Walter Zenga: differenze tra le versioni

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=== Statistiche da allenatore ===
=== Statistiche da allenatore ===
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Walter Zenga
File:Zenga 01-10-1989.jpg
Zenga premiato come miglior portiere dell'anno IFFHS nel 1989
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 188 cm
Peso 84 kg
Calcio
Ruolo Allenatore (ex portiere)
Termine carriera 1999 - giocatore
Carriera
Giovanili
1969-1971Macallesi 1927
1971-1978Inter
Squadre di club1
1978-1979Salernitana3 (-6)
1979-1980Savona23 (-19)
1980-1982Sambenedettese67 (-45)
1982-1994Inter473 (-294)
1994-1996Sampdoria41 (-43)
1996-1997Padova21 (-20)
1997-1999N.E. Revolution47 (-73)
Nazionale
1984-1986Bandiera dell'Italia Italia U-2115 (-15)
1986-1992Bandiera dell'Italia Italia58 (-21)
Carriera da allenatore
1998-1999N.E. Revolution
2000-2001 Brera Calcio
2002-2003Național Bucarest
2003Național BucarestDT[1]
2004-2005Steaua Bucarest
2005-2006Stella Rossa
2006-2007Gaziantepspor
2007Al-Ain
2007Dinamo Bucarest
2008-2009Catania
2009Palermo
2010-2011Al-Nassr
2011-2013Al-Nasr[2]
2013-2014Al-Jazira
2015Sampdoria
2015-2016Al-Shaab
2016Wolverhampton
2017-2018Crotone
2018-2019Venezia
Palmarès
 Mondiali di calcio
Bronzo Italia 1990
 Europei di calcio Under-21
Argento 1986
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
Statistiche aggiornate al 12 ottobre 2018

Walter Zenga (Milano, 28 aprile 1960) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo portiere.

Distintosi come uno dei migliori estremi difensori di sempre,[3][4][5] ha legato il proprio nome all'Inter, con cui ha disputato 473 incontri, vincendo uno scudetto, una Supercoppa italiana e due Coppe UEFA.

In nazionale ha totalizzato 58 presenze, prendendo parte a due campionati del mondo (Messico 1986 e Italia 1990) e a un campionato d'Europa (Germania Ovest 1988). Durante il Mondiale 1990, concluso al terzo posto, ha mantenuto la porta inviolata per 517 minuti consecutivi, record assoluto della competizione.[6] Ha inoltre disputato i Giochi olimpici di Los Angeles 1984 e, da fuoriquota, l'Europeo Under-21 del 1986.

A livello individuale, è stato eletto portiere dell'anno IFFHS per tre volte consecutive (dal 1989 al 1991), classificandosi terzo in altre due occasioni (nel 1987 e nel 1988);[7] la stessa IFFHS lo ha collocato in 20ª posizione nell'elenco dei più forti portieri del XX secolo.[3] Nel 1988 e nel 1990 si è classificato rispettivamente 17º e 12º nella corsa al Pallone d'oro.[8]

Da allenatore ha conquistato, nella stagione 2004-2005, un campionato romeno con la Steaua Bucarest e, nell'annata successiva, un campionato serbo-montenegrino e una coppa di Serbia e Montenegro con la Stella Rossa.

Il 9 marzo 2018, in concomitanza col 110º anniversario della fondazione dell'Inter, è stato inserito nella Hall of Fame del club milanese.[9]

Biografia

Si è sposato tre volte: la prima con Elvira Carfagna, con la quale ha avuto il figlio Jacopo (attaccante con oltre 100 reti all'attivo in serie minori),[10] la seconda con la conduttrice tv Roberta Termali, con cui ha avuto i figli Nicolò e Andrea (portiere con esperienze in Serie D e anche concorrente della prima edizione di Temptation Island VIP),[11] e la terza con la rumena Raluca Rebedea, da cui nel 2009 ha avuto Samira[12] e nel 2012 Walter Jr.[13]

Ha inciso un LP[14] e pubblicato tre libri.[15][16][17]

Dal 1987 al 1990 ha condotto la trasmissione sportiva Forza Italia, su Odeon TV, insieme a Fabio Fazio, Roberta Termali e Cristina Parodi[18] e il programma Disco sport su Radio Deejay con Amadeus.[19] Nel gennaio del 2000 ha partecipato come "postino" alla trasmissione di Maria De Filippi C'è posta per te.[19]

Nel 2008 ha commentato alcune partite della nazionale italiana con Marco Civoli,[20] e ha fatto da seconda voce al fianco di Alberto Rimedio in occasione del campionato d'Europa 2016; nel 2017 è opinionista su Mediaset Premium. Da novembre 2017 ritorna a commentare le partite della nazionale, sempre al fianco sempre di Alberto Rimedio, sostituendo Alberto Zaccheroni.[21]

Caratteristiche tecniche

Giocatore

File:Walter Zenga Inter Napoli 22 febbraio 1990.jpg
Zenga difende la porta nerazzurra nel 1990.

«A Zenga piaceva stare in porta e aspettare l’avversario. [...] Amava il volo: plastico, morbido, a effetto. Era il contrario di Dasaev che si giocava ogni volta con lui il premio di migliore del mondo.»

