Sparatoria della metropolitana di New York del 1984

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Sparatoria nella metropolitana di New York del 1984
TipoSparatoria
Data22 dicembre 1984
LuogoNew York, New York, Stati Uniti d'America
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
ResponsabiliBernhard Goetz
MotivazioneLegittima difesa o vigilantismo
Conseguenze
Morti0
Feriti4

La sparatoria della metropolitana di New York del 1984 è stato un fatto di cronaca nera che ebbe ampio risalto nei media, accaduto il 22 dicembre 1984 a New York negli Stati Uniti d'America.

Nel pomeriggio di sabato 22 dicembre 1984, quattro ragazzi afroamericani, Barry Allen, Troy Canty, Darrell Cabey e James Ramseur, furono gravemente feriti a colpi di arma da fuoco dal trentasettenne Bernhard Goetz in un vagone della metropolitana di New York a Manhattan.[1][2][3]

Goetz si costituì alla polizia nove giorni dopo e fu accusato di tentato omicidio, aggressione a mano armata, e condotta pericolosa ed irresponsabile. Inizialmente Goetz fu visto da gran parte dell'opinione pubblica come la vittima di una tentata rapina che aveva agito per legittima difesa e fu soprannominato "il giustiziere della metropolitana" dalla stampa newyorchese, ricevendo riconoscimento pubblico e supporto da parte di organizzazioni come i Guardian Angels. Tuttavia, in seguito l'opinione generale su Goetz cambiò quando furono divulgate le sue dichiarazioni durante l'interrogatorio della polizia, dove ricorse ad espressioni razziste arrivando a dire di aver anche pensato di cavare gli occhi con le chiavi di casa a una delle vittime della sparatoria[4][5], e venne diffusa la notizia che aveva sparato una seconda volta a Darrell Cabey mentre questi era ferito (tesi poi dimostratasi errata).

L'incidente ebbe ampio risalto a livello nazionale e generò dibattiti sul dilagare del crimine nelle maggiori città degli Stati Uniti, circa i limiti legali della legittima difesa, e su fino a che punto i cittadini potevano fare affidamento sulla polizia per garantire la loro sicurezza.[2] Goetz, per molti divenne il simbolo della frustrazione dei cittadini di New York verso l'ondata di crimini che infestava la città negli anni ottanta. La sua figura fu sia lodata sia vilipesa dai mass media e dall'opinione pubblica. L'incidente è stato citato come uno dei fattori principali che contribuirono al movimento contro la criminalità e il degrado urbano[6], e al successo delle campagne della National Rifle Association of America per allentare le restrizioni circa il trasporto di armi da fuoco.[7]

Antefatto[modifica | modifica wikitesto]

Dopo l'arresto, Bernhard Goetz dichiarò di essere stato vittima di una rapina, tre anni prima, nella stazione della metropolitana di Canal Street, da parte di tre giovani afroamericani che lo picchiarono e lo derubarono.[8] La rabbia e l'umiliazione provate in quell'occasione lo portarono a decidere di richiedere il porto d'armi, ma quando la sua domanda venne respinta, decise comunque di acquistare una pistola e portarla addosso per potersi difendere e non ripetere la brutta esperienza.

Incidente[modifica | modifica wikitesto]

Nel primo pomeriggio di sabato 22 dicembre 1984, quattro afroamericani provenienti dal quartiere del South Bronx, Barry Allen, Troy Canty e Darrell Cabey, tutti diciannovenni; e James Ramseur, 18 anni, salirono sulla linea 2 della metropolitana. I ragazzi, che avevano tutti precedenti penali per reati minori, dichiararono in seguito che stavano andando a rapinare una sala giochi a Manhattan.[9] Quando il treno arrivò nella stazione 14th Street di Manhattan, sul loro vagone, il settimo del convoglio[10][11], rimasero dai quindici ai venti passeggeri.[12]

