Brennero: differenze tra le versioni

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| Divisione amm grado 1 = Trentino-Alto Adige
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Versione delle 10:45, 23 nov 2018

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Brennero (disambigua).
Brennero
comune
(IT) Brennero
(DE) Brenner
Brennero – Stemma
Brennero – Bandiera
Brennero – Veduta
Brennero – Veduta
Veduta del centro di Brennero
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Trentino-Alto Adige
Provincia Bolzano
Amministrazione
SindacoFranz Kompatscher (SVP) dal 10-5-2015 (2º mandato)
Lingue ufficialiTedesco, Italiano
Territorio
Coordinate47°00′08.5″N 11°30′18.79″E / 47.002361°N 11.505219°E47.002361; 11.505219 (Brennero)
Altitudine1 374 m s.l.m.
Superficie114,29 km²
Abitanti2 184[2] (31-12-2017)
Densità19,11 ab./km²
FrazioniColle Isarco (Gossensaß), Fleres (Pflersch), Ponticolo (Pontigl), Terme di Brennero (Brennerbad), Moncucco ("Giggelberg"), S. Antonio
Comuni confinantiGries am Brenner (AT-7), Gschnitz (AT-7), Neustift im Stubaital (AT-7), Obernberg am Brenner (AT-7), Racines, Val di Vizze, Vipiteno
Altre informazioni
Cod. postale39041
Prefisso0472
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT021010
Cod. catastaleB145
TargaBZ
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[3]
Cl. climaticazona F, 4 210 GG[4]
Nome abitanti(IT) brenneresi
(DE) Brennerer[1]
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Brennero
Brennero
Brennero – Mappa
Brennero – Mappa
Posizione del comune di Brennero nella provincia autonoma di Bolzano
Sito istituzionale

Brennero (Brenner in tedesco[5]) è un comune italiano sparso di 2 184 abitanti della provincia autonoma di Bolzano in Trentino-Alto Adige. È inoltre un comune mercato.

Geografia fisica

Confina con l'Austria, presso il passo del Brennero. Il comune comprende anche la Val di Fleres.

La sede comunale si trova nella frazione di Colle Isarco, il centro più abitato (circa 1.000 abitanti contro i circa 320 di Brennero).

Nel novembre 2007 sul confine è stato costruito un centro commerciale (Designer Outlet Brennero - DOB), per rilanciare il paese, che dopo l'apertura delle frontiere ha risentito di una crisi economica.[6] Alcune proposte politiche sono quelle di ottenere al Brennero una zona franca.

Dietro la chiesa parrocchiale si trova la "cascata all'Isarco" (Eisack-Wasserfall o Ursprung), un salto che il piccolo torrente compie prima di incanalarsi lungo la val d'Isarco.

Origini del nome

Né dall'epoca romana, né dall'Alto Medioevo è stato tramandato un nome per il Brennero.

La zona era chiamata semplicemente con la locuzione latina per Alpes Rhaeticas o per Alpes Noricas. L'odierno villaggio del Brennero si chiamava nel XIII secolo ancora Mittenwald.

Dal 1288 è documentata in atti la "corte di un certo Prennerius" ed il toponimo è attestato per la prima volta come Prenner, nel 1299 si chiama il Fondatore della Corte Chunradus Prenner de Mittenwalde, da cui il luogo ha ricevuto il nome di Prenner e quindi di Brennero.

La località è poi nota nel 1328 come ob dem Prenner e nel 1600 infine come Brenner, il cui toponimo è connesso o con il nome della popolazione retica dei Breuni, che abitava su entrambi i versanti del passo, o più verosimilmente con il maso Brenner della zona, attestato sin dal XIII secolo.[7][8]

Storia

Origine

La storia di Brennero è strettamente collegata con quella dell'omonimo passo di valico. Il popolo dei Breuni abitò l'alta Valle d'Isarco e la regione del Brennero su entrambi i lati del valico, la cui regione in epoca romana veniva chiamata "Vallis Vipitina". Nel II secolo i romani vi avevano costruito una strada militare come risulta dal ritrovamento di pietre miliari, risalenti al periodo di Marco Aurelio, Settimio Severo e Caracalla.

