Mazzin: differenze tra le versioni

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Versione delle 11:20, 27 dic 2018

Mazzin
comune
Mazzin – Veduta
Mazzin – Veduta
Chiesa di Santa Maria Maddalena
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Trentino-Alto Adige
Provincia Trento
Amministrazione
SindacoNicoletta Dallago (lista civica) dal 10-5-2015
Lingue ufficialiLadino, Italiano
Territorio
Coordinate46°28′12.41″N 11°43′46.88″E / 46.470115°N 11.729688°E46.470115; 11.729688 (Mazzin)
Altitudine1 395 m s.l.m.
Superficie23,63 km²
Abitanti531[1] (28-2-2017)
Densità22,47 ab./km²
FrazioniCampestrin, Fontanazzo (sede comunale), Fontanazzo di sopra, Mazzin
Comuni confinantiCanazei, Campitello di Fassa, Sèn Jan di Fassa, Tires (BZ)
Altre informazioni
Cod. postale38030
Prefisso0462
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT022113
Cod. catastaleF068
TargaTN
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona F, 4 773 GG[3]
Nome abitantimazzinesi
Patronosanta Maria Maddalena
Giorno festivo22 luglio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Mazzin
Mazzin
Mazzin – Mappa
Mazzin – Mappa
Posizione del comune di Mazzin
nella provincia autonoma di Trento
Sito istituzionale

Mazzin (Mazin in ladino) è un comune italiano di 531 abitanti della provincia di Trento, nonché uno dei comuni che formano la Ladinia. Vi è ubicata la stazione meteorologica di Mazzin. È il primo paese dell'alta Val di Fassa, dove questa si restringe e cambia direzione per rivolgersi con una curva a gomito verso nord-est. Il suo nome è di origine incerta: pare derivi dal nome "Macirnosc", legato all'attività molitoria. Nel 1370 era noto col nome di "Mazung".

Si tratta di un comune sparso, in quanto la sede municipale non si trova nell'abitato omonimo ma nella frazione di Fontanazzo.

Geografia fisica

L'abitato di Mazzin è situato sul conoide del rio Udai, un affluente di destra (orografica) del torrente Avisio, che scende dal gruppo del Catinaccio d'Antermoia dividendo il paese a metà. Pur essendo situato nel punto più stretto della valle, lo sguardo spazia salendo il corso dell'Avisio fino al gruppo del Sella, mentre a sud l'occhio si posa sul gruppo della Vallaccia (Cima Dodici). Ad est, salendo con lo sguardo la val Udai, il villaggio è dominato dal "Polenton" e dall'appuntita Cima Mantello. Verso est si scorge il Dos dei Pigui, zona di grande interesse archeologico. Il paese è dislocato quasi interamente a monte della SS48.

Più a monte, lungo la Strada Statale 48, sorgono nell'ordine le frazioni di Campestrin (Ciampestrin), Fontanazzo (chiamata anche Fontanazzo di Sotto - Fontanac de Sot) e Fontanazzo di Sopra (Fontanac de Sora, contigua a Campitello di Fassa).

Storia

Il pease dei pitores

Mazzin è noto anche come il paese dei "pitores", gli artigiani decoratori che nell'800 emigravano stagionalmente verso tutto l'Impero austro-ungarico, la Baviera, l'Ungheria e la Svizzera in cerca di lavoro. Decoravano con affreschi le facciate delle case, dipingevano con colori a olio le camere in legno ma anche gli utensili da lavoro, i mobili, le porte e quant'altro venisse loro richiesto. La tavolozza dei "pitores" era costituita dal bianco, il giallo, il rosso, l'arancio, il verde, il nero ed il blu, uno dei colori dominanti, meglio conosciuto nei paesi di lingua tedesca come "Fassanerblau". Motivi geometrici, floreali, emblemi religiosi, ma anche uccellini e rose erano gli elementi più caratteristici e ripetuti nella decorazione fassana. Gli oggetti e gli attrezzi da lavoro sono in mostra al Museo Ladino di Fassa.

Monumenti e luoghi d'interesse

Il nucleo storico di Mazzin presenta alcune costruzioni di notevole interesse situate lungo via Roma e sulle sponde del rio Udai. A valle, scendendo il sottopassaggio, appare un gruppo di case con rustico e un capitello con due torrette laterali cuspidate e copertura in lamiera lavorata. Più avanti c'è il cimitero e la chiesa parrocchiale. L'antica strada per l'alta Val di fassa passava per l'attuale via Roma. L'abitato ha mantenuto le caratteristiche del villaggio ladino, nonostante il moderno residence (che si nota a nord del paese ed è soprannominato "I funghi") realizzato dall'architetto Giovanni Leo Salvotti de Bindis e soprattutto il complesso residenziale ed alberghiero di Fassalaurina[4], successivamente ribattezzato "Solaria", sorto su un conoide sotto le rupi del Pian de la Scofa.

