Sinistra Unita (Spagna)

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Sinistra Unita
(ES) Izquierda Unida (IU)
CoordinatoreAntonio Maillo
StatoSpagna (bandiera) Spagna
SedeC/Olimpo 35, Madrid
AbbreviazioneIU
Fondazione1986
Partito
IdeologiaComunismo[1][2]
Eurocomunismo
Socialismo democratico
Repubblicanesimo[1]
Ambientalismo[1]
Federalismo
Femminismo
CollocazioneSinistra[1][3][4][5][6][7]
CoalizioneUnidas Podemos (dal 2016 al 2023)
Sumar (dal 2023)
Partito europeoPartito della Sinistra Europea
Gruppo parl. europeoSinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica
Affiliazione internazionalenessuna
Seggi Congresso dei Deputati
5 / 350
(2023)
Seggi Senato di Spagna
0 / 264
(2023)
Seggi Parlamento europeo
1 / 59
(2019)
TestataLa Izquierda
Organizzazione giovanileÁrea de Juventud de IU
Iscritti71,578[8]
Sito webwww.izquierda-unida.es

Sinistra Unita (in spagnolo Izquierda Unida - IU; IPA: [iθˈkjerða uˈniða]) è una coalizione politica spagnola di sinistra, d'ispirazione comunista, eurocomunista, socialista democratica, repubblicana e federalista.

Simbolo elettorale della coalizione nel 1986

Quando nel 1986 fu indetto il referendum sulla permanenza della Spagna nella NATO, in cui vinse il Sì alla permanenza nell'Alleanza Atlantica, vi fu tuttavia una buona affermazione dei No (quasi 7 milioni di spagnoli). Per questo motivo vennero convocate le elezioni politiche anticipate dal governo di Felipe González (PSOE), sostenitore del Sì.

Alle elezioni del 1986 si presentò Izquierda Unida, che raggruppava tutte le formazioni di sinistra che in precedenza erano state contrarie all'ingresso della Spagna nella NATO. I partiti fondatori furono: Partito Comunista di Spagna (PCE), Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE), Partito di Azione Socialista (PASOC), Sinistra Repubblicana, Federación Progresista (FP), indipendenti del Partito Umanista.

Si costituì una Commissione Politica per dirigere la coalizione, presieduta da Gerardo Iglesias, segretario generale del PCE.

IU partecipò alle elezioni generali del giugno 1986 con esigui risultati, ottenendo 7 seggi col 4,6% dei voti. Nonostante il risultato modesto però, le varie forze politiche della coalizione decisero non solo di mantenerla in vita ma anche di impegnarsi per la costituzione di un unico partito.

Tra il 1986 e il 1988 alcuni dei partiti che inizialmente avevano costituito IU l'abbandonarono: il Partito Comunista dei Popoli di Spagna, il Partito Umanista e la Federación Progresista.

Nel febbraio del 1989 si celebrò la I Assemblea Generale di IU, che approvò la sua trasformazione da coalizione elettorale a "movimento politico e sociale", e viene scelto Gerardo Iglesias come coordinatore generale.

Tra l'89 e il '99, il coordinatore della Sinistra Unita fu Julio Anguita. Dopo vari problemi cardiovascolari, nel 2000, ha lasciato la candidatura di presidente a Francisco Frutos, cui succede nel 2000 Gaspar Llamazares, proveniente dal Partito Comunista ma su posizioni di innovazione ecopacifista.

Il successivo coordinatore generale è Cayo Lara.

Dopo aver sostenuto il primo governo di Zapatero (Partito Socialista) dal 2004 al 2008, nella legislatura iniziata nel 2008 i due deputati di Izquierda Unida si sono astenuti durante il voto di fiducia; in Spagna esso è un voto a maggioranza semplice, l'astensione dei piccoli partiti favorisce la maggioranza relativa ed è quindi "benevola".

Nell'autunno 2008 intanto esce dal partito la corrente più a sinistra, proclamatasi indipendente con il nome di Izquierda Anticapitalista.

Alle elezioni generali del 2011 IU ottiene il 6,92% dei voti ed elegge 11 deputati, secondo miglior risultato della sua storia.

Alle elezioni generali del dicembre 2015 si è presentata nel cartello elettorale "Unidad Popular" con altri soggetti politici locali della Sinistra Radicale, ha ottenuto il 3,67% ed eletto 2 deputati e nessun senatore. In Galizia ha dato origine alla coalizione (oggi partito politico) En Marea insieme alla sezione galiziana di Podemos e ad altri partiti e movimenti locali. Si è opposta con il PSOE, Podemos e Ciudadanos alla nascita di un nuovo governo del Partito Popolare, e Mariano Rajoy non ha ottenuto il sostegno parlamentare necessario all'ottenimento dell'investitura. Similmente si è rifiutata, con Podemos, di sostenere l'investitura del socialista Pedro Sanchez, che ottenne l'appoggio del PSOE e di Ciudadanos senza ottenere l'investitura, portando la Spagna a nuove elezioni generali.

