Città di Castello: differenze tra le versioni

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Il comune è servito dall'[[Stazione di Città di Castello|omonima stazione]] posta sulla [[ferrovia Centrale Umbra]], gestita da [[Umbria Mobilità]].
Il comune è servito dall'[[Stazione di Città di Castello|omonima stazione]] posta sulla [[ferrovia Centrale Umbra]], gestita da [[Rete Ferroviaria Italiana]].<ref>http://www.fsnews.it/fsn/Sala-stampa/Comunicati/RFI-Umbria-percorso-trasferimento-gestione-rete-ferroviaria-regionale</ref>


== Amministrazione ==
== Amministrazione ==

Versione delle 13:06, 8 set 2018

Città di Castello
comune
Città di Castello – Veduta
Città di Castello – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Umbria
Provincia Perugia
Amministrazione
SindacoLuciano Bacchetta (Sinistra-PD-Socialisti) dal 09-06-2016 (Rielezione)[1]
Territorio
Coordinate43°27′26.72″N 12°14′25.12″E / 43.457421°N 12.240312°E43.457421; 12.240312 (Città di Castello)
Altitudine288 m s.l.m.
Superficie387,32 km²
Abitanti39 632[2] (31-12-2017)
Densità102,32 ab./km²
FrazioniVedi elenco
Comuni confinantiApecchio (PU), Arezzo (AR), Citerna, Cortona (AR), Mercatello sul Metauro (PU), Monte Santa Maria Tiberina, Monterchi (AR), Montone, Pietralunga, San Giustino, Sansepolcro (AR), Sant'Angelo in Vado (PU), Umbertide
Altre informazioni
Cod. postale06012, 06010, 06018
Prefisso075
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT054013
Cod. catastaleC745
TargaPG
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[3]
Nome abitantiTifernati
PatronoSan Florido
Giorno festivo13 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Città di Castello
Città di Castello
Città di Castello – Mappa
Città di Castello – Mappa
Posizione del comune di Città di Castello all'interno della provincia di Perugia
Sito istituzionale

Città di Castello (in latino Tifernum Tiberinum; comunemente abbreviato in Castello) è un comune italiano della provincia di Perugia, il ventesimo d'Italia per estensione ed il terzo dell'Umbria. Principale centro dell'alta valle del Tevere, è sede vescovile della diocesi di Città di Castello. Data la sua posizione, ha forti legami storici e culturali con le zone limitrofe di Toscana, Romagna e Marche.[4]

Geografia fisica

Territorio

Situato nella parte umbra dell'Alta Valtiberina, il comune possiede un'exclave compresa tra i comuni di Apecchio (PU) e Sant'Angelo in Vado (PU) nelle Marche, corrispondente all'area di Monte Ruperto dell'estensione di circa 500 ettari con un numero di abitanti pari allo zero. Con una superficie di 387 km², si colloca al 20º posto fra i 100 comuni più estesi d'Italia. Altezza sul livello del mare: 288 metri. Altezza minima: 248 metri. Altezza massima: 1.006 metri.

Clima

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Città di Castello.

Città di Castello è situata nell'alta valle del Tevere, che è interna agli Appennini centro-settentrionali. Ciò nonostante grazie all'altitudine non elevata (l'abitato si estende fra i 270 e i 310 m.s.l.m. circa) ed agli influssi provenienti dal Mar Tirreno, la città gode di un clima di tipo temperato sublitoraneo[5] con inverni moderatamente freddi (la temperatura media di gennaio, mese più freddo, basata sulle medie del periodo 1985-2016 è di 4,3 °C) ed estati contraddistinte da temperature elevate ma non torride (la media stagionale, anch'essa basata sul periodo 1985-2016 è di 21,7 °C). Le precipitazioni, che si aggirano mediamente sui 900 mm annui, sono abbastanza ben ripartite nel corso dell'anno (con un massimo in novembre) e nei mesi invernali. Queste possono talvolta assumere carattere nevoso. Il clima della parte alto collinare e montuosa del comune con un'altitudine che raggiunge anche i 1000 m s.l.m., è invece generalmente di tipo temperato subcontinentale, con inverni freddi ed estati miti o fresche. Sui rilievi più elevati possono prodursi nevicate consistenti anche fuori stagione e frequenti gelate notturne.

