Sofia Carlotta di Baviera

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Sofia Carlotta di Baviera
Sofia Carlotta di Baviera nel 1867
Duchessa d'Alençon
Stemma
Stemma
In carica24 giugno 1868 –
4 maggio 1897
PredecessoreTitolo creato
SuccessoreEnrichetta del Belgio
Nome completoSofia Carlotta Augustina
TrattamentoAltezza reale
Altri titoliDuchessa in Baviera
NascitaMonaco di Baviera, 23 febbraio 1847
MorteParigi, 4 maggio 1897
DinastiaWittelsbach per nascita
Borbone-Orléans per matrimonio
PadreMassimiliano, duca in Baviera
MadreLudovica di Baviera
ConsorteFerdinando d'Orléans
FigliLuisa Vittoria Maria Amalia Sofia
Emanuele Massimiliano Maria Oddone
ReligioneCattolicesimo

Sofia Carlotta Augustina di Baviera (Monaco di Baviera, 23 febbraio 1847Parigi, 4 maggio 1897) nata duchessa in[1] Baviera, fu duchessa d'Alençon per matrimonio.

La Duchessa di Alençon morì carbonizzata nel 1897, a causa del celebre incendio che si verificò al Bazar de la Charité.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Sofia Carlotta nacque al castello di Possenhofen, la residenza paterna di famiglia, i duchi in Baviera, dove visse un'infanzia felice e libera. Era figlia di Massimiliano, duca in Baviera e della principessa Ludovica di Baviera. Nona di dieci figli, in famiglia era conosciuta come Sopherl.

Era sorella dell'imperatrice Elisabetta d'Austria e della regina Maria Sofia delle Due Sicilie. Dopo il matrimonio della sorella maggiore Matilde nel 1861 con il principe Luigi delle Due Sicilie, i genitori si misero in cerca di un marito adatto per Sofia Carlotta.

Infanzia e fidanzamenti[modifica | modifica wikitesto]

La sua bellezza era quasi pari a quella della sorella imperatrice e per questo vantava numerosi pretendenti. Ella però aveva gusti difficili e si permise perfino di rifiutare la corte di Ludovico Vittorio d'Asburgo-Lorena, fratello di Francesco Giuseppe d'Asburgo.

Anche il cugino Ludovico II di Baviera, con cui era già amica d'infanzia, iniziò a farle la corte: le mandava enormi mazzi di fiori e lettere, andava anche a trovarla con il suo battello.

Sofia Carlotta suonava il piano e cantava molto bene; anche lei, come il cugino, adorava Wagner. I due si fidanzarono ufficialmente: da subito sembrarono esserci le premesse per un matrimonio felice e vantaggioso per entrambi.

Passava il tempo, intanto Ludovico non si decideva a fissare una data per il matrimonio, né era intenzionato a farlo. Delusa dall'attesa, Sofia Carlotta si abbandonò all'infatuazione per il fotografo Edgar Hanfstaengl. Con l'aiuto della sua dama di compagnia, Sofia riusciva a incontrarsi segretamente con lui. La tresca non fu mai scoperta dal fidanzato.

Il 7 ottobre 1867, Ludovico scrisse un'affettuosa lettera alla cugina per poter sciogliere il fidanzamento, non volendo comunque rinunciare a un legame di amicizia con la parente a cui era più legato. Sofia Carlotta si sentì ferita nell'orgoglio, ma ne fu del resto contenta, in quanto avvertiva che un matrimonio con quell'uomo bizzarro sarebbe stato solo fonte di infelicità.

Quando Ludovico II morì, Elisabetta disse che le era apparso in sogno annunciandole una morte violenta per lei ed una tragica fine per la sorella Sofia Carlotta.

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Messa da parte la delusione di non vedere la figlia sul trono di Baviera, Ludovica scelse un nuovo pretendente per Sofia: Ferdinando d'Orléans (1844-1910), figlio di Luigi d'Orléans e di Vittoria di Sassonia-Coburgo-Kohary, nonché nipote del re "borghese" Luigi Filippo di Francia. Si fidanzarono il 24 giugno 1868 e tre mesi dopo, a Possenhofen, venne celebrato il matrimonio.

La grave depressione[modifica | modifica wikitesto]

Il primo periodo di matrimonio venne felicemente trascorso nella Bushy-House, nei dintorni di Londra. Sofia era un'esperta amazzone e si divertiva a cacciare. Tuttavia, quando arrivò l'autunno, la giovane sposa cadde in uno stato di profonda depressione. Non guarì neanche quando il 19 luglio 1869 diede alla luce la figlia Luisa Vittoria.

