Società Sportiva Virtus Lanciano 1924
S.S. Virtus Lanciano 1924 Srl Calcio | |
---|---|
File:Virtus Lanciano.jpg | |
Frentani | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | Rosso-Nero |
Dati societari | |
Città | File:Lanciano-Stemma.png Lanciano (CH) |
Nazione | Italia |
Confederazione | UEFA |
Federazione | FIGC |
Campionato | Serie B |
Fondazione | 1919 |
Rifondazione | 1997 |
Presidente | Valentina Maio |
Allenatore | Carmine Gautieri |
Stadio | Guido Biondi (4.882 posti) |
Sito web | www.virtuslanciano.it |
Palmarès | |
Scudetti | 1 Scudetto Dilettanti |
Trofei nazionali | 1 Coppa Italia Regionale |
Si invita a seguire il modello di voce |
Il Lanciano, denominato per esteso Società Sportiva Virtus Lanciano 1924, è la società calcistica professionistica della città di Lanciano. Il campo di gioco è lo stadio Guido Biondi di Lanciano (4.882 posti). I colori sociali sono il rosso e il nero.
Il 10 giugno 2012, vincendo i play-off di Lega Pro, è stata promossa per la prima volta nel campionato di Serie B.
Storia
La fondazione e gli anni del Dopoguerra
La prima squadra di calcio fondata a Lanciano della quale si abbia notizia certa è la Polisportiva Virtus Lanciano, creata nel 1919 su iniziativa di un gruppo di soci presieduto da Giuseppe Cotellessa [1]. Il club, che inizialmente raccoglieva praticanti anche di altre discipline sportive, si affermò poi come squadra di calcio, e alla fine degli anni '20 partecipò ai primi campionati interregionali.
Tra il 1928 e il 1930 la squadra si affermò come una delle principali della regione, tanto che nella stagione 1929-30 era l'unico club abruzzese a prendere parte a competizioni interregionali. In particolare per il torneo di Prima divisione 1929-30, all'epoca terzo livello del calcio italiano, fu allestita una formazione particolarmente competitiva[2]. Tuttavia la società non riuscì a terminare il campionato per mancanza di liquidità: i giocatori forestieri e l'allenatore straniero tornarono nelle proprie zone d'origine grazie a un contributo dell'amministrazione comunale[3], e il club fu radiato dai ruoli federali per le mancanze economiche. Una serie di squadre tentarono di raccogliere l'eredità della Virtus negli anni '30, ma con scarsa fortuna, fino a quando nella seconda metà del decennio, con la presidenza di Alberto D'Alessandro e la guida tecnica di Giuseppe Baccilieri, la squadra non riuscì a riconquistare la serie C, nata come terzo livello del calcio italiano nel 1935. Nel campionato 1940-41 la società allestì una squadra ambiziosa, integrando il gruppo che aveva vinto il campionato con numerosi giocatori di club piemontesi e liguri. La squadra allenata da Enrico Migliavacca però si sfaldò nel corso della stagione, anche a causa delle vicende belliche che incombevano sull'Italia: molti giocatori lasciarono Lanciano, compreso lo stesso allenatore, e il campionato fu portato a termine con i giovani calciatori del posto[4].
Negli anni della Seconda guerra mondiale una squadra di Lanciano partecipò ad alcuni tornei regionali con il nome di Frentana. La Virtus rinacque ufficialmente nel 1946-47, sotto la presidenza di Alberto Giovannelli. Di nuovo con Giuseppe Baccilieri in panchina, grazie alla vittoria nel campionato di Prima divisione, che all'epoca era il quarto livello del calcio italiano oltre che competizione di respiro regionale, i rossoneri furono promosso in serie C. Il club restò però solo un stagione nel terzo livello del calcio italiano, che nel 1947-48 era strutturato in tre leghe indipendenti che raccoglievano complessivamente quasi 300 squadre. La ristrutturazione dei campionati permetteva infatti solo alle prime due classificate di conservare la categoria. Dopo alcuni anni di permanenza nel campionato di Promozione interregionale, quinto livello del calcio italiano, la Virtus retrocede al termine del torneo 1950-51, in seguito a un contestato[5] doppio spareggio contro la Vastese giocato al campo Rampigna di Pescara: la prima partita finisce 3-3, e nella ripetizione si impongono i biancorossi 1-0. I rossoneri risalgono in IV Serie al termine del campionato di Promozione regionale 1955-56, vinto con buon margine su alcune delle principali rivali dell'epoca, quali Ortona, Vasto e Termoli che, nell'ordine, seguivano la Virtus in classifica. La fine degli anni '50 segna però un periodo di crisi per il club rossonero, che culmina con la retrocessione e il fallimento nel 1959, anno in cui la Virtus cessa di esistere.