Portiere di grande carisma e temperamento,[22][23][24] dal carattere acceso,[25][26] Zenga spiccava per l'abilità tra i pali[4][22][25][27] e l'eleganza negli interventi,[23][24][28] doti che gli valsero il soprannome di Deltaplano (coniato da Gianni Brera).[29] Meno brillante nelle uscite alte[4][25][26][27] e nel fronteggiare i calci di rigore,[22][27][30] era comunque in possesso di un repertorio tecnico tra i più completi,[31] oltre che di un'ottima struttura fisica.[22] Nonostante una spiccata vocazione alla platealità – tanto nei gesti tecnici quanto nella direzione della difesa –, non gli faceva difetto la concretezza.[23][24][27] La sua capacità di opporsi anche ai tiri più insidiosi compensava la tendenza a commettere occasionali errori,[27][32] dai quali riusciva comunque a risollevarsi senza incappare in periodi di crisi.[32]

Zenga (a destra) saluta il collega Stefano Tacconi, con cui visse una istrionica rivalità, benché fatta di reciproca stima, che tenne banco tra gli anni 1980 e 1990.[33]

Sebbene le sue caratteristiche mal si sposassero con una più moderna interpretazione del ruolo – non era abilissimo coi piedi,[31][34] né abituato a linee difensive disposte a zona[25] –, riuscì ugualmente ad adeguarsi alle innovazioni introdotte nella stagione 1992-1993, che richiesero ai portieri una maggiore partecipazione alla manovra, mantenendo elevati standard di rendimento e confermandosi tra i migliori estremi difensori del campionato italiano.[35]

Allenatore

Come allenatore, Zenga ha spesso schierato le proprie squadre con una difesa a 4, prediligendo soluzioni variabili a centrocampo e nel reparto avanzato.[36]

Carriera

Giocatore

Club

Inizi

Suo padre Alfonso, che era stato il portiere del Napoli nel 1945-1946, lo porta a giocare al calcio in età molto precoce. Inizia così a giocare a 9 anni[37] nella Macallesi 1927 di Milano con un cartellino riportante l'anno di nascita falsificato (1959) per poter giocare nei campionati agonistici[38] quali quelli della categoria Pulcini. A undici anni, nel 1971, viene inserito da Italo Galbiati tra i pulcini dell'Inter[39] e a 18 anni viene ceduto in prestito alla Salernitana in Serie C1, squadra presso la quale ha poca fortuna anche a causa di un errore contro il Campobasso.[27] Durante un altro incontro, dopo aver subito due gol discutibili, abbandona il campo in lacrime e, nonostante l'incitamento dei tifosi, decide di lasciare la squadra.[40]

Dopo aver militato nel Savona in Serie C2, nel 1980 passa alla Sambenedettese in C1, contribuendo alla promozione in Serie B da parte della squadra marchigiana dopo il secondo posto nel campionato 1980-1981. La stagione successiva rimane a San Benedetto del Tronto rendendosi protagonista nella serie cadetta.

Inter
Zenga all'Inter assieme al compagno di squadra Matthäus nella stagione 1988-1989

Ritorna all'Inter nella stagione stagione 1982-1983, a 22 anni. In questa sua prima stagione è il secondo portiere dietro il veterano Ivano Bordon, alla sua ultima stagione all'Inter. Zenga si fa comunque apprezzare disputando cinque gare di Coppa Italia. A partire dalla stagione successiva diventa titolare, esordendo in Serie A in Inter-Sampdoria (1-2).

Ottiene i primi successi nel 1989, anno in cui l'Inter, guidata da Giovanni Trapattoni, conquista lo scudetto dei record (con Zenga autore di un campionato di alto profilo)[41] e la Supercoppa italiana. Sempre con Trapattoni allenatore, l'Inter vincerà, nel 1991, la prima Coppa UEFA della sua storia.

Zenga, nell'occasione capitano nerazzurro, s'intrattiene con lo juventino Baggio prima del derby d'Italia del 28 novembre 1993.

L'ultima partita di Zenga con la maglia nerazzurra è la vittoriosa finale della Coppa UEFA 1993-1994 contro il Salisburgo, in cui il portiere offre una prestazione determinante per il risultato e conquista per la seconda volta il trofeo continentale.[27]

Sampdoria, Padova, N.E. Revolution

Il 22 luglio 1994 passa alla Sampdoria, nella trattativa che portò Gianluca Pagliuca all'Inter.[42][43] Dopo una prima stagione da titolare, ottiene solo 7 presenze nella stagione successiva, a causa di infortuni e scelte tecniche. Non rientrando più nei piani della società blucerchiata il 12 maggio 1996 si svincola.[44] Durante l'estate, a 36 anni, firma con il Padova in Serie B, con il quale ottiene 21 presenze in campionato.[45]

Il 5 marzo 1997 si trasferisce negli Stati Uniti ai New England Revolution, che militano nella Major League Soccer (MLS).[46][47] Con gli americani totalizza 22 presenze, saltando dieci partite per un'artroscopia al ginocchio sinistro. Il 16 gennaio 1998 si ritira dal calcio.[48] Il 25 agosto venne nominato giocatore/allenatore dei New England Revolution. Il primo anno non disputa nessuna partita, il secondo anno disputa 25 partite fino al suo esonero che avviene il 2 ottobre 1999.

Nazionale

Zenga abbraccia Bergomi, compagno all'Inter e in nazionale, dopo l'amichevole del 1986 contro la Grecia.

Già convocato per i Giochi olimpici di Los Angeles 1984[49] e titolare (da fuoriquota)[50] della selezione Under-21 che si classifica seconda all'Europeo 1986, viene poi chiamato nella nazionale maggiore da Enzo Bearzot, prendendo parte al campionato del mondo 1986 come terzo portiere, dietro Giovanni Galli e Franco Tancredi. Esordisce l'8 ottobre dello stesso anno, a 26 anni, nella partita amichevole Italia-Grecia (2-0) disputata a Bologna, prima partita agli ordini del nuovo commissario tecnico Azeglio Vicini.

Durante la gestione di Vicini, Zenga diventa titolare e partecipa al campionato d'Europa 1988 e al campionato del mondo 1990. Nel corso del torneo disputatosi in Italia, rimane imbattuto per 517 minuti di fila, record assoluto dei Mondiali.[6][51] L'inviolabilità della sua porta si interrompe nella semifinale contro l'Argentina, in cui Zenga, a seguito di un errore in uscita, subisce una rete su colpo di testa di Claudio Caniggia.[27] La partita termina 1-1 e si decide ai tiri di rigore: le parate di Sergio Goycochea sui tentativi di Roberto Donadoni e Aldo Serena sanciscono l'eliminazione dell'Italia, che disputa quindi la finale per il 3º posto, dalla quale esce vittoriosa sconfiggendo l'Inghilterra per 2-1.