La coppia accettò allora l'invito del duca d'Aumale di soggiornare nel Palazzo d'Orleans, a Palermo. Sofia sembrò riacquistare il buonumore, ma essendo i duchi d'Alençon appartenenti alla casata dei Borbone, il popolo siciliano non gradì la loro presenza.

La partenza improvvisa aggravò di nuovo lo stato mentale di Sofia. Si recarono allora a Roma, ospiti della regina Maria Sofia. Successivamente soggiornarono a Merano, dove nacque l'atteso figlio maschio. Malgrado i tentativi del marito di farla soggiornare in posti il più possibile accoglienti, i continui viaggi crearono soltanto un peggioramento.

A 40 anni Sofia si innamorò del dottor Glaser di Graz, uomo sposato. Quando la moglie lo venne a sapere, i due fuggirono insieme a Merano ma vennero scoperti e divisi per sempre.

Il ricovero in clinica[modifica | modifica wikitesto]

Sofia venne rinchiusa nella clinica per malattie nervose del famoso dottor Krafft-Ebing di Graz. In quella struttura, la diagnosi fu che i suoi disturbi mentali fossero generati da un’infezione dovuta alla scarlattina. In realtà, probabilmente, la malattia di Sofia era semplicemente una tara ereditaria: predisposizione di cui soffrivano quasi tutti i suoi fratelli e altri parenti, poiché numerosi furono i matrimoni tra consanguinei.

Suora laica e morte[modifica | modifica wikitesto]

Uscita dalla clinica, Sofia decise che si sarebbe dedicata a iniziative di carità. Entrò dunque nel Terz'ordine di San Domenico dell'Ordine dei Frati Predicatori con il nome di Suor Maria Maddalena. Si accostò alla religione con grande fervore.

Dal 3 al 6 maggio 1897 si svolse a Parigi una fiera di beneficenza organizzata dalle domenicane, presso il Bazar de la Charité. La duchessa scelse un edificio industriale che ben si adattava all'allestimento degli stand. Erano stati invitati anche i fratelli Lumière, il cui materiale usato per le pellicole era altamente infiammabile. Dal nulla, infatti, iniziarono a divampare le fiamme. Sofia Carlotta, mentre tutti scappavano presi dal panico, si preoccupò invece di salvare le ragazze che erano con lei dietro il bancone. Soltanto quando ebbe salvata l'ultima, decise di correre via. Ma le fiamme furono più veloci di lei.

Tra i tanti morti carbonizzati, fu difficilissimo poter riconoscere la duchessa, che fu identificata solo grazie alla dentatura. Secondo la cameriera, però, il teschio non apparteneva alla sua padrona. Venne comunque celebrato subito il funerale e le spoglie deposte presso il castello di Dreux.

Il duca d'Alencon sarebbe sopravvissuto tredici anni alla moglie. Morì in Inghilterra, nei pressi di Wimbledon.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Sofia Carlotta e Ferdinando ebbero due figli:

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Guglielmo in Baviera Giovanni di Birkenfeld-Gelnhausen  
 
Sofia Carlotta di Salm-Dhaun  
Pio Augusto in Baviera  
Maria Anna di Zweibrücken-Birkenfeld Federico Michele di Zweibrücken-Birkenfeld  
 
Maria Francesca del Palatinato-Sulzbach  
Massimiliano Giuseppe in Baviera  
Luigi Maria di Arenberg Carlo Maria Raimondo d'Arenberg  
 
Louise Margarete de la Marck-Schleiden, Contessa di Vardes  
Amalia Luisa di Arenberg  
Marie Adélaïde Julie de Mailly Louis Joseph de Mailly, Marchese of Nesle  
 
Adélaïde Julie d'Hautefort  
Sofia Carlotta di Baviera  
Federico Michele di Zweibrücken-Birkenfeld Cristiano III del Palatinato-Zweibrücken  
 
Carolina di Nassau-Saarbrücken  
Massimiliano I di Baviera  
Maria Francesca di Sulzbach Giuseppe Carlo del Palatinato-Sulzbach  
 
Elisabetta Augusta Sofia del Palatinato-Neuburg  
Ludovica di Baviera  
Carlo Luigi di Baden Carlo Federico di Baden  
 
Carolina Luisa d'Assia-Darmstadt  
Carolina di Baden  
Amalia d'Assia-Darmstadt Luigi IX d'Assia-Darmstadt  
 
Carolina del Palatinato-Zweibrücken-Birkenfeld  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ I Duchi in Baviera discendevano da un ramo cadetto della famiglia Wittelsbach.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN808810 · ISNI (EN0000 0000 3458 4893 · BAV 495/117370 · LCCN (ENn96059816 · GND (DE11881205X · BNF (FRcb11938948w (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n96059816
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