Sispi

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Sispi - Sistema Palermo Innovazione S.p.A.
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione27 luglio 1988 a Palermo
Fondata da
Sede principalePalermo
Persone chiave
SettoreServizi ICT
Fatturatocirca 17M€ (2021)
Dipendenti104 (2022)
Sito webwww.sispi.it

La Sispi (fondata come Sistema Palermo Informatica e dal 7 febbraio 2020 rinominata in Sistema Palermo Innovazione) è la società costituita nel 1988 su iniziativa del Comune di Palermo - allora socio di maggioranza - con la Finsiel, per la progettazione, la realizzazione, lo sviluppo e la conduzione tecnica del Sistema informatico e telematico comunale del Comune di Palermo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La Sispi fu voluta dall'allora sindaco Leoluca Orlando che nel 1995 fu coinvolto dalla Procura di Palermo per presunte irregolarità in merito alla costituzione della stessa società. L'inchiesta fu poi archiviata.

La Sispi, pur essendo costituita nel 1988, è operativa dal 1990 e lavora con l'Amministrazione comunale di Palermo progettando e realizzando soluzioni tecnologiche per l'innovazione dei processi amministrativi: analisi dei procedimenti amministrativi, ingegnerizzazione di processi e WorkFlow Management, System Integration e conduzione tecnica del SITEC.

Dall'8 maggio 2009 il Comune di Palermo è azionista unico della società. Nel 2015, sotto la presidenza di Francesco Randazzo, sono state sollevate perplessità sui costi della struttura, più di 12 milioni di euro di cui 10 per pagare il personale.[1][2]

Nell'ottobre 2019 Orlando ha nominato presidente dell'Ispi l'ex vice sindaco di Palermo, Cesare Lapiana.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Quanto costa alle casse del Comune di Palermo la Sispi?, su timesicilia.it. URL consultato il 31 marzo 2020.
  2. ^ Troppi incarichi esterni, bufera sulla Sispi, su palermo.gds.it, 16 agosto 2015. URL consultato il 30 marzo 2020.
  3. ^ Orlando punta sull'usato sicuro, Lapiana nuovo presidente Ispi, su livesicilia.it, 7 ottobre 2019. URL consultato il 31 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2019).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]