Nel III secolo il ramo della Via Claudia Augusta attraverso il Brennero diventò la più importante via di comunicazione tra l'Italia e la regione danubiana, ma con Diocleziano e le invasioni barbariche, in primis i Baiuvari, il suo ruolo mutò profondamente.[9] Già nel 565 lo scrittore Venanzio Fortunato cita una cappella dedicata a San Valentino; questa ebbe originariamente una struttura romanica, modificata nel periodo medioevale in gotica e successivamente ritoccata in barocca.

L'importanza strategica e di comunicazione del luogo è sottolineata dal transito, tra il 960 ed il 1530, di 66 Sovrani germanici del Sacro Romano Impero che si recarono a Roma dal Papa; tra questi, nel 1154, Federico I Barbarossa. Nel 1000 circa si forma un centro abitato definitivo che, nel 1221, è denominato "Oberes Mittewald" mentre, dal 1288 venne utilizzato "Prenner"[10] poi modificato nel tempo nell'attuale "Brenner". Il luogo fu di vitale importanza nel medioevo ai tempi delle Crociate e dell'allora fiorente commercio, pertanto nel 1314 fu costruita una nuova strada, la Kuntersweg, dal impresario bolzanino Heinrich Kunter.[11]

Dal 1414 al 1921

Antica rappresentazione del paese Brennero
Il cippo del confine tra Italia e Austria

Nel 1414 i Conti di Tirolo vi stabilirono una dogana per il controllo delle merci (Lueg e Lurx, al di qua e al di là del passo) e, nei secoli successivi, specialmente nel XIV e XV secolo, assunse un ruolo decisivo per il transito dei traffici sulla direttrice Oriente - Venezia - Europa settentrionale. Vi fu poi un declino causato dallo spostamento del commercio continentale. I due nuclei storici abitati del paese erano la chiesa di "San Valentino", l'"Hotel Post" e poche altre case sul lato sud, l'"Hotel Kerschbaumer", "Griesberg" e "Venn" sul lato nord del valico, oggi in territorio austriaco.

Sotto l'Imperatrice Maria Teresa d'Austria, nel 1740 circa, la vecchia strada fu completamente ristrutturata ed il nuovo tracciato assunse quello attuale; Goethe, l'8 settembre 1786, in uno dei suoi viaggi in Italia passò dal Brennero sostando all'Hotel Post. Brennero riguadagnò importanza con la costruzione della ferrovia del Brennero tra Innsbruck e Bolzano i cui lavori iniziarono il 23 febbraio 1864 a Bergisel (Innsbruck); lavori che al Brennero modificarono l'assetto del paese, alcune case furono abbattute per creare un piazzale, lungo 600 metri, necessario per la stazione e per le altre infrastrutture ferroviarie. Il primo treno, diretto a Bolzano, partì dalla stazione di Brennero il 25 luglio 1867 alle ore 8.05, nonostante che l'inaugurazione fosse stata per il giorno 24 agosto. La ferrovia portò benefici al paese poiché con il treno arrivarono anche i viaggiatori ed il turismo, specialmente quello di un certo livello come era per quei tempi.

Alle Terme di Brennero fu costruito un "Grand Hotel", con annessa fermata ferroviaria, ed altre strutture alberghiere furono costruite a Colle Isarco, ma tutto questo ebbe termine con lo scoppio della Prima guerra mondiale. Il Patto di Londra, stipulato il 26 aprile 1915, assegnò all'Italia il territorio del "Tirolo meridionale", da Trento fino al Brennero; al termine del conflitto, il 10 novembre 1918, le prime truppe italiane arrivarono al Brennero. Il Trattato di Saint-Germain-en-Laye, siglato il 10 settembre 1919, stabilì il nuovo confine di stato al Brennero ed il Re Vittorio Emanuele III, il 12 ottobre 1921, inaugurò il nuovo cippo confinario.[10]