A quel punto Goetz entrò nel vagone dalla porta più arretrata, attraversò il corridoio e si sedette di fronte alla porta. Canty era dall'altra parte del corridoio rispetto a lui, sdraiato sulla lunga panca appena a destra della porta. Allen era seduto alla sinistra di Canty, sul sedile dall'altro lato della porta. Ramseur e Cabey erano seduti di fronte alla porta e alla destra di Goetz, vicino alla cabina del conduttore.[10] Secondo quanto dichiarato da Goetz alla polizia, approssimativamente dieci secondi dopo, Canty gli chiese: «Come te la passi?» e Goetz rispose: «Bene». Sempre secondo Goetz, i quattro giovani presumibilmente si fecero segno l'un l'altro, e poco dopo Canty e Allen si alzarono dai posti e si spostarono alla sinistra di Goetz, isolandolo dagli altri passeggeri nel vagone. Canty quindi gli disse: «Dammi cinque dollari». Allora Goetz estrasse la pistola (una Smith & Wesson calibro .38) e sparò diverse volte ai quattro ragazzi, colpendoli tutti. Canty e Ramseur testimoniarono al processo che non stavano tentando di derubarlo ma gli avevano solo chiesto dei soldi. Cabey non testimoniò mentre Allen si appellò al quinto emendamento invocando la facoltà di non rispondere.

Dopo la sparatoria, Goetz fuggì dal treno scendendo nel tunnel della metropolitana, facendo perdere le proprie tracce. Si recò nel New England e il 31 dicembre si costituì alla polizia a Concord (New Hampshire) dichiarando: «Sono io quello che state cercando a New York».

Sequenza degli spari[modifica | modifica wikitesto]

Le fonti differiscono nel riportare l'esatta sequenza degli spari. Prima dell'inizio del processo, i media riportarono la notizia che Goetz aveva sparato un secondo proiettile a Cabey quando questi era ferito, dicendogli: «Non sembri stare troppo male, eccotene un altro». Tale versione fu smentita durante il dibattimento in aula quando fu rivelato che Cabey era stato colpito da una sola pallottola al fianco sinistro.

Al processo civile nel Bronx, Goetz testimoniò di avere sparato per primo a Canty, poi ad Allen, che un terzo colpo andò a vuoto, e infine di aver colpito Cabey e Ramseur. Nel suo sito web personale, Goetz riportò la seguente ricostruzione dei fatti:

«Ho deciso di sparare più che potevo il più velocemente possibile. Ho estratto velocemente e ho sparato con una mano (la destra), premendo il grilletto prima che la pistola fosse allineata sui bersagli. Tutti i colpi effettivi più il mio tempo di estrazione sono avvenuti facilmente entro 1,6 secondi o meno. Questo non è così difficile da fare come alcuni potrebbero pensare, e di tanto in tanto do una descrizione della tecnica insieme a una ricostruzione del tutto. Il primo colpo ha colpito Canty al centro del petto. Dopo il primo sparo la mia vista è cambiata e ho perso il senso dell'udito. Il secondo colpo ha colpito velocemente Barry Allen nella spalla posteriore superiore mentre si stava abbassando (in seguito il proiettile è stato rimosso dal suo braccio). Il terzo colpo ha colpito la parete della metropolitana proprio di fronte a Cabey; il quarto colpo ha colpito Cabey al fianco sinistro (recidendogli il midollo spinale e rendendolo paraplegico). Il quinto colpo ha colpito il braccio di Ramseur sul lato sinistro. Ho immediatamente guardato i primi due per assicurarmi che fossero "sistemati", quindi ho tentato di nuovo di sparare a Cabey nello stomaco, ma la pistola era scarica. Pensavo che Cabey fosse stato colpito due volte dopo aver letto un resoconto sulla stampa; avevo perso il conto dei colpi e mentre ero sotto l'adrenalina non ho nemmeno sentito i colpi o il rinculo del calcio della pistola. "Non sembri stare troppo male, eccone un altro", è una frase che mi venne in mente più tardi quando cercavo di spiegare la sparatoria mentre avevo l'impressione che Cabey fosse stato colpito due volte. Cabey, che era in piedi poco prima della sparatoria, era seduto sul sedile della metropolitana durante tutti i tentativi di tiro. Gli altri erano in piedi. Poco dopo gli spari la mia vista e l'udito sono tornati alla normalità.[13]»