Dalla Virtus alla Pro Lanciano
Dal campionato 1959-60, grazie alla fusione con un'altra squadra cittadina, il Borgo[6], nasce la Pro Lanciano. Il club per qualche anno conserverà i colori sociali giallo e azzurro utilizzati dal Borgo e mutuati dallo stemma della città, e solo nel campionato 1962-63 tornerà a indossare eslusivamente le maglie rossonere[7] a strisce verticali che hanno contraddistinto la Virtus Lanciano fin dai primi anni di attività. La Pro Lanciano milita per diversi anni nel torneo di Prima Categoria, campionato regionale e quinto livello del calcio italiano: la squadra è composta da un nucleo consolidato di giocatori locali, integrato da altri elementi comunque sempre di origine abruzzese. Nel 1963-64 il club sfiora la Promozione in serie D, mancata a causa della sconfitta nello spareggio contro il Termoli: 1-1 a Ortona e 2-0 per i molisani nella ripetizione a Pescara. Il tanto agognato salto di categoria arriva al termine della stagione 1967-68, quando la squadra che il presidente Mimì Di Lallo affida al tecnico Rinaldo Olivieri prima si impone nel proprio girone con ben dieci punti di distacco sul Roseto secondo in classifica, e in seguito batte nello spareggio il Teramo, vincendo 1-0 in casa e 0-2 in trasferta. Negli anni seguenti la Pro Lanciano partecipa con buoni risultati ai vari campionati di Serie D, raggiungendo sempre la salvezza. Tra gli eventi rilevanti per il calcio rossonero in questo periodo è da ricordare la costruzione del nuovo stadio nel quartiere Cappuccini, che sostituisce l'impianto di Villa delle Rose, oggi intitolato a Enrico Esposito[8]: lo stadio è stato inaugurato il 21 settembre 1969, e dal 2001 è intitolato a Guido Biondi, ex calciatore di serie A nato a Lanciano.
Gli anni '70 e la lotta per la serie C
Negli anni '70 la Pro Lanciano tenta ripetutamente il salto verso l'allora serie C unica, terzo livello del calcio italiano dove aveva militato l'ultima volta nell'immediato Dopoguerra. Leonardo Petruzzi[9], presidente dal 1972-73 tenta con convinzione la scalata alla serie C allestendo formazioni rinforzate con diversi giocatori di categoria superiore, alcuni provenienti anche dalla serie B. La squadra di Petruzzi si contende la promozione con alcuni tra i principali club abruzzesi e delle regioni vicine: nel 1972-73 ad esempio la Pro Lanciano si classifica terza alle spalle di Pescara e Teramo. Negli anni successivi alla presidenza del club c'è Luciano Pozzolini, e per due volte la rincorsa dei rossoneri alla serie C si ferma al secondo posto: nel 1974-75 alle spalle del Campobasso, e nel campionato successivo del Matera. Dopo la mancata promozione in serie C, il presidente Pozzolini passa la mano. Le ambizioni del club vengono leggermente ridimensionate, ma viene comunque sempre allestita una squadra competitiva. Nel frattempo cambia la denominazione della società, che dalla stagione 1976-7 non è più Unione Sportiva Pro Lanciano bensì Unione Sportiva Lanciano. L'appellativo "Pro Lanciano" resterà tuttavia a lungo nell'uso comune degli sportivi e dei tifosi lancianesi.