File:Zenga Caniggia Ferri - Italia Argentina 1990.JPG
L'uscita di Zenga nel corso della semifinale del campionato del mondo 1990 che portò al gol di Caniggia.

Sul finire del 1991, dopo la mancata qualificazione al successivo Europeo, la panchina azzurra viene affidata ad Arrigo Sacchi: Zenga, confermato titolare ma poco avvezzo agli schemi del nuovo CT,[25] è subito insidiato dagli emergenti Luca Marchegiani e Gianluca Pagliuca,[52] che nel giro di un anno scavalcano il più anziano collega, sancendo la fine della sua carriera in nazionale.[53] Dopo la sua estromissione dal giro azzurro, in risposta alle domande dei giornalisti, Zenga canticchierà ironicamente il brano degli 883 Hanno ucciso l'Uomo Ragno,[53] venendo ribattezzato da lì in avanti come l'omonimo personaggio dei fumetti.[54]

In nazionale conta 58 presenze, terzo portiere per numero di apparizioni dopo Gianluigi Buffon e Dino Zoff.[55]

Allenatore

Gli inizi e la lunga esperienza all'estero

Il 16 gennaio 1998 ritirandosi dall'attività agonistica divenne osservatore del suo ultimo club i New England Revolution.[56] Il 25 agosto fu nominato giocatore-allenatore;[57] il 2 ottobre 1999 venne esonerato.[58]

Il 31 ottobre 2000 tornò in Europa venendo nominato allenatore del Brera, in Serie D;[59] il 18 gennaio 2001 si dimise.[60] Il 1º luglio 2002 è allenatore del Naţional Bucarest,[61] portando la squadra all'8º posto e alla finale della coppa nazionale. Il 10 settembre 2003 viene nominato direttore tecnico.[62] Il 5 dicembre rassegna le dimissioni.[63][64] Il 29 luglio 2004 viene nominato tecnico della Steaua Bucarest,[65] vincendo il titolo. Il 19 maggio 2005 viene esonerato.[66]

Il 21 luglio 2005 diventa allenatore della Stella Rossa,[67] con la quale conquista il campionato serbo-montenegrino, vincendo per la prima volta nel calcio serbo tutte le partite casalinghe. Conquista anche la coppa nazionale. Il 17 maggio 2006 si dimette dall'incarico.[68]

Il 14 giugno, si trasferisce in Turchia per allenare il Gaziantepspor.[69] Ha dichiarato che ha lasciato la Stella Rossa perché la squadra turca gli offriva molti soldi e che però non lo rifarebbe.[70] Qui disputa tutto il girone d'andata raggiungendo il dodicesimo posto in classifica con 5 vittorie, 5 pareggi e 7 sconfitte. Il 3 gennaio 2007 decide di recedere dal contratto con la società turca pagando una penale e trasferirsi in Medio oriente, precisamente negli Emirati Arabi Uniti.[71][72] Il 5 gennaio prende la panchina dell'Al-Ain,[73] una delle più importanti squadre della penisola arabica. Con la squadra araba giunge alla finale della Coppa del Presidente.

Il 5 settembre firma un contratto come allenatore della Dinamo Bucarest,[74] che prima del suo arrivo aveva totalizzato solo 7 punti in 5 partite. All'esordio sulla panchina dei campioni di Romania vince 5-2 in trasferta contro il Politehnica Iași. Il 25 novembre rassegna le dimissioni.[75]

L'approdo in Serie A

Catania

Il 1º aprile 2008 subentra a Silvio Baldini sulla panchina del Catania. Il debutto in Serie A come allenatore del Catania avviene il 6 aprile vincendo contro il Napoli per 3-0. La settimana successiva perde il derby con il Palermo fuori casa per 1-0. Il 7 maggio esce dalla semifinale di Coppa Italia con la Roma con il risultato di 1-1 dopo che all'andata gli etnei avevano perso per 1-0. Il 18 maggio, pareggiando ancora con la Roma a Catania per 1-1 e grazie ai risultati di Parma-Inter (0-2) ed Empoli-Livorno (2-1), ottiene la salvezza in Serie A per i siciliani avendo collezionato 8 punti in 7 partite (2 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte).

Nel campionato 2008-2009 è ancora allenatore della squadra etnea centrando nelle prime cinque partite tre vittorie, un pareggio contro la Juventus e una sconfitta contro l'Inter arrivando anche a toccare il primo posto in classifica per qualche ora alla 7ª giornata con 14 punti. Il 19 ottobre vince il derby con il Palermo per 2-0. Terminato il girone d'andata all'undicesimo posto con 25 punti e a +10 dalla zona retrocessione, nel girone di ritorno, dopo aver inizialmente attraversato il momento peggiore del campionato (2 punti in 6 partite tra gennaio e febbraio ed eliminazione in Coppa Italia ad opera della Juventus), il Catania si allontana definitivamente dalla zona retrocessione con due vittorie consecutive contro Reggina e Palermo, con quest'ultima che, conseguita al Barbera di Palermo con il risultato storico di 0-4, permise al Catania di ritrovare la vittoria in trasferta dopo 33 turni e stabilire il record di gol di scarto realizzati in una partita fuori casa. La salvezza matematica arriva alla 35ª giornata con tre turni d'anticipo, nonostante la sconfitta casalinga contro la Fiorentina. La domenica successiva, battendo il Napoli in casa per 3-1, il Catania ottiene l'allora record di punti conquistati in Serie A (43). A termine di questa gara Zenga annuncia l'addio alla società etnea.