Interrogatorio della polizia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo essersi costituito, Bernhard Goetz fu interrogato per circa due ore alla presenza di un avvocato. L'interrogatorio venne registrato e filmato previa sua autorizzazione. Goetz descrisse la rapina subita tre anni prima, durante la quale era stato ferito e l'unico fermato dalla polizia era stato rilasciato poco dopo. Definì New York una città "senza legge" e il sistema giudiziario "uno scherzo", "una vergogna" e "una disgrazia". Goetz disse che quando i quattro giovani lo avevano circondato sul treno della metropolitana, aveva avuto paura di essere picchiato a morte e derubato.[14] Egli negò qualsiasi premeditazione nella sparatoria, e quando gli venne chiesto quali erano le sue intenzioni nel momento esatto che estrasse il revolver, Goetz rispose: «La mia intenzione era quella di ucciderli, di far loro del male, di farli soffrire il più possibile».[15] Più avanti nella registrazione, Goetz disse: «Se avessi avuto più colpi, gli avrei sparato ancora e ancora. Il mio problema era che avevo finito i proiettili». Egli aggiunse: «Stavo per... stavo per cavare un occhio a uno dei ragazzi [Canty] con le mie chiavi», ma disse di essersi fermato dopo aver visto il terrore sul suo viso.[16] Al processo penale, gli avvocati difensori di Goetz, Barry Slotnick e Mark M. Baker, asserirono che questa ed altre dichiarazioni estreme fatte da Goetz, erano il prodotto dello stato emozionale e della sua fervida immaginazione.

Goetz fu ricondotto a Manhattan il 3 gennaio 1985 e ufficialmente incriminato con quattro imputazioni per tentato omicidio, la cauzione venne fissata in 50,000 dollari. Fu tenuto in custodia cautelare nell'infermeria della prigione di Rikers Island.[17] Pagò egli stesso la cauzione e fu rilasciato in libertà provvisoria l'8 gennaio.[18]

Bernhard Goetz[modifica | modifica wikitesto]

Bernhard Hugo Goetz nacque a Kew Gardens, un sobborgo del Queens a New York, il 7 novembre 1947[19], da Gertrude (nata Karlsberg) e Bernhard Willard Goetz Sr. I suoi genitori erano immigrati tedeschi che si erano conosciuti negli Stati Uniti.[20][21] Il padre era di religione protestante; la madre, ebrea, si convertì anch'essa al protestantesimo.[22][23][24][25] Durante la crescita, Goetz visse con i genitori e tre fratelli maggiori a Upstate New York, dove suo padre gestiva un caseificio e un'attività di legatoria.[26] All'età di 12 anni fu mandato in Svizzera, dove lui e sua sorella frequentarono un collegio.[27] Goetz tornò negli Stati Uniti nel 1965 per andare al college, e laurearsi in ingegneria elettronica e nucleare alla New York University.[26] All'epoca, la sua famiglia si era trasferita a Orlando in Florida; Goetz li raggiunse e lavorò presso l'attività di sviluppo residenziale di suo padre. Fu sposato per breve tempo. Dopo il divorzio, tornò a New York, dove mise su una piccola azienda di elettronica nel suo appartamento del Greenwich Village.[26]

"Il giustiziere della metropolitana"[modifica | modifica wikitesto]

Il caso del "giustiziere della metropolitana" ("The Subway Vigilante"), soprannome dato a Goetz dalla stampa di New York, fu una notizia da prima pagina per mesi, in parte a causa delle reazioni represse che l'incidente suscitò a New York e in altre città statunitensi. L'opinione pubblica si divise in tre fazioni: Quelli che tendevano a simpatizzare per Goetz credendo alla sua versione dei fatti, giustificando le sue azioni come legittima difesa. Quelli che invece credevano a quanto dichiarato dai quattro adolescenti di colore, e cioè che stavano solo cercando di elemosinare qualche soldo per andare a giocare ai videogiochi. E infine quelli che credevano alla tesi di Goetz che fosse stato effettivamente vittima di un tentativo di rapina, ma pensavano che la sua reazione fosse stata spropositata e un eccesso di legittima difesa.