Storia

Umbri e Romani

L'insediamento originario fu fondato dagli Umbri sulla riva sinistra del Tevere in prossimità del territorio assoggettato al controllo degli Etruschi. A partire dal III secolo a.C. a causa dell'espansione romana la città divenne federata di Roma e successivamente fu inserita nella Regio VI Umbria. Dal I secolo a.C. divenne municipio romano, di cui patrono più illustre fu Gaio Plinio Cecilio Secondo, detto Plinio il Giovane, il quale, secondo quanto affermato in una sua lettera, fece erigere un tempio, ultimato nel 103 o 104, di cui non si conosce la collocazione.

Certamente la gens Plinia possedeva vasti latifondi nelle vicinanze della città ed una villa, che è più volte ricordata dallo stesso Plinio il Giovane nelle sue lettere. Gli scavi, operati dall'Università di Perugia in collaborazione con l'Università di Alicante in località Colle Plinio nel comune di San Giustino, hanno permesso di individuare la collocazione della villa di Plinio il Giovane. La città fu chiamata Tifernum Tiberinum dai Romani, al fine di distinguerla dall'omonimo insediamento posto sul Metauro, Tifernum Metaurense, e sembra che assunse una discreta rilevanza, visto che è citata anche da Plinio il Vecchio.

Non è possibile ricostruire con certezza la struttura urbanistica della città romana. Sicuramente la parte più antica della città corrisponde alla zona sud, dove, nel quartiere denominato Mattonata, sono stati rinvenuti alcuni mosaici, resti di strutture idrauliche ed una porzione di muro di quello che con ogni probabilità doveva essere un anfiteatro.

Medioevo

Incerta è la datazione della diffusione del Cristianesimo, attribuita dalla tradizione a san Crescentino o Crescenziano. Questo visse tra il III ed il IV secolo, e fu martirizzato a seguito di una condanna emessa proprio a Tifernum. Il primo vescovo di Tifernum Tiberinum, Eubodio, è documentato nell'anno 465.

Secondo la tradizione, la città fu distrutta nel VI secolo ad opera dell'ostrogoto Totila e successivamente ricostruita dal vescovo Florido, poi santificato e proclamato patrono della città. La città venne dunque conquistata dai Longobardi, che la chiamarono Castrum Felicitatis e la ricompresero nel Ducato di Tuscia.In seguito passò sotto il dominio dei Franchi prima e dello Stato della Chiesa poi.

Intorno al 1100 si organizzò in Comune e fu minacciata dalle pretese dell'Impero, dello Stato della Chiesa, di Firenze e di Perugia. Nella prima metà del 1200 fu denominata Civitas Castelli e, nonostante le rivalità tra Guelfi e Ghibellini che ne mettevano spesso in pericolo la libertà, poté ugualmente godere di prosperità.In questo periodo infatti la diocesi tifernate si estendeva ben oltre i confini attuali, comprendendo anche gran parte dell'attuale altotevere aretino, dell'alto pesarese, del cesenate e del riminese interno.Fra i secoli XII e XIII acquista indipendenza come comune autonomo il borgo di Sansepolcro, sorto agli inizi dell'XI secolo attorno all'omonimo monastero nel contado di Città di Castello.

Sul piano amministrativo la collocazione della città rimane piuttosto indefinita. Pur inserita nelle terre della Chiesa dall'VIII secolo, ancora nel 1312 viene rivendicata assieme alla vicina e "figlia" Sansepolcro dall'imperatore Enrico VII, come facente parte dell'impero[6].

Nello Stato della Chiesa

Nel 1306 si iniziò a costruire la chiesa dei Servi di Maria, che poi verra' chiamata Santa Maria delle Grazie e diventerà anche nel tempo santuario mariano cittadino. Nella seconda metà del XIV secolo divenne maggiore l'influenza esercitata da Perugia, finché nel 1367 la città fu ricondotta sotto lo Stato della Chiesa dal cardinale Albornoz. Nell'anno 1368 Brancaleone Guelfucci sollevò la cittadinanza ed insorse,anche se il popolo tifernate riacquistò la libertà solo nel 1375 grazie all'intervento dei fiorentini.