Palermo

Il 5 giugno 2009 subentra all'esonerato Davide Ballardini alla guida del Palermo di Maurizio Zamparini.[76] Esordisce sulla panchina rosanero il 15 agosto nel Terzo turno di Coppa Italia contro la SPAL (4-2). La sua avventura a Palermo dura cinque mesi: il 23 novembre 2009 viene sollevato dall'incarico in seguito a risultati poco positivi (17 punti in 13 giornate);[77][78] il suo sostituto è Delio Rossi.[79]

Tra i risultati positivi della sua gestione ci sono le vittorie contro Napoli (2-1) alla prima giornata, Juventus (2-0) alla settima e l'unica esterna all'ottava contro il Livorno (2-1). Nella trasferta a San Siro contro l'Inter persa per 5-3, sotto di quattro reti dopo il primo tempo, la squadra segna tre reti in dodici minuti nel secondo. Dalla 5ª alla 9ª la squadra resta imbattuta (due pareggi seguiti da tre vittorie), mentre dalla 10ª al derby la squadra non vince alcuna partita e ottiene due soli punti. Durante la sua esperienza palermitana ottiene il nomignolo di Coach Z.[12][80][81] Zenga rescinde il contratto con la società rosanero il 12 gennaio 2010.[82]

Esperienze in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi

Al-Nassr

L'11 maggio 2010 firma un contratto con gli arabi dell'Al-Nassr di Riad, tornando ad allenare nel Golfo dopo l'esperienza del 2007 alla guida dell'Al-Ain.[83][84] Il 24 dicembre viene esonerato,[85] affermando in seguito di non aver ricevuto per sei mesi lo stipendio pattuito.[86]

Al-Nasr
Zenga nel 2011

Il 24 gennaio 2011 si accorda con l'Al-Nassr di Dubai.[87] Porta la squadra al 3º posto finale in campionato, piazzandosi dietro al Baniyas e ai campioni dell'Al-Jazira e qualificandosi alla AFC Champions League.

Il 17 dicembre 2011 esce nel 2º girone della Coppa del Presidente degli Emirati Arabi Uniti e il 1º marzo 2012, nonostante la vittoria per 2-0 contro lo Sharjah, abbandona ai gironi anche l'Emirates Cup. Il 7 marzo debutta in Champions League (prima apparizione assoluta anche per il club) nella prima partita della fase a gironi perde per 1-0 in trasferta contro gli iraniani del Sepahan; termina il girone all'ultimo posto con 6 punti non passando il turno. In campionato si piazza questa volta al 2º posto con 41 punti dietro all'Al-Ain (55 punti).

Nella stagione 2012-2013 viene eliminato agli ottavi nella Coppa del Presidente. A fine stagione la squadra ottiene il 6º posto in campionato e il 1º giugno 2013 viene esonerato nonostante un altro anno di contratto.[88][89]

Al-Jazira

Il 26 ottobre 2013 diventa il tecnico dell'Al-Jazira, altra società degli Emirati Arabi.[90] Chiude il campionato al 3º posto, perde la finale di Emirates Cup contro l'Al-Ahli e nella Champions asiatica si ferma agli ottavi. Il 15 maggio 2014, dopo sette mesi, risolve il contratto con il club.[91]

Sampdoria e ancora all'estero

Zenga alla guida del Wolverhampton nel 2016.

L'11 giugno 2015 Zenga ritorna alla Sampdoria da allenatore sostituendo Siniša Mihajlović, a distanza di 6 anni dall'ultima esperienza italiana.[92] Fa il suo esordio nella gara di andata del terzo turno preliminare in Europa League perdendo 4-0 contro il Vojvodina: per il club blucerchiato si tratta della «peggior sconfitta interna nella storia delle competizioni UEFA».[93] Il 2-0 al ritorno non è sufficiente a ribaltare la situazione, con i doriani subito eliminati. Il 10 novembre seguente, dopo la sconfitta casalinga per 0-2 contro la Fiorentina, viene esonerato.[94] In 12 partite ha messo insieme 4 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte. Il 26 novembre recede dal contratto con la società ligure[95].

Terminata l'esperienza alla Sampdoria, Zenga firma un contratto di 6 mesi da un milione di dollari con la squadra emiratina dell'Al-Shaab, ultima nell'UAE Arabian Gulf League. Il 30 novembre all'esordio perde contro l'Al-Shabab per 1-3.[96] Il 21 febbraio 2016 rescinde consensualmente il contratto con la squadra sempre ultima in classifica avendo collezionato 1 vittoria, 1 pareggio e 9 sconfitte.[97]

Il 30 luglio dello stesso anno firma un contratto con il Wolverhampton, club della seconda divisione inglese.[98] Il 6 agosto al debutto pareggia per 2-2 con il Rotherham Utd. Il 25 ottobre seguente viene però esonerato con la squadra al 18º posto in classifica con 16 punti (4 vittorie, 4 pareggi e 6 sconfitte).[99]

Ritorno in Italia

L'8 dicembre 2017 firma un contratto con il Crotone, ritornando così ad allenare in Serie A dopo 2 anni.[100] Dopo la sconfitta all'esordio con il Sassuolo (2-1),[101] il 17 dicembre vince la sua prima partita contro il Chievo per 1-0.[102] Il 23 maggio 2018 dopo la retrocessione in Serie B della squadra calabrese annuncia le dimissioni.[103]

Il 12 ottobre dello stesso anno viene nominato allenatore del Venezia, in sostituzione di Stefano Vecchi;[104] nella sua prima esperienza in Serie B il suo vice è Benny Carbone come in Calabria.[105] Al debutto pareggia per 1-1 con il Verona e, dopo un altro pareggio per 1-1 contro il Palermo, il 30 ottobre arriva la prima vittoria in trasferta per 0-1 contro la Cremonese.