L'accesso in C2 e la prima presidenza Angelucci
Dalla stagione 1978-79 viene riformata la serie C: non ci saranno più tre gironi di C, ma due di C1 e quattro di C2. Alla nuova categoria saranno ammesse le prime quattro classificate di ogni girone di serie D. Lanciano non ha nessuna intenzione di fallire l'appuntamento con il nuovo campionato dopo le delusioni degli anni precedenti, e il club presieduto da Manlio Mauri allestisce un organico in grado di lottare per le prime posizioni. La formazione allenata da Felicano Orazi non delude le attese, e alla fine del torneo conquisterà il primo posto a pari punti con il Gallipoli. Nei primi anni di C2 il Lanciano raccoglie buoni risultati. Dopo una prima stagione conclusa a metà classifica, i rossoneri arrivano sempre a ridosso delle prime posizioni, tra il quarto e il settimo posto. Il 1982-83 la squadra però crolla, e alla fine del campionato si ritrova all'ultimo posto che costa la retrocessione nel campionato di Interregionale. Il 1983 è però anche l'anno in cui alla presidenza del club arriva uno dei principali personaggi della storia calcistica lancianese: Ezio Angelucci. Nei primi due anni alla guida del Lanciano, Angelucci raccoglie un settimo e un quinto posto. Alla terza stagione conquista però l'ambito ritorno in C2, grazie a una lunga rincorsa sul Chieti nella stagione 1985-86, culminata con la vittoria ai calci di rigore nello spareggio giocato sul neutro di Latina. La prima esperienza di Ezio Angelucci alla guida del Lanciano si conclude durante il campionato successivo, quando il club viene ceduto a Felice Paolucci, esponente di spicco della Dc locale, che guiderà il Lanciano per diversi anni. I rossoneri anche nei primi anni di C2 confermano comunque l'attitudine a lottare nelle posizioni di vertice, almeno per un paio di campionati. Le ambizioni vengono ridimensionate negli anni '90, quando alla presidenza della squadra è arrivato Oliviero Mazziotti, imprenditore nel settore del turismo e dell'autonoleggio. Il Lanciano termina la permanenza in serie C2 con il fallimento del 1991-92: la stagione si conclude con la squadra che retrocede tra i dilettanti e con la successiva mancata iscrizione al campionato di competenza.
La rinascita col Lanciano '90 e il ritorno di Angelucci
Fallita l'Associazione Calcio Lanciano, le sorti del calcio cittadino sono affidate al Lanciano '90, club presieduto da Stefano Mercadante, che milita nel campionato di Promozione, torneo regionale e settimo livello del calcio italiano. I rossoneri, che devono vedersela ora con le realtà del calcio minore regionale, centrano subito la vittoria del campionato e salgono in Eccellenza. Il ritorno nel Campionato Nazionale Dilettanti avviene due anni dopo: il Lanciano si piazza al secondo posto e accede agli spareggi nazionali, ma pur non avendo fortuna contro i sardi dell'Iglesias, viene ripescato. La permanenza in Cnd però dura solo un anno: pur annoverando tra le proprie fila il capocannoniere del torneo [10] e Davide Bombardini, manca di un punto la salvezza e torna in Eccellenza. Nella stagione 1996-97 la società si allarga ad altri imprenditori locali che supportano Mercadante, ma la formazione manca il ritorno in Cnd[11]. Il calcio cittadino risorge solo un anno dopo con il ritorno di Ezio Angelucci, che nel frattempo è alla guida della Spal Lanciano[12], seconda squadra della città. In due anni Angelucci riporta Lanciano tra i professionisti. Il Lanciano, che cambia denominazione in Società Sportiva Lanciano, vince il campionato di Eccellenza 1997-98: dopo una partenza sprint con l'allenatore Pietro Armenise, alcuni risultati deludenti portano in panchina, e con il tecnico Giuseppe Di Pasquale arrivano la vittoria del campionato e la Coppa Italia regionale. Quella 1998-99 è invece un'annata trionfale per i rossoneri: la formazione allenata da Fabrizio Castori stravince il campionato con 10 punti sul Campobasso secondo e 16 sul Potenza terzo, che a lungo avevano conteso la vittoria ai rossoneri, e in seguito si aggiudica anche lo Scudetto Dilettanti[13]. La marcia trionfale del Lanciano non si ferma qui: al primo anno di C2 la società di Ezio Angelucci conosce un campionato di transizione, che si conclude con la salvezza, caratterizzata dal cambio di panchina che passa da Giancarlo Morrone a Carlo Florimbi, già alla guida dei rossoneri nell'anno dello spareggio di Latina. Nel campionato di 2000-01 Angelucci si affida di nuovo a Castori, e la scelta viene ampiamente premiata: i rossoneri terminano il campionato a pari punti con il Chieti esattamente come 15 anni prima in Interregionale, ma stavolta vige la regola degli scontri diretti che arridono ai rossoneri. Lanciano passa così direttamente in C1, e dopo circa mezzo secolo rimette piede nella terza serie nazionale. Al primo anno di C1[14] Lanciano ottiene un traguardo insperato: si qualifica ai play off strappando all'ultima giornata il quinto posto al Giulianova, che batte 3-2 in casa e agguanta in classifica. Il sogno dei rossoneri si ferma però presto, perché la squadra viene eliminata ai play off in semifinale dal Taranto. L'ottimo risultato spinge Angelucci ad allestire un organico competitivo, ma l'anno seguente la squadra di Castori non ripete l'exploit e deve accontentarsi di un settimo posto.