Dal 1921 ai giorni nostri

Brennero nel 1939

Durante il ventennio fascista, il paese di Brennero segnò il confine tra due stati ma anche tra due gruppi linguistici, quello italiano e quello tedesco. Presso la stazione ferroviaria del Brennero si sono incontrati il 18 marzo del 1940 i due dittatori, quello italiano, Benito Mussolini e quello tedesco, Adolf Hitler, dove posero le basi per le "opzioni in Alto Adige".[12]

Nonostante l'alleanza con il popolo germanico, Mussolini decise la costruzione del Vallo Alpino per proteggere il Regno d'Italia dall'alleato. Ai lati del paese, immersi nei boschi, si trovano ancora oggi alcuni bunker italiani risalenti alla seconda guerra mondiale, che vanno a costituire lo Sbarramento Brennero, all'interno del Vallo Alpino in Alto Adige. Anche sulle cime circostanti si sono edificate diverse casermette dove la Guardia alla Frontiera vigilava il nemico/amico dall'alto.[13]

Durante la guerra molti furono i treni che passavano per Brennero, ma questi erano per lo più treni che deportavano il popolo ebreo nei campi di concentramento.

A partire dall'estate 1943, il tratto ferroviario e stradale tra Verona e Innsbruck assume per gli Alleati un'importanza vitale: bombardare la linea del Brennero significa disarticolare il sistema di rifornimenti per le truppe tedesche in Italia. Nonostante l'obiettivo principale fosse l'asse del Brennero, anche alcune città vennero bombardate; Trento e Bolzano sono colpite il 2 settembre 1943; Innsbruck per la prima volta il 15 dicembre. Tra il 1943 e il 1945, le incursioni bersagliano sistematicamente questi territori; i tedeschi stanziano tra Innsbruck e Verona 525 pezzi d'artiglieria contraerea Flak e mobilitano circa 11.500 operai della Todt addetti alla riattivazione delle linee di comunicazione. Ancora oggi si trova una targa commemorativa che ricorda l'incursione aerea del 21 marzo 1945 che uccise dodici civili ed un ufficiale di polizia italiana.[14]

Eccidio di Malga Sasso

Lo stesso argomento in dettaglio: Strage di Malga Sasso.

Presso la malga Sasso (Steinalm), nei dintorni del Brennero, il 9 settembre 1966 dei terroristi separatisti altoatesini del Befreiungsausschuss Südtirol fecero saltare in aria una casermetta della Guardia di Finanza. Nell'esplosione, avvenuta alle 11:30 circa, rimasero uccisi i tre finanzieri Franco Petrucci, Herbert Volgger[15] e Martino Cossu. Il tribunale di Milano ha riconosciuto anche il ruolo fondamentale di Georg Klotz, il quale morì qualche mese prima della sentenza.[16][17]

Stemma

Stemma concesso nel 1938

Lo stemma è partito: la prima rappresenta un minatore, che tiene un martello nella mano destra ed una lampada in quella sinistra, sopra un monte verde su sfondo rosso; la seconda è interzato d'argento, azzurro ed oro. Lo stemma è stato adottato nel 1906.[18]

Molto differente fu lo stemma adottato in epoca fascista, concesso con regio decreto del 24 luglio 1938 e lettere patenti del 21 novembre 1938, poi rimasto in uso fino al secondo dopoguerra. Esso consisteva in uno scudo francese moderno troncato semipartito, con nel primo una croce d'argento su fondo di rosso (simbolo della dinastia Savoia e del Regno d'Italia), nel secondo d'azzurro all'aquila romana circondata da un serto il tutto d'oro, nel terzo su fondo d'oro erano presenti delle montagne formanti una vallata, al cui centro sorgeva un cippo confinario d'argento e un abete. Il tutto era sormontato dal capo del Littorio, come previsto dalle disposizioni vigenti all'epoca, nonché dalla corona turrita comunale: inferiormente vi era un serto d'alloro e quercia serrato da un nastro azzurro (colore della dinastia sabauda)[19]. L'insieme intendeva rivendicare l'italianità del comune, divenuto strategico in quanto corrispondente coi confini settentrionali dello stato italiano.

