Controversia sullo spionaggio in Formula 1 del 2007: differenze tra le versioni

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[[File:Stepneytodt.JPG|thumb|left|[[Nigel Stepney]] (al centro) nei box della [[Scuderia Ferrari]] nel 2005.]]
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Il tecnico inglese [[Nigel Stepney]], arrivato in {{Automobilismo Ferrari|N}} a metà degli anni '90 dopo una lunga carriera in [[Formula 1]] con {{Automobilismo Shadow|N}}, {{Automobilismo Lotus|N}} e {{Automobilismo Benetton|N}}, negli anni seguenti emerse tra gli elementi più stimati nel vittorioso ciclo instaurato dalla casa di Maranello tra il 1999 e il 2004, a cui Stepney contribuì come capomeccanico e, in seguito, come coordinatore tecnico, di fatto «braccio destro» del direttore tecnico [[Ross Brawn]].<ref name="esposto">{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2007/03/motori/formulauno/stagione-2007a/ferrari-esposto/ferrari-esposto.html|titolo=Sabotaggio, esposto della Ferrari|data=22 giugno 2007}}</ref>
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Alla fine del campionato 2006 proprio Brawn, da circa un decennio direttore della Scuderia Ferrari, aveva deciso di prendersi un anno sabbatico e contestualmente chiudere la sua esperienza in seno al Cavallino. Stepney confidava di poterne ereditare il posto,<ref name="esposto"/> ma di diversa idea furono i vertici del Cavallino che, per la sostituzione di Brawn, decisero di scinderne l'incarico affidando la direzione sportiva a [[Stefano Domenicali]] e quella tecnica a [[Mario Almondo]].<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Motori/Formula1/Primo_Piano/2006/10_Ottobre/26/ferrari.shtml|titolo=Ferrari: Brawn-Martinelli addio|data=26 ottobre 2006}}</ref>
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Versione delle 18:54, 7 apr 2021

La Ferrari F2007, vettura al centro della spy-story.

La controversia sullo spionaggio in Formula 1 del 2007 è stato lo scandalo di spionaggio industriale che ha colpito il Campionato mondiale di Formula 1 2007 e ha visto protagonisti i team Ferrari e McLaren; successivamente nella vicenda è rimasta coinvolta anche la Renault.

Storia

Antefatti

Nigel Stepney (al centro) nei box della Scuderia Ferrari nel 2005.

Il tecnico inglese Nigel Stepney, arrivato in Ferrari a metà degli anni 1990 dopo una lunga carriera in Formula 1 con Shadow, Lotus e Benetton, negli anni seguenti emerse tra gli elementi più stimati nel vittorioso ciclo instaurato dalla casa di Maranello tra il 1999 e il 2004, a cui Stepney contribuì come capomeccanico e, in seguito, come coordinatore tecnico, di fatto «braccio destro» del direttore tecnico Ross Brawn.[1]

Alla fine del campionato 2006 proprio Brawn, da circa un decennio direttore della Scuderia Ferrari, aveva deciso di prendersi un anno sabbatico e contestualmente chiudere la sua esperienza in seno al Cavallino. Stepney confidava di poterne ereditare il posto,[1] ma di diversa idea furono i vertici del Cavallino che, per la sostituzione di Brawn, decisero di scinderne l'incarico affidando la direzione sportiva a Stefano Domenicali e quella tecnica a Mario Almondo.[2]

Indispettito dalla mancata promozione, nelle settimane seguenti Stepney rilasciò un'intervista molto polemica alla stampa d'oltre Manica;[1] l'episodio non passò inosservato a Maranello, che in tutta risposta vide l'inglese dirottato a un diverso incarico, quello di «responsabile dello sviluppo della performance della squadra», in pratica allontanandolo da ruoli decisionali al muretto dei box.[1] Da qui si suppone ebbero origine i motivi delle azioni sabotatorie di Stepney nei confronti della Ferrari.

La scoperta dello spionaggio

La spy story venne alla luce nel giugno 2007, all'incirca dopo il Gran Premio degli Stati Uniti, quando alla Ferrari s'iniziò a parlare di sabotaggio in merito all'appuntamento di Monaco del maggio precedente.[3] Il tutto sarebbe avvenuto internamente ad opera di Stepney il quale, nei giorni precedenti la partenza della squadra per Monte Carlo, avrebbe sparso nei serbatoi delle F2007 di Kimi Räikkönen e Felipe Massa una polvere bianca;[1] tale inconguenza venne comunque scoperta in breve dai tecnici italiani, che ebbero tempo di sostituire le parti incriminate prima del Gran Premio monegasco.[1]

Prima del Gran Premio di Monaco 2007 avviene il sabotaggio, a opera di Stepney, delle due monoposto Ferrari guidate da Massa e Räikkönen.