Nel 2016 la IU ha organizzato, per la prima volta nella sua storia, le primarie per l'elezione del Coordinatore Federale, che hanno eletto a guida del partito Alberto Carlos Garzón Espinosa. Nello stesso anno ha formato, con Podemos, la coalizione "Unidos Podemos", che è risultata terza formazione politica più votata alle elezioni generali del giugno 2016, eleggendo, con il 21,15%, 41 deputati e 18 senatori. I parlamentari di "Unidos Podemos" si sono opposti all'investitura di Mariano Rajoy sostenuta dal Partito Popolare e da Ciudadanos, che non ha ottenuto la maggioranza parlamentare.

I membri di IU votano per la mozione di censura[non chiaro] del giugno 2018 che porta al governo il socialista Pedro Sanchez[9]. Nel febbraio 2019 Gaspar Llamazares, il leader storico degli anni di vicinanza al PSOE, annuncia l'uscita da IU e la formazione del nuovo partito Actua[10].

Con risultati decrescenti, IU ha mantenuto la coalizione di Unidos Podemos nelle elezioni di aprile e novembre 2019[11][12]. Tre le due elezioni IU rompe in via temporanea la federazione con l'organizzazione catalana Esquerra Unida i Alternativa, a causa dell'impegno di quest'ultima con l'organizzazione catalanista Sobiranistes, alleata di Sinistra Repubblicana di Catalogna[13] e viene fondata Esquerra Unida Catalunya (EUCat) come nuova federazione catalana di IU.

A entrambe le elezioni generali tenutesi nel 2019 IU è alleata con Podemos e altre forze di sinistra nella coalizione Unidas Podemos, eleggendo in entrambe 6 deputati (5 del PCE e una in quota EUCat). A seguito dell'accordo di coalizione tra il PSOE e Unidas Podemos nasce il primo governo di coalizione della storia spagnola, il Governo Sánchez II. Nel governo Unidas Podemos esprime 5 ministeri di cui uno, il Ministero del Consumo, è affidato a Alberto Garzón.

Alle elezioni generali anticipate del 2023 IU partecipa nella coalizione Sumar, eleggendo 5 deputati (4 del PCE, eletti tutti in Andalusia[14], e uno in quota EUiA). Sumar prende il posto di Unidas Podemos nel governo di coalizione e IU mantiene un ministero. A seguito del ritiro dalla politica di Alberto Garzón il Ministero del Consumo è soppresso e a IU è affidato il neocostituito Ministero dell'Infanzia e della Gioventù di cui diventa ministra Sira Rego, già eurodeputata per IU.

Nel maggio 2024 IU celebra la sua XIII Assemblea, Antonio Maíllo, già coordinatore di IULV-CA (federazione andalusa di IU, che conta un terzo dei militanti totali di IU), vince le primarie battendo la ministra Sira Rego e altri due candidati[15], succedendo a Enrique Santiago, segretario del PCE e coordinatore generale ad interim di IU.

Partito Adesione Note
Partito Comunista di Spagna (PCE) 1986
Sinistra Repubblicana 1986 Uscito dalla coalizione nel 2002, vi rientrò nel 2011
Unione delle Gioventù Comuniste di Spagna (UJCE) 1992 Organizzazione giovanile del PCE
La Aurora Organización Marxista 1998 Denominato fino al 2013 Partido Obrero Revolucionario (POR)
Partito Adesione Note
Partito Umanista (PH) aprile-luglio 1986 Espulso dalla coalizione per i rapporti con la setta La Comunidad[16]
Partito Carlista (PC) 1986-1987 Espulso dalla coalizione
Federación Progresista (FP) 1986-1987 Uscito dalla coalizione, il partito si sciolse l'anno dopo
Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE) 1986-1989 A seguito di congresso una fazione del partito si riunifica col PCE, mentre l'altra esce dalla coalizione
Partito di Azione Socialista (PASOC) 1986-2001 Due fazioni del partito si separano da esso e rimangono in Sinistra Unita:

Izquierda Socialista de Andalucía (poi Iniciativa Socialista de Izquierdas) e Corriente Socialista

Candidatura Unitaria de Trabajadores (CUT) 1986-2015 Inizialmente denominato Colectivo de Unidad de los Trabajadores—Bloque Andaluz de Izquierdas (CUT-BAI)
Izquierda Abierta 2012-2018 Esce dalla coalizione contestualmente alla fondazione di Actúa da parte di Gaspar Llamazares
Partido Feminista de España (PFE) 2015-2020 Espulso dalla coalizione

Organizzazione

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Coordinatore federale

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Risultati elettorali

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Elezioni per il Congresso dei Deputati