Dagli Angelucci ai Maio
Il campionato 2003-2004 viene segnato dalla scomparsa di Ezio Angelucci: a novembre lo storico presidente rossonero viene a mancare, e la guida del club passa al figlio Riccardo. La squadra, affidata da quest'anno al tecnico Rosolino Puccica, si mantiene tuttavia nei quartieri alti della classifica: si piazza al sesto posto ad appena 3 punti dal Benevento che accede ai play off. Tra l'altro, tra le squadre ammesse agli spareggi per la promozione in B c'è la Viterbese, che a fine stagione fallirà. A pochi punti dai play off si piazza anche il Lanciano allenato da Maurizio Pellegrino l'anno dopo, con la squadra che annovera in organico il capocannoniere del girone Andrea Soncin. Un netto ridimensionamento delle ambizioni del club si registra per il torneo 2005-2006. Riccardo Angelucci punta su un tecnico emergente, Francesco Monaco, già calciatore nonché capitano del Lanciano nella C2 1986-87, e reduce dalle esperienza con la Primaversa dell'Ascoli e come secondo sulla panchina della Lucchese, squadra con la quale ha consumato quasi tutta la sua carriera di calciatore. La scelta di Monaco, come testimoniano anche i risultati successi del tecnico. Si rivela tuttavia quantomeno azzeccata: i rossoneri, pur con un organico risicato, si salvano. Tra i giovani più promettenti in squadra ci sono Salvatore Bocchetti, Davide Caremi e Francesco Di Gennaro; torna inoltre a vestire la maglia del Lanciano Luca Leone, protagonista della scalata dall'Eccellenza alla C1 tra il 1998 e il 2001. Il 2006-2007 è soprattutto l'anno che porta al passaggio di mano della famiglia Angelucci. Già in precedenza si era parla di una possibile cessione del club a una cordata della quale fa parte l'ex calciatore della Lazio Giorgio Chinaglia, ma non se ne era fatto nulla[15]. Nell'estate 2006 invece la società viene ceduta a Paolo Di Stanislao e Giuseppe Ielo, che però dopo alcune settimane quest'ultimo si defila. Di Stanislao, dopo un paio di anni di alti e bassi in campo, tra grandi promosse e rapporti sempre più tesi con la piazza, conduce la società al fallimento, dichiarato nell'aprile del 2008. Nello stesso periodo la formazione allenata da Francesco Moriero, nonostante una buona partenza, conosce un drastico calo di risultati, ai quali si sommano i punti di penalizzazione ricevuti a causa delle mancanze della società. In campo arriva la retrocessione ai play out persi contro la Juve Stabia, ma fortunatamente al salvataggio del titolo sportivo grazie alla famiglia Maio, si somma anche il ripescaggio (ufficiale a luglio) e quindi la possibilità di giocare ancora nella terza serie nazionale, che si appresta a cambiare nome in Prima divisione. Con le ultime partite di campionato da giocare, i Maio delineano i contorni della nuova società: Franco Maio, imprenditore nel settore dello smaltimento dei rifiuti, assume la presidenza onoraria del club, mentre la figlia Valentina ne è la presidente e il figlio Guglielmo vicepresidente e amministratore delegato. La società riassume la storica denominazione Virtus, nella dicitura completa Società Sportiva Virtus Lanciano 1924, dall'anno in cui è stato redatto il primo statuto del club tuttora conservato.[16]
Stagione 2008-2009
Per il campionato di Lega Pro Prima Divisione 2008-09, la squadra ha come obiettivo la salvezza, con il raggiungimento del 7-8 posto in classifica. La squadra chiude la stagione al 14º posto in zona play out, che dovrà disputare per peggior differenza reti con la Paganese, che ha chiuso a pari punti con la formazione abruzzese. Andrà quindi a giocarsi con successo, contro la Juve Stabia, che aveva terminato il campionato regolare in penultima posizione, la salvezza ai play-out ribaltando la sconfitta per 2-1 incassata fuori casa con un memorabile 1-0 fra le mura amiche, firmato da Daniele Morante. Da ricordare inoltre che la Lanciano ha la peggior difesa (46 gol subiti), e il suo bomber è Daniele Morante (6 gol fatti).