Questione razziale[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni considerarono l'incidente come emblematico della questione inerente al razzismo negli Stati Uniti d'America (essendo Goetz un uomo bianco che aveva sparato a quattro giovani neri), e troppo mite il verdetto del giudice (un anno di reclusione). Benjamin Hooks, direttore della NAACP, disse che "il verdetto era stato inaccettabile". Floyd Flake fu concorde, dichiarando che "se fosse stato un nero a sparare a quattro bianchi, sarebbe stato automaticamente condannato alla pena di morte".[28] C. Vernon Mason, candidato procuratore distrettuale, disse che le azioni di Goetz erano state razziste,[28] e così fece il reverendo Al Sharpton.

Dei dimostranti per i diritti civili arrivarono ad accusare Goetz di genocidio.[29] Una frase razzista pronunciata da Goetz 18 mesi prima della sparatoria durante una riunione di quartiere circa il crimine sulla 14th Street: «L'unico modo per ripulire le strade è quello di far sparire negri e latini» – fu indicata quale evidenza della motivazione razziale del suo gesto. Leader politici e religiosi della comunità nera richiesero fosse aperta un'indagine federale sull'incidente.[30]

Le indagini da parte dell'ufficio del procuratore distrettuale Rudolph Giuliani stabilirono che la motivazione di Goetz a sparare era stata la paura e non il razzismo.[31] In un'intervista rilasciata a Stone Phillips di Dateline NBC, Goetz ammise a posteriori che la sua paura in quel momento era stata accresciuta dal fatto che i presunti aggressori erano dei negri.[32]

Processi[modifica | modifica wikitesto]

Penale[modifica | modifica wikitesto]

Il caso venne difeso dagli avvocati Barry Slotnick e Mark M. Baker. Slotnick sostenne che le azioni di Goetz rientravano nello statuto di autodifesa dello Stato di New York. Ai sensi della Sezione 35.15: "Una persona non può usare la forza fisica mortalmente su un'altra persona; ... a meno che; ... ritenga ragionevolmente che tale altra persona stia commettendo o tentando di commettere [uno dei reati presupposti enumerati, inclusa la rapina]".[33]

Goetz venne giudicato a Manhattan da una giuria formata da 10 bianchi e 2 afroamericani, dei quali 6 erano stati vittima di crimini urbani.[34][35] Fu ritenuto colpevole di tentato omicidio e aggressione di primo grado e incriminato per possesso illegale di arma da fuoco non registrata, carica e senza porto d'armi. Fu condannato a sei mesi di carcere, un anno di trattamento psichiatrico, cinque anni di libertà vigilata, 200 ore di servizio civile, e a una multa di 5,000 dollari. In appello la sentenza venne modificata in un anno di carcere senza libertà vigilata. Goetz scontò in prigione otto mesi della pena.

Civile[modifica | modifica wikitesto]

Un mese dopo la sparatoria, gli avvocati di Darrell Cabey (che era rimasto paralizzato su una sedia a rotelle e aveva subito danni cerebrali) William Kunstler e Ron Kuby intentarono una causa civile nei confronti di Goetz per chiedere un risarcimento.[36] La causa fu discussa nel 1996, oltre undici anni dopo l'incidente, nel Bronx, con il razzismo come tema portante.[37] Durante il processo, Goetz ammise in aula di aver rilasciato dichiarazioni di stampo razzista e di aver fumato marijuana negli anni ottanta.[38] Kuby ritrasse Goetz come un aggressore razzista; mentre la difesa sostenne la tesi della legittima difesa poiché Goetz, sentendosi circondato, aveva reagito in preda alla paura di essere rapinato e picchiato, come già gli era successo in passato. Il giornalista Jimmy Breslin testimoniò al processo che in un'intervista del 1985, Cabey negò il proprio coinvolgimento nel tentativo di rapina, ma confermò che Canty, Allen e Ramseur volevano rapinare Goetz.