Monumenti e luoghi d'interesse

La vecchia chiesa parrocchiale di San Valentino

Architetture religiose

Parrocchiale di San Valentino

La parrocchiale di San Valentino è stata (fino al 1963) la vecchia chiesa parrocchiale, e sorge inoltre sopra un luogo, dove già nel 565 sorgeva un santuario dedicato a San Valentino. Delle costruzioni successive si sono conservati il campanile (risalente al XIV secolo), il coro poligonale e il portale in pietra (del XV secolo). Dopo un incendio avvenuto nel 1787 la chiesa è stata nuovamente ristrutturata e impreziosita con gli affreschi di Franz Unterberger.

Parrocchiale di santa Maria della Strada

La Parrocchiale di santa Maria della Strada

La nuova chiesa parrocchiale al Brennero è stata eretta tra il 1958 e il 1962, su progetto dell'architetto Luis Plattner che ha posto la chiesa su pali di cemento armato conficcati nel terreno. La pala dell'altare in bronzo smaltato di Max Spielmann di Innsbruck rappresenta Santa Maria della Strada a cui la chiesa è dedicata. Il coperchio della fonte battesimale e le stazioni della via crucis in terracotta sono dell'artista bolzanina Maria Delago, mentre le vetrate sono state realizzate da Hans Prünster.

Cappella del Lupo

La cappella del Lupo (Wolfenkapelle)

Nella conca valliva del Brennero l'antico Zöhrenhof era stato trasformato nella rinomata locanda "Al lupo del Brennero" (Brennerwolf) che al tempo dei carrettieri era aperta tutto l'anno. Al posto della semplice e piccola cappella per preghiere, nel 1755 l'oste Christian Wolf per adempiere ad un voto, eresse una nuova chiesetta: la cappella "Lupo" al Brennero (in tedesco Wolfenkapelle am Brenner). Un'immagine votiva del 1757, entrando a sinistra, risale ancora a lui. All'interno si può ammirare un grande crocifisso sanguinante.

Negli anni 1968-1969 la costruzione dell'autostrada ha reso necessario lo spostamento di locanda e cappella nel loro sito attuale.

Cappella di Terme di Brennero

La cappella Maria Hilf di Terme di Brennero

La cappella alla "Madonna dell'aiuto" o Maria Ausiliatrice nel linguaggio ecclesiastico (in tedesco Maria-Hilf) venne eretta negli anni 1882-1886 in stile neoromanico grazie soprattutto alle offerte degli ospiti dei bagni termali.

I progetti sono dell'architetto diocesano Josef Vonstadl.

La piccola chiesetta è stata salvata dall'Ufficio dei Beni Culturali di Bolzano.

Architetture militari

Presso Terme del Brennero esisteva la caserma Battisti, ora rasa al suolo.

Sacrario militare

Presso la frazione di Colle Isarco, si trova il sacrario militare di Colle Isarco, ad opera dell'architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni, ed è stato realizzato nel 1937; ospita le salme di 97 caduti italiani.

Società

Ripartizione linguistica

La sua popolazione è in maggioranza di madrelingua tedesca:

% Ripartizione linguistica (gruppi principali)[20]
80,85% madrelingua tedesca
18,65% madrelingua italiana
0,50% madrelingua ladina

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[21]

Etnie e minoranze straniere

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2015 la popolazione straniera residente era di 358 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

Commissariato di Polizia

Nel 2007 è stato istituito con Decreto del Capo della Polizia il Commissariato di Polizia di Brennero. Oltre che a svolgere tutte le attività istituzionali proprie di un Commissariato l'ufficio funge da raccordo con il collaterale organo di polizia austriaca. All'ufficio è quindi demandata tutta l'attività di retro valico connessa alla funzione di polizia di frontiera. L'ufficio tratta sistematicamente tutta l'attività relativa alle riammissione dei cittadini irregolari in uscita dal territorio nazionale come disciplinato dagli accordi di Schengen e dalle convenzioni operative bilaterali.

Infrastrutture e trasporti

Un viadotto dell'A22 a sud di Brennero Terme

Il passo del Brennero è uno dei valichi alpini di più facile accesso, data la sua bassa altitudine. Il comune è servito dalle stazioni di Brennero e Colle Isarco, ove transita la ferrovia del Brennero (cui si sommavano altre tre fermate, a Terme del Brennero, Moncucco e Fleres, tutte dismesse sul finire del XX secolo).