Nel 1422 papa Martino V affidò la città al condottiero Braccio Fortebraccio da Montone, la cui famiglia detenne il dominio fino al 1440. In questo anno iniziarono le lotte per la conquista del potere tra varie famiglie tra le quali sono quelle dei Vitelli, dei Fucci e dei Tartarini.

Inizialmente si assistette ad un'Oligarchia composta da Vitelli, Giustini e Fucci. Si passò poi al dominio dei soli Vitelli,che eliminarono i Fucci e cacciarono i Giustini.

Successivamente seguirono periodi di forti rivalità, che videro anche il coinvolgimento di papa Sisto IV ed un lungo assedio alla città guidata da Niccolò Vitelli.In seguito ad alterne vicende tuttavia il dominio fu definitivamente preso dai Vitelli che posero a capo della città Paolo Vitelli e Vitellozzo Vitelli.

Quest'ultimo fu ucciso da Cesare Borgia, detto il Valentino, nella congiura di Senigallia nel (1502). Il Valentino si proclamò duca della città e mantenne il dominio per tutto il pontificato di papa Alessandro VI. Da questo momento fino alla fine del XVIII secolo la città fu assoggettata allo Stato della Chiesa, che concedette però la reggenza ad un governatore alle dipendenze della consulta romana. La famiglia Vitelli nelle alterne vicende del XV e XVI secolo incise notevolmente nello sviluppo economico e nell'importanza politica della città. Famiglia di mecenati e condottieri, molto legati ai Medici di Firenze, abbellirono Città di Castello con molti palazzi nei quali furono chiamati a lavorare i maggiori artisti del Rinascimento, primi fra tutti Raffaello Sanzio e Luca Signorelli.Fu significativo nel XVI secolo l'apparentamento dei Vitelli con la famiglia dei Rossi di Parma.Prima Vitello e poi Alessandro dopo la morte del fratello, sposarono Angela Paola, sorella di Pier Maria il Giovane conte di San Secondo e di Giovan Girolamo, prima vescovo di Pavia e poi governatore di Roma dal 1551.Angela Paola era anche cugina del granduca di Firenze Cosimo de' Medici e cognata di Camilla Gonzaga.

Dal Risorgimento in poi

Il 12 gennaio 1798 fecero il loro ingresso in città i soldati della Repubblica Cisalpina, che proclamarono la repubblica.Solo il 5 maggio successivo le truppe francesi non furono in grado di sedare una rivolta partita dalle campagne e di spiccata tendenza antirepubblicana. L'ordine fu riportato il 18 giugno 1799, quando la città fu occupata dagli austriaci per volere del Papa.

Nel 1817 il territorio del comune di Città di Castello fu decurtato nella parte meridionale delle frazioni di Montecastelli, Niccone e Verna, che passarono al comune della Fratta, oggi Umbertide. Nel 1827 dal territorio comunale furono staccate anche le aree dei due nuovi comuni di San Giustino e Pietralunga.

La città durante i moti insurrezionali ottenne provvisoriamente la libertà dallo Stato Pontificio la sera dell'11 febbraio 1849. L'11 settembre 1860 fu definitivamente occupata dall'esercito piemontese e l'anno successivo entrò nello Stato Italiano, seguendone da questo momento le vicende storiche.

Durante la seconda guerra mondiale, nel periodo dell'occupazione tedesca e della Repubblica Sociale Italiana, il rettore del locale Seminario, don Beniamino Schivo, si segnalò per la sua coraggiosa opera umanitaria a favore dei civili, dei profughi e dei perseguitati. A lui deve la vita anche una famiglia di ebrei tedeschi che fu accolta, nascosta e protetta dalla deportazione fino alla Liberazione. Per questo suo impegno di solidarietà, l'8 giugno 1986, l'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme ha conferito a don Schivo l'alta onorificenza dei "Giusti tra le nazioni"[7]. Fra gli altri trovò rifugio nel periodo delle persecuzioni anche Elio Toaff, divenuto poi rabbino capo della comunità ebraica di Roma e nominato cittadino onorario tifernate nel 1999.

Città di Castello fu liberata il 22 luglio 1944.