Statistiche

Presenze e reti nei club

Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Coppe continentali Altre coppe Totale
Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Pres Reti
1978-1979 Bandiera dell'Italia Salernitana C1 3 -6 CI-S ? ? - - - - - - 3+ -6 +
1979-1980 Bandiera dell'Italia Savona C2 23 -19 CI-S ? ? - - - - - - 23+ -19 +
1980-1981 Bandiera dell'Italia Sambenedettese C1 33 -19 CI-S ? ? - - - - - - 33+ -19 +
1981-1982 B 34 -26 CI 4 -5 - - - - - - 38 -31
Totale Sambenedettese 67 -45 4+ -5 + - - - - 71+ -50 +
1982-1983 Bandiera dell'Italia Inter A 0 0 CI 5 -5 CdC 0 0 - - - 5 -5
1983-1984 A 30 -23 CI 5 -6 CU 6 -7 - - - 41 -36
1984-1985 A 25 -23 CI 10 -8 CU 8 -8 - - - 43 -39
1985-1986 A 30 -33 CI 4 -4 CU 10 -11 TE 0 -0 44 -48
1986-1987 A 29 -16 CI 9 -7 CU 8 -4 - - - 46 -27
1987-1988 A 26 -31 CI 11 -8 CU 6 -4 - - - 43 -43
1988-1989 A 33 -19 CI 5 -7 CU 5 -5 - - - 43 -31
1989-1990 A 31 -26 CI 4 -3 CC 2 -2 SI 1 0 38 -31
1990-1991 A 32 -27 CI 4 -3 CU 12 -7 - - - 48 -37
1991-1992 A 31 -27 CI 6 -8 CU 2 -2 - - - 39 -37
1992-1993 A 29 -26 CI 5 -8 - - - - - - 34 -34
1993-1994 A 32 -43 CI 5 -5 CU 12 -10 - - - 49 -58
Totale Inter 328 -294 73 -72 71 -60 1 0 473 -426
1994-1995 Bandiera dell'Italia Sampdoria A 34 -37 CI 4 -6 CdC 8 -12 SI 1 -1 47 -56
1995-1996 A 7 -6 CI 0 0 - - - - - - 7 -6
Totale Sampdoria 41 -43 4 -6 8 -12 1 -1 54 -62
1996-1997 Bandiera dell'Italia Padova B 21 -20 CI 1 -1 - - - - - - 22 -21
1997 Bandiera degli Stati Uniti N.E. Revolution MLS 22 -28 - - - - - - - - - 22 -28
1998 MLS 0 0 - - - - - - - - - 0 0
1999 MLS 25 -45 - - - - - - - - - 25 -45
Totale New England Revolution 47 -73 - - - - - - 47 -73
Totale carriera 530 -500 82+ -84 + 79 -72 2 -1 693+ -657 +

Cronologia presenze e reti in nazionale

Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Italia
Data Città In casa Risultato Ospiti Competizione Reti Note
8-10-1986 Bologna Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera della Grecia Grecia Amichevole -
15-11-1986 Milano Italia Bandiera dell'Italia 3 – 2 Bandiera della Svizzera Svizzera Qual. Euro 1988 -2
6-12-1986 La Valletta Malta Bandiera di Malta 0 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1988 -
24-1-1987 Bergamo Italia Bandiera dell'Italia 5 – 0 Bandiera di Malta Malta Qual. Euro 1988 -
14-2-1987 Lisbona Portogallo Bandiera del Portogallo 0 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1988 -
18-4-1987 Colonia Germania Ovest Bandiera della Germania Ovest 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
28-5-1987 Oslo Norvegia Bandiera della Norvegia 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
3-6-1987 Stoccolma Svezia Bandiera della Svezia 1 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1988 -1
10-6-1987 Zurigo Italia Bandiera dell'Italia 3 – 1 Bandiera dell'Argentina Argentina Amichevole -
23-9-1987 Pisa Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera della Jugoslavia Jugoslavia Amichevole -
17-10-1987 Berna Svizzera Bandiera della Svizzera 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1988 -
14-11-1987 Napoli Italia Bandiera dell'Italia 2 – 1 Bandiera della Svezia Svezia Qual. Euro 1988 -1
5-12-1987 Milano Italia Bandiera dell'Italia 3 – 0 Bandiera del Portogallo Portogallo Qual. Euro 1988 -
20-2-1988 Bari Italia Bandiera dell'Italia 4 – 1 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Amichevole -1
31-3-1988 Spalato Jugoslavia Bandiera della Jugoslavia 1 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -1
27-4-1988 Lussemburgo Lussemburgo Bandiera del Lussemburgo 0 – 3 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
4-6-1988 Brescia Italia Bandiera dell'Italia 0 – 1 Bandiera del Galles Galles Amichevole -1
10-6-1988 Düsseldorf Germania Ovest Bandiera della Germania Ovest 1 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Euro 1988 - 1º turno -1
14-6-1988 Francoforte Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera della Spagna Spagna Euro 1988 - 1º turno -
17-6-1988 Colonia Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera della Danimarca Danimarca Euro 1988 - 1º turno -
22-6-1988 Stoccarda Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica 2 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Euro 1988 - Semifinale -2
19-10-1988 Pescara Italia Bandiera dell'Italia 2 – 1 Bandiera della Norvegia Norvegia Amichevole -1
22-12-1988 Perugia Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera della Scozia Scozia Amichevole -
22-2-1989 Pisa Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera della Danimarca Danimarca Amichevole -
25-3-1989 Vienna Austria Bandiera dell'Austria 0 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
29-3-1989 Sibiu Romania Bandiera della Romania 1 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -1
22-4-1989 Verona Italia Bandiera dell'Italia 1 – 1 Bandiera dell'Uruguay Uruguay Amichevole -
26-4-1989 Taranto Italia Bandiera dell'Italia 4 – 0 Bandiera dell'Ungheria Ungheria Amichevole -
20-9-1989 Cesena Italia Bandiera dell'Italia 4 – 0 Bandiera della Bulgaria Bulgaria Amichevole -
14-10-1989 Bologna Italia Bandiera dell'Italia 0 – 1 Bandiera del Brasile Brasile Amichevole -1
11-11-1989 Vicenza Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera dell'Algeria Algeria Amichevole -
15-11-1989 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
21-12-1989 Cagliari Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 Bandiera dell'Argentina Argentina Amichevole -
21-2-1990 Rotterdam Paesi Bassi Bandiera dei Paesi Bassi 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
31-3-1990 Basilea Svizzera Bandiera della Svizzera 0 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
9-6-1990 Roma Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera dell'Austria Austria Mondiali 1990 - 1º turno -
14-6-1990 Roma Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti Mondiali 1990 - 1º turno -
19-6-1990 Roma Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera della Cecoslovacchia Cecoslovacchia Mondiali 1990 - 1º turno -
25-6-1990 Roma Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera dell'Uruguay Uruguay Mondiali 1990 - Ottavi di finale -
30-6-1990 Roma Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera dell'Irlanda Irlanda Mondiali 1990 - Quarti di finale -
3-7-1990 Napoli Argentina Bandiera dell'Argentina 1 – 1 dts
(4-3 dtr)
Bandiera dell'Italia Italia Mondiali 1990 - Semifinale -1
7-7-1990 Bari Italia Bandiera dell'Italia 2 – 1 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Mondiali 1990 - 3º-4º posto -1 3º posto
26-9-1990 Palermo Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi Amichevole -
17-10-1990 Budapest Ungheria Bandiera dell'Ungheria 1 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1992 -1
3-11-1990 Roma Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Qual. Euro 1992 -
22-12-1990 Limassol Cipro Bandiera di Cipro 0 – 4 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1992 -
13-2-1991 Terni Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 Bandiera del Belgio Belgio Amichevole -
1-5-1991 Salerno Italia Bandiera dell'Italia 3 – 1 Bandiera dell'Ungheria Ungheria Qual. Euro 1992 -1
5-6-1991 Oslo Norvegia Bandiera della Norvegia 2 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1992 -2
12-6-1991 Malmö Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 dts Bandiera della Danimarca Danimarca Torneo Scania 100 -
16-6-1991 Stoccolma Italia Bandiera dell'Italia 1 – 1 dts
(3-2 dtr)
Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica Torneo Scania 100 -1 Uscita al 46’ 46’
25-9-1991 Sofia Bulgaria Bandiera della Bulgaria 2 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -1 Uscita al 46’ 46’
12-10-1991 Mosca Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1992 -
21-12-1991 Foggia Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera di Cipro Cipro Qual. Euro 1992 -
19-2-1992 Cesena Italia Bandiera dell'Italia 4 – 0 Bandiera di San Marino San Marino Amichevole - Uscita al 46’ 46’
25-3-1992 Torino Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera della Germania Germania Amichevole -
31-5-1992 New Haven Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 Bandiera del Portogallo Portogallo USA Cup 1992 -
4-6-1992 Boston Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera dell'Irlanda Irlanda USA Cup 1992 -
Totale Presenze (35º posto) 58 Reti -21

