Brutalismo: differenze tra le versioni

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Altra importante e straordinaria struttura appartenente alla corrente brutalista è l'affascinante e misteriosa "Casa Sperimentale", opera dell'architetto Giuseppe Perugini progettata e realizzata alla fine degli anni '60 nei pressi del litorale di Fregene (Roma) in collaborazione con suo figlio Raynaldo Perugini e sua moglie Uga De Plaisant.
Altra importante e straordinaria struttura appartenente alla corrente brutalista è l'affascinante e misteriosa "Casa Sperimentale", opera dell'architetto Giuseppe Perugini progettata e realizzata alla fine degli anni '60 nei pressi del litorale di Fregene (Roma) in collaborazione con suo figlio Raynaldo Perugini e sua moglie Uga De Plaisant.


A Roma [[Francesco Berarducci]], nel 1969 costruisce il Villino ''"brutalista"'' in Via Colli della Farnesina 144, dove [[Elio Petri]] ambienta l'abitazione del Commissario [[Gian Maria Volontè]] nel film Premio Oscar ''"[[Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto]]".'' La struttura in cemento armato brutalista è l’elemento organizzante ed espressivo dominante, “megastrutturale”, che contiene al suo interno l’irregolarità "casuale" delle tamponature e delle superfici vetrate informalmente distribuite.
A Roma [[Francesco Berarducci]], nel 1969 costruisce il Villino ''"brutalista"'' in Via Colli della Farnesina 144, dove [[Elio Petri]] ambienta l'abitazione del Commissario [[Gian Maria Volonté]] nel film Premio Oscar ''"[[Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto]]".'' La struttura in cemento armato brutalista è l’elemento organizzante ed espressivo dominante, “megastrutturale”, che contiene al suo interno l’irregolarità "casuale" delle tamponature e delle superfici vetrate informalmente distribuite.


Nella sede dell'Ordine dei Medici in via Giovanni Battista de Rossi a Roma di [[Piero Sartogo]] (con Fegiz e Gimigliano, 1966, '72) il Brutalismo è evidente nell’uso del ''beton brut'' a vista e di tutte le materie grezze che Sartogo esibisce schiettamente ispirandosi a Le Corbusier.
Nella sede dell'Ordine dei Medici in via Giovanni Battista de Rossi a Roma di [[Piero Sartogo]] (con Fegiz e Gimigliano, 1966, '72) il Brutalismo è evidente nell’uso del ''beton brut'' a vista e di tutte le materie grezze che Sartogo esibisce schiettamente ispirandosi a Le Corbusier.

Versione delle 17:53, 22 gen 2019

Voce principale: Architettura del Novecento.
Il Royal National Theatre di Londra, opera di Denys Lasdun (1976).

Con la parola Brutalismo si definisce una corrente architettonica vista come il superamento del Movimento Moderno in architettura.

Storia

Il termine nacque nel 1954 nel Regno Unito (Brutalism) e deriva dal béton brut di Le Corbusier, che caratterizza l'"Unité d'Habitation" (1950) di Marsiglia, ed in particolare da una frase presente nel suo Verso una architettura del 1923: «L'architecture, c'est, avec des matières brutes, établir des rapports émouvants»[1].

Il béton brut

Il Brutalismo impiega molto spesso la rudezza del cemento a vista (in francese béton brut), le cui forme plastiche, lavorate e plasmate nei particolari come nei pilotis o nei camini dell'"Unité d'Habitation", evidenziano con forza espressiva la struttura. I volumi delle membrature risultano accentuati, robusti e forma e materiale si modellano nello spazio e si uniscono in un linguaggio di vigore architettonico[non chiaro].

A queste forme di espressione architettonica, ritenute da molti innovative, si sono ispirati dapprima in Inghilterra Alison e Peter Smithson, James Frazer Stirling autore della Facoltà di Storia dell'Università di Cambridge (1968). Negli Stati Uniti d'America Paul Rudolph (allievo di Walter Gropius ad Harvard), progetta nel (1963) la Scuola d'Arte e d'Architettura di Yale, New Haven.