Il sabotaggio venne definitivamente appurato nel novembre 2007: la polvere era stata intenzionalmente inserita da Stepney allo scopo di provocare malfunzionamenti nei motori delle Ferrari.[4] Successivamente si scoprì come Stepney avesse anche passato disegni confidenziali sulla F2007 all'amico Mike Coughlan, capo progettista della rivale McLaren; il nome di quest'ultimo venne indicato da un commerciante inglese, il quale dichiarò che Coughlan si fosse presentato nel suo negozio e gli avesse chiesto di fotocopiare circa 300 pagine riguardanti vari disegni riservati della monoposto italiana. A questo punto la Federazione Internazionale dell'Automobile (FIA) decise di aprire un'inchiesta.[5]

La prima sentenza

La McLaren fu accusata dalla Ferrari di avere utilizzato i disegni trafugati a proprio vantaggio, mentre la casa inglese sostenne di non saperne niente, e che il tutto era ascrivibile a un'iniziativa privata del solo Coughlan. Dopo una prima udienza saltata si arrivò al 26 luglio 2007, giorno del giudizio: la McLaren venne ritenuta colpevole di essere entrata «in possesso di informazioni confidenziali» della Ferrari, ma non venne comminata nessuna sanzione in quanto non emersero «prove sufficienti» che il materiale fosse stato effettivamente utilizzato dal team inglese per indirizzare a proprio vantaggio il campionato.[6]

Oltre al sabotaggio, viene alla luce il passaggio (ancora per mano di Stepney) di progetti segreti della F2007 ai rivali della McLaren.

Cinque giorni dopo, però, fu lo stesso presidente della FIA, Max Mosley, a decidere di presentare appello: motivò ciò come una scelta «politica» stante l'impossibilità da parte della Ferrari, per questioni regolamentari, di ricorrere verso la sentenza.[6]

La seconda sentenza

La data della seconda udienza venne fissata il 13 settembre 2007.[7] Da questa venne alla luce uno scambio di e-mail tra il pilota della McLaren, Fernando Alonso, e il collaudatore del team inglese, Pedro de la Rosa, in cui venivano citate informazioni riservate sulla F2007:[8] il contenuto di queste riguardava la distribuzione dei pesi della Ferrari di Räikkönen nel Gran Premio d'Australia di quell'anno, nonché dell'impianto frenante della monoposto concorrente, dati da comparare in dei test onde provare che risultati potessero avere sulla loro McLaren MP4-22. Da tale scambio di messaggi non emerse nulla di concreto circa l'utilizzo effettivo di tali informazioni, anche se ora appariva chiaro come queste, a differenza di quanto aveva dichiarato la casa di Woking in un primo momento, erano invece a conoscenza dell'intero team e non del solo Coughlan. Questi fatti indussero la FIA a sostituire il ricorso in appello con una convocazione del Consiglio Automobilistico Mondiale.

Durante tale riunione la Ferrari portò come presunte prove della colpevolezza McLaren le e-mail di Alonso e de La Rosa, oltre ad alcuni SMS. La FIA emise quindi una nuova sentenza a sfavore della casa inglese: stavolta le venne azzerato il punteggio maturato in stagione nella classifica costruttori — fatto che consegnò alla Ferrari la vittoria del titolo marche per il 2007 —, oltreché comminata una multa di 100 milioni di dollari.[9]

Note

  1. ^ a b c d e f Sabotaggio, esposto della Ferrari, su repubblica.it, 22 giugno 2007.
  2. ^ Ferrari: Brawn-Martinelli addio, su gazzetta.it, 26 ottobre 2006.
  3. ^ Raffaele Dalla Vite, La Ferrari sabotata. Todt: "C'è qualcosa", su gazzetta.it, 22 giugno 2007.
  4. ^ Gli esami incastrano Stepney, sua la polvere del sabotaggio, su gazzetta.it, 21 novembre 2007.
  5. ^ La McLaren: "Siamo puliti". E la Fia apre un'indagine, su gazzetta.it, 4 luglio 2007.
  6. ^ a b Spionaggio, Mosley ricorre. "È una scelta politica", su gazzetta.it, 31 luglio 2007.
  7. ^ Spy story, appello il 13/9 dopo la gara di Monza, su gazzetta.it, 7 agosto 2007.
  8. ^ Così la Fia ha costretto i piloti McLaren a parlare, su gazzetta.it, 8 settembre 2007.
  9. ^ McLaren, ecco la sentenza. Dennis: "Sanzione ingiusta", su gazzetta.it, 13 settembre 2007.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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