Record

  • Portiere con la più lunga striscia di imbattibilità nella storia dei Mondiali: 517 minuti.[6] Zenga è anche l’unico portiere rimasto imbattuto in cinque incontri consecutivi di un Mondiale di calcio.
  • Portiere con più presenze nella storia dell'Inter: 473.[24]

Statistiche da allenatore

Statistiche aggiornate al 5 marzo 2019. In grassetto le competizioni vinte.

Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Coppe continentali Altre coppe Totale % Vittorie Piazzamento
Comp G V N P Comp G V N P Comp G V N P Comp G V N P G V N P %
1998 Bandiera degli Stati Uniti New England Revolution MLS 6 2 0 4 - - - - - - - - - - - - - - - 6 2 0 4 33,33
1999 MLS 20 8 4 8 - - - - - - - - - - - - - - - 20 8 4 8 40,00
Totale NE Revolution 26 10 4 12 - - - - 26 10 4 12 38,46
ott. 2000-gen. 2001 Bandiera dell'Italia Brera D 3 2 0 1 - - - - - - - - - - - - - - - 3 2 0 1 66,67 Sub., Dim.
2002-2003 Bandiera della Romania Național Bucarest DA 30 12 7 11 CR 7 5 0 2 CU 6 2 1 3 - - - - - 43 19 8 16 44,19
lug.-set. 2003 DA 4 1 0 3 - - - - - - - - - - - - - - - 4 1 0 3 25,00 Dimesso
Totale Național Bucarest 34 13 7 14 - - - - 47 20 8 19 42,55
2004-2005 Bandiera della Romania Steaua Bucarest DA 30 19 6 5 CR 1 0 0 1 CU 12 5 2 5 - - - - - 49 24 8 11 48,98
2005-2006 Bandiera della Serbia Stella Rossa SLs 30 25 3 2 CS 5 5 0 0 CU 8 3 3 2 - - - - - 43 33 6 4 76,74
lug.-nov. 2006 Bandiera della Turchia Gaziantepspor SL 17 5 5 7 TK 4 3 0 1 - - - - - - - - - - 21 8 5 8 38,10 Eson.
gen.-giu. 2007 Bandiera degli Emirati Arabi Uniti Al-Ain UAE 13 6 4 3 CEA 4 3 0 1 ACL 6 1 3 2 - - - - - 23 10 7 6 43,48 Sub., 9º
ago.-nov. 2007 Bandiera della Romania Dinamo Bucarest LI 11 5 4 2 CR 1 1 0 0 CU 2 1 0 1 - - - - - 14 7 4 3 50,00 Sub., Dim.
apr.-giu. 2008 Bandiera dell'Italia Catania A 7 2 2 3 CI 2 0 1 1 - - - - - - - - - - 9 2 3 4 22,22 Sub., 17º
2008-2009 A 38 12 7 19 CI 3 2 0 1 - - - - - - - - - - 41 14 7 20 34,15 15º
Totale Catania 45 14 9 22 5 2 1 2 50 16 10 24 32,00
lug.-nov. 2009 Bandiera dell'Italia Palermo A 13 4 5 4 CI 1 1 0 0 - - - - - - - - - - 14 5 5 4 35,71 Sub., Eson.
ott.-dic. 2010 Bandiera dell'Arabia Saudita Al-Nassr SPL 16 7 8 1 - - - - - - - - - - - - - - - 16 7 8 1 43,75 Eson.
gen.-giu. 2011 Bandiera degli Emirati Arabi Uniti Al-Nassr UAE 11 5 4 2 CEA+EC 1 0 0 1 - - - - - - - - - - 12 5 4 3 41,67
2011-2012 UAE 22 11 8 3 CEA+EC 1+10 0+3 0+3 1+4 ACL 6 2 0 4 - - - - - 39 16 11 12 41,03
2012-2013 UAE 26 11 6 9 CEA+EC 1+8 0+2 0+3 1+3 ACL 7 1 1 5 - - - - - 42 14 10 18 33,33
Totale Al-Nasr 59 27 18 14 21 5 6 11 13 3 1 9 93 35 25 33 37,63
ott. 2013-2014 Bandiera degli Emirati Arabi Uniti Al-Jazira UAE 21 8 7 6 CEA+EC 0+5 0+2 0+1 0+2 ACL 8 3 1 4 - - - - - 34 13 9 12 38,24
lug.-nov. 2015 Bandiera dell'Italia Sampdoria A 12 4 4 4 - - - - - UEL 2 1 0 1 - - - - - 14 5 4 5 35,71 Res. cons.
dic. 2015-feb. 2016 Bandiera degli Emirati Arabi Uniti Al Shabab UAE 11 1 1 9 CEA+EC 0+1 0+1 0+0 0+0 - - - - - - - - - - 12 2 1 9 16,67 Sub., Resc. cons.
ago.-ott. 2016 Bandiera dell'Inghilterra Wolverhampton FLC 14 4 4 6 FACup+FLC 0+3 0+2 0+0 0+1 - - - - - - - - - - 17 6 4 7 35,29 Sub., Eson.
dic. 2017-2018 Bandiera dell'Italia Crotone A 23 6 5 12 - - - - - - - - - - - - - - - 23 6 5 12 26,09 Sub., 18º (retr.)
ott. 2018-2019 Bandiera dell'Italia Venezia B 19 5 7 7 - - - - - - - - - - - - - - - 19 5 7 7 26,32 Sub., esonerato
Totale carriera 397 165 101 131 58 30 8 20 57 19 11 27 512 214 120 178 41,80