Nella seconda metà del XX secolo si è verificato un consistente aumento demografico, dovuto anche all'immigrazione dalle vicine Marche e Toscana, che ha portato il Comune di Città di Castello ad essere il quarto comune dell'Umbria per numero di abitanti. A partire dagli anni sessanta la città ha conosciuto un significativo mutamento del tessuto economico. Lo sviluppo industriale si è avuto specialmente nel settore grafico, meccanico, tessile,del mobile e della ceramica,ed ha cambiato profondamente il volto della città. Negli ultimi anni si è avuto anche un forte sviluppo di molte aziende di servizi, specialmente nel settore dell'educazione e della formazione a distanza.

Monumenti e luoghi d'interesse

Il Palazzo dei Priori.
Duomo di Città di Castello

Architetture civili

  • La Torre Civica, chiamata dai tifernati "Torre del Vescovo", oggi pendente, aveva una gemella, posizionata a pochi metri di distanza, demolita da tempo.
  • Il Palazzo dei Priori o Palazzo del Comune è il municipio cittadino. Venne costruito dal 1322 al 1338 ad opera di Angelo da Orvieto.
  • Palazzo Vitelli alla Cannoniera, così chiamato perché sul luogo sorgeva un deposito od una fonderia di cannoni, è uno dei cinque Palazzi che la famiglia Vitelli eresse a Città di Castello tra la fine del Quattrocento e la seconda metà del Cinquecento. È sede della Pinacoteca che conserva anche lavori di Luca Signorelli e Raffaello.
  • Palazzo Vitelli a Sant'Egidio, testimonianza della grandezza rinascimentale della città e della potenza della dinastia tifernate dei Vitelli all'epoca delle Signorie. L'intero complesso composto dal Palazzo, dal parco con ninfeo e dalla Palazzina Vitelli.
  • Palazzo Albizzini, adibito a custodire la collezione Burri. È un esempio di architettura rinascimentale di derivazione toscana di fine '400. Dal 1981 Palazzo Albizzini è sede della prestigiosa collezione di opere che Alberto Burri ha donato alla città. La Collezione Burri è la più ricca ed organica raccolta delle opere dell'artista del Novecento. Le opere di grandi dimensioni della raccolta in particolare sono esposte anche nella seconda sede espositiva presso gli ex Seccatoi Tabacchi.

Architetture religiose

  • Duomo, col caratteristico campanile rotondo.
  • Chiesa di San Francesco. Chiesa trecentesca, modificata internamente in stile barocco. Qui viene conservata una copia dello Sposalizio della Vergine, che Raffaello dipinse nel 1504 e che fu portato via dalle truppe napoleoniche nel 1798. Oggi l'opera si trova all'Accademia di Brera di Milano. Da segnalare la Cappella Vitelli, costruita su progetto del Vasari.

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[8]

Etnie e minoranze straniere

Secondo i dati ISTAT[9] al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era composta da 3 985 persone. Le nazioni di origine maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

Lingue e dialetti

Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetti altotiberini.

Il dialetto tifernate, come le restanti parlate dell'Alta Valle del Tevere, è caratterizzato anche a causa del suo esteso territorio da influssi gallo-italici, umbri e aretini.Il dialetto tifernate cambia parzialmente anche in base alla zona del comune considerata. In particolar modo gli influssi di matrice gallo-italica romagnola sono penetrati tramite la via Flaminia, che congiungeva Rimini con Roma, e raccordano il tifernate con i dialetti romagnoli della Provincia di Pesaro-Urbino[10]. In virtù di tale ragione, si tratta di un dialetto di difficile classificazione: secondo Pellegrini ed altri, il tifernate[11] sarebbe appartenente ai dialetti mediani, sia pure con elementi di transizione tra parlate settentrionali e centrali, mentre secondo altri studiosi si tratterebbe di un dialetto a sé, insuscettibile di essere inserito in un gruppo ben determinato proprio per via della forte commistione tra influssi romagnoli, toscani ed umbri.[12][13][14][15][16]

Tra le influenze gallo-italiche romagnole più evidenti che contraddistinguono il dialetto di Città di Castello vi sono:

  • la resa della vocale "a" tra consonanti con un suono intermedio tra la a e la e aperta spesso denotato con èe (ad esempio chèene per "cane" e chèeša per "casa"): è un tratto che dalla Romagna è finito con lo spingersi molto a sud-ovest, tanto in Umbria settentrionale che in Toscana nord-orientale
  • il suono cacuminale della s (la cosiddetta "s salata", pronunciata come la "š" o "sc"), cui si aggiungono la pronuncia della "z" che come nel romagnolo tende ad assomigliare alla "s" (fòrsa per "forza"), nonché della "g", resa quasi come una "sz" (sziòrno per "giorno"). Tale secondo tratto risulta molto vistoso pure nel parlato italiano dei tifernati e degli abitanti di zone limitrofe, specie tra gli individui di una certa età e di sesso maschile.

Questi ultimi due fenomeni sono più evidenti nel dialetto urbano di Città di Castello e della frazione Selci-Lama di San Giustino. Qui è presente una parlata dialettale più conservativa, anche se ciò, come già accennato, è ormai avvertibile soprattutto tra le persone anziane e di sesso maschile, mentre tende ad essere rimosso dalle donne e dai giovani.

Altro aspetto peculiare, che ha avuto probabilmente proprio Città di Castello come centro di irradiazione, e che coinvolge anche le parlate vicine di San Giustino, Monte Santa Maria Tiberina, Citerna e parzialmente quella degli anziani di Monterchi, è l'isocronismo sillabico. In questo caso le vocali in sillaba complicata, terminante per consonante, vengono pronunciate tutte aperte (štrèt-to, quèš-to, ròt-to, còr-šo), mentre quelle in sillaba libera, terminante per vocale, vengono pronunciate tutte chiuse (bé-ne, šé-dia, có-sa, štó-ria). È un fenomeno costituente un unicum in tutta l'Italia centro-settentrionale, e non può avere alcuna relazione con situazioni analoghe di pronuncia presenti lungo la fascia adriatica centro-meridionale (tra Abruzzo e Puglia).

Pertanto la resa delle vocali si distingue a seconda della sillaba e lo schema sarà il seguente:

  • per "A" si avrà in sillaba libera la palatalizzazione in "è" aperta (chè-sa per "casa", tornè-to per "tornato"), mentre in sillaba complicata essa mantiene la quantità originaria (àl-to, fàt-to);
  • per "E" si avrà in sill. lib. "é" chiusa (bé-ne, problé-ma, ripé-te; chè fè, mè-lè, mè-què, che diventano sà feì,ma-lì, mè-chè e ma-chì nelle zone nordorientali del comune), in sill. compl. "è" aperta (dèt-to, stès-so, lèg-no);
  • per "O" si avrà in sill. lib. "ó" chiusa (có-sa, mó-do, só-cio, só-pra), in sill. compl. "ò" aperta (giòr-no, mòl-to, sòt-to);
  • per "I" si avrà in sill. lib. la quantità originaria (vì-te, vì-so), in sill. compl. si avrà l'innalzamento di un grado ad "é" chiusa (finés-ce per "finisce", scrét-to per "scritto", fér-ma per "firma", cfr. fèr-ma per "ferma");
  • per "U" si avrà in sill. lib. la quantità originaria (nù-do, mù-to), in sill. compl. si avrà l'innalzamento di un grado ad "ó" chiusa (brót-to per "brutto", póz-zo per "puzzo", cfr. pòz-zo per "pozzo")[17].

Cultura

Istituti culturali

  • Istituto di storia politica e sociale "Venanzio Gabriotti"

Musei

Biblioteche

Media

Stampa

  • La Nazione (redaz. di Città di Castello)
  • Il Giornale dell'Umbria (redaz. di Città di Castello)
  • La Voce (redaz. di Città di Castello)
  • L'Altrapagina

Radio

  • Radio Tiferno Uno

Televisione

  • Tevere TV

Eventi

Il Festival delle Nazioni è una manifestazione internazionale di musica da camera che si svolge ogni anno tra la fine di agosto e l'inizio di settembre.