Stagione 2009-2010
Per la Virtus Lanciano la stagione 2009-2010 comincia molto bene sotto la luce di una campagna acquisti molto ricca. Arrivano infatti alla corte di Dino Pagliari giocatori di caratura importante tra i quali spunta il nome del lancianese Di Cecco ed acquisti di spessore ed esperienza dal neopromosso Gallipoli come Vastola e Antonioli. Esordisce in Coppa Italia con un buon 3-0 sul campo del Celano. Accadrà poi uno spiacevole fatto durante la terza partita di Coppa Italia contro la Cisco Roma, dove la Virtus perderà a tavolino per eccesso di espulsioni fra le file rossonere (cinque per l'esattezza: Mammarella, Vastola, Di Cecco, Colombaretti ed Oshadogan, senza contare l'espulsione di mister Pagliari). Il Lanciano si riprenderà comunque e con l'arrivo di un altro paio di innesti si presenterà al Giglio di Reggio Emilia per la prima giornata del Campionato 2009/10, esordendo proprio contro la Reggiana e riuscendo ad imporsi per una rete a zero, merito di uno spunto di Dayo Oshadogan. La stagione è una alternanza di alti e bassi, con una inspiegabile tendenza a perdere proprio le gare al Guido Biondi: a metà del girone di ritorno ci sarebbe potuta essere l'opportunità di agganciare la zona play-off, ma la sconfitta contro l'Andria BAT, oltre a togliere lo 0 alla voce sconfitte esterne, elimina le chance di ingresso nelle zone nobili della classifica. Con la vittoria esterna ottenuta a Ravenna, nella penultima gara della stagione, la Virtus ottiene la matematica salvezza e permanenza in Prima Divisione.
Stagione 2010-2011
Dopo un campionato (2009-2010) deludente rispetto alle attese ed agli investimenti fatti dalla proprietà (obbiettivo dei rossoneri era infatti raggiungere un piazzamento nei Play-off), la nuova stagione nasce tra mille incertezze: la famiglia Maio nei giorni seguenti alla salvezza, palesa la possibilità di lasciare la Virtus in seguito a due stagioni in cui la squadra non si è dimostrata all'altezza degli investimenti fatti dalla presidente Valentina Maio. Al termine di un tira e molla tra i Maio, la famiglia decide di restare a capo della società. La nuova avventura inizia con la decisione di rescindere il contratto con mister Dino Pagliari: dopo una estenuante ed inutile trattativa, l'allenatore viene esonerato insieme a parte dello staff tecnico[17]. Nelle ore successive viene annunciato il nuovo allenatore: nuovo mister dei rossoneri è una vecchia conoscenza del calcio abruzzese, Andrea Camplone[18], già allenatore della Virtus nel 2006. Nella lettura della stagione è importante sottolineare l'arrivo nella compagine rossonera di un attaccante importante come Francesco Di Gennaro, che ha contribuito ad accrescere le speranze della tifoseria rossonera, la quale vedeva più vicino il raggiungimento dei Play-Off con i gol del bomber ex Gallipoli e Verona. La stagione però è caratterizzata dalla solita incostanza che ha caratterizzato in negativo la Virtus nelle stagione precedenti e, alternando ad alcune brillanti prestazioni alcuni inaspettati tonfi, anche contro squadre di livello tecnico inferiore, la Virtus Lanciano andrà a concludere il campionato piazzandosi all'ottavo posto, fra le contestazioni amarissime dei tifosi e i rimpianti di un'annata in cui il Lanciano ha davvero sfiorato l'obiettivo Play-Off, essendo rimasto per lunga parte del campionato nelle prime cinque posizioni.