Palmarès

Zenga festeggia assieme ad Aldo Serena la vittoria dello scudetto dei record

Giocatore

Club

Competizioni nazionali
Sambenedettese: 1980-1981
Inter: 1988-1989
Inter: 1989
Competizioni internazionali
Inter: 1990-1991, 1993-1994

Individuale

1986-1987
1989, 1990, 1991

Allenatore

Competizioni nazionali

Steaua Bucarest: 2004-2005
Stella Rossa Belgrado: 2005-2006
Stella Rossa Belgrado: 2005-2006

Onorificenze

Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria

Note

  1. ^ Come direttore tecnico insieme all'allenatore Cosmin Olăroiu.
  2. ^ Dal 21 gennaio 2013 al fianco del direttore tecnico Sven-Göran Eriksson.
  3. ^ a b (EN) Karel Stokkermans, World - Keeper of the Century, su IFFHS' Century Elections, rsssf.com, 30 gennaio 2000.
  4. ^ a b c Fabio Monti, ZENGA, Walter, in Enciclopedia dello sport, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002.
  5. ^ Buffon miglior portiere degli ultimi 25 anni, su repubblica.it, 25 gennaio 2012.
  6. ^ a b c Il precedente record di 501 minuti era stato stabilito da Peter Shilton a cavallo tra le edizioni 1982 e 1986, cfr. La Storia dei Mondiali: I record individuali - Minuti di imbattibilità portieri, su repubblica.it.
  7. ^ (EN) José Luis Pierrend, IFFHS' World Best Goalkeeper of the Year, su rsssf.com, 2 febbraio 2017.
  8. ^ Giorgio Dell'Arti e Lorenzo Coraggio, Biografia di Walter Zenga, su cinquantamila.it, 30 ottobre 2014.
  9. ^ Hall of Fame, ecco i 4 vincitori della prima edizione, su inter.it, 9 marzo 2018.
  10. ^ Jacopo Zenga, su tuttocalciatori.net.
  11. ^ Sabrina Vinciguerra, Corriere dello Sport - Stadio, 25 luglio 2010.
  12. ^ a b Fiocco rosa in casa Zenga: è nata Samira, su ilpalermocalcio.it.
  13. ^ ZENGA: "Il sogno? Io ambasciatore dell'Inter di Thohir. A Mazzarri dico...", su fcinter1908.it.
  14. ^ Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi, su icbsa.it. URL consultato il 30 ottobre 2009.
  15. ^ Zenga, un libro in uscita per l’allenatore blucerchiato, su sampnews24.com, 8 ottobre 2015.
  16. ^ Nicola Cecere, La nuova sfida di Zenga: a Bucarest per rinascere, in La Gazzetta dello Sport, 25 luglio 2002. URL consultato il 25 febbraio 2016.
  17. ^ Sampdoria, ecco lo zen di coach Zenga. 20 regole valide per il calcio e per la vita, su gazzetta.it, 13 ottobre 2015.
  18. ^ L'ultima uscita di Zenga zingaro della panchina, su ilgiornale.it. URL consultato il 30 ottobre 2009.
  19. ^ a b Zenga: "Ora voglio vincere. Salvo il Catania, sogno l'Inter", su repubblica.it.
  20. ^ Walter Zenga al posto di Capello come commentatore Rai, in Trentino, 4 febbraio 2008. URL consultato il 25 febbraio 2016.
  21. ^ Telecronaca Rai Nazionale di calcio: Zaccheroni lascia, torna Zenga, 18 ottobre 2017.
  22. ^ a b c d Pagliuca e Zenga, sfida all'ultimo volo, in La Stampa, 22 settembre 1991, p. 27.
  23. ^ a b c Giovanni Battistuzzi, Mister con i guanti, su ilfoglio.it, 17 agosto 2015.
  24. ^ a b c d Filippo Nassetti, 5 portieri scudettati per 50 anni di Inter, visti da Luciano Castellini, su panorama.it, 8 gennaio 2016.
  25. ^ a b c d e Licia Granello, A Sacchi piace il n. 1 in silenzio, in la Repubblica, 8 settembre 1992.
  26. ^ a b Fulvio Bianchi, Zenga contro tutti, in la Repubblica, 5 luglio 1990.
  27. ^ a b c d e f g h Beppe Di Corrado, Walter Zenga, in Il Foglio, 1º dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2016).
  28. ^ Furio Zara, Zenga e Simeone, cuore e talento, su corrieredellosport.it, 28 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 16 febbraio 2016).
  29. ^ Carlo Grandini, Giulio Nascimbeni e Roberto Perrone, Brera, la firma impossibile da imitare, in Corriere della Sera, 20 dicembre 1992.
  30. ^ Tutti i numeri di Zenga, in La Gazzetta Sportiva, 12 settembre 1993, p. 3.
  31. ^ a b Marco Ansaldo, Peruzzi. La mia sfida con Zenga, in La Stampa, 26 febbraio 1995, p. 33.
  32. ^ a b Iacopo Iandiorio, Uno su tutti, in La Gazzetta dello Sport, 3 settembre 2005.
