ca. 784), sarebbe stato conte di San Quentin e avrebbe generato una figlia che sarebbe stata la moglie del cugino, Pipino, re d'Italia[45]

Culto

La Chiesa cattolica, pur avendolo escluso dal Martirologio Romano, lo ricorda il 17 agosto.

Note

  1. ^ (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tomus tertius: Annales Francorum Ludovici Dufour , Pag 698
  2. ^ (LA) Fredegarii scholastici chronicum continuatum, Pars secunda, auctore anonymo austraso, CVII
  3. ^ (LA) Annales Marbacenses, pag 4 15-20
  4. ^ (LA) Fredegarii scholastici chronicum continuatum, Pars secunda, auctore anonymo austraso, CIII
  5. ^ (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tomus tertius: Ex Chronico Sigeberti monachi , Pag 345
  6. ^ (LA) Fredegarii scholastici chronicum continuatum, Pars secunda, auctore anonymo austraso, CIX
  7. ^ (LA) Annales Mettenses, pag 28
  8. ^ (LA) Fredegarii scholastici chronicum continuatum, Pars tertia, auctore anonymo austraso, CX
  9. ^ a b c (LA) Annales Mettenses, pag 32
  10. ^ a b c d (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus primus: Einhardi Annales , Pag 135
  11. ^ a b c d e (LA) Annales Mettenses, pag 33
  12. ^ (LA) Cronicon Moissiacensis, Pag 292
  13. ^ a b c (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tomus tertius: Annales Francorum Ludovici Dufour , pag 704
  14. ^ (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tomus tertius: Ex miracolis S. Benedicti , Pag 672
  15. ^ a b c d (LA) Fredegarii scholastici chronicum continuatum, Pars tertia, auctore anonymo austraso, CXI
  16. ^ a b c (LA) Annales Regni Francorum, anno 742
  17. ^ a b c (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tomus tertius: Ex Chronico Hermanni Contracti , Pag 331
  18. ^ a b c d e (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tomus tertius: Ex Chronico Sigeberti monachi , Pag 348
  19. ^ a b c d (LA) Fredegarii scholastici chronicum continuatum, Pars tertia, auctore anonymo austraso, CXII
  20. ^ a b (LA) Annales Mettenses, pag 34
  21. ^ (LA) Annales Regni Francorum, anno 743
  22. ^ a b (LA) Annales Mettenses, pag 35
  23. ^ a b c (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tomus tertius: Annales Francorum Ludovici Dufour , pag 705
  24. ^ a b c d (LA) Annales Mettenses, pag 36
  25. ^ (LA) Annales Regni Francorum, anno 744
  26. ^ (LA) Fredegarii scholastici chronicum continuatum, Pars tertia, auctore anonymo austraso, CXIII
  27. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus primus: Analium Petaviarum continuatio , Pag 11
  28. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus primus: Enhardi fuldensis annales , Pag 345
  29. ^ San Bonifacio fu eletto vescovo di Magonza, nel 745.
  30. ^ (LA) Fredegarii scholastici chronicum continuatum, Pars tertia, auctore anonymo austraso, CXIV
  31. ^ (LA) Fredegarii scholastici chronicum continuatum, Pars tertia, auctore anonymo austraso, CXV
  32. ^ (LA) Annales Mettenses, pag 37
  33. ^ (LA) Annales Regni Francorum, anno 745
  34. ^ a b c d (LA) Fredegarii scholastici chronicum continuatum, Pars tertia, auctore anonymo austraso, CXVI
  35. ^ a b c (LA) Annales Mettenses, pag 38
  36. ^ a b (LA) Annales Regni Francorum, anno 746
  37. ^ (LA) Monumenta Germanica Historica, tomus primus: Annalium Petavianorum continuatio, Pag 11
  38. ^ Le ossa di san Benedetto erano state trasferite dall'Abbazia di Montecassino all'Abbazia di Fleury, circa un secolo prima, quando i Longobardi, minacciavano di saccheggiare l'abbazia.
  39. ^ (LA) Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tomus tertius: Ex miracolis S. Benedicti , Pag 673
  40. ^ a b (LA) Annales Regni Francorum, anno 753
  41. ^ (LA) Annales Mettenses, pag 46
  42. ^ (LA) Annales Regni Francorum, anno 755
  43. ^ (EN) Foundation for Merovingian Nobility : Carloman
  44. ^ Settipani (1993), p. 181
  45. ^ (EN) Genealogia di Carlomanno

Bibliografia

Fonti primarie

Letteratura storiografica

  • Christian Pfister, La Gallia sotto i Franchi merovingi. Vicende storiche, in Storia del mondo medievale - Vol. I, Cambridge, Cambridge University Press, 1978, pp. 688-711.
  • Gerhard Seeliger, Conquiste e incoronazione a imperatore di Carlomagno, in Storia del mondo medievale - Vol. II, Cambridge, Cambridge University Press, 1979, pp. 358-396.

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