Sistema a zone di vita di Holdridge

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Le zone di vita di Holdridge. Anche rappresentato in forma tridimensionale, l'originale è uno schema bidimensionale di esagoni che compongono una cornice triangolare

Il sistema a zone di vita di Holdridge è una classificazione del bioma della terra. Pubblicato per la prima volta da Leslie Holdridge nel 1947, e aggiornato nel 1967. È un sistema relativamente semplice basato su dati empirici.[1] L'assunto è che dato il clima si può risalire al tipo di suolo e al climax.[2]

Schema[modifica | modifica wikitesto]

Inizialmente disegnato per rappresentare le zone tropicali e subtropicali, venne poi esteso all'intero pianeta. Il sistema è applicabile bene alla vegetazione tropicale, alla vegetazione mediterranea, e all'ecosistema boreale, ma meno bene alle zone oceaniche fredde o ai climi aridi freddi. Il sistema è usato maggiormente per predeterminare l'evoluzione della vegetazione per il riscaldamento globale.[3]

I tre assi della suddivisione baricentrica sono:

Altri indicatori sono:

La biotemperatura è basata sulla lunghezza e "profondità" delle stagioni. Viene misurata come media, con tutte le temperature sotto il congelamento e oltre 30 °C aggiustate allo 0 °C,[4] come le piante dormienti a queste temperature. Holdridge usò le biotemperature in origine, raramente le temperature di zone di vita di Clinton Hart Merriam, e non considera primariamente le altitudini.

Relazione tra i tre assi e tre indicatori[modifica | modifica wikitesto]

L'evapotraspirazione potenziale (PET) e la evapotraspirazione (ET) sono in relazione nei termini che la prima è sempre maggiore della seconda. Il rapporto, Precipitazione/PET, è l'indice di aridità (AI), con AI<0,2 indicante arido/iperarido, e AI<0,5 indicante secco.

        Freddo
          /\
         /  \
    PET - -- - Pioggia

Regioni più fredde non hanno molta evapotraspiraione e precipizatione, come i deserti polari. Nelle zone più calde, ci sono deserti con PET elevato ma poca precipitazione che lascia il suolo sempre arido, e zone di foreste con basso PET e alta precipitazione che in eccesso viene portata dai fiumi verso il mare.

Classi[modifica | modifica wikitesto]

Le classi definita nel sistema come usate dal International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA) di Laxenburg in Austria:

  1. Polar desert
  2. Subpolar dry tundra
  3. Subpolar moist tundra
  4. Subpolar wet tundra
  5. Subpolar rain tundra
  6. Boreal desert
  7. Boreal dry scrub
  8. Boreal moist forest
  9. Boreal wet forest
  10. Boreal rain forest
  11. Cool temperate desert
  12. Cool temperate desert scrub
  13. Cool temperate steppe
  14. Cool temperate moist forest
  15. Cool temperate wet forest
  16. Cool temperate rain forest
  17. Warm temperate desert
  18. Warm temperate desert scrub
  19. Warm temperate thorn scrub
  20. Warm temperate dry forest
  21. Warm temperate moist forest
  22. Warm temperate wet forest
  23. Warm temperate rain forest
  24. Subtropical desert
  25. Subtropical desert scrub
  26. Subtropical thorn woodland
  27. Subtropical dry forest
  28. Subtropical moist forest
  29. Subtropical wet forest
  30. Subtropical rain forest
  31. Tropical desert
  32. Tropical desert scrub
  33. Tropical thorn woodland
  34. Tropical very dry forest
  35. Tropical dry forest
  36. Tropical moist forest
  37. Tropical wet forest
  38. Tropical rain forest

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ OA US EPA, About the National Health and Environmental Effects Research Laboratory (NHEERL), su US EPA, 29 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2013).
  2. ^ Harris SA, Comments on the Application of the Holdridge System for Classification of World Life Zones as Applied to Costa Rica, in Arctic and Alpine Research, vol. 5, n. 3, 1973, pp. A187–A191, JSTOR 1550169.
  3. ^ Rik Leemans, Possible Changes in Natural Vegetation Patterns Due to a Global Warming, su ngdc.noaa.gov, National Geophysical Data Center (NOAA), 1990 (archiviato il 16 ottobre 2009).
  4. ^ A. E. Lugo, The Holdridge life zones of the conterminous United States in relation to ecosystem mapping (PDF), in Journal of Biogeography, vol. 26, 1999, pp. 1025–1038, DOI:10.1046/j.1365-2699.1999.00329.x. URL consultato il 27 maggio 2015 (archiviato il 27 maggio 2015).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]