Trapani: Pozzato, Daì, Sabatino, Priola, Filippi, Tedesco, Barraco, Caccetta, Abate, Gambino, Madonia (Mastrolilli, Cavallaro) Allenatore: Roberto Boscaglia Lanciano: Aridità, Aquilanti, Mammarella, D’Aversa, Massoni, Amenta, Sarno, Vastola, Pavoletti, Volpe, Turchi (Capece, Margarita) Allenatore: Carmine Gautieri Arbitro: Abbattista di Molfetta Marcatori: 2' Gambino, 28' Pavoletti, 66' Sarno, 83' Margarita Spettatori: 8.000 |
Stagione 2011-2012: promozione in Serie B
Per questa stagione la società riduce gli investimenti puntando su giovani come Daniele Rosania, Cosimo Chiricò, Vincenzo Sarno, Salvatore Margarita e Leonardo Pavoletti (capocannoniere del campionato), affiancati da giocatori più esperti come Gaetano Vastola, Roberto D'Aversa (capitano), Manuel Turchi e Ilyas Zeytulaev. Il campionato vede il Lanciano sempre in alta classifica nel campionato, al termine del quale i frentani si attestano al quarto posto, qualificandosi per i play-off promozione. Nelle semifinali i frentani incrociano i siciliani del Siracusa: con una vittoria casalinga per 1-0 (gol di Manuel Turchi) e un pareggio per 2-2 (reti di Vincenzo Sarno e Carlo Mammarella), il Lanciano si qualifica per la finale dove affronta un'altra siciliana, il Trapani. Nell'incontro di andata al Biondi la partita si conclude con il risultato di 1-1 (rigore di Alessandro Volpe). Nella gara ritorno, i frentani dopo cinquanta secondi subiscono subito la rete dei siciliani, e al 12' restano anche in dieci uomini per l'espulsione di Federico Amenta: i rossoneri riescono a ribaltare il risultato e ad espugnare per 1-3 il Provinciale di Erice con i gol di Leonardo Pavoletti, Vincenzo Sarno e Salvatore Margarita. Con questo risultato la Virtus Lanciano conquista la prima volta, dopo ottantott'anni di storia, la promozione in Serie B.[19]
Stagione 2012-2013: Serie B
La stagione di Serie B 2012-2013 inizia timidamente e la prima vittoria arriva in trasferta alla sesta giornata nel turno infrasettimanale del 25 settembre 2012 giocata allo Stadio Oreste Granillo di Reggio Calabria nella partita Reggina-Virtus Lanciano 0-1 con rete di Carlo Mammarella.
Cronistoria
Cronistoria della Società Sportiva Virtus Lanciano 1924 | |
---|---|
|
Stadio
L'impianto che ospita le partite casalinghe dei frentani è lo stadio Guido Biondi, ex Cinque Pini, che ha una capienza di 4.882 posti. Lo stadio è stato inaugurato il 21 settembre 1969, nella prima giornata della Serie D 1969-70: la prima partita di campionato che vi è stata giocata fu Lanciano-Manfredonia 1-1. L'impianto tuttavia non ha mai avuto un'intitolazione ufficiale: col tempo si è affermata come uso comune la denominazione Cinque Pini[20], fino a quando nel settembre del 2001 non è stato intitolato ufficialmente all'ex calciatore Guido Biondi, che pur non avendo mai giocato nella prima squadra di Lanciano, si è distinto per diversi anni in serie A e B. La struttura comprende anche un velodromo intitolato ad Alessandro Fantini, ciclista originario della vicina Fossacesia. Alcune parti delle tribune sono tuttavia più recenti: il settore Distinti in ferro è stato ultimato nel corso del campionato 1986-87; la curva Nord riservata ai tifosi ospiti è stata aperta durante il campionato 2001-2002; la curva Sud è stata aperta l'anno successivo.