  33. ^ Fabio Bianchi, Zenga e Tacconi: quando la rivalità era uno spettacolo, in La Gazzetta dello Sport, 18 ottobre 2002.
  34. ^ Gianni Ranieri, Zenga: Napoli ci amerà, in Stampa Sera, 2 luglio 1990, p. 6.
  35. ^ Gigi Garanzini, Portieri, anche i piedi hanno le ali, in Corriere della Sera, 28 giugno 1993, p. 29 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2015).
  36. ^ Dario Prestigiacomo e Valerio Tripi, Ecco tutti i moduli di Zenga per l'operazione Champions, in la Repubblica, 18 giugno 2009.
  37. ^ Le testimonianze (PDF) [collegamento interrotto], su macallesi.it, pp. 8-9.
  38. ^ Matteo Cruccu, «Per quella maglia falsificai la mia età», su milano.corriere.it, 14 settembre 2010. URL consultato il 14 giugno 2012.
  39. ^ Walter Zenga: dai pali alla panchina!, su calciopro.com. URL consultato il 17 febbraio 2010.
  40. ^ Lascia il campo in lacrime, club vuole cacciarlo, su resport.it. URL consultato il 27 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2013).
  41. ^ Gianni Mura, 7,5 a Berti (escluso il look), in la Repubblica, 30 maggio 1989. URL consultato il 30 ottobre 2016.
  42. ^ Fabio Monti, Zenga, l'ultima uscita è su Pagliuca, in Corriere della Sera, 22 luglio 1994, p. 35. URL consultato il 19 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2015).
  43. ^ Zenga e gli ultimi veleni, in la Repubblica, 22 luglio 1994.
  44. ^ Zenga: 'mi metto all'asta', in la Repubblica, 29 aprile 1996.
  45. ^ Zenga e Vierchowod, si ricomincia, in la Repubblica, 27 giugno 1996.
  46. ^ L'addio di Zenga 'stufo degli insulti', in la Repubblica, 5 marzo 1997.
  47. ^ Germano Bovolenta, Zenga a stelle e strisce, in La Gazzetta dello Sport, 5 marzo 1997.
  48. ^ Zenga lascia, su www2.raisport.rai.it, 16 gennaio 1998.
  49. ^ Gianni Mura, E anche il Cile fa paura..., in la Repubblica, 5 agosto 1984, p. 27.
  50. ^ Zenga: "Spero non serva una serata da eroe", in la Repubblica, 29 ottobre 1986. URL consultato il 4 agosto 2016.
  51. ^ Considerando anche il periodo precedente al Mondiale, la nazionale italiana aveva mantenuto la porta inviolata per 980 minuti consecutivi (sempre con Zenga tra i pali, eccezion fatta per 45' disputati da Tacconi), un risultato superato solo dai 1143 minuti in cui Zoff restò imbattuto tra il 1972 e il 1974. Cfr. Zenga contro tutti.
  52. ^ Bruno Bernardi, In porta si cambia, Marchegiani spera, in Stampa Sera, 11 novembre 1991, p. 15.
  53. ^ a b Fabio Monti, Sacchi ha deciso: fuori Zenga, in Corriere della Sera, 5 settembre 1992, p. 34. URL consultato il 19 luglio 2015.
  54. ^ Che fuori tempo che fa, 2017-2018, Rai 1, 8 gennaio 2018.
  55. ^ (EN) Italy - Record International Players, su rsssf.com. URL consultato il 25 luglio 2016.
  56. ^ Zenga abbandona, farà l'osservatore, in la Repubblica, 16 gennaio 1998.
  57. ^ Zenga allenatore negli Usa, su www2.raisport.rai.it, 25 agosto 1998.
  58. ^ Zenga, addio sogno americano I New England lo esonerano, in Corriere della Sera, 2 ottobre 1999 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2015).
  59. ^ Brera Calcio, Zenga in panchina, in Corriere della Sera, 1º novembre 2000.
  60. ^ Brera Calcio, Zenga in panchina, in Corriere della Sera, 1º novembre 2000 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2015).
  61. ^ Calcio, Zenga nuovo allenatore del National Bucarest, su sport.repubblica.it.
  62. ^ All change at National, su uefa.com, 10 settembre 2003.
  63. ^ Zenga torna a casa, su it.uefa.com, 5 dicembre 2003.
  64. ^ Calcio, ufficiale divorzio Zenga-National Bucarest, su sport.repubblica.it.
  65. ^ Calcio, Romania: Zenga è il nuovo tecnico della Steaua, su sport.repubblica.it, 29 luglio 2004.
  66. ^ Calcio, Romania: La Steaua esonera Zenga, su sport.repubblica.it, 19 maggio 2005.
  67. ^ Calcio, Zenga nuovo allenatore della Stella Rossa, su sport.repubblica.it, 21 luglio 2005.
  68. ^ Zenga lascia la Stella Rossa per il Qatar, in Il Tirreno, 17 maggio 2006.
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