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Anno Voti % Seggi Seggi per partito Note
1986 935.504 4,63
7 / 350
4 PCE, 1 PCPE, 1 FP, 1 PSUC
1989 1.858.588 9,07
17 / 350
13 PCE, 3 PSUC, 1 PASOC
1993 2.253.722 9,55
18 / 350
13 PCE, 3 PSUC, 1 PASOC, 1 indipendente
1996 2.639.722 10,54
21 / 350
12 PCE, 2 PSUC, 4 PDNI, 1 PASOC, 2 indipendenti
2000 1.263.043 5,45
8 / 350
7 PCE, 1 indipendente
2004 1.284.081 4,96
3 / 350
2 PCE, 1 indipendente In coalizione con Iniziativa per la Catalogna - Verdi
2008 969.946 3,77
1 / 350
1 PCE In coalizione con Iniziativa per la Catalogna - Verdi
2011 1.680.810 6,92
8 / 350
4 PCE, 1 indipendente, 1 UJCE, 1 IAb, 1 PCC Nella coalizione La Izquierda Plural
2015 926.783 3,67
5 / 350
2 PCE, 2 Comunistes de Catalunya, 1 indipendente Nelle coalizioni Unidad Popular, En Marea e En Comú Podem
2016
8 / 350
6 PCE, 2 Comunistes de Catalunya Nelle coalizioni Unidos Podemos, En Marea, En Comu Podem e A La Valenciana
Aprile 2019
6 / 350
5 PCE, 1 Comunistes de Catalunya Nelle coalizioni Unidas Podemos e En Comu Podem
Novembre 2019
5 / 350
4 PCE, 1 Esquerra Unida Catalunya Nelle coalizioni Unidas Podemos e En Comu Podem
2023
5 / 350
4 PCE, 1 Esquerra Unida Catalunya Nella coalizione Sumar

Elezioni europee

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Anno Voti % Seggi Note
1987 1.011.830 5,25
3 / 54
1989 961.742 6,06
4 / 54
1994 2.497.671 13,44
9 / 54
1999 1.221.566 5,77
4 / 54
2004 643.136 4,15
1 / 54
Nella coalizione La Sinistra
2009 588.248 3,71
1 / 54
Nella coalizione La Sinistra
2014 1.562.567 9,99
4 / 54
Nella coalizione La Sinistra Plurale
2019 2.258.857 10,07
2 / 54
Nella coalizione Unidas Podemos
2024 Nella coalizione Sumar
  1. ^ a b c d Collegamento interrotto: European Social Survey 2012 - Appendix 3 (in English) (PDF), su europeansocialsurvey.org, European Science Foundation, 1º gennaio 2014. URL consultato il 6 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 2 novembre 2022).
  2. ^ Topaloff, L (2012) Political Parties and Euroscepticism, pp192-193
  3. ^ _825916 L'Espagne n'enquêtera pas sur sa crise - Libération[collegamento interrotto]
  4. ^ Podemos teams up with far-left party in election alliance, su thelocal.es, The Local, 10 maggio 2016. URL consultato il 12 gennaio 2018.
  5. ^ Spain's Podemos forms election alliance with far-left party, su expatica.com, Expatica, 10 maggio 2016. URL consultato il 12 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2018).
  6. ^ (FR) Européennes : poussée du parti d’extrême gauche Izquierda Unida en Espagne, su lci.fr, LCI, 25 maggio 2014. URL consultato il 12 gennaio 2018.
  7. ^ (FR) Législatives en Espagne: Podemos en phase de devenir le premier parti de gauche?, su rfi.fr, RFI, 26 giugno 2016. URL consultato il 12 gennaio 2018.
  8. ^ Copia archiviata (PDF), su aecpa.es. URL consultato il 26 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2012).
  9. ^ Spagna, Rajoy sfiduciato. Sanchez nuovo premier, su Repubblica.it, 1º giugno 2018. URL consultato il 14 novembre 2019.
  10. ^ (ES) Ana Marcos, Gaspar Llamazares: “Izquierda Unida ya no existe como tal”, in El País, 23 febbraio 2019. URL consultato il 14 novembre 2019.
  11. ^ Elecciones Generales 2015. Elecciones al Congreso y Senado 2015, su historiaelectoral.com. URL consultato il 14 novembre 2019.
  12. ^ Elecciones Generales España 2019, su resultados.10noviembre2019.es. URL consultato il 14 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2019).
  13. ^ IU rompe 'temporalmente' con EUiA, su socio en Catalunya, su publico.es. URL consultato il 14 novembre 2019.
  14. ^ epe.es, https://www.epe.es/es/elecciones/generales/20230624/partido-comunista-renace-andalucia-mano-89071735.
  15. ^ elpais.com, https://elpais.com/espana/2024-05-19/antonio-maillo-ratificado-coordinador-federal-de-iu-con-casi-el-80-de-apoyos.html.
  16. ^ (ES) El Partido Humanista, una piel para la secta La Comunidad, su elpais.com.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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