Geografia antropica

Quartieri

Casella, Gorgone, Graticole, Madonna del Latte, Mattonata, Meltina, Pesci d'oro, Prato, Rignaldello, Riosecco, Salaiolo - La Tina, San Giacomo, San Pio X

Frazioni

Antirata, Astucci, Badiali, Badia Petroia, Barzotti, Bivio Canoscio, Baucca, San Martino d'Upò, Belvedere, Bisacchi, Bonsciano, Caifirenze, Candeggio, Canoscio, Capitana, Celle, Cerbara, Cinquemiglia, Coldipozzo, Cornetto, Croce di Castiglione, Fabbrecce(Tofanelli), Fiume, Fraccalaglio, Fraccano, Galassina, Grumale, Lerchi, Lugnano, Marchigliano, Montemaggiore, Monte Ruperto, Morra, Muccignano, Nuvole, Petrelle, Piosina, Promano, Roccagnano, Ronti, Rovigliano, San Leo Bastia, San Biagio del Cornetto, San Lorenzo Bibbiana, San Maiano, San Martin Pereto, San Martino di Castelvecchio, San Pietro a Monte, San Secondo, Santa Lucia, Santo Stefano Del Piano, Scalocchio, Seripole, Terme di Fontecchio, Titta, Trestina, Uppiano, Userna, Valdipetrina, Vallurbana, Vingone, Volterrano

Infrastrutture e Trasporti

Strade

Città di Castello è servito dalla SS 3 bis/E45. È collegato ad essa con l'omonima uscita, con l'uscita sud e con l'uscita Promano. È anche collegato tramite la strada statale 73 ad Arezzo distante circa 38 km. È collegato a Fano tramite la strada provinciale 257 e la strada statale 3 bis a Fano, distante a circa 97 km. È inoltre in progetto il passaggio sul suo territorio della strada in costruzione E78.

Ferrovie

Il comune è servito dall'omonima stazione posta sulla ferrovia Centrale Umbra, gestita da Rete Ferroviaria Italiana.[18]

Amministrazione

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1944 1945 Luigi Pillitu Democrazia Cristiana Sindaco
1945 1946 Luigi Crocioni Partito Comunista Italiano Sindaco
1946 1947 Giovan Battista Venturelli Sindaco
1947 1952 Luigi Crocioni Partito Comunista Italiano Sindaco
1952 1958 Francesco Alunni Pierucci Partito Comunista Italiano Sindaco
1958 1964 Gustavo Corba Partito Comunista Italiano Sindaco
1964 1970 Luigi Angelini Partito Comunista Italiano Sindaco
1970 1980 Venanzio Nocchi Partito Comunista Italiano Sindaco
1980 1988 Giuseppe Pannacci Partito Comunista Italiano Sindaco
1988 1988 Angelo Tranfaglia Commissario prefettizio
1988 1991 Giuseppe Pannacci Partito Comunista Italiano poi Partito Democratico della Sinistra Sindaco
1993 2001 Adolfo Orsini Partito Democratico della Sinistra poi Democratici di Sinistra Sindaco
2001 2010 Fernanda Cecchini Democratici di Sinistra poi Partito Democratico Sindaco [19]
2010 2011 Luciano Bacchetta Partito Socialista Italiano Sindaco F.F.
2011 2016 Luciano Bacchetta Partito Socialista Italiano Sindaco
2016 in carica Luciano Bacchetta Partito Socialista Italiano Sindaco

Gemellaggi

Il primo e unico gemellaggio ufficiale della città[20] è avvenuto in data 28 ottobre 2017:

In precedenza la città aveva stretto vari rapporti di partnership, nello specifico con:

Sport

Società sportive

Le squadre cittadine sono costituite da:

  • due società di pallavolo: Gherardi Svi Città di Castello, tornata in Serie A1 (pallavolo maschile) nel 2013, e AVT Volley Città di Castello;
  • una società di calcio: S.S.D. Città di Castello, militante in Serie D girone G;
  • una società di pallacanestro: Basket Città di Castello ASD, militante nella serie D Regionale;
  • una squadra di rugby: Città di Castello Rugby;
  • una società di ciclismo nella frazione di Cerbara: Gruppo sportivo Errepielle Cerbara;
  • una società di calcio a 5: CTS Grafica Calcio A5 Città di Castello, fondata nel 1998, colori sociali Bianco Rossi, militante in serie C2;
  • una società di canoa: C.C.C.C. (Canoa Club Città di Castello);
  • una società di nuoto: C.N.A.T. '99 (Centro Nuoto Alto Tevere '99).
  • una società di tiro con l'arco: Compagnia Arcieri Tifernum dal 1974