A Brennero transitano altresì la strada statale 12 dell'Abetone e del Brennero e l'autostrada A22.

Amministrazione

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
2005 2009 Christian Egartner SVP Sindaco
2009 in carica Franz Kompatscher SVP Sindaco

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ AA. VV., Nomi d'Italia. Origine e significato dei nomi geografici e di tutti i comuni, Novara, Istituto geografico De Agostini, 2006, p. 103.
  2. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2017.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, GARZANTI, 1996, p. 98.
  6. ^ Home – Outlet Center Brenner - ganzjährig reduzierte Preise[collegamento interrotto]
  7. ^ Egon Kühebacher, Die Ortsnamen Südtirols und ihre Geschichte, vol. 1, Bolzano, Athesia, 1995, p. 59. ISBN 88-7014-634-0
  8. ^ AA.VV., Nomi d'Italia. Novara, Istituto Geografico De Agostini, 2004.
  9. ^ Grande Dizionario Enciclopedico, Unione Tipografica - Editrice Torinese, 1962
  10. ^ a b Con-fine Brennero, Editrice Athesia, 2006, ISBN 88-8266-410-4
  11. ^ Guide d'Italia, Trentino-Alto Adige, Edizioni TCI, 1976
  12. ^ Santi Corvaja, Le mani di Hitler sull'Alto Adige, articolo su "Storia illustrata" n° 290, Mondadori, gennaio 1992
  13. ^ Alessandro Bernasconi, Giovanni Muran, Le fortificazioni del Vallo Alpino Littorio in Alto Adige, Trento, editore Temi, maggio 1999, pp. 328 pagine, ISBN 88-85114-18-0.
  14. ^ Lilli Gruber, Eredità - Una storia della mia famiglia tra l'Impero e il fascismo, Milano, editore Rizzoli, maggio 2012, pp. 353 pagine, ISBN 978-88-17-04537-7.
  15. ^ (DE) Hans Karl Peterlini, Das Unbehagen in der Geschichte
  16. ^ Homepage / Senderseiten - Videobolzano (IT)
  17. ^ Bozzia Salvatore, ex-finanziere presente il giorno dell'attentato, dichiara che l'unica esplosione avvenuta il 9 settembre 1966 fu quella delle 11.30 circa.
  18. ^ (EN) Heraldry of the World: Brennero
  19. ^ Informazioni sullo stemma di Brennero da araldicacivica.it Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
  20. ^ Astat Censimento della popolazione 2011 - Determinazione della consistenza dei tre gruppi linguistici della Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige - giugno 2012
  21. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 27-01-2023.
  22. ^ Il cartello venne apposto per protesta e poi rimosso dal partito di lingua tedesca Süd-Tiroler Freiheit della "Passionaria" Eva Klotz.

Bibliografia

  • (DE) Engelbert Auckenthaler, Geschichte der Höfe und Familien des obersten Eisacktals - Brenner, Gossensaß, Pflersch (Schlern-Schriften, 96), Innsbruck, Wagner, 1953.
  • Grande Dizionario Enciclopedico, Unione Tipografico - Editrice Torinese, 1962
  • Guide d'Italia: Trentino-Alto Adige, Editrice TCI, 1976
  • (DE) Hugo Penz, 90 Jahre Brennergrenze - zur Bedeutung der Grenze für regionale Differenzierungsprozesse in der Brennergegend von der Teilung Tirols (1919) bis zur gegenwärtigen Zusammenarbeit im Rahmen der EU, in «Mitteilungen der österreichischen geographischen Gesellschaft», 150 (2008), pp. 75–98.
  • Wittfrida Mitterer (a cura di), Con-fine Brennero, Bolzano, Editrice Athesia, 2006, ISBN 88-8266-410-4
  • (DE) Harald Kofler (a cura di), Die Flurnamen der Marktgemeinde Brenner, Brunico, Bildungsausschuss Gossensaß, 2010. (con ricchissima ortofotografia)

Voci correlate

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