Casa Battel

Detta anche "Cèsa Battel", "Casa Cassàn", "Casa del Moro", "Gasthaus zum schwarzen Mann" o "castello" per la presenza di una torre cuspidata. Si tratta di uno dei pochi esempi superstiti di edificio rustico-signorile. Ha impronta romanica. Il nome "Battel" risale ad una vecchia famiglia della Val di Fassa.[5] Nel XIX secolo ospitava la "Locanda dell'uomo nero" di proprietà di Jackob Cassan (sulla facciata a sud si intravede ancora la scritta in tedesco "Gasthaus zum schwarzen Mann"). Di notevole interesse le decorazioni a tempera sugli angoli e attorno a porte e finestre. Sulla porta a nord è decorata la data del 1785. A nord è addossato il rustico. L'edificio contiene inoltre alcuni affreschi sacri: al civico nº 3 una Madonna dell'aiuto con bambino, Sante anime purganti e Veronica e Sant'Antonio da Padova (1791); al nº 3/a due dipinti di San Giovanni Nepomuceno e San Floriano (1791); al nº 1 una Madonna con bambino, Sant'Antonio da Padova e Santa Giuliana (secolo XVII) e un altro dipinto raffigurante San Giovanni Battista e santo (secolo XVII). Si raccontano strane storie su questa casa, che fosse infestata da spiriti maligni e da fantasmi e che sia stata liberata grazie all'iscrizione presente al piano superiore.[6]

Le prigioni di Casa Costazza

A nord di Casa Battel, vi è questo edificio che presenta tracce di decorazioni murarie sulle facciate est e sud. Sulla porta ad est si nota un'iscrizione e sul portale la data del 1518. È uno dei più antichi esempi fassani di edifici interamente in muratura. Era l'antica sede del Vicario del Vescovo e delle prigioni di Fassa.

Il capitello dei fantasmi

Fra Mazzin e la frazione Campestrin, sulla sinistra della SS48 poco prima della deviazione per Fassalaurina, c'è il "capitello dei fantasmi" detto anche "dei lumini". Si narra che nell'oscurità della notte nei dintorni del capitello si aggirano delle luce e delle fiammelle, che scendevano poi lungo i prati in processione.[7]

La chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena

È situata a lato della SS48 in posizione decentrata rispetto all'abitato. Fu eretta nel 1573 e consacrata nel 1582, subendo lavori di ampliamento nel 1894. Il campanile venne sopraelevato nel 1923 con l'aggiunta di una seconda cella campanaria. Ha il tetto ripido e il campanile con due celle e cuspide piramidale. Sui fianchi si aprono finestre gotiche. La croce sul timpano porta la data dell'ultimo ampliamento (1894). L'interno è ad una navata ed abside con volte a nervature. L'altare maggiore risale alla metà del XVIII secolo, è in legno policromo e finto marmo. Sulle mensole, statue di San Vescovo e San Nicola. Il tabernacolo reca le state di San Giovanni Battista ed Evangelista. Nel paliotto una pala ad olio con la Sacra Famiglia, opera di Mario Detomas (1959). L'altare laterale destro è un'ancona lignea databile al 1730 con statua di Sant'Antonio con bambino. All'esterno porta altre due statue dei Santi Pietro e Paolo. L'altare laterale sinistro è del 1663 ed è dedicato a Sant'Antonio da Padova. A sinistra la statua di Santa Maria Maddalena ed a destra San Vescovo. L'antipendio, riccamente intagliato, presenta due nicchie laterali con le sculture dei Santi Pietro e Paolo. Nell'arco trionfale si notano 15 bassorilievi in legno policromo del XVII secolo raffiguranti i Misteri del Rosario. A sinistra dell'aula, una pittura ad olio del XIX secolo (San Giuseppe con bambino, Floriano ed angeli). Le tele della via Crucis sono del 1815 e sono opera di artisti del luogo.

Sul campanile sono collocate 3 campane, due fuse nel 1922 a Varese dalla fonderia Bianchi, mentre la mezzana è un pezzo pregiato di rara fattura del celebre fonditore Chiappani di Trento del 1913. Le note delle campane sono Fa#3 - Re4 - Mi4.

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[8]

Ripartizione linguistica

La sua popolazione, secondo il censimento del 2011, è per il 77,3% di lingua ladina e per il 22,7% di lingua italiana.

% Ripartizione linguistica (gruppi principali)[9]
22,7% madrelingua italiana
77,3% madrelingua ladina

Amministrazione

Note

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 28 febbraio 2017.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Luigi Sardi e Gigi Faggiani Fassalaurina: una valle di cemento, 1981, Formato: 21x15, Trento, Edizioni UCT, p. 384.
  5. ^ (DE) Digitalisierter Bestand der Landesbibliothek Dr. Friedrich Teßmann, su digital.tessmann.it. URL consultato il 24 settembre 2018.
  6. ^ Ladyghost, La Locanda dell’Uomo nero, in Pensiero spensierato, 7 settembre 2011. URL consultato il 23 settembre 2018.
  7. ^ Pensiero spensierato: Il capitello dei fantasmi
  8. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  9. ^ 15° Censimento della popolazione e delle abitazioni Rilevazione sulla consistenza e la dislocazione territoriale degli appartenenti alle popolazioni di lingua ladina, mòchena e cimbra

Altri progetti

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