In città si svolge in maggio un importante torneo nazionale di rugby giovanile, il "Trofeo Città di Castello"; in giugno il "Trofeo Tifernum Tiberinum", meeting nazionale di nuoto; in luglio il "Playground Contest", torneo di pallacanestro a tre giocatori (in piazza Matteotti), e in dicembre il torneo di pallavolo femminile "Francesca Fabbri".

Ciclismo

Città di Castello è stata sede di arrivo di due tappe del Giro d'Italia, la prima nel 1984, vinta da Paolo Rosola l'ultima nel 1991 vinta da Mario Cipollini.

Note

  1. ^ https://www.tuttitalia.it/umbria/73-citta-di-castello/79-amministrazione/
  2. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2017.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ https://books.google.it/books?id=jAQo1LU6ikEC&q=citta%27+di+castello+legami++marche+toscana+romagna&dq=citta%27+di+castello+legami++marche+toscana+romagna&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj-t6e8hO_YAhXHVhQKHf9_AFEQ6AEIKzAB
  5. ^ Cfr. la mappa relativa alle regioni climatiche in: AA. VV. Grande Atlante d'Italia De Agostini, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1987, pag. 235.
  6. ^ A. Zorzi, Le Toscane del Duecento, in, Etruria, Tuscia, Toscana, a cura di G. Garzella, Pisa, Pacini Editore, 1998, p. 94
  7. ^ Israel Gutman, Bracha Rivlin e Liliana Picciotto, I giusti d'Italia: i non ebrei che salvarono gli ebrei, 1943-45, Mondadori, Milano, 2006, pp. 214-215.
  8. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  9. ^ Statistiche demografiche ISTAT
  10. ^ https://archive.org/details/saggiosuidialet02biongoog
  11. ^ Copia archiviata (PDF), su lettere.uniroma1.it. URL consultato il 3 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2016).
  12. ^ https://books.google.it/books?id=VmQVAAAAYAAJ&pg=PP16&dq=dialetto+citta%27+di+castello&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjKgOOcitrYAhXL6xQKHbLEAoMQ6AEIKDAA
  13. ^ Carlo Tagliavini, Le origini delle lingue neolatine: introduzione alla filologia romanza, R. Patròn, 1962.
  14. ^ La variazione diatopica, su maldura.unipd.it (archiviato dall'url originale il February 2012).
  15. ^ [1] Archiviato il 7 November 2005 Data nell'URL non combaciante: 7 novembre 2005 in Internet Archive.
  16. ^ AIS, Sprach-und Sachatlas Italiens und der Südschweiz, Zofingen 1928-1940
  17. ^ Fonetica del dialetto tifernate (PDF), su bulgnais.com.
  18. ^ http://www.fsnews.it/fsn/Sala-stampa/Comunicati/RFI-Umbria-percorso-trasferimento-gestione-rete-ferroviaria-regionale
  19. ^ Dimessasi in seguito all'elezione in Consiglio Regionale.
  20. ^ Primo gemellaggio per Città di Castello con Majano, comune in provincia di Udine, su teveretv.it. URL consultato il 14 novembre 2017.
  21. ^ Cerimonie in onore del Sergente Angelo Zampini (PDF), su anaudine.it. URL consultato il 14 novembre 2017.
  22. ^ (FR) Il patto nel sito ufficiale di Joué-lès-Tours, su jouelestours.fr. URL consultato il 7 agosto 2018.
  23. ^ (RO) Il patto nel sito ufficiale di Sighișoara, su sighisoara.org.ro. URL consultato il 14 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2017).
  24. ^ (SV) Il patto nel sito ufficiale di Höör, su hoor.se (archiviato dall'url originale il 6 novembre 2016).
  25. ^ Protocollo d'Intesa tra i Comuni di Gibellina e Città di Castello, su gibellina.gov.it (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2015).

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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