Spazzacamino
Lo spazzacamino di mestiere pulisce la canna dei camini dalla fuliggine, e più generalmente interviene per il controllo e la manutenzione dell'impianto fumario. Il mestiere è nato alcuni secoli fa. In Italia, come nel resto dell'Europa, per fare questo mestiere si prendevano bambini e ragazzi dalle famiglie oppure mendicanti o orfani. La caratteristica che questi ragazzi dovevano possedere era l'essere molto magri al fine di entrare agevolmente nella canna fumaria e pulirla[1].
La Val Vigezzo, in Piemonte, è chiamata la valle degli spazzacamini (rüsca in dialetto ossolano) per il gran numero di ragazzi che soprattutto tra il Seicento e il Settecento emigrarono in nord Europa, come è testimoniato nel museo interamente dedicato. Nella stessa valle per questo motivo ogni anno viene organizzato il raduno internazionale degli spazzacamini a Santa Maria Maggiore.
Il ruolo in età moderna[modifica | modifica wikitesto]
Al giorno d'oggi invece lo "spazzacamino" è responsabile dell'intervento di manutenzione, quindi oltre alla mera spazzolatura dei condotti, deve provvedere a controllare lo stato di conservazione dell'impianto fumario, le eventuali anomalie e soprattutto deve garantirne l'efficienza e la tenuta. Solo la manutenzione ordinaria così concepita previene gli incendi e gli avvelenamenti da monossido di carbonio.
Il camino o meglio l'impianto fumario, deve essere pulito accedendo ad entrambe le estremità dell'impianto: il terminale sul tetto ed il focolare all'interno dell'abitazione. La scovolatura dei condotti può essere eseguita utilizzando due tecniche: dall'alto verso il basso o viceversa; Gli attrezzi per la pulizia sono cambiati negli ultimi anni. Una volta si infilava una corda attraverso il comignolo e quando arrivava nel focolare vi si legava matassa di rovi o pungitopo, e un capo di una corda altrettanto lunga e poi, uno sopra e uno sotto, si trascinava su e giù. Oggi invece questo mestiere è cambiato: è previsto il controllo preventivo tramite videoispezione, la sigillatura delle aperture all'interno dei locali, l'accesso al tetto in sicurezza, la scovolatura tramite spazzole idonee per materiale, durezza e forma, trascinate mediante peso battente o aste flessibili avvitate una di seguito l'altra ed infine l'asportazione e lo smaltimento della fuliggine. Il classico raschietto a spalla è un po' in disuso in quanto la formazione di depositi catramosi che richiedano l'uso di tale attrezzo era tipica dei grandi focolari aperti che, a causa del loro scarsissimo rendimento sono sempre più in disuso.
La disciplina legislativa[modifica | modifica wikitesto]
Italia[modifica | modifica wikitesto]
Inizialmente lo "spazzacamino" eseguiva solo le operazioni di pulizia intesa come manutenzione ordinaria degli impianti fumari, senza assumersi nessuna responsabilità circa il loro funzionamento prima e/o dopo il lavoro. In Italia, in questo senso, il codice civile prevede la diligenza professionale e quindi devono essere applicate le Norme UNI specifiche per ciascun campo di applicazione. Per gli impianti termici, ad esempio, esiste l'abilitazione alla manutenzione ed installazione degli impianti su cui vanno ad operare (D.M. 37/2008).
Germania[modifica | modifica wikitesto]
Diverso invece in Germania dove per una legge del 1935, chi possiede un camino non può effettuare personalmente la pulizia, ma per pulirlo deve chiamare uno Schornsteinfeger (spazzacamino). In Germania gli spazzacamini avevano una sorta di monopolio, cioè ogni quartiere era assegnato a uno spazzacamino; nel 2008 la legge è stata modificata eliminando, in via teorica, tale situazione monopolistica[2].
Note[modifica | modifica wikitesto]
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Luigi Rossi, Il Piemonte in Europa. 500 anni di emigrazione della Val Vigezzo: la famiglia Farina e l'Acqua di Colonia, InterLinea, 2009
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