La giuria stabilì che Goetz era colpevole di condotta irresponsabile e di aver intenzionalmente voluto arrecare danni a Cabey.[39] Goetz fu condannato a risarcire Cabey con 43 milioni di dollari.[39]

Successivamente Goetz dichiarò bancarotta, dicendo che le spese legali lo avevano lasciato sul lastrico, e si dichiarò non in grado di pagare il risarcimento.[40] Interrogato nel 2004 circa il risarcimento disse di non aver mai pagato nulla, e nel corso di un'intervista radiofonica nel 2017 disse di non essere assolutamente pentito di avere sparato a quattro negri.[5]

Riferimenti nella cultura popolare[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Kirk Johnson, Youth Shot In Subway Says He Didn't Approach Goetz, in The New York Times, 20 maggio 1987 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2016).
  2. ^ a b Michael Brooks, Stories and Verdicts: Bernhard Goetz and New York in Crisis, in College Literature, vol. 25, n. 1, 1998, pp. 77–93, JSTOR 25112354.
  3. ^ Ronald Christenson (a cura di), Political Trials in History: From Antiquity to the Present, Piscataway, New Jersey, Transaction Publishers, 1991, pp. 162–163, ISBN 0-88738-406-4.
  4. ^ Margot Hornblower, Intended to Gouge Eye Of Teen, Goetz Tape Says; 'My Problem Was I Ran Out of Bullets', in The Washington Post, 14 maggio 1987. URL consultato l'11 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2012).
  5. ^ a b Processi mediatici (Trial by Media), Episodio 2 Vendetta in metropolitana, Netflix
  6. ^ John Leo, Behavior: Low Profile for a Legend Bernard Goetz, in Time, New York, Time Inc., 21 gennaio 1985. URL consultato il 29 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2013).
  7. ^ Richard Feldman, Bernie Goetz 'The Subway Gunman' 30 Years Later, in The Huffington Post, New York, Huffington Post Media Group, 22 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2015).
  8. ^ Suzanne Daley, Man Tells Police He Shot Youths In Subway Train, in The New York Times, 1º gennaio 1985 (archiviato dall'url originale il 2 settembre 2017).
  9. ^ Selwyn Raab, 4 Youths Shot By Goetz Faced Criminal Counts, in The New York Times, 10 gennaio 1985 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2017).
  10. ^ a b Lesly, Mark, Subway Gunman: A Juror's Account of the Bernhard Goetz Trial, British American Publishing, 1988, ISBN 0-945167-08-3.
  11. ^ George P. Fletcher, A Crime of Self-Defense: Bernhard Goetz and the Law on Trial, University of Chicago Press, giugno 1990, ISBN 0-226-25334-1.
  12. ^ Showing Image 72501, su nycsubway.org (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2009).
  13. ^ Bernie Goetz for Public Advocate, su berniegoetz.net (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2005).
  14. ^ John H. Kennedy, Goetz Labels Himself Victim And 'Murderer', in Boston Globe, 14 maggio 1987. URL consultato il 1º agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2011).
  15. ^ ... You Have To Think In A Cold-Blooded Way, in The New York Times, 30 aprile 1987 (archiviato dall'url originale il 7 giugno 2017).
  16. ^ Margot Hornblower, Intended to Gouge Eye Of Teen, Goetz Tape Says; 'My Problem Was I Ran Out of Bullets', in The Washington Post, 14 maggio 1987. URL consultato l'11 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2012).
  17. ^ Marcia Chambers, No Headline, in The New York Times, 4 gennaio 1985 (archiviato dall'url originale il 28 novembre 2017).
    «Under tight security, Bernhard Hugo Goetz was returned ...»
  18. ^ Marcia Chambers, Goetz Posts Bail And Is Freed; Youths He Shot Won't Testify, in The New York Times, 9 gennaio 1985 (archiviato dall'url originale il 28 novembre 2017).
  19. ^ Birth Records - Baptism & Christening at Ancestry.com, su search.ancestry.com (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2010).
  20. ^ Wolf Or Wimp?, in Chicago Tribune, 14 dicembre 1986 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2012).