In Giappone Kenzō Tange con il suo Gruppo Metabolism lavora nelle sue opere il cemento grezzo con particolare tensione emotiva[non chiaro].

L'architetto argentino Clorindo Testa, di origini napoletane, è autore di due delle opere più significative del panorama brutalista internazionale; entrambe a Buenos Aires, la sede della Banca di Londra e la Biblioteca nazionale.

Architettura brutalista in Italia

Torre Velasca, Milano, di BBPR (1956-1958)
Istituto Marchiondi Spagliardi a Baggio, Milano, di Vittoriano Viganò

In Italia diversi architetti hanno tratto dal brutalismo opere importanti come la Torre Velasca a Milano del Gruppo BBPR (1956-1958), che evidenzia fortemente le nervature della struttura, che salgono, modulano la forma architettonica, accentuandosi prospetticamente nei puntoni dello sbalzo. Quest'opera è tuttavia più precisamente ascrivibile alla corrente Neoliberty, che si proponeva di recuperare i valori della tradizione architettonica italiana dopo la stagione fortemente avanguardista del razionalismo. Reyner Banham, critico britannico vicino al movimento brutalista d'oltremanica, fu molto critico nei confronti dell'opera che giudicò come "la ritirata italiana dall'architettura moderna"[2].

Altre opere da citare sono l'Istituto Marchiondi a Milano di Vittoriano Viganò (1957), il cui plastico è esposto al MoMA di New York.

Altra importante e straordinaria struttura appartenente alla corrente brutalista è l'affascinante e misteriosa "Casa Sperimentale", opera dell'architetto Giuseppe Perugini progettata e realizzata alla fine degli anni '60 nei pressi del litorale di Fregene (Roma) in collaborazione con suo figlio Raynaldo Perugini e sua moglie Uga De Plaisant.

A Roma Francesco Berarducci, nel 1969 costruisce il Villino "brutalista" in Via Colli della Farnesina 144, dove Elio Petri ambienta l'abitazione del Commissario Gian Maria Volonté nel film Premio Oscar "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto". La struttura in cemento armato brutalista è l’elemento organizzante ed espressivo dominante, “megastrutturale”, che contiene al suo interno l’irregolarità "casuale" delle tamponature e delle superfici vetrate informalmente distribuite.

Nella sede dell'Ordine dei Medici in via Giovanni Battista de Rossi a Roma di Piero Sartogo (con Fegiz e Gimigliano, 1966, '72) il Brutalismo è evidente nell’uso del beton brut a vista e di tutte le materie grezze che Sartogo esibisce schiettamente ispirandosi a Le Corbusier.

Da citare anche alcuni progetti di Leonardo Ricci come l'Auditorium di Riesi del 1963 e le abitazioni del quartiere Sorgane a Firenze del 1966 e i 246 edifici per 870 unità abitative del quartiere Matteotti a Terni di Giancarlo De Carlo (1971-74).

Notevole la travolgente plasticità del cemento armato a faccia nella Chiesa dell'Autostrada del Sole (1964) e nella struttura della Banca di Val d'Elsa di Giovanni Michelucci (1977), dove si leggono chiaramente i segni del linguaggio brutalista.

A Trieste, la sede del Liceo scientifico Galileo Galilei (1969-71), cosḭ come il complesso residenziale di case popolari nel quartiere di Rozzol Melara e noto come "il Quadrilatero" (1969-82), entrambe opere degli architetti Celli Tognon sono esempi rappresentativi dello stile brutalista. Vanno inoltre citati pure l'istituto d'arte Enrico Nordio e il Tempio Mariano di Monte Grisa. Anche il Palacultura di Messina, completato nel 2009, è entrato di diritto a far parte degli esempi di questo stile architettonico in Italia.

Edifici

Note

  1. ^ Bruno Zevi, p. 407.
  2. ^ Ricordo di Rogers | op. cit., su www.opcit.it. URL consultato il 9 novembre 2018.

Bibliografia

Voci correlate

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