Colori e simboli
Simboli ufficiali
Inno
Il Lanciano ha cambiato spesso inno negli ultimi anni. Dal novembre 2011 è stato adottato un inno cantato dai giocatori[21], che ha sostituito il precedente interpretato da Domenico D'Amelio e Kiara Crocetti, con testo e musica di Stefania Appignanesi e arrangiamenti di Omar Marincola[22], composto in occasione dell'arrivo della famiglia Maio alla guida del club. Fino al 2008 all'ingresso delle squadre in campo allo stadio veniva diffuso «Rossonero» composto e interpretato da Mario Berghella su arrangiamenti di Victor Solaris[23]. L'inno di Berghella è stato diffuso allo stadio a partire dal campionato 2001-2002. In alcune occasioni, nel novembre 2007, allo stadio fu diffuso un altro inno composto da Berghella, che però fu ritirato in quanto considerato diffamante da un avvocato lancianese: la vicenda ebbe anche strascichi giudiziari[24]. Nel campionato di C2 2000-2001 è stato utilizzato l'inno ufficiale composto dal gruppo locale Il Tarlo e la Noce, che aveva sostituito quello storico utilizzato fin dagli anni '80 composto sulla musica della trasmissione televisivia di Renzo Arbore Indietro tutta[25]. Si ha notizia anche di una canzone chiamata «Forza Frentana», antecedente la Seconda guerra mondiale e dedicata a una squadra di Lanciano[26].
Società
Organigramma societario
File:Virtus Lanciano.jpg
Organigramma societario
|
Allenatori e presidenti
Gli allenatori e i presidenti del Lanciano dall'anno della sua fondazione ad oggi.
|
|
Giocatori
Palmarès
Competizioni nazionali
- Coppa Italia Eccellenza Abruzzo: 1
- 1997-1998
Statistiche e record
Partecipazione ai campionati
Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione |
---|---|---|---|
B |
1 | 2012-2013 | 2012-2013 |
C |
24 | 1978-1979 | 2011-2012 |
D |
12 | 1968-1969 | 1998-1999 |
Organico
Rosa 2012-2013
|
|
Staff tecnico
|
Stagioni passate
Note
- ^ cfr. Giuseppe Giannattasio, Lanciano, 70 anni di calcio, Lanciano, Editrice Itinerari, 1988, pp. 11-12
- ^ Alcuni giocatori come Manfredo Grandi, Romolo Re e Arturo Policaro negli anni seguienti giocheranno in club di serie A e B quali Bologna, Modena e altri; Lino Ricciuti proveniva dall'Inter
- ^ Una delibera ad hoc fu approvata dal consiglio comunale nel maggio del 1930. Cfr. Florindo Carabba, Lanciano, un profilo storico dal 1860 al 1945, Lanciano, Casa Editrice Rocco Carabba, 2001, p. 464
- ^ cfr. G. Giannattasio, Lanciano, 70 anni di calcio, cit., p. 35
- ^ Le contestazioni derivarono dal fatto che entrambe le squadre erano salve grazie alla retrocessione del Chieti capolista all'ultimo posto per un presunto tentativo di corruzione. La delibera della Lega viene però annullata a campionato finito dalla Commissione di appello federale
- ^ Borgo è il nome di uno dei quattro quartieri storici di Lanciano. La squadra era attiva fin dai primi anni del Dopoguerra, e notizie sporadiche sulla sua attività vengono data da G. Giannattasio, Lanciano, 70 anni di calcio, cit.