  21. ^ Lillian B. Rubin, Quiet Rage: Bernie Goetz in a Time of Madness, University of California Press, 14 agosto 1988, ISBN 9780520064461. Ospitato su Google Books.
  22. ^ Joseph McNamara, Book Review : Goetz: Anger of a Loner, Rage in the Mean Streets, in Los Angeles Times, 22 gennaio 1987 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2017).
  23. ^ Crime Frustrated Goetz, Neighbors Say, in Los Angeles Times, 7 gennaio 1985 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2012).
  24. ^ George P. Fletcher, A crime of self-defense: Bernhard Goetz and the Law on Trial, p.10
  25. ^ Goetz Gets $140,550 From Father's Estate, in The New York Times, 3 marzo 1988 (archiviato dall'url originale il 14 agosto 2017).
  26. ^ a b c Richard Stengel, Marcia Gauger e Barry Kalb, A Troubled and Troubling Life, in Time, 8 aprile 1985 (archiviato dall'url originale il 2 giugno 2013).
  27. ^ Bernhard Goetz, su Biography.com. URL consultato il 29 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2017).
  28. ^ a b David E. Pitt, Blacks See Goetz Verdict As Blow To Race Relations, in The New York Times, 18 giugno 1987 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2016).
  29. ^ Bail Slashed for Man Who Shot Four on Subway, in Los Angeles Times, 7 febbraio 1985 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2012).
  30. ^ Marcia Chambers, U.S. Attorney Meets With Blacks Over Request For Inquiry On Goetz, in The New York Times, 30 gennaio 1985 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2017).
  31. ^ Sarah Lyall, N.A.A.C.P. Leader Seeks Federal Case On Goetz, in The New York Times, 20 giugno 1987 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2017).
  32. ^ Phillips, Stone, Stone Phillips: 15 Years of Dateline, su nbcnews.com, NBC News, 2 luglio 2007.
  33. ^ "A person may not use deadly physical force upon another person ... unless ... He reasonably believes that such other person is committing or attempting to commit [one of certain enumerated predicate offenses, including robbery]."
  34. ^ The Goetz Verdict, in The New York Times, 24 aprile 1996 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2016).
  35. ^ Otto Friedrich, Roger Franklin e Raji Samghabad, Not Guilty, in Time, 29 giugno 1987 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2010).
  36. ^ Text of Civil Complaint against Goetz Archiviato il 12 agosto 2003 in Internet Archive. Lectric Law Library
  37. ^ Jorge Fitz-Gibbon, Goetz A Jerk, Not A Racist, Jury Told, in Daily News, 23 aprile 1996.
  38. ^ Jan Hoffman, Fund Linked to N.R.A. Gave $20,000 for Goetz's Defense, in The New York Times, 16 aprile 1996 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2016).
  39. ^ a b Adam Nossiter, Bronx Jury Orders Goetz to Pay Man He Paralyzed $43 Million, in The New York Times, 24 aprile 1996 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  40. ^ Lynette Holloway, Bankrupt, Goetz Still Owes Victim, in The New York Times, 2 agosto 1996 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2016).
  41. ^ George F. Will, 'FALLING DOWN': CATHARSIS CINEMA, in The Washington Post, Washington, D.C., The Washington Post Company, 1º aprile 1993.
  42. ^ Bill Desowitz, 'Joker': How Cesar Romero and Bernhard Goetz Inspired Joaquin Phoenix's Look, su Indiewire, Los Angeles, California, Penske Media Corporation, 7 ottobre 2019.
  43. ^ Alex Godfrey, The 'hero' who'd had enough: how subway vigilante Bernhard Goetz inspired Joker, in The Telegraph, Londra, Inghilterra, Telegraph Media Group, 8 ottobre 2019.
  44. ^ Subway Vigilante, su imdb.com, www.imdb.com. URL consultato il 1º gennaio 2021.
  45. ^ Processi mediatici, su netflix.com, www.netflix.com. URL consultato il 1º gennaio 2021.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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