- ^ cfr. G. Giannattasio, Lanciano, 70 anni di calcio, cit., p. 95
- ^ Enrico Esposito è stato un calciatore della Pro Lanciano tra il 1962 e il 1974: di ruolo attaccante, è realizzatore più prolifico di sempre con la maglia rossonera. L'intitolazione ufficiale del campo risale al luglio 2008, http://www.lanciano.it/news/la_cerimonia_alla_pista/4201 e faceva seguito a una richiesta ufficiale dell'ottobre 2006 avanzata dai colleghi di Esposito http://www.lanciano.it/news/la_pista_intitolata_a_enrico_esposito/2016
- ^ Leonardo Petruzzi, pur essendo nativo di Lanciano, in Abruzzo è diventato celebre soprattutto per la casa di cura Villa Serena fondata nel 1964 a Città Sant'Angelo. Tra l'altro proprio a lui è intitolato stadio di Città Sant'Angelo, essendo stato anche presidente dell'Angolana
- ^ Luigi Carosella era stato capocanniere, sempre militando nel Lanciano, anche nei due anni precedenti nel campionato di Eccellenza
- ^ Per questo periodo della storia del calcio lancianese cfr. il breve sunto in Luca e Mario Giancristofaro, Cuore rossonero. 1997-2001: il Lanciano dall'Eccellenza alla C1, Lanciano, Edizioni Tabula, 2001, pp. 39-42
- ^ A differenza della Spal di Ferrara, l'acronimo della Spal abruzzese sta per San Pietro Apostolo Lanciano, in quanto la società era stata fondata nella parrocchia di San Pietro
- ^ Oltre a L. e M. Giancristofaro, «Cuore rossonero», op. cit., per il biennio 1997-1999 cfr. anche Lanciano 1997-1999: due anni da leggenda, numero speciale del periodico CalcioAbruzzo del 25 settembre 1999, a cura di Stefano De Cristofaro
- ^ Tutti i tabellini delle partite di campionato del Lanciano comprese tra le stagioni 2001-2002 e 2011-2012 sono pubblicati in AA.VV., Dai play-off ai play-off: 10 anni di calcio e tifo a Lanciano, Lanciano, Editrice Abruzzese, 2012
- ^ Il tentativo di acquisto del Lanciano interesserà in seguito anche un'inchiesta giudiziaria
- ^ cfr. G. Giannattasio, Lanciano, 70 anni di calcio, cit., p. 11
- ^ ESONERATO DINO PAGLIARI, su virtuslanciano.it, 14-07-2010.
- ^ CAMPLONE NUOVO ALLENATORE DELLA VIRTUS, su virtuslanciano.it, 14-07-2010.
- ^ Pro Vercelli e Virtus Lanciano dalla LegaPro alla Serie B, su footstats.it. URL consultato l'11 giugno 2012.
- ^ cfr. G. Giannattasio, Lanciano, 70 anni di calcio, cit., p. 124
- ^ Un filmato della registrazione dell'inno si trova sul sito ufficiale della società http://www.virtuslanciano.it/news-16/1022-Domenica_allo_stadio_cantiamo_tutti_con_la_Virtus
- ^ Inno Ufficiale - Virtus Lanciano 1924.wmv - YouTube
- ^ Questo inno è stato edito in un cd che include anche la canzone «Lanciano amore mio» sempre di Berghella-Solaris http://www.freemusicstudio.it/berghella.htm
- ^ L'inno del Lanciano calcio finisce in tribunale http://ilcentro.gelocal.it/chieti/cronaca/2012/02/03/news/l-inno-del-lanciano-calcio-finisce-in-tribunale-1.5038106
- ^ Su youtube c'è una versione con immagini d'epoca di formazioni del Lanciano http://www.youtube.com/watch?v=iKFMKzGVig8&feature=player_embedded
- ^ cfr. G. Giannattasio, «Lanciano, 70 anni di calcio», cit., p. 32
- ^ La squadra di Lanciano in questo periodo si chiama Frentana e partecipa ai campionati regionali
- ^ Commissario straordinario nominato dal Comune
- ^ Già presidente del Borgo Lanciano che assume la denominazione di Pro Lanciano dopo il fallimento della Virtus Lanciano
- ^ Guidano la società come commissari
- ^ Già presidente del Lanciano '90 che diventa la prima squadra cittadina in seguito al fallimento della AC Lanciano
Collegamenti esterni
- Sito ufficiale della società
- Comunicato di affiliazione della nuova società
- (DE, EN, IT) Società Sportiva Virtus Lanciano 1924, su Transfermarkt.it, Transfermarkt GmbH & Co. KG.